La questione piombo, sollevata nei pareri Ispra chiedendone il rapido superamento, dovrebbe, da noi cacciatori, essere adeguatamente presa in considerazione esaminandone i vari aspetti, da quelli tecnico/scientifici/ambientali a quelli psicologici impattanti sulla società? civile.
Che il piombo possa provocare delle problematiche ambientali è appurato.
Che l'esigua quantità? di piombo, esigua rispetto alla superficie del nostro Paese, dispersa sul terreno dall'attività? venatoria, che poi siano 1.000 o 10.000 tonnellate poco importa, possa comportare dei seri rischi ambientali mi sembra sia ancora da provare.
Ma, domandiamoci per un momento, per il comune cittadino non cacciatore, non ideologicamente contrario alla caccia, ma sensibile alle problematiche ambientali, la dispersione di questo metallo sul terreno per una attività? come la caccia certamente non indispensabile ma prevalentemente ludica, come può essere recepita e giudicata?
Per il cacciatore passare dal piombo ad altri metalli sicuramente comporterebbe uno scadimento tecnico/balistico di non poco conto ma che poi alla fine si tradurrebbe esclusivamente in un accorciamento delle distanze dei tiri utili.
Se con il piombo si può arrivare mediamente ai 40mt, con altri metalli ci si dovrà? accontentare dei 25-30mt.
Ora, certamente molto dipende da come il cacciatore intende la caccia, se la intende come mera capacità? ed esercitazione di tiro naturalmente ne sarà? notevolmente limitato.
Se invece il cacciatore interpreta l'esercizio venatorio come un complesso di azioni in cui il tiro ne è si parte integrante ma certamente non la più importante, allora potrebbe accettare senza troppi rimpianti questo passaggio.
Credo che per la nostra considerazione di cacciatori non si possa sottovalutare il comune sentire della società?.
Ce la immaginiamo una campagna mediatica degli animalisti tendente a sputtanare i cacciatori additandoli al pubblico ludibrio come inquinatori per un semplice divertimento?