FORUM Club Italiano del Colombaccio

colombaiosenese

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Risposta #2 il: 25/06/2013 - 15:15
ONOREVOLI COLLEGHI ! »? Da millenni,

nella nostra civiltà? occidentale, la caccia

non è più una fonte primaria di sostentamento,

e da secoli non è più neanche

una fonte accessoria. La chiamano « attività?

ricreativa » o addirittura « sport », ma

la sua vera essenza consiste semplicemente

nel « perseguitare e uccidere » esseri viventi.

Praticata dai popoli primitivi, per i

quali è ancora necessaria e magari legata

a una concezione magico-religiosa del

mondo, la caccia può ancora essere compresa.

Nella civiltà? moderna appare per

ciò che è: anacronistica e moralmente

ingiustificabile.

A queste considerazioni si assommano

i danni arrecati dai cacciatori all'ambiente,

alla biodiversità?, all'agriturismo, che alla

collettività? costano molto più di quanto

garantirebbero i presunti « vantaggi economici

» della caccia. Basti pensare, a

puro titolo d'esempio, alla dispersione del

piombo. Secondo la più nota associazione

del settore, ogni cacciatore spara in una

stagione venatoria 480 colpi, ciascuno dei

quali può contenere circa 35 grammi di

piombo. Se prendessimo per buona la

cifra di 850.000 cacciatori in Italia, sbandierata

di recente da Face Italia (sezione

nostrana della Federazione europea dei

cacciatori) arriveremmo a più di 14.000

tonnellate l'anno. Fortunatamente, i cacciatori

sono molti di meno e in continuo

declino numerico.

In breve, non c'è ragione di consentire

ancora un'attività? insensata e dannosa. A

ciò provvede la presente proposta di legge,

che vieta la pratica venatoria e delinea un

sistema in cui il controllo sulle popolazioni

animali è demandato interamente ed

esclusivamente, sulla base di studi e pareri

dell'ISPRA, al Corpo forestale dello Stato

e al personale di cui all'articolo 19 della

legge n. 157 del 1992.
ART. 1.

(Abolizione dell'attività? venatoria).

1. Sul territorio nazionale è vietata ogni

forma di caccia.

colombaiosenese

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Risposta #1 il: 25/06/2013 - 15:13
La Brambilla presenta il ddl: aboliamo la caccia
La nuova legislatura è stata salutata da un vero e proprio fervore da parte dell'onorevole Michela Vittoria Brambilla: un fervore nella presentazione di ddl animalisti, tra i quali quello dello scorso 17 marzo, che pretende l'abolizione della caccia punto e basta.

Come potrete leggere cliccando sull'allegato, il progetto di legge Brambilla prevede di affidare all'Ispra e al Corpo forestale dello Stato il contenimento delle specie dannose, ovviamente a patto che vengano utilizzati «metodi ecologici«.

Allo scopo, il progetto prevede l'assegnazione di 5 milioni di euro all'Ispra.

Peccato che al deputato Brambilla siano sfuggiti i 215 milioni di euro di mancati introiti per lo Stato derivanti dalle tasse di concessione governativa dei cacciatori, più gli altri milioni di euro di mancato gettito Iva e fiscale per un settore (quello venatorio) che oggi conta un punto di Pil e che da un momento all'altro si ritroverebbe al collasso.

Per non parlare delle possibilità?, da parte del Corpo forestale dello Stato, di far fronte con le proprie forze a un compito equilibratore svolto oggi da 700 mila persone.

Al di là? di come uno la pensi sulla caccia, quindi, a far paura è l'approssimazione e il dilettantismo con i quali l'ex ministro del Turismo vorrebbe modificare l'ordinamento giuridico italiano, senza minimamente curarsi degli effetti collaterali per una economia già? al collasso e per casse dello Stato a dir poco esangui.

L'importante è raggiungere lo scopo prefissato dal fervore animalista: se per fare ciò, migliaia di famiglie non sapranno più come tirare avanti (responsabili di aziende faunistiche, agricoltori, produttori di cartucce e fucili, armieri, allevatori di cani eccetera), chissenefrega. Li inviterà? tutti a mangiare a casa sua, signora?
Dalle associazioni venatorie, per il momento, silenzio su tutta la linea»?