FORUM Club Italiano del Colombaccio

colombaiosenese

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Risposta #11 il: 24/03/2014 - 16:52
Caro BADGER, posso darti un consiglio? Lascia perdere, non ne vale la pena......Vuoi leggere un bel romanzo? Vai in libreria e acquista "Il Dio del Cacciatore" di Michele Bottazzi e...poi mi dirai se ti è piaciuto. Ciao.

Buonasera Diego....i talebani lasciamoli là dove sono vero ?  :)

Daniele (caposbruf del sito il Cacciatore.com )me lo ha prestato ieri al censimento capriolo.. il libro da te citato..
.con la tua benedizione sò certo che sarà ganzo per forza  ..@:)))

Diego Baccarelli

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Risposta #10 il: 24/03/2014 - 16:28
Caro BADGER, posso darti un consiglio? Lascia perdere, non ne vale la pena......Vuoi leggere un bel romanzo? Vai in libreria e acquista "Il Dio del Cacciatore" di Michele Bottazzi e...poi mi dirai se ti è piaciuto. Ciao.


BADGER

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Risposta #9 il: 24/03/2014 - 12:55
A dire la verità quello che mi incuriosisce è il tema centrale del libro, credo: l'imminente fine della caccia tradizionale? Ho bisogno di comprendere e per farlo devo certamente leggere. Io avrei argomenti a sostegno del contrario, ma ovviamente bisogna capire meglio. Ciao

koala

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Risposta #8 il: 24/03/2014 - 11:58
ritengo che la vera caccia tradizionale alla Palomba  sia quella che svolgono in Umbria ovvero aspettando la posa delle palombe e poi dopo la  conta....,tuttavia visto il proliferarsi di tali appostamenti che hanno cambiato il loro sistema dalla caccia alla posa a quella alla  passata immagino  che il libro del grande Oliviero bOCCHINI vada in questa direzione. 

Rimescolo

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Risposta #7 il: 24/03/2014 - 09:54
Al di là delle proprie convinzioni, o del mantenimento delle tradizioni, il nostro "male" è sempre relativo e condizionato dal risultato finale.
Troppi video, troppi racconti, troppe esaltazioni di carnieri, troppa ricerca di perfezionamento, troppo degrado o indebolimento etico e morale, e pochissima arte antica rimasta, hanno determinato la ricerca spasmodica del risultato (carniere) a tutti i costi.
Non mi schiero e non giudico le diverse tipologie di caccia al colombaccio, tiro a fermo o tiro al volo, per mio conto entrambi di notevole valore e soddisfazione, ma riscontro nella scelta del mantenimento delle cacce cosiddette chiuse, con sparo a fermo, la realizzazione completa e lo scopo di un arte complessa ed impegnativa.
Difficile mantenere impianti e trovare condivisione per scelte di elite poco redditizie, mentre la massa spende e spande a dx e sx, ma è altrettanto vero che l'artista non è la massa, ma colui che si differenzia da essa.
Per concludere ammiro moltissimo chi ha scelto e forze con "sofferenza", mantiene la tradizione delle cacce chiuse Umbro-Marchigiane vedi Aldorin!

Con rispetto,
Rimescolo
La passera è sempre la passera! Solo la fetta di cocomero fresca ci va vicino.........

Ribaltina

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Risposta #6 il: 23/03/2014 - 23:42
No comment!!!

aldorin

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Risposta #5 il: 23/03/2014 - 20:29
Beh, con gli amici umbri io ci ho sbattuto "contro" più e più volte.

In particolare la "setta" dello sparo a fermo è stata origine della iniziale scissione tra club italiano e club della palomba.
Immagino che per Bocchini chi non spara a fermo sia da mettere al rogo.
Gli argomenti sono triti e ritriti.

E ve lo dice il sottoscritto: un vecchio cacciatore che spara solo a fermo e da anni.

Un caro saluto a chi la vuole cotta, chi cruda e chi così così...

Chiocco

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Risposta #4 il: 23/03/2014 - 19:52
L'imminente fine della caccia tradizionale mi sembra un'affernaxione un tantino esagerata.. Certo senza leggere il come e il xke non si può esprimere opinioni ma se il succo e' questo si può solo immaginare che la caccia al colombaccio in quelle zone deve essere parecchio diversa dalle nostre, facendo ipotesi si potrebbe pensare che x tradizionale si intenda ad esempio sparare a fermo e che come e' normale che sia diventa sempre più difficile che si posino, non trovo altre motivazioni x capire come si può definire in estinzione una caccia che è' anzi in espanzione e che si potrebbe piuttosto definire grazie alla sempre più numerosa presenza del colombo nella nostra nazione una caccia in piena salute,l'alternativa potrebbe essere che in quelle zone non si sia saputo adeguarsi ed evolversi ai tempi, ad esempio la caccia in tesa ha dovuto subire dei cambiamenti  ma questo non vuol dire che non si possa definire tradizionale, mi spiego meglio se si pensa di usare ancora metodi e attrezzature come 40 fa' in nome della tradizione senza dare spazio al progresso inevitabilmente una tipologia di caccia sarebbe ad oggi arcaica e di conseguenza destinata a scomparire, sarebbe un po' come pretendere di andare a caccia con fucili e cartucce come negli anni 60 e pretendere di ottenere gli stessi risultati di quegli anni. Sono curioso di sapere anch'io che cosa sta' scomparendo...

Vasco

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Risposta #3 il: 23/03/2014 - 15:14
Ciao Massimo, è per me ehh...., sarò felice di regalartelo appena avrò tempo di contattare l'amico Oliviero Bocchini autore del libro, anche io non c'è l'ho, magari ti farò fare anche una dedica, "tutta umbra"... ::)
Un abbraccio.
vasco

levante

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Risposta #2 il: 23/03/2014 - 15:11
Ciao Massimo. Non ne so nulla anche se un po' immagino. Ne sapremo sicuramente di più alla fiera di Bastia Umbra dove il libro,  penso, sarà in vendita.
Ciao Levante

BADGER

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Risposta #1 il: 23/03/2014 - 12:59
Su Diana n. 2227 del 12 marzo c'è un interessante articolo sulla presentazione di un libro che ha lo stesso titolo del post e che è stato presentato a Cecanibbi di Todi (lo so anch'io che siamo nella "culla" dei cacciatori tradizionali di colombaccio) con il patrocinio del Club della Palomba e l'intervento del sindaco di Todi. Il volume di sole 64 pagine lancia l'allarme per la fine imminente della caccia tradizionale al colombaccio. (?????). Qualcuno dei "nostri" l'ha letto? Ha contezza degli argomenti? Se me lo trovate vi sarò grato, non dico di spedirmelo ma magari quando ci incontriamo...ovviamente vi rimborserò. Mi piacerebbe conoscere gli argomenti trattati e conoscere le proposte che purtroppo l'articolo non riporta salvo una sulla caccia al cinghiale che dovrebbe svolgersi nelle giornate di martedì e venerdì (peccato che la 157 lo escluda). L'articolo dice che il libro fa un distinguo tra la caccia all'"umbra" e alla "toscana" badando tuttavia a ribadire che non c'è una guerra tra poveri ma semplicemente che è bene che ognuno a casa sua faccia come i romani a Roma. Poichè in fondo siamo tutti fratelli mi piacerebbe leggere e commentare il libro, credo che sia utile e interessante. Aspetto lumi dalla componente più adriatica del Club. Ciao