FORUM Club Italiano del Colombaccio

deliberoCICCIO

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Risposta #63 il: 19/04/2012 - 17:51
Così GIAMP,grazie ad ELVO,hai a tutt'oggi una batteria di campioni...Ternani PURI.

Un saluto cicciodelibero.

giamp50

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Risposta #62 il: 18/04/2012 - 20:33
Era il '79, ero stufo di piccioni rabberciati, riuscii a mettermi in contatto con un Signore cacciatore di Amelia, più che altro fortunosamente, presi appuntamento.

In quel periodo lavoravo a Ravenna in più avevo i muratori alla casa acquistata, ma parola è parola, per cui alle cinque del mattino salii sulla Diane6 a metano e partii alla volta di Amelia.

Una volta arrivato in paese faticai un pò per trovare la casa di campagna del signor Elvo, ma dopo un paio di richieste informazioni finalmente la individuai.

Un Signore calmo, di corporatura, certamente in pochi minuti mi radiografò e penso proprio che, pur senza far nulla trasparire, captò subito l'ansia, l'inesperienza e la voglia di strafare che sicuramente sprizzavano dai miei pori.

Gli dissi che avrei voluto un paio di coppie di giovani.

Di contro mi propose di prendergli tutti i giovani che aveva.

Ero un pò preoccupato per il costo, con tutto quello che avevo sentito dire da altri "malcapitati".

Lui credo che capì subito e mi disse:

"Guarda che i giovani vanno selezionati, se li prendi tutti potrai scegliere i migliori e poi con quelli formare le coppie che ti interessano.

Per il prezzo non ti preoccupare, te li metto come piccioni da carne"

Si, veramente un gran Signore.

Presi tutti gli undici giovani e tornai di corsa a casa.

Belli, veramente belli, docili, non litigavano mai tra di loro, intelligenti, insomma Ternani veri, Ternani puri.

Grazie signor Elvo, sicuramente lassù attorniato da Ternani e Palombe!

giamp50

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Risposta #61 il: 15/04/2012 - 19:52
E' proprio vero che il tempo vola, a volte ritornano in mente episodi che sembrano accaduti ieri ed invece poi, ricontando gli anni, ci si accorge che sono passati diversi lustri.

Credo fosse il primo anno in cui avevamo spostato il capanno principale e le Palombe venivano giù come api su fiori ricchi di nettare.

La soddisfazione era enorme e le cavolate ogni tanto pure.

Pomeriggio, sul capanno principale ero da solo, su un grosso capanno laterale vi erano in tre, conoscenti del mio socio, che chiacchieravano amichevolmente per trascorrere il tempo.

Avvisto un branchetto a nord/est, forse una quindicina, contemporaneamente lancio il grido "PALOMBEEE" ed i volantini, i tre tacciono, temo che si facciano vedere.

I tre volantini rientrano solleciti e dietro il branchetto, leggera brezza da nord/est per cui non si butterà? subito, difatti mi oltrepassa a sinistra e punta verso la Montagnola, un rialzo ricoperto di pini. Non sparo, debbono venire qui, mi dicevo, ed inizio immediatamente con gli stantuffi di destra, sorvolano la Montagnola, virano ancora a sinistra di 180° puntando verso gli stantuffi. Ritocco con le ribaltine di dietro/basse e, con brezza al petto, vengono giù come cacio sui maccheroni.

Ma che fanno? Perchè rasentano il limitare del bosco? Rintanato sotto il palco mi domandavo.

Ma porca...!, e si posano tutte sulle quercette a filo bosco, a tiro sì ma dalla parte del campo, per cui non ne vedo nessuna, solo l'ondeggiare di alcuni rametti.

Rimango interdetto per qualche decina di secondi, non so cosa fare, poi l'idea brillante, sicuramente saranno lì dove ondeggiavano quei rametti, e visto che l'arma è preparata per l'ampio raggio, decido, sparo, tre colpi in successione veloce su quei rametti e poi il silenzio assoluto, per quanto sforzi l'udito non sento neanche un tonfo.

Poi alcuni colpi dall'altro capanno. Per fortuna loro ne prendono tre.

Io feci una figura di ..., tre colpi a fermo e nessun raccolto!

COLOMBO71

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Risposta #60 il: 05/04/2012 - 09:46
x RIMESCOLO E GLI ALTRI AMICI

Ciao , leggendo quello che hai scritto sono riuscito a sentire la tua emozione e l'amore x il fedele Baffo .
Come te io ho amato la mia ormai defunta Lady setterina vissuta con me per ben 16 anni, e morta il 23/07/2006.
Tanti ricordi , tante emozioni tante altre cose che solo io e lei sappiamo.Dopo 6 anni, quest'anno ho finalmente avuto il coraggio di prendere un altro cane , Dea Breton di 3 mesi,con lei rivorrei vivere tante altre amozioni.

Un sincero saluto

C71

Rimescolo

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Risposta #59 il: 05/04/2012 - 08:29
Il "Sommo" Delì ci induce e ci stimola a racconti con il fedele ausiliare...non mi posso esimere....
Il mitico "BAFFO"
Baffo, un meticcio da seguita allevato in casa e vissuto in casa per ben 18 anni, ha regalato a me, agli amici cacciatori, e alla mia famiglia emozioni, compagnia, fedeltà?,

"amicizia". Ma raccontiamo uno degli innumerevoli episodi di caccia vissuti con Baffo:

premetto che Baffo aveva una capacità? di cerca della selvaggina coinvolgente, seguiva l'usta accompagnando la traccia con abbaio cadente e baritonale, raddoppiando quando lo scovo era imminente, non era uno specialista solo per cinghiali, amava cercare lepri, fagiani, caprioli, volpi...stava a me capire ed invogliare o dissuaderlo da un selvatico che al momento non fosse interessante.

L'apertura della caccia alla lepre lo vedeva protagonista, ed io insieme ad altri amici

battevamo le campagne di Suvereto in cerca dell'orecchiona. L'alba era prossima e la sciolta, nei pressi di una seccia con nascita di ciuffi di erba medica e di velucchio, ottimo pasto per la lepre, avvenne con sollecitudine richiesta dall'amico che non stava più nella pelle. Il terreno, fresco ma non inumidito dalla rugiada mattutina, permise a Baffo di "olfattare" con gusto tutta la pastura della notte, ed in solitario

concerto di vocalismi melodiosi, si accostò verso un vigneto in cerca dell'accovatura.

Non trascorse molto tempo...Baffo con lo "striso" caratteristico annunciò lo scovo e inizio la seguita all'interno dell'ampio vigneto.

Pochi minuti e scorsi il leprone attraverso i filari, un colpo, seguito da un altro partirono dalla mia doppietta Bernardelli a cani esterni e raggiunsero la lepre, la quale dopo alcuni metri fu preda di Baffo che la morse con delicatezza e guardandomi con quegli occhioni umani sembrava volesse ringraziarmi o essere ringraziato...in seguito ho creduto con convinzione che questi sguardi fossero di ringraziamento per l'opportunità? e la gioia che gli avevo procurato.

Non so in quale misura e in quale intensità? la mia fosse paragonabile alla sua e viceversa.

Gli amici condivisero l'emozione e portarono a casa la preda, dalla quale fu tolto immediatamente il sangue e il fegato per le successive pappardelle.

La mattinata proseguì e fu arricchita da una seconda lepre che scovata prese a correre fra strade di campagna e si rifugiò in un campo arato da poco, Baffo non riuscì a portare a termine la seguita, il caldo di settembre era ancora bollente, e l'ora tarda, saranno state le undici lo avevano affaticato. Da lontano però assistei alla "rimessa" della orecchiona, a zigo zago faceva degli spostamenti in mezzo al coltrato alternati a salti, per poi accovarsi dietro una zolla.

Dovetti prendere dei riferimenti, delle mire, con alberi distanti, d'altra parte l'ambiente era tutto uguale, non era facile localizzarla.

Baffo era esausto e assetato, allora mi accostai lentamente verso la direzione memorizzata, fra gli zolli avevo difficoltà? di movimento, arrivato al punto nevralgico comincia a salire la drenalina, non riesco a scoprire la lepre, insisto la cerca in quel raggio con perlustrazioni a 360° e all'improvviso di lato mi schizza dagli zolli, un colpo la raggiunge e una spolverata si leva dal campo, Baffo mi viene incontro stremato ma noto nei suoi occhi un bagliore diverso da quello mattutino della prima lepre, sembrava volesse chiedere scusa per non avermi aiutato a sufficienza.

Il rapporto fra di noi è stato speciale, aveva due occhi umani, la lucentezza, l'espressività? lo rendevano raro, grazie Baffo!!!!!!!!!

Rivolgo ai giovani un invito a cacciare con il cane, sempre, ad osservare i loro comportamenti, ad istruirli senza mai sopraffare il loro carattere, a considerarli amici complici di azioni di caccia, solo così riuscirete a condividere con loro speciali emozioni. Insieme a loro anche nella caccia al colombaccio, per il recupero!!!

con rispetto e affetto,

Rimescolo

giamp50

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Risposta #58 il: 04/04/2012 - 20:41
Gli Atc ancora non erano stati concepiti, eravamo partiti in quattro, io ero il giovane, settimana dei Santi e Morti, in Puglia, avevamo girovagato tutta la giornata senza trovare una zona ricca di allodole.

Intanto mi divertivo ad alimentare il barbagianni degli amici ed a vederlo rigurgitare il bolo di penne.

Uno degli altri tre, commerciante di trattori agricoli, a quei tempi con la Cassa per il Mezzogiorno agli agricoltori del sud non conveniva ripararli ma alla prima rottura li svendevano e con i finanziamenti agevolati ed a fondo perduto della Cassa ne compravano dei nuovi, acquistava al Sud, portava al Centro, li riparava e li rivendeva, propose di andare a trovare il presidente della Coldiretti di un paese, che non ritengo opportuno citare, che Lui conosceva per farsi dare indicazioni di zone con presenza di allodole.

Lo trovammo, il Presidente, in compagnia di un Napoletano. Subito ci disse di no! Poi ci ripensò.

La sera al ristorante dell'albergo trovammo una squadra veneta che aveva già? riempito un frigorifero di gelati di allodole, merli e tordi, tra questi ricordo ancora che c'era un noto ciclista professionista dell'epoca.

Tra il Presidente e Napoletano e squadra Veneta incominciarono a volare frasi un pò pesanti.

Stavano per sfidarsi a chi il giorno successivo avrebbe riportato il carniere più pesante, in Kg o Qli, senza limiti di specie animali, poi per fortuna tutto finì in bevute generali.

La mattina, un'ora prima dell'alba, il Presidente ed il Napoletano vennero all'albergo e ci accompagnarono, percorrendo un dedalo di strade e stradine, al posto di caccia.

Era una vallata laterale alla grande vallata del fiume, esposta ad est, con qualche centinaia di ettari di seminato a grano duro.

I due ci prestarono anche un'asta per il barbagianni che si era rotta, e ci dissero nel loro dialetto: qui nessuno vi disturberà?, è zona nostra, potete stare fino alle quattro del pomeriggio, dopodichè non ci dovrete più tornare nè indirizzarci altri.

Naturalmente assentimmo e ringraziammo.

I miei compagni montarono i riparini, specchietto e barbagianni, io dissi che avrei fatto dei giri nella vallatella.

Per il sorgere del sole mi resi conto della ricchezza del posto, mai viste tante allodole in vita mia, su quei terreni seminati, gli unici della zona, vi si erano fermati branchi di centinaia e centinaia.

In più verso le dieci iniziarono ad entrare branchetti di allodole che andavano giù sul barbagianni come api sul miele.

Io cacciavo al balzello, facevo il giro, scaricavo la decina del carniere ai capannelli dei compagni e ricominciavo.

Alle sedici, come daccordo, smettemmo, ripassammo in paese a restituire l'asta, ringraziammo e salutammo.

giamp50

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Risposta #57 il: 04/04/2012 - 19:45
Grazie Delì, a nome dei nostri fedeli ausiliari, siano cani o piccioni!

colombo00

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Risposta #56 il: 04/04/2012 - 19:38
ciccio sei unico grande

deliberoCICCIO

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Risposta #55 il: 04/04/2012 - 17:00
Io non ho racconti...e mi nutro dei Vostri.

Esiste quella storia perché c'era il Vostro CANE.

Una dedica a LUI (il vostro amato cane) ed all'amico conduttore che narra la storia...

mentre mi emoziono.
"IL MIO CANE"
Vivevi di gioia

nelle sconfinate distese,

di acqua e di bosco,

mentre raggi di sole

accarezzavano e pettinavano

il Tuo manto.

Quanto più di riuscito

alla Dea Diana

era in Te.

La Tua forza e dedizione

toccò il mio cuore

perché fosti

il mio migliore

di fedele amico.

Nel silenzio la mente

ha dolenti tempie

Ti ricorda e non si abitua.

Mi percorrerà? la schiena

un brivido "sempre"

dove di rugiada intriso

venivi a me con la Tua prima preda

o dove osannai la Tua prima ferma.

Cinereo candore t'invade

sei ancora brace

che gli alari arroventa

o fantasma di nebbia nella brughiera

petalo non dischiuso di smeraldo...

"sempre" sarai nei miei racconti.
Con rispetto Cicciodelibero.

giamp50

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Risposta #54 il: 02/04/2012 - 22:24
La vecchiaia per tutti gli esseri viventi è una brutta bestia, eppure, anche in condizioni fisiche precarie, vi sono dei grandi cani che con la loro esperienza e naso riescono ancora a donare azioni ed emozioni che rimangono indelebili nella memoria del cacciatore.

Ricordo ancora quando Lilla, setter inglese grandissima instancabile lavoratrice che non mollava mai con particolare specializzazione sulla lepre tanto da battere in più di una occasione squadre di lepraioli, rasentando, dopo i due giovani cani passati senza accenno alcuno, un greppo molto ripido si girò, si arrampicò di alcuni metri e rimase in ferma in una posizione insostenibile per il debilitato suo treno posteriore, e si rovesciò all'indietro, ma il fagiano era lì.

Gem, lo spinone, vissuto una quindicina di anni, la mattina dormiva di grosso, e siccome volevo evitare di aggravare i suoi acciacchi immergendosi nelle acque gelide del fiume, facevo entrare in casa l'altra cagna ed uscivo dall'altro cancello senza svegliarlo.

Immancabilmente dopo un paio di ore di caccia lungo il fiume, tornando indietro verso casa, lo vedevo, naso a terra, seguire le mie tracce dell'andata del mattino.

Quando si svegliava e si accorgeva che l'altra cagna non c'era, aspettava il momento giusto che qualcuno dei familiari aprisse il cancello, e lui si infilava per venirmi a cercare, ed immancabilmente mi trovava.

Quante volte dovetti scendere dentro il fosso per farlo risalire dopo aver levato un fagiano od una beccaccia. Sapeva benissimo quali fossero i suoi limiti fisici, eppure ci andava lo stesso.

Il regalo più grande che si possa fare ad un anziano cane da caccia è quello di usarlo da solo in un luogo non accidentato, in orario consono, magari solo per un'oretta. E se riesce a trovare qualcosa gli avremo dato una tale felicità? che gli permetterà? di trascorrere i giorni in attesa del trapasso in totale serenità?.

D'altronde lui o lei ci aveva dato tutto negli anni migliori!

deliberoCICCIO

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Risposta #53 il: 02/04/2012 - 16:48
GIAMP,ma l'amico del Socio era a TIRO di fucile?

Una leggera "sfregatina di piombo" bassa l'avrei tentata...avrei poi detto : "c'era una

palomba ritardataria".

Vasco

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Risposta #52 il: 01/04/2012 - 21:42
Giamp, capitano sempre al momento giusto, gli amici......

giamp50

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Risposta #51 il: 01/04/2012 - 21:02
Copio ed incollo da una discussione aperta 1 anno fà?.
Un mercoledì di una decina di anni fà? nei giorni centrali del passo, alba e mattinata con cielo fortemente coperto e momenti di pioggerellina, movimento pressochè assente causa condizioni atmosferiche. Ero da solo nell'impianto, il socio era andato a lepre con i segugi. Verso le 10,00 ritirati volantini e cimbelli per pioggia, mi misi, mezzo infreddolito ed umidiccio, al riparo sotto il pavimento del palco nella testarda convinzione che, se il tempo fosse migliorato ed il cielo allargato, i branchi di palombe entrati il giorno precedente si sarebbero mossi.

Verso mezzogiorno, smesso di piovere, il cielo iniziò ad aprirsi da ovest verso est.

Mi dissi: bisogna che mi sbrighi a rimettere su tutto l'arsenale che vedendo chiaro verso gli Appennini possono ripartire da un momento all'altro.

Stavo ultimando la sistemazione degli ultimi due piccioni sugli stantuffi in una posizione resa alquanto pericolosa dalla viscidità? dei rami bagnati, quando sentii un fischio, era arrivato un amico del socio, si sistemò sul palco di ribattuta posizionato dietro il mio ad una venticinquina di metri in posizione più alta ed al margine del bosco.

Persona simpatica, grande tiratore, ma poco compatibile con il mio modo di vedere la caccia. Più che cacciatore lo ritenevo un tiratore, ma per non fare uno sgarbo al socio assente bisognava fare buon viso a cattivo gioco.

Non passarono dieci minuti dalla mia sistemazione sul palco, che i piccioni mi indicarono un branco enorme alla mia destra ad un paio di Km.

Sinceramente non ci credevo ma diedi ugualmente i volantini. Il branco, appena prima di coprirsi dietro la collina di fronte, alla vista dei volantini iniziò a virare a destra e, con un angolo di 70/80°, puntarono dritti verso di me.

Se qualcuno me lo avesse raccontato non ci avrei creduto.

Tanta era ancora la distanza che feci fare ancora un giro ai volantini, dopodichè iniziai con la classica manovra dei cimbelli durata una eternità?, con mille dubbi ed incertezze di cosa era meglio muovere, di quanto e per quanto.

Il branco di diverse centinaia di soggetti mi arrivò sopra ed iniziò le manovre. Fece due passate di perlustrazione, si divise con una avanguardia di una cinquantina, prese il vento. Il cuore sembrava volesse uscire dal petto.

L'avanguardia arrivò sopra il palco di ribattuta ad una altezza di una quindicina di metri in planata. Il branco al completo era dietro di un centinaio di metri in fase di inizio posata. Io ero al settimo cielo per la soddisfazione del lavoro svolto e per lo spettacolo a cui assistevo, neanche respiravo per paura di essere sentito, già? pregustavo la posata di quell'orda, il brulicare delle ali tra i rami delle querce, il tremare del bosco.

Quando all'improvviso una voce mi chiamò per nome e mi disse "...ce li ho sopra, sparo?"

All'improvviso ed all'unisono l'avanguardia scartò, tutte le ali diedero il massimo della potenza, si gettarono come frecce nella vallata a sud. Il branco riprese immediatamente le distanze e quota e se ne andò anch'esso.

Rimasi inebetito con l'unica voglia di buttarmi giù dal palco.

Hunter77

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Risposta #50 il: 29/03/2012 - 12:27
Bel racconto Rimescolo.....Anche io da parte mia posso dire che la Puglia otre ad avere bellissimi posti per cacciare è piena di bravissime ed ospitali persone!!!!!

Rimescolo

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Risposta #49 il: 27/03/2012 - 20:29
CACCIA IN PUGLIA
Ultimi giorni d'ottobre del 1975, un amico di Porto Cesareo (LE) mi telefona che sono entrate tantissime allodole, è vento di grecale, mi invita a partire immediatamente.

Organizzo in poche ore un viaggio con altri due amici, ottengo tre giorni di ferie e nel pomeriggio di venerdì partiamo dopo aver caricato in macchina i nostri calibro 20 e tante cartucce con piombo 10. Ci avvicendiamo alla guida della fiat 128 e dopo 10 ore di viaggio arriviamo a destinazione, Porto Cesareo, dall'amico Leonzio.

Un caloroso saluto e via subito a letto, era mezzanotte e la mattina seguente la sveglia era rimessa alle 4.30, il posto stabilito era vicino all'albergo ma Leonzio dopo averci accompagnati, era dovuto andare a lavorare con l'accordo che ci saremmo rivisti a mezzogiorno.

Arrivammo a buio fitto in una oliveta secolare per l'uscita a tordi, ovviamente già? occupata da cacciatori locali, i quali in dialetto accesero una calda e vivace discussione con l'amico Leonzio a suon di "vossignoria" ecc..ecc..

Più volte tentai di non insistere con quel posto, bensì cercarli altri e soprassedere, ma Leonzio ci sistemò in prima linea e gli altri accettarono di tirarsi indietro.

L'attesa dell'alba fu lunga e preoccupante, ma finalmente i primi tordi cominciarono a uscire dalla pineta dirimpetto e cominciò quello che si rivelò una piacevolissima sorpresa di caccia e di ospitalità?.

Ricordo che eravamo in tre giovani toscani con tre fucili cal.20, due doppiette e il mio semiautomatico Beretta A300.

Erano i tempi che non si salvavano neanche le mosche, non oltrepassava la linea nemmeno un tordo uscito dalla pineta, e con stupore collettivo, i cacciatori che erano stati spinti all'esterno, si avvicinarono a noi per raccoglierci le prede e per saperne di più dei nostri calibri e della nostra origine.

Non potrò mai dimenticare quel gesto, da noi la gelosia del posto e l'avidità? del tiro è predominante. Alle sette, quando ormai l'uscita era agli sgoccioli sentimmo vociare

due individui che cercavano gli amici di Leonzio, non nego che ebbi un pò di apprensione, e invece al nostro identificarsi ci vennero incontro con tanto di pasticcini e caffè per la colazione. Non state leggendo una favola, è una realtà? che ho vissuto a 24 anni in un territorio maltrattato ma ricco di umanità? e ospitalità? sincera. A mezzogiorno ci ritrovammo con Leonzio e ci dedicammo alle allodole, alle pispole, agli strillozzi (sulla battigia della costa). Complessivamente sparammo il giusto, la domenica pomeriggio dopo aver acquistato delle palamite fresche facemmo ritorno a casa con un animo arricchito da un comportamento inconsueto e positivo, grazie all'amico Leonzio per everci dato questa opportunità? e grazie a quei cacciatori che erano molto avanti a noi, in fatto di ospitalità? e di altruismo.

I giovani che leggeranno questo racconto sappiano che il racconto è assoluta verità? e ne tengano conto per la loro esperienza futura.

Con rispetto saluto,

Rimescolo