Caro Mario, premesso che io amo il calcio ma non il tifo, nel senso che, avendo un po', ma solo un po', giocato, mi appassiono al gioco ma non alla tifoseria e quindi potrei, in via del tutto eccezzzzzionale perdonarti i tuoi trascorsi da Gobbo, è di tutta evidenza, e l'ho già? detto, che quello che ho imparato sull'allevamento del piccione non vale, se non in minima parte, per il colombaccio. Siamo di fronte ad un altro animale, un'altra specie, altro carattere altre peculiarità?. E ti devo dire con modestia che ho avuto occasione di vedere all'opera allevatori di colombacci e non tutti mi hanno convinto pienamente. Ho trovato i miei sistemi ma mi rendo conto di avere sicuramente delle carenze. Certo qui entrano in gioco non solo l'esperienza ma la disponibilità? fisica delle voliere, etc etc. Poiché sono certo di aver intrapreso una strada senza ritorno, nel senso che il mio interesse per il piccione è andato scemando in senso direttamente proporzionale alla conoscenza del colombaccio, e non ci rinuncio solo perché mi rendo conto che ho bisogno dei volantini e anche di qualche filolungo, ma se perdessi il capanno eliminerei il piccione, cercherò di espandere le mie conoscenze e di incrementare il numero dei soggetti perché, come al solito, è nella selezione che si trova la qualità?. Ho tanti difetti, ma mi riconosco una qualità?, sono un osservatore, sono capace di stare a guardarli per ore e di cogliere ogni sfumatura del loro comportamento, per questo dico che il colombaccio ti parla. Quindi sono arrivato alla conclusione che il fattore ambientale sia determinante, un certo tipo di voliera, un compagno/a più adatto, etc possono fare la differenza. Cmq, una domanda: A19 in che senso, in quale modo? Non mi dirai che li imbocchi con siringa sulla tesa? Chiarisci anche se ti devo anticipare che nel periodo del massimo sforzo io li nutro di Energy Plus + vitamine apposite ma mangiano la sera (dalle mie mani) e durante la caccia sembrano non soffrire né più né meno dei piccioni. Ciao