Provo anch'io ad esprimere un pensiero.
Quest'anno festeggiola 50 licenza.
Ho preticat, magari non assiduamente, molti tipi di cacce.
Ho cominciato a Livorno, sul palco, poi, per motivi di lavoro, in Piemonte, beccacce, forcelli, bianche in montagna. Poi ancora anatre il mio grande amore, assieme al colombaccio.
Sono convinto che solo una caccia " etica" possa avere unfuturo e, in questo senzo, sono di gran plauso le inziative che tendono a fare crescere, informare, sensibilizzare chi va a caccia, tutte e da qualunque fonte vengano.
Ma credo anche che questo non serva a far cessare fenomeni di mal costume come quelli di cui stiamo parlando.
Bisogna considerare che se si pratica una forma di caccia vietata dalla legge, e come in questo caso, legge non imposta ma condivisa dalla maggioranza dei cacciatori, siamo di fronte ad atti di bracconaggio.
Così per chi spara alla beccaccia alla posta prima di fare il giretto, così, per fare un altro esempio per quei "cacciatori" che nel lago di Lesina sparano tutta la notta con ausilio di qualunque mezzo senza che nessuno intervenga.
Ma questo non vuol dire che da una normale ed auspicabile situazione dove associazioni che hanno come interesse valorizzare la caccia di un particolare animale, come questa, si debba passare a una legislazione restrittiva che tenda a suddividere, frammentare, specializzare, vietare, se non.... etc, etc.
Questo credo sia un gran pericolo per un mondo già in gran sofferenza.