FORUM Club Italiano del Colombaccio

giamp50

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Risposta #45 il: 10/12/2013 - 16:03
copio/incollo
da
http://ufoonline.freeforumzone1.leonardo.it/lofi/2012-intanto-comincia-una-nuova-era-glaciale/D10117663.html

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giovedì 9 febbraio 2012 15:53
A parte che Madrigali non è un cllimatologo ma un semplice appassionato.
E' un elettrotecnico che ha seguito stage formativi anche negli stati uniti ma questo non fa di lui una fonte molto attendibile.
Bisogna dire che lui stesso non si fregia di titoli a riguardo della sua professione, se mai sono i giornalisti ignoranti che lo presentano come climatologo.

In ogni caso mi piacerebbe vedere i dati dei suoi studi, magari ha pubblicato qualcosa, onestamente io non ho trovato nulla se non qualche articolo.

Per fare chiarezza però diciamo una cosa; esistono due tipi di ere glaciali, un'era glaciale minore ed una maggiore.
Quelle appartenenti alla prima tipologia sono più frequenti e l'ultima non mi pare sia molto distante nel tempo.
Dire che andiamo verso la glaciazione è come dire che avremo il raffreddore, dice poco.

Un altro studioso che sostiene la teoria della glaciazione è Jhon L. Casey.
Lui ed il suo centro di ricerca sostengono che la glaciazione è prossima:

www.spaceandscience.net/index.html

Nemmeno a dirlo questo personaggio, considerato uno scettico oltranzista del negazionismo a riguardo del riscaldamento globale, è oggetto di numerose polemiche e la sua teoria non è molto ben accolta dalla comunità scientifica.

In Ogni caso anche la NASA utilizza il modello dei cicli solari alla base di questa teoria: science.nasa.gov/science-news/science-at-nasa/2008/10jan_solar...
Ma non si fa alcun riferimento ad alcuna glaciazione.

Leggendo in giro l'impressione è solo che qualcuno abbia cercato il suo posto al sole per lucrare sugli eventi...

giamp50

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Risposta #44 il: 10/12/2013 - 15:42
copio/incollo

• 12 NOVEMBRE 2013 • AGGIORNATO ALLE 17:47

GROSSETO - Global warming o era glaciale? I meccanismi del clima ed eventi atmosferici. Questi gli argomenti che da domani, mercoledì 13 novembre alle 11, Roberto Madrigali (nella foto) e la testata giornalistica per ragazzi Dubidoo presenteranno agli studenti delle scuole medie nel primo appuntamento all’istituto Giovanni Pascoli in piazza Rosselli a Grosseto.

Il noto meteorologo dell’emittente regionale Tv9 sarà accompagnato da Augusta Busico, presidente Unione giornalisti europei per il federalismo, dal glaciologo Pinuccio D’Aquila e da Pierluigi Caruso, responsabile tecnologico stazioni meteo.

Invitati da Dubidoo gli ospiti presenteranno e spiegheranno alle classi e agli insegnanti presenti come si realizzano le previsioni del tempo, come funziona il clima e cosa è il global warming. Inoltre Madrigali esporrà la propria teoria sull’imminente era glaciale e parlerà di come abbia elaborato un modello fisico-matematico per le previsioni meteorologiche a lunghissimo tempo.

“Proprio questa settimana è il triste anniversario dell’alluvione che ha colpito Albinia e la Maremma” Dichiara Giampiero Valenza, direttore di Dubidoo.”Abbiamo voluto ricordare questo evento nel nostro stile, con un approfondimento. Il nostro compito è quello di fornire ai nostri giovani lettori gli strumenti per interpretare il mondo. Credo che anche con questa serie di eventi ci riusciremo”. “Sarà un incontro molto interessante” prosegue Marco Berni, editore di Dubidoo. “Madrigali nega il global warming e questo di fatto lo mette in contrasto con la maggioranza della comunità scientifica. Noi non abbiamo le competenze necessarie per dargli torto o ragione e non ci piace uniformarci. Quello che ci interessa è l’esempio positivo di caparbietà, studio e coraggio che Roberto rappresenta. Questo il messaggio che vogliamo dare ai ragazzi: lottare per quello in cui si crede”.

luca64

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Risposta #43 il: 10/12/2013 - 08:06
L'Italia e, sopratutto, la pianura padana sono oggetto di molti studi, in quanto la conformazione del terreno e la presenza di laghi e mari mette in moto talmente tante variabili che nulla è mai scontato o preciso. Neanche la matematica viene definta una scienza esatta (se cerchi in internet scoprirai il perchè). Parli di riscaldamento del Pianeta, non conosci ancora la teoria Madrigali sul raffredamento della nostra Terra? ... 

giamp50

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Risposta #42 il: 09/12/2013 - 21:14
Certo, fortunatamente oggi ancora non ci sono modelli matematici che possano prevedere con altissima affidabilità, pari alle previsioni meteo, i giorni di passo, ma se si accentueranno gli studi entro pochi anni li si potrebbe avere.
Un conto è studiare la migrazione, le sue mutazioni nell'arco dei decenni e quant'altro, altro conto è impostare lo studio per prevedere i giorni di passo.
Per quel che riguarda i mutamenti climatici, da povero ignorante, mi sembra che vi siano risposte contrastanti della specie.
A fronte di un riscaldamento del pianeta sembrerebbe si che si sia avuto uno svernamento a latitudini leggermente superiori ma è anche vero che si è assistito stranamente ad una stanzializzazione a latitudini inferiori, e ciò lascerebbe supporre che la questione climatica ben poco influisca sulle scelte territoriali della specie, ma molto di più influiscano le risorse trofiche a disposizione e territori sempre più estesi di protezione, e principalmente la chiusura della caccia a gennaio con conseguente successiva assoluta tranquillità della specie.
Poi naturalmente ognuno la pensa come vuole.

luca64

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Risposta #41 il: 09/12/2013 - 20:13
Lo studio della biologia della specie deve essere compiuta a 360°, non c'è un argomento più importante e uno che si può sottovalutare. Il fenomeno delle migrazioni è direttamente legato alla biologia del selvatico (migratore). Il Colombaccio, che è un migratore corto, è ancor più sensibile alle variazioni climatiche della sua Regione biogeografica rispetto a un migratore lungo come la rondine. Lo studio della migrazione legata alle previsioni è essenziale anche per capire come reagirà la specie alle mutazioni climatiche. Sotto i nostri occhi scorre la storia del Pianeta Terra tra alternanza di periodi caldi e freddi con gli inevitabili cambiamenti, le migrazioni di intere popolazioni, il dramma di generazioni. Oggi ci sono teorie diverse sulla meteorologia, la novità si chiama Jet Stream, il signore dei venti e delle correnti... il discorso si farebbe troppo lungo e non è il caso. Giamp sono anch'io cacciatore e grazie alla caccia sono curioso, non sono nessuno, sono solo curioso e non ci sono ancora modelli matematici che potranno prevedere  giorni di passo e anche se la pressione atmosferica ci fornisce un dato certo sui movimenti dei migratori l'enigma rimane aperto. A proposito di enigma, il 2014 sarà l'anno delle 13 lune e tutte le previsioni sul passo delle palombe salteranno. Forse hai ragione tu: "Meno sono gli iniziati, più sacri sono i misteri". Non è mia, è di Voltaire. Saluti Luca Bececco     

giamp50

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Risposta #40 il: 09/12/2013 - 19:18
Verissimo, tutti o quasi tutti i cacciatori di migratoria oramai da diversi anni seguono costantemente le previsioni meteo, io per primo, ed è anche divertente, ma per quanto ci si sprema le meningi difficilmente si riesce a determinare a priori il giorno di passo, e credo perchè probabilmente la partenza non sia determinata da un solo fattore, ma da un'insieme di condizioni in un'area di migrazione molto estesa.
Ora se con le attuali conoscenze e con gli attuali potenti processori si riuscissero ad impostare, in alcuni anni, dei modelli matematici tali da raggiungere un'affidabilità pari a quelli delle previsioni meteo, e quindi determinare con certezza il giorno del passo di questa o quella specie in questa o quella zona, personalmente ritengo che queste cacce perderebbero molto del loro fascino misterioso odierno, inoltre come conseguenza i prelievi sarebbero superiori.
Ora per il colombaccio un aumento dei prelievi non sarebbe preoccupante data l'ottima salute della specie, ma per altre specie sicuramente si.
Colpevole ignoranza sarebbe quella di non conoscere la consistenza della specie, la percentuale di sopravvivenza allo svernamento, i tempi di riproduzione e di maturità, le risorse trofiche utili alla specie, ecc., non certo quella di non determinarne scientificamente e matematicamente i giorni di passo.

luca64

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Risposta #39 il: 09/12/2013 - 17:36
Il cacciatore di colombacci e tutti gli altri migratoristi in genere, da sempre seguono le prevsioni meteo, oggi siamo  più fortunati perchè abbiamo internet anche sul telefono e tutti quelli che conosco sono costantemente attaccati alle previsioni meteo. Prima dell'avvento delle moderne tecnologie si guardava tutte le sere il colonnello Bernacca e prima ancora si studiava la luna, i venti, il cielo. Tutti elementi essenzili per praticare la caccia ai colombacci da palco con richiami vivi. La migrazione dell'avifauna sappiamo tutti che è legata alle condizioni meteo e gli studi del Prof. Cavina su migrazione e pressione atmosferica non solo sono interessanti ma aiutano anche a capire la biologia dei migratori. Personalmente credo che faccia molto più danno l'ignoranza ( e le over 100) che gli studi scientifici. Saluti Luca Bececco 

giamp50

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Risposta #38 il: 06/12/2013 - 21:56
Beh, devo essere sincero, non sono uomo di scienza, sono solo cacciatore, e come cacciatore non mi interessa prevedere scientificamente quando ci sarà la migrazione, e quindi passo, ed in che consistenza, anzi, se si riuscisse a prevedere con precisione scientifica, con formule od algoritmi e quindi modelli matematici in genere, la migrazione e quindi di nuovo il passo, ne sarei profondamente deluso e certamente preoccupato.
Deluso perchè se togliamo quell'alone di imprevedibilità che ha sempre avvolto l'arrivo della migratoria annulliamo il fascino principale che sorregge questa caccia, oggi non c'è, domani chissà, lo spero, ci vado e vedrò.
Preoccupato perchè la caccia alla migratoria diventerebbe come alla stanziale, sai che è lì, basta andarci e trovarla, per la migratoria basta andarci nei giorni di migrazione previsti matematicamente ed aspettarla, e quindi spazzarla via in pochi anni, come già successo alla nobile stanziale.
Quindi come cacciatore sono fermamente contrario a studi scientifici che portino a previsioni matematiche sui giorni di migrazione, anzi li vieterei per legge!
Diversamente, sarei pienamente d'accordo sullo studio dei percorsi di migrazione e sull'entità dei contingenti, sapere da dove vengono, le strade che percorrono, quanti ne partono, quanti ne arrivano, quanti sopravvivono, quanti ritornano ai luoghi di nidificazione.
Chiedo venia, ma io, come cacciatore, la vedo così. 

koala

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Risposta #37 il: 06/12/2013 - 12:37
dottor cavina grazie questo forum è diventato come molti auspicavano diventasse, la base scientifica deve farla da padrone sulla pressione venatoria, consocerlo per studiarlo, capirlo e dopo gestirlo, queste era quello che dal Club noi poveri mortali volevammo fosse il club.
Ritengo che come ho già detto i nostri scienziati all'interno  del forum si riuniscano dopo Gennaio per farci capire meglio  come la specie è in incremento e come la stessa e soggetto di studio.

Enrico Cavina

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Risposta #36 il: 06/12/2013 - 11:26
Cerchiamo anche d'interpretare questo fenomeno .

Perchè la Pressione Atmosferica più alta piace al Colombaccio che deve decidere di partire per un lungo faticoso viaggio ?
E’ quindi questa condizione , quando si instaura repentinamente ( … abbiamo visto per lo più nel pomeriggio prima dell’involo di massa ) che induce il Colombaccio – ovviamente insieme ad altri fattori - a partire per il lungo viaggio , certo che trovando via via questa P.A. più  alta la sua respirazione in volo sarà facilitata ( ricordiamo che la respirazione negli uccelli si completa con 4 atti respiratori di inspirazione/espirazione ) .
A documentazione di questa interpretazione qui di seguito trovate quanto è reperibile dal Web ( qui riferito per i problemi respiratori dell’uomo in altitudine )
http://anthro.palomar.edu/adapt/adapt_3.htm   copia/incolla
“When we breathe in air at sea level, the atmospheric pressure of about 14.7 pounds per square inch (1.04 kg. per cm.2) causes oxygen to easily pass through selectively permeable  lung membranes into the blood.  At high altitudes, the lower air pressure makes it more difficult for oxygen to enter our vascular system”

Quando si respira in aria a livello del mare, la pressione atmosferica di circa  14,7 pounds  per pollice quadrato (1.04 kg. Per cm.2) fa sì che l'ossigeno può  passare facilmente attraverso le membrane polmonari selettivamente permeabili nel sangue. Ad alta quota, la pressione d'aria è PIU' BASSA  e rende più difficile all'ossigeno a passare nel circolo sanguigno e relativo passaggio al metabolismo dei muscoli
Enrico Cavina
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Enrico Cavina

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Risposta #35 il: 06/12/2013 - 10:49
Dobbiamo noi tutti ringraziare Luca Bececco per essersi inserito AUTOREVOLMENTE in questi Post , sulla base della sua competenza scientifica e della sua attività "sul campo" che è veramente ai massimi livelli .

Nel resoconto "Punta Ala" (2013)lui scrive (co-Autore F.Fabiano )
"L’ultima considerazione, che può essere fatta solo
da chi ha un osservatorio al confine tra terra e
mare, naturale trampolino di lancio verso i paesi p
iù caldi, riguarda la pressione atmosferica.
Quando questa è alta, superiore a 1015 hPa ( indice
generale di tempo buono) per prima cosa i
colombi non danno retta al gioco dei volantini, ent
rano in mare e li vedi sparire all’orizzonte.
Quando invece questa è bassa (indice generale di br
utto tempo) sono maggiormente attratti dal
gioco dei volantini, entrano in mare e poi li vedi
rientrare verso terra. Con queste condizioni
ovviamente la migrazione dei colombacci è ferma e g
li unici spostamenti sono causati da erratismi
trofici. "

Si può leggere in questa considerazione che " le condizioni di ALTA PRESSIONE
dopo aver innescato lo stimolo all'involo di massa nelle aree di provenienza , mantengono forte questo stimolo durante il percorso migratorio ( involi dai siti stop-over ) ed i Colombacci non sono più propensi a fermarsi ."

Sarebbe estremamente interessante capire meglio questo fenomeno ( ....tra l'altro nessuno ha scoperto l'acqua calda ) , come ho già accennato nei post precdenti sviluppando studi non approssimativi circa i fattori c.d. abiotici
integrando in una formula ( o algoritmo o altro ) più fattori meteo e altri
per arrivare a stabilire un INDICE matematico PREVISIONALE della Migrazione .
Anche solo impostare una Ricerca in tal senso non è certo facile e richiede Specialisti
Questo STUDIO sulla BECCACCIA offre molti spunti in parallelo e forse Luca Bececco è in condizione di suggerire la lettura ed eventuale conseguente ideazione a Ricercatori Italiani  con i quali forse Lui ha contatti . E' solo un suggerimento . Grazie ancora . Enrico ( ... vi prego non Dott, non Prof.)
LINK : https://mail.google.com/mail/u/0/?hl=it&shva=1#inbox/142672fac27fb2d3?projector=1   // Italian Journal of Zoology, 2013, 392–401 // Abiotic factors and autumn migration phenology .. ecc.
Enrico Cavina
ecavinaster@gmail.com

luca64

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Risposta #34 il: 06/12/2013 - 09:28
Molto interessante l'argomento e ringrazio il Prof. Cavina per la precisione e per aver fornito dei dati interessantissimi. Su migrazione e pressione atmosferica avevo scritto qualcosa anch'io parecchio tempo fa pubblicato in cacciatori tutto l'anno. Infatti nel nostro osservatorio ornitologico dell'Argentiera dal 2001 (anno che abbiamo iniziatio a registrare  la P.A.)lo strumento indispensabile per effettuare le nostre attività è un barometro digitale. Posso quindi confermare con assoluta certezza che la pressione atmosferica è direttamente collegata alla migrazione pre- e post-nuziale. Saluti Luca Bececco

koala

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Risposta #33 il: 06/12/2013 - 08:56
ritingo che le analisi del Dottor Cavina siano sicuramente precise per quanto riguarda la P.A. presa in essame, tuttavia si parla di picchi di P.A. con conseguente  picco di migrazione, forse andrebbe analizzato al contrario ovvero stabilità di P.A.  e linearità di migrazione. Diciamo la verità Enrico un uccello molto sensibile alle varie situazioni che deve affrontare P.A. venti, mangiare etc etc forse è proprio per questo che lo rende unico ed è importantissimo avere in persone come Lei la possibilità di capirlo

Enrico Cavina

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Risposta #32 il: 06/12/2013 - 08:18

Pressione Atmosferica e picchi Migratori ( appendice )

Abbiamo  potuto consultare il resoconto di Progetto Migratoria ( Colombaccio - Punta Ala- giugno 2013 ) interamente accessibile on-line :
http://www.federcacciatoscana.it/attachments/article/677/Nove%20anni%20di%20osservazione%20e%20monitoraggio%20del%20passo%20autunnale%20dei%20colombacci.pdf

Il Lavoro risulta pregevolmente svolto e ricco di dati e dettagli .

Abbiamo provato a trasferire la metodologia di analisi retroattiva ( Weather History) sui dati presentati in Progetto Migratoria ( Punta Ala ) relativi a 18 picchi osservati in 9 anni ( 2004-2012 ).
Nei 4 anni confrontabili con Progetto Colombaccio ( 2004-2007) abbiamo rilevato una certa modesta rispondenza e parallelismo di analisi ( dati di variazioni della P.A.) in 3 anni ( 2004-2005-2007), ma dobbiamo dire che nel complesso la metodologia da noi applicata non è risultata molto significativa dal punto di vista documentale , quale invece era stata nelle precedenti analisi.
Considerando esclusivamente la sola analisi dei picchi riscontrati a Punta Ala ,confrontati con le P.A. dei 2 gg. precedenti il picco nelle aree di supposta provenienza ( aree esclusive di stop-over) , questa analisi nel complesso non è stata molto significativa, dovendosi rilevare che solo in 7 su 18 picchi il conteggio superava i 10.000 uccelli e di questi 7 solo in 3 superava i 20.000 ( max.60.000) .
Per quanto riguarda le variazioni di P.A. ( ricerca dello"sbalzo" precedente il picco ) nei territori di supposta provenienza ( 400-1000 km. a Nord o Nord-Est)  - considerando anche le eventuali "direttrici" , una più da Nord ( Foresta Nera )- Nord-ovest ( valle del Rodano ) ed un altra più da Est - Balcani centrali  via Conero  - abbiamo controllato Weather History su 9 città estere su un arco sovra-alpino da Lione a Spalato e su 5 città Italiane su un arco sotto-alpino da Torino ad Ancona .
Le variazioni di P.A. nel senso di uno sbalzo di P.A. , sono state significative - nel parallelismo con i dati Progetto Colombaccio,Svezia,Pirenei,Isole Britanniche ( + Mesola) - in 5 picchi ( su 7) di Punta Ala negli anni 2008-2010-2011-2012 e più particolarmente in Novembre  2008-2011-2012 .
In tutti questi 5 picchi , lo sbalzo di P.A. nei 2gg.  precedenti il picco nelle aree di di supposta provenienza, è stato superiore a 10 hPa ( min.10 max 20) più accentuato al picco del 15 Novembre del 2012 con 55.000 Colombacci.
È certamente auspicabile che si possa realizzare un organico collegamento di analisi ( estesa ad altri parametri meteo - migratori c.d. Fattori abiotici ) per i rilievi sulla costa Tirrenica e quelli sulla costa ed entroterra appenninico Adriatico
Enrico Cavina
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Enrico Cavina

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Risposta #31 il: 04/12/2013 - 20:00
Allo scopo di dare a TUTTI un’idea di come l’impegno di TUTTI nel collaborare con i Responsabili del PROGETTO COLOMBACCIO , può condurre all’iniziazione di vere RICERCHE SCIENTIFICHE che possono avere anche valenze Internazionali di certo prestigio per il Club del Colombaccio , riportiamo la presente NOTA relativa a “ PRESSIONE ATMOSFERICA e MIGRAZIONE “

Materiale e Metodo

Partendo dal prezioso schema riassuntivo prodotto da “Progetto Colombaccio “
( 1998-2007 ) che specifica i PICCHI MASSIMI migratori in OTTOBRE ed in NOVEMBRE ( 10+10) abbiamo voluto controllare la PRESSIONE ATMOSFERICA ( espressa in Pascal e/o milliBar ) nelle AREE di PROVENIENZA  in Centro Europa , Europa Orientale , Nord-ovest Balcani  controllando tutti i grafici ( orari e giornalieri ) offerti dalla consultazione di Weather History (http://italian.wunderground.com/history ) relativi a Cracovia ( Polonia ) Monaco di Baviera ( Germania ) Brno ( Rep.Ceca) Vienna ( Austria ) Budapest ( Ungheria ) Lubjana ( Slovenia ) Zagabria,Karlovic,Kocevje,Gospic,Spalato ( Croazia ) Udine e Trieste ( Italia ) : le variazioni della Pressione atmosferica sono state controllate nei DUE giorni precedenti il giorno del PICCO MIGRATORIO osservato in Italia ( aree specifiche di rilevamento espresse in Progetto Colombaccio – con rilievo di picco prevalente tra ore 7 e 9 del mattino )

NB: le differenze rilevate nei giorni esaminati nelle singole su-citate aree , sono differenze in genere minime ( tra 4-8 mB) e quindi la condizione base della P.A, è quasi sempre abbastanza uniforme sui canali di provenienza sia Centro Europeo sia Orientale Balcanico nei due giorni che precedono l’arrivo in massa sui nostri territori Adriatico-Appenninici e oltre.

Risultati

Su DIECI  Picchi in OTTOBRE per DIECI anni
Su DIECI Picchi in NOVEMBRE per DIECI anni  - TOTALE : 20 Picchi

L’innalzamento della PRESSIONE ATMOSFERICA è stato uguale o SUPERIORE a 20 ( venti ) hPa  ( min.20 hPa-max 33 hPa )

in 5 Picchi (Ottobre) + 5 Picchi ( Novembre)  = 10 Picchi in TOTALE

L’innalzamento della PRESSIONE ATMOSFERICA è stato uguale o SUPERIORE a 10 (dieci ) hPa ( min 10 hPa- max 20 hPa rispetto alla condizione di base : min.983 hPa – max 1005 hPa )

in 3 ( Ottobre ) + 2 ( Novembre )  = 5 Picchi in TOTALE

Le modificazioni di P.A. non sono state significative ( P.A. fondamentalmente stabile alta di base nelle aree di provenienza con valori 1015 – 1029)

in 2 Picchi ( Ottobre ) + 3 ( Novembre = 5 Picchi in TOTALE


Da questi risultati sembra confermato quanto rilevato nelle nostre precedenti segnalazioni relative a Svezia e Pirenei e Isole Britanniche ( e Mesola 2013 ) riportate nei “Post” precedenti ai quali rimandiamo .

Il parametro “ INNALZAMENTO della PRESSIONE ATMOSFERICA “ sembrerebbe quindi uno ( se non il più evidente ) dei fattori determinanti la decisione dell’involo di massa dai territori di origine e/o stop-over interessanti la Migrazione in Italia  nei DUE GIORNI precedenti l’involo .
Come già auspicato l’approfondimento di questa tipologia di studio , obbligatoriamente collegata alla valutazione di altri parametri principalmente meteo ( fattori abiotici ) , potrebbe contribuire in futuro a meglio comprendere la fenomenologia migratoria , tenendo altresì presenti le implicazioni anatomo-funzionali identificate nel Barometro biologico ( Organo Para-Timpanico di Vitali – PTO ) ( vedi LINK  - copia/incolla )
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Enrico Cavina
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