Caro Rinaldo, intanto contraccambio gli auguri di cuore perchè un po' di serenità fa sempre bene. E poi se ti dicessi che conservo ancora nella memoria, nitidamente, il primo branco di codoni che in un pomeriggio di novembre ci venne al gioco? Eravamo a vento cattivo, tramontano, ma nel capanno di "punta", che si insinuava al centro del lago e quindi gli uccelli potevano venire al gioco scendendo il vento fino al vertice del capanno e poi girarsi per averlo nel petto ma a quel punto sarebbero stati sul fucile. E vennero infatti, 8 codoni che si posarono sottovento dall'altra parte. E noi a guardarli con il binocolo agognandoli come non mai. Poi l'anatra di fuori si alzò sulle zampe e sbattè le ali, una, due volte. Un attimo dopo erano in volo, serrati, a pelo d'acqua e ci puntavano porca miseria. Io che stavo sulla punta della barca, dentro al capanno, li vedevo ingrandire sempre di più e trasmettevo in diretta, concitato, ai miei compadres dietro di me, eccoli,eccoli, eccoli, ora ora, quando si alzarono dall'acqua e, per un attimo, rimasero quasi immobili sul vento, di fianco, a tiro bruciato. Non ci crederai, mi viene ancora la pelle d'oca. Come erano belli, con un accenno di livrea, i maschi con la lunga coda e quel collo elegante. Che peccato non poter più cacciare in primavera, le anatre in livrea nuziale sono una meraviglia della natura. Tutte senza distinzione alcuna, ah i cacciatori romantici, mi viene in mente una frase di Tito Pagliari, grande cacciatore di anatre della maremma laziale che non c'è più " il vento piegava il falasco ed io rannicchiato sull'acqua vedevo anatre da tutte le parti, ero felice". Ciao