Nessuno ha mai potuto affermare con certezza scientifica che la diminuzione di consistenza della linea migratoria umbro marchigiana fosse dovuta a variazioni di rotte, né il grande prof. Toschi e né il compianto avv. Mazzotti, il quale, a fronte dell'ipotizzato spostamento a nord, dice:
"... si potrbbe pure pensare che il flusso migratorio sulle Romagne fosse stato, anche nell'anteguerra, abbondanti; ma che non fosse stato a quell'epoca rilevabile sia per mancanza di tradizione venatoria in loco nei confronti delle specie che qui trattiamo sia per interesse ad altre cacce ..."
per poi subito dopo confutare quanto sopra
infine conclude:
"Ci troviamo pertanto dinanzi ad un fenomeno difficilmente spiegabile, sul quale la scienza nulla ha ancora detto di definitivo e che lascia adito, come altri ento, mille argomenti sulla migrazione degli uccelli, ad ogni illazione e supposizione."
Già anche allora solo ipotesi senza nessuna base scientifica!
Però non dimentichiamoci il periodo storico e gli sconvolgimenti terribili in Europa, i milioni di morti, la fame, il freddo, i bombardamenti, le battaglie e quant'altro.
E dopo 4 anni di questo inferno inizia il calo progressivo della corrente umbro marchigiana protrattosi per un ventennio.
Senza seri studi dagli areali di nidificazione a quelli di svernamento programmati e finanziati almeno per un decennio non credo potranno esserci certezze scientifiche.