Beh che dire, trovo l'argomento intricato, perverso, avulso da ogni logica gestionale di una specie in esubero. Al di la di ogni legittima posizione, pro o contro pre apertura o interventi di contenimento, il problema semmai ancora non fosse, ma dovesse subentrare in futuro, specie competitive non fra di loro, ma contro la specializzazione di colture agricole di pregio, il nostro preciso dovere richiesto, sarebbe quello di gestire una popolazione in esubero, in maniera seria e razionale. Intendo dire che non mi sembra corretto ne tantomeno efficace, caro Denis e compani, intervenire con schiamazzi o marchingegni acustici, falchi robotici ecc.. semplicemente per spostare di qualche centinaio di metri il problema in altri siti, solo ed esclusivamente sentendosi in pace con il cuore e il sentimento non belligerante, come dice Levante.
Troppo comodo, occhio non vede cuore non duole...così facendo mandiamo al macero anni e anni di studi, di impegni singoli e associati, di monitoraggio, di cultura e tecnica venatoria, di passionalità e amicizie comuni. Non sono daccordo, ogni tipo di selvatico in esubero, considerato competitivo o dannoso per l'agricoltura deve essere oggetto a gestione controllata dai cacciatori con metodi selettivi e in deroghe applicate allo specifico, per contenimento. Non parlo assolutamente di eradicazione di specie selvatiche, come purtroppo auspicato da alcuni verso gli ungulati in particolare. Ma interventi necessari e assunti orgogliosamente per "GESTIRE", da ogni cacciatore della realtà presente e futura.Sono daccordo con Pelo quando scrive che ad ogni ricerca scientifica, ad ogni studio sulla specie colombaccio, deve seguire qualora accertata la salute, la consistenza, il continuo incremento progressivo percentuale, deve seguire dicevo il normale o specifico prelievo venatorio. Non vorremmo certo mantenere a priori una posizione protezionista verso una popolazione forte, adattata ad ogni tipo di alimentazione, in ogni stagione dell'anno, verso ogni cereale, ogni frutto alimentare, ogni germoglio commestibile, oltre l'immaginabile. Molto bene, mi viene da aggiungere, li vogliamo tanti e in salute per poterli insidiare in ogni modo, legale si intende. Che poi si riesca o meno a fare la preapertura, non è un grave problema nè etico nè morale cari amici, diventa sempre più evidente che coloro che non vogliono la preapertura adducono motivazioni di vario genere, ma si contraddicono palesemente quando invocano apertura unica a tutte le specie cacciabili, cinghiale compreso, forse per mantenere egoisticamente la quota in oggetto.
Bella quella caccia che si esercita con passione per scelta, non perchè il calendario la permette, non vuoi la preapertura, non andare, non andiamo, andiamo a corvi o storni, io ci sto, ma domani se ci saranno richiesti interventi di contenimento di specie selvatiche in esubero, partecipiamo con metodo e con merito, non mescoliamioci con i coservatori e i sentimentalisti, o peggio ancora animalari. La nostra forza sarà la gestione dei selvatici oggetto di caccia, inseriti in un contesto ambientale, rurale, dove le densità delle specie non siano in contrasto con il mondo agricolo/forestale. Il colombaccio, stanzializzandosi massicciamente nel sud europa, Italia compresa, può in futuro prossimo essere specie monitorata al pari del piccione torraiolo, con tutte le problematiche inerenti, logica vorrebbe che cominciassimo a considerare questa ipotesi, supportati dai ricercatori dottori, Giannerini e Cavina, per essere pronti... Come sempre senza imporre,
Con rispetto, Rimescolo