FORUM Club Italiano del Colombaccio

Denis

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Risposta #17 il: 05/04/2018 - 16:34
Giusto quello che dici Carlos però io ho l'impressione che anche senza grandi coltivazioni di cereali il colombaccio continua ad espandersi. Le nostre zone (entroterra Riminese) non sono affatto ricche di coltivazioni, eppure il colombaccio è arrivato in pochi anni a nidificare fino sulla costa. Essendo come dici tu adattabile ad ogni tipologia di cibo e aggiungo io, disposto anche a fare parecchi km per cercare pasture, sembra più preoccupato di trovare una collocazione territoriale che sapere cosa mangia....evidentemente lo sa ma a me pare,  anche in base all'esperienza  dei censimenti che ho svolto sui nidificanti, che abbia bisogno di territorio dove metter su famiglia. Un saluto Levante


Di territorio ne ha fin troppo e non ha nessun problema a trovare territori dove nidificare e se l'entro terra è scarso di alimentazione ovvio che va sul litorale vicino alle piane con coltivazioni di cereali ( grano, orzo,colza,sorgo,girasole, mais e soia ma anche leguminose come pisello e favino).
Dipende eccome, anzi dipende tantissimo dai cereali sopratutto poi nel suo periodo di riproduzione ma li cerca anche in inverno quando arriva a cibarsi anche di riso.
La ghianda e la fagiola non esiste in primavera e ancor meno in estate quindi il caro colombaccio dove va a riprodursi sul lato Adriatico ? ovvio sul litorale vicino alle piane coltivate a cereali e se ne sta a nidificare nelle pinete o perfino su di un semplice pino tra gli alberghi tutti luoghi questi dove esistono anche molto meno predatori.


Pelo 52

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Risposta #16 il: 05/04/2018 - 06:12
Sempre toccata e fuga di palle perché zoonosi o epizoozia sono evocazioni infauste quasi pentastellate
Rimane il fatto che nn hai risposto  su ...La gestione attuata nelle AFV da te paragonata intelligente perché permette abbattimenti ben più numerosi e di soggetti adulti....
Grazie per la risposta

giamp50

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Risposta #15 il: 05/04/2018 - 00:31
CORREZIONE POST 04/04/18 10,48

non "... scoppio di una zoonosi che decimi i contingenti ..."

ma " ... scoppio di una epizoozia, magari anche contagiosa, od ancor peggio di una zoonosi, che decimi i contingenti ..."

Pelo 52

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Risposta #14 il: 04/04/2018 - 20:51
Sicuramente nn darò risposta certa ma nn è un eufemismo quando scrivo che leggendo - zoonosi - la mia mano destra è  scesa in basso a stringere affettuosamente le palline per scongiurare qualsivoglia malattia sia per cinghiali che per colombacci
Tutto ciò premesso vorrei conoscere l'esatto significato dato da Giamp alla gestione attuata nelle AFV
Per certo so come si caccia nelle AFV

levante

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Risposta #13 il: 04/04/2018 - 19:52
Giusto quello che dici Carlos però io ho l'impressione che anche senza grandi coltivazioni di cereali il colombaccio continua ad espandersi. Le nostre zone (entroterra Riminese) non sono affatto ricche di coltivazioni, eppure il colombaccio è arrivato in pochi anni a nidificare fino sulla costa. Essendo come dici tu adattabile ad ogni tipologia di cibo e aggiungo io, disposto anche a fare parecchi km per cercare pasture, sembra più preoccupato di trovare una collocazione territoriale che sapere cosa mangia....evidentemente lo sa ma a me pare,  anche in base all'esperienza  dei censimenti che ho svolto sui nidificanti, che abbia bisogno di territorio dove metter su famiglia. Un saluto Levante 

Carlos

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Risposta #12 il: 04/04/2018 - 11:40
Non conosco la risposta alla domanda, ma una cosa  credo si possa dire.
L'espansione attuale del colombaccio, oltre alla sua adattabilità a cibarsi di tutto un po, è comunque legata alle grosse disponibilità di cibo in molti luoghi presenti nei periodi per lui più critici come l'inverno o il periodo riproduttivo. Lui va e/o si ferma dove il cibo abbonda. Se la politica Europea, come sembra, attuerà con fermezza la concessione degli incentivi a quella della rasatura e tritaggio delle stoppie entro pochi giorni dalla raccolta,  molte delle più vaste aree di pastura, sia nei paesi dell'est che in Italia spariranno. Non so quanto questo influirà sulla quantità totale della specie, ma ho il sospetto che lo farà in modo sensibile sui suoi comportamenti e molte delle cose che abbiamo visto accadere negli ultimi anni, legate ai flussi migratori, modi, stagioni, svernamenti e riproduzione potrebbero di nuovo cambiare e non di poco.

giamp50

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Risposta #11 il: 04/04/2018 - 10:48
Certo è, in quanto corroborato dai fatti già piu volte verificatisi, che quando una specie animale raggiunge densità superiori a quanto l'ambiente potrebbe sopportare, sia in termini di risorse trofiche che di concentrazioni e trasmissione di microorganismi patogeni, lo scoppio di una zoonosi che decimi i  contingenti e riequilibri la situazione nei lustri successivi diventa più che probabile.

Ed è qui che il mondo venatorio dovrebbe agire con una gestione non crudele ma efficace per porre un freno significativo all'aumento di densità dela specie.
Una gestione intelligente che permetta abbattimenti ben più numerosi e di soggetti adulti.
Come?
Beh, la gestione attuata nelle AFV ne sono un esempio eclatante.

In conclusione, dati i trend attuali, abbattere di più e meglio!

giamp50

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Risposta #10 il: 03/04/2018 - 21:17
Mah, da povero ignorante mi sembrerebbero tutte considerazioni semplicistiche e non adeguatamente supportate da seri e complessi studi per poter determinare cause e motivazioni di variazioni quantitative di specie animali.

D'altronde l'odierna mentalità cittadina della specie animale dominante, quella umana, vorrerbbe tutto immutabile come cristallizzato, ma così non è!

Tutto varia, cambia, migliora, si adegua alle nuove situazioni, degenera, scompare e sorge.

Un giorno, forse millenni, anche la nostra specie degenerera' e scomparirà e per il pianeta sarà un rifiorire biologico!

Forse bisognerebbe rileggere Darwin.

Tutto è naturale nell'Universo anche la scomparsa di una Specie dominante dovuta all'impatto di un'asteroide, ammesso che così sia stato!

Pelo 52

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Risposta #9 il: 02/04/2018 - 21:33
Ma quanti amministratori ha questo sito?
Ma nn era Vasco?
Ora leggo levante amministratore.
Boh?

Pelo 52

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Risposta #8 il: 02/04/2018 - 21:28
Sicuramente qualche volta abbiamo pranzato insieme ma onestamente nn ricordo di averti dato sicotanta libertà di intervento nei miei confronti al punto da conferiti l'incarico di ammonirmi ogni volta che prove alla mano rispondo a qualche cavolata che spesso troppo spesso vi scappa dalle dita. Scrivendo.         Io pelo 52 prima di scrivere mi collego al cervello e siccome vista l'età a volte il cervello (nn il mio il vostro nn lo so) può nn funzionare,  d'abitudine rileggo prima di inviare
Quindi ti esorto ad esortare altri e nn il sottoscritto a travisaRe
D'altra parte nn avendo né  da vendere libri nè da vendere cd  ma solo intervenire ogni qualvolta si sparino cazzate o si mistifichi la verità , intervengo per dire la mia.
Appena ho un attimo di tempo ti mando un articolo di qualche anno fa pubblicato su Diana caccia a proposito della colombsccio migratrice amerikAna
Rinaldo? Conosco da tempo questo Rinaldo che un giorno  è  così e il giorno dopo diverso è
Quindi nn mi stupisce
Per chiudere Graziano se vuoi proprio bene al colombaccio il colombaccio avrebbe bisogno anche di te SAPPILO
Sappi anche che nn solo Denis nn capisce ciò che dite. Ci sarà forse ragione?

levante

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Risposta #7 il: 02/04/2018 - 20:52
Ti invito Mario a non travisare i discorsi. Rinaldo ha espresso "ieri" la stessa cosa scritta "oggi"...vale a dire: non è corretto paragonare la scomparsa della colomba americana accostandola alla situazione del colombaccio dei giorni nostri anche se fosse oggetto di eventuali giornate di preapertura....questo era il succo del discorso qui ribadito e motivato (un suo punto di vista  comunque in un  dibattito che voglio ricordarti: PRIVATO!lo ripeto PRIVATO!discrezione quindi).

Ma veniamo alla discussione senza dover andare ancora una volta fuori tema per motivi personali. Credo Denis  che in larga parte fra il post di Rinaldo e il mio  un po' di risposte c'erano o si potevano dedurre ma posso  essere più preciso sui tuoi quesiti. E' facile che l'espansione del colombaccio si stabilizzerà per il discorso che ho fatto del suo essere territoriale in fase di nidificazione. Quando avrà occupato tutte le aree possibili può darsi che qualcosa succeda,   si adeguer a una convivenza più stretta da "condominio" come la colomba americana? qualche malattia o epidemia colpirà la specie in soprannumero?.... non ci è dato sapere. Per quanto già detto il raffronto con la colomba migratrice lo possiamo fare solo nell'ambito della migrazione con partenze in massa...grandi branchi, grandi scie ma anche questo aspetto andrebbe approfondito. Riguardo alla gramigna non so ...certo è un animale che si ciba anche dell'erba medica quando ha fame   ma non potrà essere felice la convivenza fra grandi masse  di colombaccio e il mondo dell'agricoltori. Un saluto Levante
« Ultima modifica: 02/04/2018 - 20:56 da levante »

Denis

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Risposta #6 il: 02/04/2018 - 11:50
Dagli studi fatti sul DNA (tratto da colombe migratrici americane imbalsamate) ipotizzano che le condizioni ecologiche che riducono drasticamente le dimensioni delle popolazioni in condizioni naturali possono avere interagito con lo sfruttamento umano causando la rapida scomparsa della colomba migratrice.[/font]

In sostanza la colomba americana si é estinta per la concomitanza di diversi fattori negativi come la distruzione delle foreste (per l'avvento della ferrovia e quant'altro), per la forte pressione venatoria ed anche per la natura del suo DNA (ultima scoperta in merito:La conferma che la popolazione di colomba migratrice era soggetta a fluttuazioni drammatiche delle nascite per una predisposizione genetica stessa della sua specie).
Quindi abbiamo:
X la colomba migratrice americana:
1°) la specie era in forte espansione e di conseguenza gli servivano immense disponibilità di cibo che trovava nelle foreste( ghiande,noci di faggio e atri frutti delle foreste del Nord America) che vennero però in buona parte distrutte.
2°) la specie era in forte espansione e di conseguenza veniva cacciata assiduamente.
3°)la specie era in forte espansione ma in base agli studi sul suo DNA non era sempre abbondante avendo subito fluttuazioni drammatiche della sua popolazioni anche nel corso dei millenni precedenti.
Questi tre fattori concomitanti avrebbero determinato la scomparsa della specie.

Ora confrontiamo con il colombaccio
1°) la specie é in forte espansione e di conseguenza gli serviranno sempre più maggiori disponibilità di cibo che deve trovare sia nelle foreste che nelle piane coltivate a cereali con il variare delle stagioni.
2°) la specie é in forte espansione e di conseguenza viene cacciata assiduamente in tutta Europa ed anche oserei dire senza nessun riguardo nei periodi di riproduzione visto che ora in Italia per poche particelle agricole danneggiate in una provincia ( tutto da verificare la consistenza effettiva dei danni)l'intera popolazione esistente di quella regione al 1° settembre viene data in pasto ad una esercito di armati proprio nel periodo di massima consistenza della popolazione stessa e tutto questo da moltiplicare per il numero delle regioni italiane che concedono la preapertura.
3°) Non c'é bisogno di fare studi sul suo DNA per conoscere che la specie non era così abbondante 30 anni fa ( tutti ricordiamo che i colombacci si vedevano solo dal 1° ottobre al 25 ottobre più o meno tant'è che " ...dei bei giorni San Luca chiude la lista... "scriveva il Mazzotti).
4°) Le disponibilità di cibo in Europa non cresceranno al pari delle necessità di alimentazione che la specie avrà in questa sua progressiva e continua espansione se :
Vedere l'imposizione dell'Europa come il Multching ( aratura immediata delle stoppie per concimare in modo biologico i terreni) e vedere anche l'avvento in enorme crescita delle colture da biogas mais particolarmente (colture che subito dopo il raccolto lasciano i terreni come campi da tennis essendo in fase di mietitura raccolto e trinciato tutto gambo del mais compreso).
5°) nulla sappiamo se anche questa specie aveva, ha avuto, ha o avrà nel suo DNA delle varianti interferenti sulla sua riproduzione che combinate con lo sfruttamento dell'uomo possano un domani chi sa cosa.....
Mi sembra che ci siano abbastanza spunti di somiglianza con la situazione che fu per la colomba migratrice americana  per meditare e ripeto le mie domande:
Secondo voi l'espansione del colombaccio si stabilizzerà ad un certo livello che non ci è per ora possibile conoscere oppure si normalizzerà periodicamente come succede con il coniglio selvatico che in certe annate viene decimato per un volere della natura stessa dalla mixomatosi ?
Oppure secondo voi non ci é dato e dovuto nessun motivo di fare raffronti o paragoni con la colomba americana migratrice?
Oppure si può pensare che il selvatico che ha una cosi forte capacità di adattamento alla fine riuscirà a cibarsi della sola gramigna sopratutto nei periodi invernali aiutando a sua volta gli agricoltori che non dovranno più spruzzare diserbanti.
Chi sa che.......forse si adatterà anche alle discariche come il gabbiano.

Denis

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Risposta #5 il: 01/04/2018 - 23:51
Non avete analisato correttamente quello che ho scritto e non avete pertanto risposto alle mie domande.
Riprovateci.

Pelo 52

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Risposta #4 il: 01/04/2018 - 21:45
Azz che coraggio
Basta che nè io nè il PACI apriamo una discussione avente per oggetto la preapertura al colombsccio evocando qualsivoglia kasino su presunta futura scomparsa tale quale colomba migratrice ameriKana e guarda un po chi riappare
Ma come, con quale coraggio si pontifica dopo aver pubblicamente infamato il presidentissimo via mail/ristretta cerchia consiglio in proposito infausta evocazione colomba migratrice ameriKana associetà a preapertura colombaccio.
Che purtroppo pure in EmiliaRomagna nonostante sottotraccia lavoro emerito quest'anno si bombarda dal 1 settembre e non dalla terza di settembre?
ALLORA  , UN PATTO. SE VOI DITE LA VERITA' IO MI CHETO
DIVERSAMENTE SCRIVO
COLLODI

levante

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Risposta #3 il: 01/04/2018 - 19:40
Ci sono delle differenze Denis. Intanto il periodo storico...oggi abbiamo una legislazione a livello Europeo che per quanto perfettibile garantisce una regolamentazione della caccia.... nel 1800 era ben diverso...e c'era la necessità di sfamarsi. Probabilmente non fu la sola caccia ad estinguere la colomba migratrice ma anche dei fattori legati alla sua biologia....il Prof Cavina ha fatto riferimento al suo apparato riproduttore. Ma un fattore di criticità a mio avviso è stata la troppa gregarietà. Si parla di colonie intere in fase di nidificazione.....di molte coppie a far nido sullo stesso albero. Questo per me è stato un punto debole perchè chi arreca un danno alla colonia, al branco....sia  cacciatore, malattia, evento naturale, colpisce la sopravvivenza delle singole coppie. E' vero che il colombaccio fa grandi migrazioni in branco, e tu ne sei un autorevole testimone,  ma in fase di nidificazione ogni coppia  diventa territoriale ....questa è la sua forza. Io ho fatto censimenti primaverili per 5 anni e ho potuto constatare che sullo stesso territorio non aumentavano le coppie nidificanti  mentre i nuovi arrivati andavano alla conquista di nuove aree per riprodursi e questo giustifica l'espansione costante del colombaccio. Aggregazione quindi in fase migratoria ma poi indipendenza in fase riproduttiva. Per questo di colombacci ce ne saranno sempre di più e ovunque. Ciò non toglie, alla luce degli errori del passato, che il nostro patrimonio faunistico anche dove abbondante, non debba essere costantemente oggetto di studio e ricerca per garantire, attraverso una  buona gestione, il futuro della specie. Un caro saluto Levante
« Ultima modifica: 01/04/2018 - 20:22 da levante »