FORUM Club Italiano del Colombaccio

giamp50

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Risposta #78 il: 09/05/2012 - 19:58
Vi ringrazio molto dell'invito, ma purtroppo gli impegni di lavoro non me lo permettono.

Auguro a tutti una stupenda giornata.

Cordiali saluti.

deliberoCICCIO

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Risposta #77 il: 09/05/2012 - 18:29
Dai GIAMP...VIENI ALLA CACIUCCATA.

Rimescolo

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Risposta #76 il: 09/05/2012 - 06:48
Sarebbe una bella opportunità? avere Giamp nella comitiva, i dissapori nascono e svaniscono fisiologicamente, una stretta di mano conta più di tante parole al vento.

"Adriatici" sarete i benvenuti,

un caro saluto,

Rimescolo

Vasco

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Risposta #75 il: 08/05/2012 - 21:52
Grande il tuo gesto giamp, mi ha ricordato quando sparai ad una lepre che non avevano scovato i nostri cani, un segugio nero me la mando in faccia e quando la consegnai ai proprietari del magnifico cane vollero per forza regalarmela. Bei momenti, altri tempi, ma credo che con più attenzione da parte di tutti si potrà? vivere ancora in armonia,

me lo auguro, da parte mia l'impegno ci sarà? sempre.
Giamp, nella macchina del presidente Paci c'è posto, se puoi mi farà? immenso piacere rivederti a Baratti.

Un abbraccio.

vasco

giamp50

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Risposta #74 il: 08/05/2012 - 19:41
Non esagerare "Delì", sono semplici normali episodi che ogni tanto mi ritornano in mente.

Sai, io vengo da quando, andando a caccia ed incontrandosi, ci si salutava, ci si scambiava informazioni e pareri e magari, qualche volta, alle nove del mattino, ci si fermava assieme a fare colazione, e che, mentre facevi colazione in 7-8 in circolo con fucili tassativamente scarichi, ti scappasse la furbona da qualche metro dove era rimpiattata schiacciata a terra.

E da quando in una zona, rimasta una femmina di lepre, la si lasciava, e guai a chi si fosse azzardato a cacciarla, sarebbe stato indicato al pubblico ludibrio!

Poi purtroppo le cose sono degenerate, ma spero sempre che piano piano si ritorni alla serenità?, cordialità? e rispetto di un tempo.

Cordialissimi saluti.

deliberoCICCIO

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Risposta #73 il: 08/05/2012 - 17:36
GIAMP...sei un GRANDE dal cuore NOBILE.

Ti abbraccio forte cicciodelibero.

Rimescolo

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Risposta #72 il: 07/05/2012 - 18:48
A quell'epoca tutto sembrava normale....

grazie, queste testimonianze e racconti sono scritti per far crescere nella tolleranza e nel rispetto i futuri seguaci della passione e dell'arte della caccia.

Stimoliamo altri a testimoniare azioni ed emozioni positive,

con rispetto saluto,

Rimescolo

giamp50

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Risposta #71 il: 07/05/2012 - 13:33
Non ricordo esattamente l'anno ma, ricontando gli anni vissuti dai miei pochi cani, credo fosse più o meno un 17-18 anni fà?.

Eravamo ai primi di novembre, nel mio Comune si restituiva alla caccia una zona di ripopolamento ed il regolamento prevedeva l'accesso ai residenti a turni per evitare affollamenti pericolosi, con un solo cane a testa, un prelievo di un solo capo di stanziale ed un orario limitato 07,00/11,00.

A quell'epoca deliziavano la mia caccia vagante una setterina ed una bracca tedesca, ambedue eccellenti e con caratteristiche specialistiche che si autocompensavano.

Optai per la setterina perchè ritenevo più opportuno farle avere qualche esperienza in più sulla lepre.

Scelsi una zona con limitata presenza di lepri nella convinzione di poter cacciare liberamente senza troppa concorrenza e, tra l'altro, era una zona da me molto frequentata in gioventù dove ogni fosso, ogni anfratto mi riportava alla memoria episodi assopiti ma non dimenticati.

Cacciai con molto divertimento le prime tre ore, trovai la pastura, la canina seguì più volte la traccia, credetti in più occasioni che stesse per saltare, ma alla fine dovetti convenire che per quella mattina la furbona l'avesse fatta franca.

Decisi di impiegare l'ultima ora su qualche fagiano.

Risalii la collina, abbastanza ripida, fino ad un lungo e largo frattone che circoncideva buona parte della collina stessa. Conoscevo bene quel posto!

Dopo pochi metri la setterina accennò una ferma ed andò in guidata, nel giro di qualche decina di minuti mi offrì 4-5 belle azioni, fin quando non mi decisi di scegliere.

Al riporto della femmina di fagiano mi accorsi che al di sotto avanti del frattone c'era un anziano cacciatore, bella presenza, doppietta, più sugli ottanta che settanta, senza cane.

Misi la fagiana nella cacciatora, segnai il capo, misi il guinzaglio alla cagnina e mi avviai verso l'anziano collega.

Salutai, a mia domanda mi rispose che non aveva preso niente, che non era riuscito a sparare ai fagiani che avevo levato, gli dissi: piazzatevi più avanti, là? sotto, vedrete che qualche altro fagiano ve lo manderò giù.

E così fù, però, con mio grande dispiacere, non riuscì ad incarnierarne uno.

Oramai eravamo agli sgoccioli, mancavano pochi minuti allo stop dell'orario, tra me mi dissi: al prossimo glielo sistemo io.

Dopo poco la cagnina riandò in ferma, silenziosamente corsi avanti piazzandomi di fronte in uno slargo, in uno sbattimento di ali ed in uno sgaggiolamento infernale emerse fuori dalle piante e si buttò giù.

Dalla mia posizione lo controllavo bene, attesi una decina di metri, il momentaneo compagno acquisito non sparava, arrivatomi ad una trentina di metri lo abbattei.

Scesi al di sotto del frattone, il cacciatore mi disse che non era riuscito a sparare, il fagiano giaceva un 70-80 metri in basso sull'arato.

Lo presi dalla canina, lo lisciai per bene, era un bellissimo maschio con una coda stupenda, lo porsi al cacciatore.

Mi guardò interdetto, mi disse: ma è tuo!

Risposi: guardate che io il mio capo l'avevo già? preso, ho continuato a far cacciare la canina solo per Voi, poi ho visto che Voi eravate fuori tiro ed allora ho sparato per Voi.

Replicò: ma allora te lo pago, dimmi quanto ti devo.

Vi ripeto, dissi ancora, il fagiano è Vostro, non mio!

A quel punto non insistette oltre, prese il bel maschio e ringraziò.

La mia soddisfazione più grande di quel giorno fu l'immaginarmi di quando il cacciatore ottantenne sarebbe giunto alla sua frazione, posizionata poco più in alto, ed alla sua casa con il fagiano in mano e la coda che toccava in terra.

Rimescolo

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Risposta #70 il: 06/05/2012 - 14:43
Ottobre 1973
All'epoca lavoravo all'italsider di Piombino, nel reparto controllo qualità? dell'acciaio, la nostra squadra era composta da 5 amici, tre dei quali cacciatori.

Il nostro rapporto di amicizia è tutt'ora saldo e i due oramai pensionati faranno parte della comitiva della cacciuccata.

Un breve preambolo per inoltrare un racconto di quel periodo, che ancora ricordo come fosse ieri, per la suggestione e l'entusiasmo che lo caratterizzò.

Avevamo concordato con "STOPPO" e "MALIZIA" (cognati) una mattinata insieme a colombi sul promontorio di Piombino (Populonia), ancora oggi meta preferita e prestigiosa per la storia del presente e del passato glorioso di questa parte di territorio toscano, non solo per la caccia al colombaccio.

Facevo il turno di notte, e da poco disponevo di una piccola utilitaria, uscii dalla portineria in anticipo, un'ora di permesso mi permise di arrivare a Populonia che era ancora buio, portavo con me il cal.20 A300, ad accogliermi c'era il grande amico "STOPPO" che insieme al cognato avevano occupato un trampolino (abusivo) dietro al capanno "LA GUARDIOLA" e una posta a terra sulla "puppetta".

Detto capanno all'epoca era considerato alla pari del "NANFI", il migliore per la migrazione autunnale del colombaccio.

Fu subito giorno, io ero sul trampolino con "Malizia", mentre "Stoppo" era sulla "puppetta" a 50 metri circa. L'emozione e l'ansia traboccavano, ma l'attesa fu interrotta da un tiro d'imbracciatura del "Malizia" che colpì il "lattaiolo" di turno.

"Lattaioli" erano chiamati quei colombi che avevano sostato la notte nelle vicinanze e la mattina presto facevano lo spollo, appena all'alba, la similitudine con il "lattaiolo" che era il primo a portare il latte nelle case o nei negozi è presto fatta.

Compiaciuto mi guarda aspettando l'elogio che regalo volentieri,e si prosegue.

La distanza dal capanno regolamentare era appena appena sufficiente, ma gli amici erano accettati dal capo, un certo sig.Vinicio che in seguito meglio descriverò, per aver saputo gestire situazioni di curate di colombacci.

Ovviamente le indicazioni espresse erano tassative, sparare dopo che avevano sparato i componenti del capanno, noi eravamo accettati ma abusivi.

Il primo branco non tardò ad apparire all'orizzonte, proveniva proprio da Campiglia, il mio paese, "Vinicio" iniziò con la maestria riconosciuta da tutti, l'azione di richiamo e il branco convinto entrò di fronte, allentato e perfettamente a tiro per tutti. Sullo spaglio alcuni colombi risalirono verso di noi che colpimmo entrambi dimostrando buon affiatamento. Spirava un leggero vento di scirocco e le condizioni erano favorevoli anche alla nostra ubicazione, purtroppo dalle 8.30 quando il nostro carniere era composto di 12 colombacci in tre, il vento cambiò repentinamente orientandosi a levante/greco levante.

Lo spettacolo delle curate aumentò notevolmente, prima di entrare al capanno i colombi venivano a prendere il vento sulle nostre teste, a mezzo tiro, non sparammo più un colpo perchè lo spaglio prendeva la direzione opposta alla nostra.

Alle undici circa andai a far visita al piccionaio "VINICIO", il quale mi accolse calorosamente facendoci i complimenti per il comportamento assunto nella mattinata.

Ricordo che aveva al collo un collare ortopedico per una improvvisa e inopportuna artrosi cervicale che gli impediva di assaporare per intero le meravigliose giornate autunnali, ma ciò non gli impediva di "giocare" i suoi piccioni ternani, per gli amici ospiti del capanno. La tesa era disposta come lo è tutt'oggi, con pochissime varianti, racchette a bilanciere disposte frontalmente, tutte comandate singolarmente, così come i volantini che anzichè volare in gruppo li aveva addestrati e selezionati a volare trasversalmente da una piccionaia all'altra. Mi colpì la sensibiltà? dei comandi e le teleferiche di fili che arrivavano tutti al capanno centrale, dove non c'erano angoli retti d'attrito e l'uso massiccio di canne per lo scorrimento dei comandi.

L'anno passato abbiamo fatto visita con alcuni amici del forum a questo capanno, ho rivissuto il ricordo, non è cambiato assolutamente il paesaggio che lo circonda e l'arricchisce, sullo sfondo il golfo e il mio paese....una cosa importante per gli amici è notevolmente cambiata: la direzione del passo con scarsissimi carnieri.

Il mitico "Vinicio" non c'è più ma due nuovi componenti ci allieteranno della loro presenza al nostro convivio di sabato, disponibili per una visita al capanno per chi lo vorrà?, anche "STOPPO" farà? parte della comitiva, ma il suo presente è "cinghialaio".

Mi rendo conto di andare per le lunghe, quando mi lascio prendere dai ricordi, non me ne volete....

un abbraccio con emozione e rispetto,

a sabato prossimo a Baratti, per la cacciuccata.

Rimescolo

deliberoCICCIO

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Risposta #69 il: 23/04/2012 - 15:56
Di "cappellate" da giovani se ne fanno tante.

Il mio primo Fagiano mi costò,per marcare con continuità? il punto di caduta,un marasma di spine di rovo.Per farla breve,a corpo libero,puntai il sito preciso ed incurante degli spini recuperai il selvatico caduto a circa 15 metri(ai limiti opposti della macchia di rovi).

Un cacciatore che assistette alla scena,ridendo a crepapelle mi disse : "guarda che c'era una stradina che ti portava a confine dall'altra parte della macchia ed il recupero sarebbe stato più semplice". Guardai lievemente inviperito quello "spiritoso" sconosciuto ,ma il Fagiano che avevo tra le mani,valeva per me,più degli innumerevoli graffi sulla pelle ed il perdono "a denti stretti" dello spiritoso.

Spesso l'emozione è come avere una benda sugli occhi...rendendoci anche troppo audaci.

Un saluto cicciodelibero.

giamp50

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Risposta #68 il: 22/04/2012 - 20:28
Prima apertura, la prima licenza l'avevo presa l'ottobre precedente, si direbbe correva l'anno 1967, avevo 17 anni non ancora compiuti, giravo ancora con il motorino, un Guzzi Cardellino 65cc, con acceleratore a leva sul manubrio e le tre marce a leva sul lato serbatoio, a cui regolarmente dopo alcuni Km, se non andavo piano, si surriscaldava la testa cilindro.

In quegli anni mio padre, per problemi vari, aveva sospeso la caccia ed io avevo in uso il suo sovrapposto Beretta S56E da 71cm e  strozzature di 7/10 - 10/10 di allora e cioè prima canna 18,4-17,7 e seconda canna 18,3-17,3.

Avevo un giovane bastardo che tutto poteva sembrare meno che un cane da caccia e che comunque capiva più o meno quanto me!

La mattina ancora buio, dietro mia richiesta, mio padre mi accompagnò con la 500 verdina, sportelli con apertura in avanti, a circa 5Km da casa, in una zona che sapevo "buona" per lepri. Poi sarei tornato a casa a piedi.

Naturalmente di dormire durante la notte neanche a parlarne.

Attesi all'inizio del campo prescelto i primi albori dell'alba dopodichè iniziai ad affondare nello spazio sottostante che comunque era abbondantemente guarnito di cacciatori.

Dopo un'oretta, forse, od anche meno, al di là? del fosso e nei pressi di una ripa vidi un leprone scantonare. Era abbastanza vicino, forse troppo, sparai il primo colpo, lo presi ma dietro e continuava a trascinarsi lentamente con le zampe anteriori. Sparai il secondo colpo ma evidentemente lo mancai.

Iniziai a correre saltando il fosso per prenderlo con le mani ma quando ero a pochi metri sentii un'altro colpo e il leprone si rovesciò. Rimasi inebetito.

Arrivò un rozzo trentenne per prendersi la lepre, gli dissi timidamente che la lepre spettava a me, rispose che quando lui gli aveva sparato la lepre ancora camminava e che quindi era a metà?, annuii accontentandomi, presi il mio coltellaccio e la dividemmo.

Mi incamminai su e giù per le dolci colline marchigiane verso casa.

Arrivai ad una vignetta bassa e sporca, assolata in una zona libera da cacciatori, mi misi in cima al centro e cercai di far cercare all'interno il cucciolone, ma questi evidentemente non sapeva proprio, allora entrai un pò dentro muovendo i filari.

Dopo un pò dall'angolo basso sinistro sgaiattolò via una bella lepre, nei pochi metri di visibilità? gli rilasciai un colpo ma non la presi.

Se ne andò in direzione di un campo di granturchetto. Io me ne andai verso casa essendo oramai tardi.

Dopo pranzo ingaggiai un ragazzotto dal doppio dei miei anni ed andammo a battere il campo di granturchetto.

Lucio, così si chiamava, di caccia ne capiva forse meno di me, ma aveva un cane, un bracco tedesco pesante di una decina di anni, che gli era stato regalato dal suo datore di lavoro, che di caccia ne capiva più di noi due messi assieme.

Io ero in cima al campo di granturchetto, Lucio in fondo, il cane batteva in mezzo.

Ad un certo punto in mezzo al granturchetto intravvidi un paio di orecchione e rivolto a Lucio gli gridai:

"vedo u paru de recchie, che fò, sparò? però no so s'è nu cuniù"

In effetti nelle vicinanze vi era una casa colonica ed a quei tempi era ancora uso allevare conigli in libertà? per i campi.

"Spara,spara" rispose, ma quando riabbassai gli occhi le orecchie erano sparite, allora stupidamente entrai nel granturchetto e la lepre, senza che io me ne accorgessi, mi passò alle spalle ed uscì in alto.

Sentii due colpi, vidi il compagno che sparava in direzione delle mie spalle a destra, mi girai e vidi la lepre in fuga ma oramai fuori tiro.

Lo rimbrottai per non avermi avvisato all'uscita della lepre dal campo, però tra me e me mi dissi quanto ero stato coglione ad entrare dentro il granturchetto.

Chissà? perchè, a fronte di tanti altri episodi molto più recenti e dimenticati, questi "antichi" rimangono sempre vivi e vitali stampati nella memoria?

Mah, forse saranno delle pietre miliari nella nostra vita di cacciatori!

giamp50

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Risposta #67 il: 20/04/2012 - 19:50
Grazie dell'offerta, "Delì". Se ne avrò bisogno approfitterò della Tua generosità?.

E' venuto fuori che praticamente, nonostante la mia ignoranza di allora e la massa di errori conseguenti, piano piano iniziarono ad insegnarmi la caccia alle palombe con i volantini.

In un certo momento avevo fatto, o meglio mi erano nati, una coppia di giovani che me li portavo sulla spalla.

Poi, dopo qualche anno, come certamente avrai già? capito essendo io nato cacciatore da cane da ferma, resomi conto del troppo impegno richiesto dalla caccia alle palombe che mi distoglieva dall'altra, tornai in toto alle origini, dismettendo la stretta selezione dei Ternani.

Poi quando ripresi fui ammaliato dal canto delle sirene senza barrature ecc.

Qualche goccia di sangue è rimasta nei miei odierni.

Ciao "piolo", felice di risentirTi.

piolo

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Risposta #66 il: 20/04/2012 - 18:47
ciao Giamp, ciccio e tutti gli altri.

caro giamp, io credo che cavolate le facciamo tutti ( io sicuro ). l'importante è stare bene e tirare sempre avanti. quando ci incontreremo te ne racconto una anche io. a scriverla mi ci vuole troppo. ti anticipo solo che in un branco di 50 palombe in curata, qualcuno ha sparato a volo e sono caduti solo due volantiniiiiiiiiii. ciao a presto.

deliberoCICCIO

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Risposta #65 il: 20/04/2012 - 17:23
GIAMP,sarei curioso di sapere di quei "pargoletti"..11..cosa è venuto fuori.

Se hai bisogno di "rinsanguare"...TERNANI puri sono a Tua disposizione.

Colgo l'occasione per raccontarti di un amico di ...Amelia.

Carissimo amico,ma sospettoso...mi ha regalato dei volantini validissimi.

Passano degli anni...conoscevo tutte le sue diverse voliere ed un BEL GIORNO...mi dice:

"ora ti faccio vedere una coppia di puri Ternani,regalandoti un loro piccolo".Credimi NON sapevo dell'esistenza di quella voliera e mentre procedevamo verso questo "nuovo sito" mi aggiunse al suo dire:"sei l'unico a cui dono la razza pura,raccontandomi la provenienza di quella stirpe e come l'aveva avuta e da chi".

Sono ancora oggi sorpreso,felice per la stima dimostratami e pensieroso per la lunga attesa prima della concessione.

E' proprio vero il detto : "prima di conoscere a fondo una persona mangia con Lui più sale possibile".

Un abbraccio cicciodelibero.

giamp50

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Risposta #64 il: 19/04/2012 - 19:57
Ehh, magari fosse così, Delì,

sai nella vita di cavolate se ne fanno parecchie, attraverso traversie varie e scelte che oggi non rifarei, ho perso scentemente e stupidamente quel ceppo.

Anche se dal punto di vista del lavoro/bellezza non mi lamento con gli attuali Casalesi rinforzati Ternani, non mi perdonerò mai, perchè la Storia e la Tradizione hanno in loro stesse un valore intrinseco non eguagliabile.

Adesso la dico grossa, è un pò come un'opera d'arte, oppure che so come un'auto d'epoca, le moderne avranno tante cose e tecnologia in più, ma non potranno mai raggiungere il fascino di una d'epoca. Ciao.

P.S.- e comunque con loro ho iniziato ed appreso la tecnica, prima era scaccia!