Due considerazioni, alcune interpretazioni soggettive, diversi modi di interpretare la caccia con le aste ai colombacci.
La caccia con l'asta è una disciplina che mi affascina con il tiro a fermo, perchè ho la possibilità di osservare in dettaglio il comportamento del selvatico prima della posa, durante la posa e anche quando, per causa sua che non mi interessa più di tanto, non si posa ma fa due o tre giri e scivola da un'altra parte senza che io possa intravederne la causa, eppure credo di essere un buon osservatore!. Perchè non mi interessa capire la causa di una posa fuori portata di schioppo, quando altri colombacci sono venuti al gioco con assoluta facilità? e si sono posati senza indugio vicino ai richiami, siano stati colombacci o piccioni rosati o ternani?
Non mi interessa per lo stesso motivo la non curata autunnale con volantini e cimbelli, e che si vorrebbe che tutti gli avvistamenti fossero coronati con lo sparo sia a fermo che a volo?Quando si sono attuate in dettaglio le condizioni basilari di caccia, sono tranquillo e tollerante per quei colombacci che disdegnano il posto, a differenza di altri che lo prediligono, non gli sparo al volo, mi accontento di quelli che si posano.
L'impotante secondo me è che si tenga conto di alcune regole non scritte, che ognuno di noi conserva ed esprime con la ricerca di situazioni "appetibili", non solo di alimentazione, del colombaccio. Ci possono essere e ci sono ambienti dove il colombaccio predilige il "rialto" così chiamato dalle mie parti, cioè un luogo dove al colombo piace la sosta di spollino nelle ore centrali della giornata, cerri accattivanti nonchè querce, bene in vista e comodi per la posa e per la scappata, non troppo densi di ramificazioni piccole, magari affiancati da grossi lecci o edere. Una posa che non sia esposta a vento, ben soleggiata possibilmente.
Altra soluzione di sicuro effetto e risultato è la posa su alimentazione isolata, anche su bosco relativamente basso, ma in questo caso è molto importante, oltre misura, il mimetismo e la cimbellata.
Altro è il richiamo del cimbello sull'asta con lo sparo al volo, in alcuni casi forse più prolifico, per me meno interessante. Riassumendo oltre al corredo e alla qualità del corredo, aste e richiami, è importantissimo capire l'interesse che può avere il colombaccio verso una situazione, anzichè un altra, intuito questo, approntare un capanno con vista a 180 gradi è sufficiente, ben mimetizzata, al resto ci pensa Buk, i cimbelli che non sempre vanno sollecitati, li dispongo a circa tre quarti di pianta, anche perchè non arrivo oltre tredici metri, e anche perchè sono altrettanto ben visibili dall'alto e di lato. Soprattutto secondo me non dobbiamo considerare matematica o regola per tutti una disciplina e un comportamento variabile ed enigmatico di un selvatico astuto, con gli occhi penetranti, scaltro e impegnativo nella cattura. Il bello di questa disciplina è sempre l'incertezza del risultato, il tempo, la determinazione, la costanza e la ricerca, lo studio, la conoscenza e la fotografia del territorio, il ricordo del comportamento e della scelta di un luogo in un determinato periodo dell'anno, l'ispezione preventiva di una situazione sulla capacità o meno di una alimentazione preferita dal selvatico, la ricerca di situazioni più isolate e meno utilizzate dalla massa dei "ricercatori" possono fare la differenza, non nei numeri che pure sono impotanti, ma soprattutto nella tranquilla gestione di una stagione di caccia in armonia con te stesso e con i compagni di viaggio.
La caccia con l'asta, una gran bella disciplina, ma occorre accettare soste prolungate nella giornata che non muove una penna, essere capaci di spostarsi alla bisogna in altro luogo, non essere frenetici e frettolosi nell'esame del momento, non avere rimpianti per tiri non azzardati...il bello di questa caccia è anche quella che ognuno la può fare in solitudine, con pochi amici, sempre e comunque con i richiami e con Buk.
Un saluto a coloro che hanno avuto la pazienza di leggermi,
Rimescolo