Caro Rinaldo, e il "Caro" non è mai stato così appropriato, noi che abbiamo avuto l'immensa fortuna di avere un padre che ci ha iniziato alla magià? della caccia, prima mentore, poi compagno, siamo e saremo per sempre dei privilegiati. Non conta, che nell' eterno gioco del giro di giostra, per dirla con Tiziano Terzani, "loro" non siano più con noi, in realtà? ci saranno sempre, perchè finchè avrò memoria di esistere sarò capace di godere di tutti quei ricordi che il tempo affastella nella mente. Quanti giorni, quante sere, quanti attimi vissuti nella piena consapevolezza di essere, in quei momenti, un tutt'uno, una passione vissuta in simbiosi, nutrita di silenzi e di sguardi più che di parole. Alla fine si era creata una dimensione a parte, dove non eravamo più un padre e un figlio, ma solo due compagni di caccia, capaci anche di brevi intense dispute nel teatro della nostra passione. Dobbiamo avere e coltivare uno straordinario senso di gratitudine per essere stati destinatari di tanta gioia di vivere. Spero, ma lo so già?, da come ti esprimi, che anche per te è stato così. Adesso è necessario che il trascorrere quotidiano dei mille piccoli problemi della vita lenisca il dolore del distacco, ma poi vedrai che ti succederà? di sorridere chiamando alla mente qualche azione di caccia vissuta insieme e come dirai: Renato allora come va? Ciao di nuovo e scusa se sono stato un po', come dire, invadente.