FORUM Club Italiano del Colombaccio

Vasco

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Risposta #3 il: 08/08/2013 - 13:22
Caro badger se questa doveva essere la carta della discordia con il Club credo che avrai da ricrederti, il tuo "statuto" rispecchia in toto quanto noi andiamo dicendo da anni. Ci sarà? da correggere alcuni punti che peccano di "gioventù" riguardo le A.F.V., ma virgole, niente di più, personalmente sarei stato molto ma molto più cattivo.
Comunque se queste sono le vostre istanze avete certamente trovato la porta aperta, sarete senza dubbio alcuno i benvenuti.  
Non abbiamo mai discriminato nei confronti di chi caccia da appostamento temporaneo con l'utilizzo di richiami vivi, anzi, secondo me è una caccia più difficile, anche se per  appurata gioventù non può essere considerata caccia tradizionale.
Secondo me chi sparla del Club senza conoscerne i propositi, o lo fa per interessi personali o per mancanza di argomentazioni.
Ciao badger,..........................................................a presto.

Un abbraccio.

vasco

badger

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Risposta #2 il: 08/08/2013 - 11:59
PS chiedo scusa per il refuso nel titolo del post. La data è ovviamente il 7 settembre 2013.

badger

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Risposta #1 il: 08/08/2013 - 11:52
Buon giorno, esordisco chiedendo la Vostra pazienza perché quanto segue è necessariamente un post "corposo". Abbiamo cercato di essere, al meglio dei nostri mezzi di espressione, chiari e sintetici. Quanto segue vorrebbe, nelle nostre intenzioni, trovare posto in una rinnovata "CARTA DEL PRELIEVO VENATORIO COMPATIBILE DEL COLOMBACCIO AI FINI DELLA GESTIONE DELLA SPECIE" edita il 9 settembre 2006.
1-Il Club nasce per rappresentare i Cacciatori Tradizionali di Colombaccio intesi, come dice la Carta, coloro che lo cacciano con l'ausilio di richiami vivi, volantini e zimbelli, in strutture fisse autorizzate. Ciò esclude automaticamente tutti coloro che esercitano lo stesso tipo di caccia ma in situazioni di appostamento temporaneo. Questo tipo di situazione trova riscontro positivo nella maggior parte delle Regioni ma non in  Toscana, la quale rappresenta, da sola, la Regione che numericamente concentra la maggior parte dei cacciatori di colombaccio, sia per numero di praticanti, sia per tempi di attività? che in pratica coprono l'intera stagione venatoria. Riteniamo necessario pertanto che la definizione di Cacciatore Tradizionale ricomprenda anche tutti coloro che cacciano il colombaccio con i richiami vivi, pur in situazioni di appostamento temporaneo, considerando che la rinuncia ad un appostamento, almeno in Toscana, non è una scelta ma un imposizione dettata dal numero fisso di tali autorizzazioni;
2- Periodi di caccia - E' nostro suggerimento l'inserimento nella Carta degli orientamenti del Club in ordine alle date di apertura e chiusura dell'attività? venatoria rinvenendole nel disposto della Legge 157/92 e cioè la terza domenica di settembre ed il 31 di gennaio. Sommessamente suggeriamo che in tale contesto il Club potrebbe dichiarare di non essere contrario in maniera pregiudiziale ad un eventuale proseguimento della stagione venatoria fino alla prima decade di febbraio;
3- Modifiche all'art. 9 - Linee guida.

Il Club si dichiara contrario alla caccia in territori riservati. Tuttavia nella consapevolezza che tale fenomeno è ampiamente radicato e variamente regolato in ciascuna delle Regioni interessate, suggerisce, in alternativa al divieto:

a- l'esercizio della caccia all'interno di zone riservate dovrebbe svolgersi solo da appostamento fisso;

b- l'esercizio della caccia all'interno di zone riservate dovrebbe svolgersi dal primo di ottobre al quindici di  novembre;

c- non dovrebbero prodursi modifiche agli attuali regolamenti Regionali atti ad incrementare il numero degli appostamenti fissi già? presenti;

d- i controlli dovrebbero essere intensificati  e, ove possibile, resi regolari soprattutto in ordine alla quantità? del prelievo giornaliero, e che a questo proposito potrebbe essere istituito un registro stagionale degli abbattimenti da trasmettere, a cura  dell'azienda titolare dell'autorizzazione, alla provincia di riferimento;

e- che la recidiva di eventuali violazioni comporti la definitiva revoca dell'autorizzazione nei confronti del locatore;

f- che venga impedita qualsiasi forma di pasturazione all'interno di zone riservate quando questa è indirizzata verso la specie colombaccio e laddove la pasturazione è invece indirizzata verso la fauna stanziale questo determini il divieto di caccia al colombaccio in prossimità? di tali zone;

g-che vengano individuate le zone di pernottamento delle popolazioni di colombaccio e ove queste siano all'interno di zone riservate dove è permessa la caccia, venga impedito il collocamento di appostamenti.
4-Il tempo dei referendum crediamo che ormai sia trascorso, oggi è il momento in cui invece subiamo un logoramento capillare nelle diverse realtà? legislative di carattere Regionale. Suggeriamo che il Club inserisca, nella "Carta", una dichiarazione in cui si dichiara contrario, in assenza di ulteriori ed oggettivi elementi di valutazione, a "qualsiasi ulteriore restrizione in ordine ai tempi ed alle modalità? di prelievo che dovesse trovare applicazione nello svolgimento dell'attività? venatoria nei confronti della specie Colombaccio";
Bene, le proposte sono tutte qui, e noi crediamo che non siano stravolgenti, ma moderate, di buon senso e che soprattutto vadano incontro al sentire di tanti. Il testo ovviamente non è un tabù, lo sono invece i contenuti di base.
Fuori dal contesto di riferimento vorrei invece fare alcune considerazioni sulla posizione che il club ha assunto in merito alla pre apertura e che è ben esplicitata nella lettera dell'agosto 2008 che fu indirizzata, insieme al club della palomba, all'allora governo in carica, chiedendo, che attraverso recepimento di normative comunitarie venisse di fatto impedita la concessione di tale deroga. Il colombaccio è specie in forte espansione in Italia, ce lo dicono gli enti di ricerca preposti, lo dice la stessa Regione Toscana in appendice al regolamento sulla specie nel corpo della delibera dell'8 luglio. Ce lo dicono i nostri occhi, posso testimoniare che alla periferia di Firenze ho visto coppie nidificare nei balconi, perfino sulla magnolia posta in mezzo al parcheggio dell'ufficio Telecom di Novoli. Per non parlare  dei parchi cittadini. Specie forte, opportunista, con eccellenti capacità? di difesa ed integrazione nel tessuto urbano. Bene, perché allora questa contrarietà?? A precisa domanda mi fu risposto "perché sparare al colombaccio il primo di settembre non è etico". Andiamo con ordine. Io credo che quando si tratta di assumere atteggiamenti che si riverberano poi sull'attività? degli associati, sia sempre necessario raggiungere un punto di equilibrio, che necessariamente deve prescindere dall'opinione di pochi ma deve invece essere supportato da dati oggettivi e incontrovertibili. Da quel punto in poi tutto ciò che un individuo fa in termini restrittivi fa parte esclusivamente della sua sfera personale di giudizio. Vi sarà? quindi chi spara con un colpo solo, chi usa il 410, chi ancora preferisce inanellare anziché sparare e chi sta a casa il giorno della pre apertura. Ma non è accettabile che oltre il suddetto punto di equilibrio qualcuno venga a dire a ME che il suo modo di sentire è più ETICO del mio, tentando ovviamente di imporre questa tesi. Vediamo se mi riesce di corroborare al meglio il mio punto di vista. Si sono profusi fiumi di parole nel distinguo tra la lo sparo a fermo, dopo la posa, e quello al volo, individuando automaticamente nel tiro a fermo la situazione più "etica". Intanto vi potrei far sommessamente osservare che, quando la caccia non aveva bisogno di termini filosofici per attuare i suoi comportamenti, lo sparare a fermo ad un selvatico era considerato cosa disdicevole, non da sportivi. Di più, poniamo che lo stesso branco di colombacci curi ad un impianto dove si spara a fermo e poi  ad uno dove invece si spara al volo. Vogliamo scommettere che il risultato, in termini numerici, sarà? grandemente a favore del primo? Perché mi sia consentito osservare che il colombaccio posato non ha scampo. Ed allora chi è più "etico"? Questa è certamente una provocazione ma serve, a mio parere, a dimostrare due cose, che tutto è relativo e che forse bisognerebbe smettere di abusare di certi termini applicandoli alla caccia. Credo che un bel bagno di umiltà?, ogni tanto, non potrebbe che giovare a tutti.
Bene ho finito. A Tremoleto avevo accettato di rappresentare le istanze della componente tirrenica e quindi, nonostante avessi già? dichiarato di voler cessare la mia partecipazione, ho sentito il dovere di onorare il mio impegno. Credo di averlo fatto.

E' quindi giunto il momento degli addii. Per motivi che non interessano a nessuno se non al sottoscritto ho deciso, in maniera irrevocabile, di considerare chiusa questa esperienza, troppi dubbi, troppe perplessità?, quindi adesso....basta. Cordiali saluti