FORUM Club Italiano del Colombaccio

BADGER

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Risposta #10 il: 02/04/2014 - 12:39
Cosa volete che vi dica, si, si avete tutti ragione, il bosco qua il bosco là ma quest'anno tocca a me, motoseghe a tutta randa, e mi va già bene che sono tra amici e mi lasceranno un isola di bosco intorno al capanno ma a ottobre cosa succederà? Non  sarà lo stesso di sicuro. E poi ragazzi io ho sessantadue anni, il bosco per ritornare qual'era ci mette almeno 10 anni e io dovrei vedere di buon occhio il taglio? Diceva Totò, ma ci facesse il piacere. Ciao

giamp50

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Risposta #9 il: 01/04/2014 - 14:22
da: http://it.wikipedia.org/wiki/Parco_nazionale_di_Redwood#Gestione_degli_incendi

Gestione degli incendi.

Gli incendi spontanei sono una parte naturale di molti ecosistemi terrestri. La natura si è adattata agli incendi in molti modi, e l'assenza di fiamme può, a volte, portare svantaggi.[21] Gli incendi eliminano le piante morte e le relative malattie, arricchendo il suolo ed assicurando la salute della flora eliminando concorrenti nella lotta per le risorse. Prima dell'arrivo dei coloni europei gli incendi bruciavano periodicamente parti di foresta. Dal 1850 sono stati combattuti dalle lobby che gestivano il taglio del legname, che li considerava allo stesso tempo una perdita di materiale ed un rischio per la salute dei dipendenti. Minatori e boscaioli che arrivarono nella regione si assicuravano che gli incendi venissero spenti il più presto possibile, il che portò ad una flora debole e malata. Negli anni settanta i ricercatori individuarono i problemi delle piante nella mancanza di incendi. In seguito si passò all'uso di incendi creati dall'uomo al fine di eliminare i problemi ed evitare i rischi di incendi più gravi. Nel parco esiste un sistema che monitora gli incendi. Gli incendi controllati vengono gestiti con l'uso di combustibili.[22] Il National Interagency Fire Center fornisce pompieri ed equipaggiamento in caso di incendi di grandi dimensioni.
Gli incendi vengono usati anche per preservare le praterie dall'invasione di specie non-autoctone e dall'allargamento della foresta, assicurando una superficie minima per la vita di cervi e daini. Anche le zone coperte da querce beneficiano degli incendi controllati, senza i quali gli abeti di Douglas prenderebbero il sopravvento abbassando la biodiversità. L'uso degli incendi nelle foreste vergini riduce la morte e la decadenza degli alberi, ed abbassa la mortalità delle grandi sequoie eliminando la vegetazione con cui si dividono le risorse.

Chiocco

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Risposta #8 il: 31/03/2014 - 23:19
Lo conosco Renato San rossore anche bene visto che ci ho lavorato un bel po'.. Lasciamo perdere quello e' in baraccone mangia soldi e una culla di mangia pane a tradimento. Che vuoi che vi dica? Io dico quello che vedo e x quanto si voglia auspicare che le regole ci siano e vengano rispettate e fatte rispettare lasciamo perdere.. Come una bella torta al cioccolato tutti ci infilano le dita e se poi sia poco igienico o maleducato poco importa l'importante e' prendere la propria fetta e magari infilare il dito in quella vicina.. Chi vuol capire capisca..
E poi parliamoci chiaro! A me interessano i colombacci e dove tagliano i colombacci non ci stanno più.. Dei cinghiali dei caprioli di cui tutti si lamentano del numero troppo elevato e dei danni  che fanno non sarebbe meglio se avessero meno ambiente favorevole? Insomma a me vedere quei boschi pelati mi fa piangere il cuore e io vieterei anche tutti i caminetti a legna che inquinano il triplo di un impianto a gasolio. Tutti tranne il mio che mi manda i radiatori e che siccome e' il mio non va' toccato!! 😆😆

Diego Baccarelli

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Risposta #7 il: 31/03/2014 - 22:50
Chiocco, non c'è dubbio che il non rispetto delle regole equivale a produrre danni e a determinare abusi indiscriminati, ma ciò vale sempre e comunque e non solo per il taglio dei boschi che deve, sottolineo DEVE sempre essere effettuato nel rispetto della norma. In caso contrario si sconfina nell'illecito, illecito che dovrebbe essere perseguito penalmente e al Corpo Forestale dello Stato spetta il compito di vigilare ed infliggere le sanzioni nei confronti di coloro che infrangono le regole.
Ciò premesso, io insisto nel dire che il taglio del bosco non solo è utile, ma indispensabile per la sua salute. Certo deve essere eseguito a regola d'arte e non prima della scadenza stabilita dalla Legge.
All'amico Renato voglio solo dire, che una volta, la tagliata di 3 - 4 anni era la meta preferita dalla Regina, oggi con il terreno reso impraticabile dalla ramaglia, la Signora dal profumo di bosco e dagli occhi stupendi, va alla ricerca di altri lidi più idonei e, soprattutto, più ospitali. La lepre, tanto per fare un esempio, non andrà mai alla ricerca di un covile in mezzo alla ramaglia secca, ma la troverai quasi sempre in prossimità di un cespuglio vivo e piuttosto rado che le consenta di veder sempre il cielo e di schizzare via al primo segno di pericolo.
Ciao a presto e...alla prossima puntata.
diego

Rimescolo

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Risposta #6 il: 31/03/2014 - 22:02
La dialettica e lo scambio di opinioni saranno sempre positive, aldila di come uno la pensi, ma te Gino credi davvero che il parco di Migliarino-S.Rossore sia da esempio per mantenere il patrimonio agro-silvo-pastorale? l'avrai visto immagino, io ci sono stato in visita per ottenere l'abilitazione alla selezione di cervidi e bovidi, a me è apparso come uno scempio in piena regola, una regola della conservazione imposta dagli ambientalisti per lasciare che tutto si degradi naturalmente, alberi vecchi e malati caduti, sottobosco inesistente e piante rimaste prive di bassa vegetazione per alimentare una popolazione di daini e caprioli a stento, cinghiali pelle e ossa che girovagavano in pieno giorno, alla foce del serchio una marea di rifiuti e concentrazione di arbusti trascinati dalla furia delle acque.
Ti sembra buona gestione natural-ambientalista? la verità sta quasi sempre in mezzo, l'intervento dell'uomo è indispensabile per governare la natura, purtroppo ognuno di noi ha visioni settoriali e questo genera dissesti, dissensi e insoddisfazioni, ma credimi, abbiamo avuto un periodo temporale in cui nessuno cercava più legna da ardere (vai col gasolio, poi col gas)e diverse specie di selvatici avevano rallentato la loro prolificità. Ultimamente (da una quindicina di anni a questa parte), abbiamo avuto con i tagli "indiscriminati" un incremento elevato di specie che dal taglio del bosco ne traggono alimentazione e copertura (nascondiglio), vedi specie ungulate in genere, cervi, daini, caprioli, cinghiali, lepri ecc...tutto questo è innegabile, ma per valutare l'equilibrio della gestione dei tagli servirebbe uno studio del territorio che esulasse dal soddisfare i cacciatori di penna o di pelo, anche se di riflesso ne siamo i beneficiari in positivo o in negativo, chi più chi meno.
Ma quello che oggi muove i tagli "indiscriminati", è la miseria da una parte e la clientela di "nicchia" benestante che riutilizza la legna con metodi moderni dall'altra, e le motoseghe selvagge fanno il resto.
Un caro saluto con rispetto,
Rimescolo 
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Chiocco

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Risposta #5 il: 31/03/2014 - 18:18
Caro Renato la teoria sarebbe bella ma la pratica purtroppo e' ben lontana da ala teoria, un bosco tagliato x quanto si cerchi di trovare lato positivi e' sempre uno scempio del resto se viole andare a vedere le cose fino in fondo in natura l'eco sistema non ha bisogno di motoseghe ma le varie fasi del bosco con piante che prendono il sopravvento a discapito di altre che muoiono cadono e creano habitat si svolge in modo naturale e ben diverso da un taglio, comunque e' vero e giusto che  il taglio porta benessere economico all'uomo e anche al bosco stesso ma... Ma nonostante di sicuro ci saranno regolamentazioni ma le cose in pratica sono ben diverse da quello che è il buon senso. Rari sono i tagli fatti a regola d'arte ancor più raro e' vedere un taglio che non abbia lasciato ferite e danni dove servono decine di anni x vederle risarcite, nel 90% dei casi vengono create strade fatte con la ruspa nella tagliata x permettere ai trattori di caricare la legna e i solchi spesso sono profondi mezzo metro, ma questo sarebbe il minimo, nessuno una volta finito il servizio ripristina le strade nel bosco con la ruspa, quello che però è' peggio e' che il materiale di risulta viene sempre lasciato il loco, nel migliore dei casi vengono create strisce di ramaglia intervallate dalla legna, questo sarebbe il metodo migliore che permette di lavorare nel pulito quando viene buttata verso valle la legna, in teoria tali striscie dovrebbero essere bruciate, ma questo sistema richiede dispendio di energie( fatica) che poi si tramuta in costo visto che serve tempo e gente che sappia fare il lavoro, normalmente questo sistema viene adottato principalmente nella macchia dove il leccio e' la pianta principale, la macchia mediterranea e' quanto di peggio in termini di fatica possa capitare al boscaiolo, sempre piena di strappa mutande che si sono arrampicati fino alle chiome , la maggior parte dei boscaioli che ci lavorano devono avere un fisico di ferro e soprattutto una volontà di ferro perche' lo sgomento che ti viene a districare quella matassa presto prende il sopravvento alla voglia di lavorare, le strisce vengono create più x necessita che x buon senso perché sarebbe impossibile accatastare la legna tra strappa mutande sempre attaccati addosso e la montagna di frasca del leccio, diciamo che già lasciare un bosco con le striscie sarebbe un buon lavoro, ma quando tagliano la farnia il cerro e la quercia  il bosco viene sempre lasciato in condizioni disastrose, prima di tutto le piante che vengono lasciate sono le peggiori, quelle che ad esempio hanno l'edera e che richiede più tempo e lavoro tagliare, si vedono in giro tagliate con un albero ogni 20/30 metri tutti storti fini,  o in alternativa vecchie piante piene di nodi, anche quelle troppo tempo... L'uso del verricello nei punti più scomodi e' normale e dove non si usa quello e' xke può accedere il trattore con la pinza dunque qualsiasi essenza del sottobosco viene o scavata o schiacciata e spezzata
Nel 90%di queste tagliate la ramaglia resta dove è' stata tagliata, sfido chiunque a camminare in una tagliata visto che ci vai dentro fino al ginocchio, neanche i cani riescono a camminarci dentro, poi dopo qualche anno che le ceppe hanno ributtato in 15 punti ciascuna l'intrigo di rami vecchi butti nuovi e strappa mutande che sono i più veloci di tutto a crescere rende una tagliata inaccessibile a qualsiasi animale che non sia un cinghiale o una vipera, in una tagliata di 5/7 anni difficilmente riesci a camminare e finché non sono passati una ventina di anni e' dura metterci piede. X non parlare del rischio incendi visto quel casino che resta x terra e' benzina d'estate.Certo se il bosco fosse lasciato pulito dalla ramaglia tutto sarebbe diverso... Ma nessuno lo fa, non si guadagna niente a pulire una volta tolta la legna se ne vanno e basta. Il 95% dei boscaioli adesso sono extracomunitari, soprattutto macedoni che sanno fare questo lavoro, il boscaiolo lavora a cottimo, viene pagato più o meno a metro cubo, lavorano 7 gg su 7 mangiano un pezzo di pane nella macchia e spesso ci dormono anche, figuriamoci se pensano questi poveri cristi a pulire o a lasciare il bosco e le strade fatte con la ruspa pulito,finiscono in un posto e scappano subito a fare un nuovo taglio.
Inutile dire che io egoisticamente sono contrario ai tagli x la caccia , visto che nel tagliato non ci cacci più niente fuorché i cinghiali x venti anni, ma a parte il discorso caccia chiunque giri un po' non può fare a meno di vedere che le tagliate sono aumentate in modo esagerato ovunque, intere zone ridotte a 4 alberi qua e la' , e ogni anno si allargano sempre di più, la zona di Volterra e' irriconoscibile, ma anche nel chianti nel senese e in maremma il territorio e il paesaggio sono stravolti, io sinceramente credo Renato che stiano tagliando troppo e che nei prossimi 10 anni trovare qualche ettaro di bosco integro sarà difficile,x l'amor del cielo che una tagliata abbia i suoi vantaggi lo ammetto ma il troppo stroppia e ripeto che non e' un caso che negli ultimi anni ci siano stato un grosso incremento di frane e alluvioni e che nei prossimi ce ne saranno sempre di più . Io penso che se c'è una regolamentazione sia troppo permissiva, che sarebbe bene individuare le zone più a rischio idrogeologico e vietare tagli in quelle zone e permettere tagli in misure adeguate nel senso che ci sia un tetto compatibile con bosco che invece deve rimanere integro in percentuale, insomma ogni comune dovrebbe avere una quota di zone da tagliare tenendo conto che restino parti limitrofe al taglio con bosco, evitando di tagliare centinaia di ettari contiguamente come viene fatto ora, e soprattutto dovrebbero individuare le zone a rischio onde evitare nuove catastrofi naturali visto che i cambienti climatici vanno verso pioggie sempre più consistenti e continue, che senso ha agire in modo da favorire questi disastri invece che cercare di arginarli?
Sinceramente Renato io vedo più le cose negative del taglio dei boschi di quelle positive, di sicuro serve che la problematica venga affrontata perche' ora come ora sono più i danni dei benefici, ma mi sembra che nessuno in nessuna sede abbia affrontato l'argomento, sai pensare che il taglio e' la salute del bosco x quanto giusto sia potrebbe essere un modo x non affrontare le problematiche e soprattutto xke le cose continuino ad essere come sono lasciando che si continui a tagliare indiscriminatamente, taglio = salute del bosco a priori,credo sia un'equazione pericolosa che spinge a non vedere e non regolamentare una cosa che invece ha bisogno di essere regolamentata.
Sono stato lungo.... Scusatemi un abbraccio a tutti

Rimescolo

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Risposta #4 il: 31/03/2014 - 15:15
Lo sapevo Diego, e come sempre ci devono essere dei distinguo, e la capacità di saper distinguere arricchisce. Deve convenire che nei boschi collinari o montani, se togli la ramaglia da frangi pioggia, si innescano delle pericolose e dannose cascate che lavano tutto il sottobosco e trascinano ogni cosa nei fossati. Le regine troveranno corridoi preferenziali nei quali sapranno pascolare e difendersi, mentre altri selvatici troveranno riparo, nascondiglio e alimentazione. Altro discorso per le zone piane, dove la frasca viene fatta marcire ammucchiata senza lasciare corridoi percorribili, con le problematiche evidenziate.
Come vedi carissimo Diego gli interventi sulla foresta o sull'agricoltura non sempre coincidono con le aspettative del mondo venatorio, e con tutta sincerità sostengo che sia meglio utilizzare una risorsa energetica fruibile, anzichè conservare parchi vincolati che portano alla morte sia del bosco che di tutto l'ecosistema ad esso collegato.
La gestione ottimale non saprei quale sia, te meglio di me e altri agronomi, biologi, o naturalisti avranno la soluzione.
Di una cosa sono certo, che con l'abbandono delle campagne, con il rifiuto di gestione territoriale, siano traumaticamente peggiorate le ospitalità ambientali di certta selvaggina nobile stanziale, non certo per i migratori che comunque hanno la possibilità di scegliersi ancora oggi i loro "agriturismi" preferiti. Come sai anche la regina non disdegna, anzi sceglie le tagliate in certe condizioni climatiche, certo quelle "ospitali".
Con affetto,
Rimescolo
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Diego Baccarelli

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Risposta #3 il: 31/03/2014 - 01:51
Renato carissimo,
sono d'accordo quasi su tutto, meno su una cosa: sulla ramaglia che, a differenza di alcune decine di anni fa, oggi non viene più raccolta e lasciata a marcire sul terreno. Allora con la ramaglia si facevano le fascine per riscaldare il forno di casa che al contadino serviva per fare il pane e non solo. Con lo spopolamento delle campagne le fascine non servono più e per i boscaioli è più conveniente lasciare la ramaglia sul terreno, anche perchè nessuno li obbliga a raccoglierla. Quando, molti anni fa, ho frequentato l'Istituto Tecnico Agrario, mi dissero che il bosco deve essere "governato" e non lasciato a se stesso e fra le operazioni previste dal governo del bosco vi era anche quella della raccolta delle ramaglie. Oggi questo non è più previsto e, a mio avviso, non favorisce il ricovero e la sosta della selvaggina nobile stanziale e, soprattutto, impedisce la sosta alla Regina del Bosco. Io, dopo quasi 60 anni che la insidio, ti posso assicurare che nei boschi tagliati con la ramaglia abbandonata sul terreno, per almeno dieci anni, di Beccacce nemmeno l'ombra. Il bosco, credimi, viene alimentato dalle foglie che contengono una grande quantità di sali che in autunno, quando cadono, vengono messi subito a disposizione delle radici delle piante.
Poi, quando ci vediamo, ne parliamo più approfonditamente.
Un abbraccio.
diego

Rimescolo

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Risposta #2 il: 30/03/2014 - 23:40
Si Gino hai ragione nel dire che io non sono daccordo....
e cerco di motivare:
- il taglio di diradamento (detto all'inglese)è bello da vedere, ma non produce alimento per la piccola selvaggina, ne serve a nasconderla, ungulati compresi, è buono per il dormitorio dei colombacci e basta
- il diradamento porta nel tempo al completo depauperamento del sottobosco, ci puoi giocare a golf.
- il taglio di bosco ceduo, è un periodico toccasana che serve a ripristinare quelle condizioni ottimali di fruttificazione e concimazione naturale, dovuta al marcitoio delle frasche e arbusti di scarto lasciati al suolo.
- gli scarti lasciati al suolo trattengono le piogge e ricreano condizioni di vita per la fauna selvatica e la salute delle piante lasciate
- la macerazione degli scarti permette lo sviluppo di muffe e funghi che alimentano sia gli umani che gli animali
- i derivati dal taglio del bosco sono una notevole risorsa economica, e con questi chiari di luna da non sottovalutare, ma da utilizzare e sviluppare con criterio
- il taglio del bosco è regolamentato e mi risulta che non ci siano sprechi ne abusi, ma solo raccolta di ogni ramo tagliato.
I lati negativi che si possono riscontrare nel taglio del bosco (per noi cacciatori di colombacci) è che possono disturbare abitudini (temporanee) per impianti fissi, e non ultimo danneggiare il suolo con ruspe, trattori, caterpillar e camion per il trasporto della legna, con la nascita di nuove strade.
In certi luoghi è un vero scempio, ma il tempo saprà ripristinare.
Sono daccordo che alcuni metodi siano troppo invasivi per taglio e "resa", ma si sa che di Italiani dediti a questa disciplina, oramai ce ne sono rimasti pochi, e la Forestale nei piani di taglio può sembrare o essere di manica larga verso i lavoratori stranieri.

Il taglio del bosco è comunque la vita del bosco e della selvaggina che lo popola, il fuoco del bosco è la rovina della natura.
Può darsi che ritorni su questo post con ulteriori argomenti, chiederò in giro....
Un saluto,
Rimescolo
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Chiocco

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Risposta #1 il: 30/03/2014 - 14:12
Lo so' che Renato non la pensa proprio così ma secondo me un pochino sbaglia ...
In teoria il taglio di un bosco dovrebbe essere la salute dello stesso ma un pratica non e' proprio così, la salute del bosco sarebbe il diradamento cioè il dare aria e spazio ad alcune piante che private di doppi gusti e altre piante vicine crescono meglio, di questi diradamenti fatti anni fa' x la regione  porto ancora un bel mal di schiena, vita dura il boscaiolo, purtroppo un diradamento non e' economicamente conveniente come il taglio di un bosco e allora si vede in giro tagli da arresto, quasi tutti, dove a volte le piante lasciate sono a 20 my l'una dall'altra. Purtroppo Renato i tagli che stanno facendo adesso tutto sono fuorché la salute del bosco  ma più che altro una corsa a far ciccia che la richiesta di le gana da ardere di questi anni ha scatenato in maniera incontrollata . Inutile dire che x la caccia dl colombaccio le tagliate sono una vera e propria ecatombe, a parte dormitori , intere zone di splendido bosco di farnia e quercia devastati x non parlare della macchia di leccio . Tutti sanno che in queste tagliate i colombi non si avvicinano proprio , ma a parte la questione venatoria c'è ne' e'un'altra e molto peggiore , non e' un caso che le frane stiano devastando il territorio negli ultimi anni, certo piove di più piove molto più forte ma a maggior ragione i boschi integri terrebbero più quell'acqua che invece no. Trovando macchia scende velocissima , se di gira un po' di nota che la maggior parte degli smottamenti sono avvenuti in zone con una certa pendenza disboscate oppure a valle di zone disboscate, ,la mancanza di migliaia di ettari di macchia e piante permette all'acqua di scendere a valle senza incontrare ostacoli e molto velocemente, ingrossando i fiumi e i torrenti che naturalmente in particolari condizioni esondano o portano via tutto ben oltre il suo normale letto .
Io credo che nonostante ci siano interessi economici dietro sarebbe l'ora di dare una calmata a un processo che ha assunto proporzioni quasi devastanti, si può tagliare ovunque .. Che la pendenza sia accentuata che nella zona già siano stati tagliati ettari poco importa non esiste una regolamentazione e soprattutto non viene rispettata quella poca che c'è che impedisca di tagliare più del dovuto e sopratutto dove tagliare diventa pericoloso . Come al solito quando ci se accorge ormai  e' troppo tardi ..