FORUM Club Italiano del Colombaccio

Denis

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Risposta #7 il: 22/12/2013 - 16:48
Scusate :Togliete il punto finale all'link.
Denis

Denis

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Risposta #6 il: 22/12/2013 - 16:47

A dimostrazione di quello che cerco di fare capire da diverso tempo.

Per gli scettici:
La visione dell'ultravioletto da parte dei colombacci.

The influence of ultraviolet radiation on the pigeon's color discrimination

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1333908/.

Buona lettura,Denis

Enrico Cavina

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Risposta #5 il: 03/12/2013 - 17:44
Provo a reinviare questa NOTA - ( non sembrava arrivata )

Denis ha deciso di farmi lavorare un po' troppo : per fortuna avevo già molto nei testi su la Beccaccia . Spero possa esservi utile per comprendere cose molto complesse. Ma ...... non fatevi vedere vestiti d'arancione .... che quello ci vede comunque lungo !!!


La VISTA del Colombaccio e degli Uccelli , è certamente un campo ancora aperto alla Ricerca , e trova di certo in G.R.Martin l’Autorità Accademica più competente ed esaustiva . A proposito di alcune interpretazioni circa la “vista” della Beccaccia , abbiamo avuto piacevole occasione di uno scambio epistolare come riportato negli Aggiornamenti di www.labeccacciascientifica.it nei quali peraltro l’argomento proprio dell’OCCHIO degli Uccelli è stato affrontato ampiamente 13/12 e 16/12/2011 e 10/5 e 16/5/2012 ( vai a Index – clicca su Aggiornamenti e scorri sino alle date indicate ) così come nei Capitoli 2,3,8
( 2008) di www.labeccacciascientifica.it .
Qui alcuni estratti

La "vista" : gli occhi ed il campo visivo della Beccaccia

Nella Beccaccia la vista - e l'occhio come sua prima base anatomica - presentano particolari peculiarita' anatomiche e funzionali , ovviamente legate alla Filogenesi dello Scolopacide .

OMISSIS

Alcuni elementi di anatomia e di anatomo-fisiologia comuni a tutti gli uccelli ci sembrano indispensabili.
Le principali strutture dell'occhio degli uccelli sono simili a quelle degli altri "vertebrati" uomo compreso.
Al di fuori dell'occhio propriamente tale c'e' la struttura tegumentale  esterna costituita da  palpebre e ciglia e connessa a ghiandole lacrimali ;la strutturazione ossea craniale e' costituita dall'orbita.C'e' subito da dire che nella beccaccia lo sviluppo filogenetico dell'orbita ha fatto si' di spostare all'indietro tutto il cervello , tant'e' che unica tra gli uccelli e' stata definita uccello con il cervello rovesciato.Questo ci fa ben capire quanto sia stata importante la filogenesi per l'occhio , adattando e previlegiando per l'occhio una morfologia e tali dimensioni indispensabili per la sopravvivenza : l'occhio che vede tutt'intorno al fine principale di percepire i predatori.
La maggior parte degli uccelli  -beccaccia inclusa-non muove gli occhi ed anche le palpebre non sono usate per batter le ciglia.L'occhio viene lubrificato da una membrana nascosta che spazza orizzontalmente la cornea come un tergicristallo d'auto,e puo' anche coprire tutto l'occhio come una lente a contatto.Quando l'uccello dorme e' la palpebra inferiore che sale a coprire l'occhio.La lubrificazione puo' anche essere potenziata dalle ghiandole lacrimali  - ben presenti anche nella beccaccia come documentato nel nostro Atlante di Istologia - e questa azione umidifica e previene la secchezza di tutta la superficie corneale,cio' verosimilmente anche secondo le varie condizioni ambientali ( vento,caldo ).
L'occhio di un uccello e' proporzionalmente piu' grande rispetto a quanto avviene in altri animali ,pur essendo la maggior parte della sua dimensione occultata nel cranio nella cavita' orbitale , e questa dimensione e' largamente relazionata alla massa corporea.Molti uccelli -beccaccia compresa- hanno un'asimmetria nella struttura oculare che rende a loro possibile di avere a fuoco contemporaneamente l'orizzonte ed una parte significativa dell'ambiente circostante : cio' ha un costo che e'una certa miopia per la parte anteriore-inferiore del loro campo visivo.Cosi' come e'appunto per la beccaccia che non vede o vede da miope la punta del proprio becco , aspetto questo che approfondiremo piu' avanti.
Anche al fine di rendere fisso l'occhio -tale in quasi tutti gli uccelli- e' macroscopicamente evidente un anello sclerotico costituito anche da elementi ossei : questo anello circonda l'occhio propriamente tale e lo rende praticamente rigido cosi' come e' nei rettili.
Non crediamo che sia questa nostra nota di aggiornamento su una Rivista per cacciatori la sede per descrivere ed approfondire tutti gli elementi anatomici dell'occhio e la connessa fisiologia particolareggiata della "vista". Il Lettore eventualmente interessato potra' facilmente esplorare i particolari consultando via Google il Web ed anche andando sul nostro sito www.labeccacciascientifica.it e relativi Aggiornamenti.
Comunque tutti gli elementi anatomici sono ben rappresentati  nella figura attinente qui' inclusa.Sinteticamente elenchiamo gli elementi anatomici principali quali cornea,iride,pupilla,cristallino,corpo vitreo,ed i tre strati parietali sclera,coroide,retina dove in quest'ultima e' la fovea , un area ristretta che serve come  punto di convergenza focale . Inoltre , molto importante , negli uccelli tutti ( ed anche in alcuni rettili ) c'e' una struttura simil-pettinea ( pettine oculare ) costituita principalmente da vasi sanguigni e che si ritiene alimenti la retina e controlli il pH del corpo vitreo.Questa struttura e' pigmentata e cio' servirebbe a proteggere la retina da eventuali eccessi di raggi ultravioletti. La fovea e' al centro della retina dove si trova il piu'gran numero di recettori specializzati della luce .Alcuni uccelli hanno due fovee. Il nervo ottico trasporta i messaggi luminosi e visuali dalla retina al cervello e viceversa , e nella beccaccia - come si evidenzia nei nostri preparati anatomici in www.beccacciawoodcockanatomy.com - appare macroscopicamente molto voluminoso. La densita' dei fotorecettori e' massima nella fovea ed e' alla base dell'acuita' visiva : questa densita' e' molto maggiore negli uccelli rispetto all'uomo ,e si presenta con forti variazioni tra le specie di uccelli anche in dipendenza della divisione tra uccelli con abitudini diurne o notturne/crepuscolari.
La fisiologia dell'elaborazione visiva e' affascinante e complessa. Da questa complessa elaborazione deriva la percezione delle forme,della definizione ( i contorni ) delle medesime,dei colori,dei movimenti e relative  profondita' di campo . E' interessante notare che a differenza degli uomini , gli uccelli percepiscono estemporaneamente i movimenti del sole e delle stelle nel cielo , movimenti per noi impercettibili. Riguardo ai colori si afferma che " paragonati alle capacita' visive degli uomini gli uccelli possono distinguere piu' colori e recepire direttamente la luce ultravioletta e la luce polarizzata". Questa ultima percezione gioca un ruolo molto importante per l'attivazione dei meccanismi decisionali negli uccelli migratori , beccaccia inclusa. Questa attivazione avverrebbe sulla base di un fenomeno elettro-fisico che coinvolge fotorecettori e neuroni sensitivi del magnetismo : alcune componenti della luce andrebbero a muovere le lancette della bussola biologica e l'elaborazione cerebrale nei migratori notturni - beccaccia compresa - avverrebbe in un'area del cervello specializzata alla visione notturna .Questa ellaborazione consentirebbe - oltre alla guida direzionale ottenuta dalle stelle nell'emisfero celeste e ben visibili data la conformazione ottica dell'occhio - di "vedere" , letteralmente "vedere" il campo magnetico terrestre sotto il corpo della beccaccia che vola nella notte.Tutto questo consentirebbe alla beccaccia di elaborare la direzione migratoria del volo notturno gia' subito dopo il tramonto del sole quando l'intensita' dei raggi ultravioletti e la visione della luce polarizzata attiverebbero la bussola biologica e/o compasso magnetico ( il sestante ).
Abbiamo detto che di fatto il cervello "vede" la rotta da seguire e comunque usufruisce ovviamente di altre informazioni visive ( sole,orizzonte,stelle,orografia ) e altrimenti sensitive ( olfatto,udito,calore, "tatto" del vento ) ed anche "centrali" per gli adulti (memoria). L'occhio,la vista della beccaccia partecipano quindi - in vari gradi di gerarchia temporale - all'integrazione cerebrale di piu'  "echi" derivanti da altri sensi quali olfatto ed udito nonche' integrazione centrale per gli adulti di cognizioni mnemoniche tipo valli,montagne,mari,fiumi,luci ( la memoria di viaggi precedenti).
Questo aspetto dell'integrazione dei sensi e' sviluppato in un recentissimo lavoro ( 2012 ) di G.R.Martin  " Through birds’eyes : insights into avian sensory ecology “ ( J.Ornithology ,Springer Ed.2012) , lavoro certamente esaustivo circa la fisiologia della "vista" degli uccelli.Ed in questo lavoro ,cosi' come in precedenti,l'Autore ,professore Emerito nell'Universita' di Birmingham, dedica tutto un paragrafo alla "vista" della beccaccia con approfondita analisi dei vari settori del campo visivo.
In termini "comparati" i campi visivi degli uccelli sono ben classificati come nella Figura....,dove e' schematizzato anche il campo visivo della beccaccia.
G.R.Martin conferma con i suoi passati e recentissimi studi che la beccaccia vede tutt'intorno  in termini tridimensionali sopra,sotto,lateralmente bilateralmente , dietro e anteriormente paga lo scotto di questa ampia visione in punta di becco : non la vede la punta ( o la vede sfocata da buona miope ) e comunque il becco lo sa usare molto bene per esplorare sondare il terreno per mangiare guidato da altri sensi quali il senso tattile,l'olfatto,l'udito. La sua visione praticamente a 360* e' tutta finalizzata a controllare la presenza o meno di predatori di terra o di aria.Per questa finalta' la filogenesi ha determinato la morfologia del cranio , ed ha potenziato diversamente altri sensi finalizzati al reperimento dell'alimento principale,i vermi sottoterra.D'altra parte appunto sottoterra l'occhio non poteva servire.Questi elementi sono comuni e relazionabili anche per il Kiwi che ha - unico uccello al mondo - le narici in punta di becco.
Devo dire che questa pur documentata affermazione di Martin circa l'area cieca in punta di becco mi ha sollcitato qualche dubbio . Sono infatti disponibili sul Web ( youtube) alcuni video dove si evidenziano beccacce in cattivita' che usano il becco per afferrare vermi appesi davanti o presi dalle mani , con la netta sensazione che la beccaccia orienti il becco e la punta del becco per afferrare il verme con adeguata scelta  visiva anche nella profondita' del campo visivo ravvicinato. Ho segnalato questa osservazione al prof.Martin e ne e' nata una cortese e simpatica corrispondenza via e-mail. Ritiene il prof.Martin che queste capacita' esibite in video , sono piu' frutto di apprendimento  che non di visione diretta in punta di becco.Mi ha scritto : "anche noi usiamo la bocca per mangiare senza vederla,la bocca,ma solo perche' lo abbiamo appreso " . Di questa simpatica corrispondenza i dettagli sono consultabili sugli Aggiornamenti di www.labeccacciascientifica.it . Qualche dubbio a me rimane ,specie pensando alle documentazioni delle beccacce infermiere che con il becco hanno provveduto a curare e medicare ferite e fratture. Comunque il problema dell'area cieca in punta di becco puo' essere considerato un problema minore rispetto alla piu' complessa dinamica visiva e relativi rilessi muscolari per il volo saettante nel bosco .
Di certo oggi sappiamo - e lo sappiamo per documentata analisi scientifica - che la beccaccia quando ci frulla davanti e va via zigzagando o diritta davanti a noi , nello stesso tempo all'indietro vede noi ed il nostro cane e vede in avanti e sopra l'intrico di rami e tronchi del bosco dove infilare la sua fuga saettante. Cio' puo' valere anche per il solo cane quando gli va via davanti di pedina.
Di certo oggi sappiamo che la visione dell'emisfero celestiale consente la migrazione a vista di stelle , cosi' come la luce del tramonto "metabolizzata" sulla retina consente l'attivazione della bussola biologica per l'orientamento direzionale e decidere la rotta della migrazione notturna.
Di certo sappiamo bene che molti aspetti della c.d. "ecologia dei sensi" rimangono a sollecitare dubbi e curiosita' scientifiche nell'eterno evolversi del mistero della vita della beccaccia e della sua filogenesi .


Come già riportato nel Post di Denis Bianchi , estremamente interessante è l’interpretazione dei rapporti tra Occhio ed orientamento migratorio . Di certo giocano un ruolo fondamentale i corpuscoli do MAGNETITE che dal becco inviano segnali al Cervello integrandosi con analoghe attività della RETINA .
Qui ancora alcuni estratti da www.labeccacciascientifica.it ( nel Testo originale numerose figure e schemi )

La risposta sensitiva dei pigmenti visivi alla energia elettromagnetica che l’uccello rileva dal naturale campo magnetico terrestre  variante durante il cambio di latitudine in volo , costituisce la base dell’orientamento geomagnetico.

Come già accennato in precedenza , gli elementi della retina ( alcuni elementi più specificatamente dedicati) hanno funzione di recettori che si attivano con fotopigmenti (oggi sempre più identificati come criptocromi) insieme ad altro tipo di recettori che sono stimolati dalla magnetite ( minerale ferroso- Ossido di Ferro –“Fe3O4 “– ioni metallici tipo A e B in cristalli ) .Questi recettori sono strettamente legati con la branca oftalmica del nervo trigemino e sono sensibilissimi anche a minimali cambiamenti del campo magnetico . Come queste azioni di stimoli e riflessi si coordinano tra loro,rimane ancora sconosciuto. (Beason R.C. – Mechanism of magnetic orientation in birds – Integr.Comp.Biology 45,3,565-573,2005 – www.bione.org ).

ndA: questi elementi relativi alla percezione del  campo magnetico sono certamente da tenere in considerazione per quanto riguarda l’inquinamento magnetico (magnetic pollution) da ripetitori di telefoni cellulari,antenne varie TV e Radar e relativi fenomeni di disorientamento degli uccelli migratori ( vedi in seguito).

Negli uccelli la magnetite è stata isolata nei tessuti del capo , particolarmente nella regione etmoide situata alla base del becco e nella cute della mandibola superiore ,
tutte zone che sono innervate dal nervo oftalmico (trigemino).

Omissis


Beason R.C. nel basilare lavoro del 2005 (Beason R.C. – Mechanism of magnetic orientation in birds – Integr.Comp.Biology 45,3,565-573,2005 – www.bione.org ) sottolinea come l’orientamento migratorio visivo può entrare in crisi in condizioni di cielo coperto,nebbia,nubi basse.Il campo magnetico terrestre però,è sempre presente in ogni luogo del pianeta e “penetra” in ogni struttura liquida,gassosa,solida incluso il corpo degli animali .Queste caratteristiche fanno sì che il campo magnetico può sempre fornire,ovunque,informazioni direzionali.Gli uccelli usano il campo magnetico come un compasso , ma sono anche sensibili a possibili variazioni.

Un articolo recentissimo (2007), che dimostra  - anche con dettagliate immagini molto “scientifiche” e specialistiche – la realtà di questo “vedere” il campo magnetico è il seguente (contiene ampia bibliografia specifica ) :
Heyers D, Manns M, Luksch H, Güntürkün O, Mouritsen H (2007) A Visual Pathway Links Brain Structures Active during Magnetic Compass Orientation in Migratory Birds. PLoS ONE 2(9): e937 doi:10.1371/journal.pone.0000937 - http://www.plosone.org/article


Qui un testo integrale on-line che può aiutare a comprendere meglio il sistema visivo degli uccelli ( da : http://www.windowalert.com/birdvision1.html


GLI  OCCHI  DEGLI  UCCELLI  relazionati all’Ecologia degli apparati sensitivi)  di G.R.MARTIN  (2011)

a:

https://docs.google.com/viewer?a=v&pid=gmail&attid=0.1&thid=13436e53594c4029&mt=application/pdf&url=https://mail.google.com/mail/?ui%3D2%26ik%3D58580d1971%26view%3Datt%26th%3D13436e53594c4029%26attid%3D0.1%26disp%3Dsafe%26zw&sig=AHIEtbR8_FNV4hmxRWBGJQ9v8-BvksULew


IMPORTANTE : Trovate alcune Fotografie e Figure molto didattiche a questo Link , sperando che sia “apribile” sul vostro Computer

https://plus.google.com/photos/103942035281038458760/albums/5742776865730420689

ed anche
https://plus.google.com/photos/103942035281038458760/albums/5802521945641185121
Enrico Cavina
ecavinaster@gmail.com

koala

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Risposta #4 il: 03/12/2013 - 17:35
grande badger è vero il colombaccio non assume disformismo nuziale, ed anceh questa è una cosa direi abbastanza singolare in una specie cosi numericamente importante, il canto il rugolo il volo (lo spirito santo) sono le uniche eccezioni concesse il colore resta il solito il blu ardesia che attrae.

BADGER

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Risposta #3 il: 03/12/2013 - 17:26
Interessante e affascinante, tuttavia restano, in larga parte, supposizioni e teorie in cui certamente c'è del vero, ma in quale misura? Può divenire una discussione infinita, per esempio, perché le anatre, a differenza del colombaccio, del tordo dell'allodola etc hanno delle livree nuziali così definite e colorate nel maschio? Dovremmo allora supporre che queste  ultime "percepiscono" i colori in altra maniera. Bene la molla che spinge a voler sapere tuttavia ci mancherà sempre, oltre un certo limite, la prova come dire "provata". Ciao

koala

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Risposta #2 il: 03/12/2013 - 16:54
lo sai denis questa volta ci hai visto giusto, (tranne per mesola) se facciamo un paragone che le linee nere delle zebre tutte diverse le stesse mettono in difficoltà il carnivoro visto il contrasto savana orizzonte, stesso dicasi delle antilopi, e veniamo agli uccelli il fagiano maschio così sgargiante è praticamente mimetico  al 100 per 100 e sicuramente le bande bianche ai lati delle ali il collarino bianco, in branco possono senza dubbio  confondere il predatore.

Denis

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Risposta #1 il: 03/12/2013 - 16:10
Gli occhi degli uccelli e la loro vista
 
 Come vedono gli uccelli???
La risposta a questa domanda potrebbe cambiare le nostre abitudini di cacciatori.

Oggi è diventato del tutto normale per essere visti avere vestiario  fluorescente arancione come l' abbigliamento per la caccia alla grossa selvaggina.
Alcuni anni fa molti  erano convinti che questo tipo di abbigliamento ci rendeva troppo evidente agli occhi dei grandi animali : Praticamente  chiaro che non lo è.
Questo si spiega con il fatto che la maggior parte dei quadrupedi come il cinghiale sono bicromati , vale a dire , hanno solo due tipi di fotorecettori . Ricevono solo onde corte ( blu) e onde medie ( verde) . Abbigliamento colori rosso sfumati sono totalmente invisibili ai loro occhi .
Come esseri umani , noi percepiamo i colori tra 390 e 750 nm dello spettro elettromagnetico .
 Anche se abbiamo un fotorecettore in più della maggior parte dei mammiferi essendo  tri - cromatici ma siamo lontani dal vedere tutto.
Gli uccelli   possono vedere altre tonalità di colori . La maggior parte dei nostri uccelli migratori hanno dodici volte più coni di noi . I loro occhi sono in media un 15/100 della massa totale della loro testa contro 02 /100 dell'uomo. Ma la differenza fondamentale è che gli uccelli hanno una vista tetra cromatica .
 
 Sembra che la percezione del ultravioletto sia  fondamentale per la vita degli uccelli.
Essi sono dotati di quattro tipi di fotorecettori .
Il quarto cono permette loro di percepire l'ultravioletto .
Inoltre, molti uccelli hanno piume che riflettono la luce UV . Questa luce è utilizzato per comunicare tra le specie che danno informazioni diverse quali la loro presenza ,il sesso , l'età e certamente lo status sociale di ogni individuo . Così la scelta di un partner sessuale o appartenenza a un gruppo sono direttamente legati al colore che il piumaggio riflette .
Tutto questo è completamente invisibile ai nostri occhi , ma del tutto naturale per gli uccelli. 

E  ancora  attenzione anche all'angolo di visione!

Vi siete mai chiesti perché la colombella è cosi confidente???
 La colombella a differenza del colombaccio che ha una buona visione in profondità ,ha un ampio angolo di visione, ma non distingue molto bene su lunghe distanze e questo spiega la sua confidenza e poi il forte scarto all'ultimo momento.
Il colombaccio invece vedendo con maggiore profondità  osserva e vede benissimo l 'ambiente già da lunga distanza.
Per capire meglio basta pensare al  grandangolo di una macchina fotografica: quella è la vista della colombella mentre quella  del colombaccio è più un tele e quindi vi vede bene da lontano, la colombella no perché  vedrà i particolari all'ultimo momento.

Esiste anche  una chiara differenza nella zona di visibilità, determinato dal numero di ricevitori della fovea, al centro della retina. Gli uccelli vedono nettamente circa il 20% del loro campo visivo (contro il 2,5% negli esseri umani), e questo gli da  una panoramica superiore alla nostra:
Essi non  hanno quindi bisogno di muovere gli occhi per vedere diversi oggetti fermi o anche in movimento ma correttamente immessi nel loro campo visivo e ciò permette loro di rilevare piccoli cambiamenti di posizione cosa  che potrebbe essere utile anche per analizzare il movimento apparente del sole e delle stelle durante la loro migrazione.

Occhio, orientamento e migrazione:

L'istinto non c'entra. Probabilmente la chiave della straordinaria capacità di orientamento degli uccelli migratori è racchiusa nei loro occhi.
Altri studi ancora hanno rilevato un legame anatomico tra le strutture nervose coinvolte nella percezione visiva (retina e talamo) e quella deputata all'orientamento: un'area cerebrale chiamata "Cluster N", nota per essere la sola che si attiva durante la navigazione in volo. L'evidenza supporta fortemente l'ipotesi che gli uccelli migratori siano in grado di "vedere" il nord magnetico.
 Del resto, precedenti studi avevano già supposto che il campo magnetico terrestre potesse agire sulla sensibilità degli occhi dei volatili grazie alla presenza, nella loro retina, di un gran numero di criptocromi. Tali fotorecettori generano le cosiddette coppie radicaliche, strutture elettroniche sensibili ai campi magnetici, che permetterebbero agli uccelli di percepire questi ultimi come vere e proprie sensazioni visive.
Una molecola ben conosciuta per i danni che può arrecare all'organismo ha un ruolo centrale nella capacità degli uccelli migratori di orientarsi sulle grandi distanze permettendo loro di sentire il campo magnetico terrestre.
La molecola in questione è il superossido, considerato uno dei radicali liberi più potenti, corresponsabile dei fenomeni di invecchiamento dell'organismo.
La sensibilità degli uccelli ai campi magnetici sarebbe in particolare in rapporto con reazioni che avvengono fra il superossido e il criptocromo.
Il crioptocromo è un recettore sensibile alla luce blu che si trova nelle piante e nell'occhio degli uccelli e di altri animali.
 I cambiamenti nel campo elettromagnetico che sperimenta un uccello quando modifica la propria direzione di volo, mostrano di alterare questa bussola biochimica presente nell'occhio, permettendo all'uccello di vedere se la sua direzione corrisponde al nord o al sud.

Questo girovagando e leggendo è tanto di raccolto sulla vista e sugli occhi degli uccelli ( sicuramente colombaccio compreso).
Per noi cacciatori , questi studi possono fornire risposte ad alcune domande e portare a molti dibattiti .
Queste rivelazioni circa la visione,l'orientamento e gli occhi degli uccelli  devono farci riflettere sui nostri modi di pensare e di andare a caccia .

A voi tutti dico  :
Pensate  al colombaccio,al suo piumaggio ( perché quel collare e quelle bande bianche sulle ali),pensate alle sue migrazioni con o senza intemperie,pensate alla sua marcata diffidenza in certe situazioni, pensate alla sua evoluzione,pensate al mimetismo,pensate ai vostri volantini ed ora pensate ai suoi occhi cosi penetranti e poi meditate e meditate ancora.
Un saluto a tutti,Denis