FORUM Club Italiano del Colombaccio

Rimescolo

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Risposta #153 il: 07/11/2012 - 20:18
No Denis, non si può mescolare l'acqua con l'olio, io sostengo una logica di comportamento e di "insegnamento" che esula la ricerca spasmodica del risultato numerico,

se hai seguito i miei racconti, avrai riscontrato un taglio di conoscenza, esperienza, ricerca e studio dei modi, dei tempi e dei luoghi di caccia.

Non ho basi scientifiche che mi permettono, come ad altri, di supportare tali azioni ed emozioni, ma l'indirizzo che mi sforzo di consigliare è diverso dal tuo.

Diverso per i tempi che ci attendono, per i giovani che ci seguono, per i selvatici che ancora ci permettono di esprimere la nostra arte nel rispetto delle regole.

E' positivo spero il nostro confronto, ma non credevo di affrontarlo solo per aver dissentito o non aver condiviso un entusiasmo, il tuo e quello di Enricoc.

Anche oggi purtroppo ci sono luoghi che permettono questi scempi, almeno io li chiamo così, ma non devono essere il desiderio e l'obbiettivo dei giovani, e se permetti io li contesto e non li ammiro.

Con rispetto ti saluto,

Rimescolo

Denis

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Risposta #152 il: 07/11/2012 - 19:55
Rimescolo,scusami ma va ti a rileggere tra "querce e palombe"  del Mazzotti e vedrai che di mattanze( come chiami tu il carniere ) ce n'erano anche sulle cacce tradizionali dopo di che vi facevano anche festa al paese esaltando appunto quel carniere.

io non ho esaltato il carniere del racconto ma tutto il racconto nel suo contesto di luogo,di epoca e di modalità? di caccia.

il carniere è in quel racconto insignificante come lo è quello delle caccie tradizionali raccontato dal Mazzotti.

Che vorresti dire che mancava l'arte e l'etica della caccia anche in Umbria e nelle Marche in quelle caccie tradizionali.

Che vorresti dire che manca e mancava l'etica sui Pirenei ed in tutto il sud/ovest della Francia dove in ottobre dilagava e dilaga ancora  la malattia blu e dove intere comunità? hanno vissuto e vivono tuttoggi con il guadagno del Colombaccio ucciso e lo fanno ancora tuttora a tal punto di considerare le Palombiere un bene culturale e tradizionale di quei luoghi, a tal punto di mettere all'asta i valichi( e questo lo fanno i singoli comuni).

Ma lo sai quanti Colombacci transitavano e transitano ancora sui Pirenei????

e poi te lo ripeto non ho mai visto nessun fermarsi alla quota da nessuna parte quando le condizioni permettono il carniere che comunque è sempre ogni volta insignificante su quello che è la quantita di Colombacci di quel giorno che ti permette di fare quel carniere.

ciao

Rimescolo

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Risposta #151 il: 07/11/2012 - 19:34
Proviamo a scrivere pacatamente e in modo riflessivo, senza indurre nessuno a pensare negativo o sentirsi offeso, ne tantomeno a polemmizzare.

Ho letto educatamente il lungo racconto, accalorato ed emblematico.

La dimenzione dell'"avventura" non rientra nei miei parametri(popolari), le duemila cartucce a disposizione sparate in tre giorni, in un contesto di spettacolarità? ambientale e paesaggistica, con raffiche di 5 colpi a "struscio", tanto da far grigio un prato verde, di palombe abbattute, non mi muove un soffio di emozione, anzi mi crea un po d'imbarazzo. Tanto più se il racconto tende a giustificare un atto contestuale di "elemosina" verso una collettività? di per se povera e plebea.

No non è (ovviamente per la mia cultura ed etica di caccia)una bella e grandiosa testimonianza di caccia...

ENRICOc e DENIS, rispetto la vostra cultura e le vostre dimenzioni, ma in qualunque posto e in qualsiasi contesto vorrei permettermi di non essere in sintonia con le vostre o altrui esaltate azioni di mattanze.

Altrimenti il nostro faticoso percorso di educazione all'arte e all'etica, nel rispetto delle regole, va a farsi fottere....

Hasta la victoria, siempre!

Denis

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Risposta #150 il: 07/11/2012 - 06:17
X Rimescolo
 il racconto non crea emozione ed ammmirazionee per il carniere fatto in due giorni da due cacciatori ma lo crea per quello che è  la caccia al passo sopratutto in un contesto come quello di un valico obbligato, vuoi per il vento,per la situazione orografica ed ambientale non in un posto qualsiasi ma sui Pirenei dove di Colombacci ne passano migliaia e migliaia a branchi uno dietro l'altro.In un girono opossono essser conteggiati fino a mezzo milione ed oltre di colombacci in un solo colle.

Contestare il carniere che sarà? sicuramente rimasto sui livelli bassissimi del 0,2% e forse anche meno di quello che è passato in quel racconto mi sembra di poca rilevanza.

Bisogna essere nato su un passo per capire quello che è la caccia al passo,poi se ce la immaginiamo sui Pirenei il tutto è piu chiaro.
Per quanto riguarda il carniere come ho detto altre volte non ho mai visto NESSUN FERMARSI ALLA QUOTA GIORNALIERA OGGIGIORNO( SI CHIAMA UN'ALTRO E SI CONTINUA) e quindi  penso che in quel periodo in quel luogo dove non esisteva e forse non esiste tuttora nessuna normativa di carniere giornaliero non esista nulla che toglie bellezza al racconto.

Faccio inoltre presente che nelle cacce tradizionali quando raggiungevano cento pezzi a giornata si faceva festa:questo a dimostrazione che il carniere non era affatto vincolante sull'etica della caccia in quei periodi e che sicuramente saranno anche andati oltre i cento pezzi tante volte senza nulla togliere alla bellezza di quelle caccie e cacciate.
Nel racconto vi è un  paragrafo dove si dimostra il rispetto verso l'animale ucciso andando a recuperare tutti quelli andati a morire nei dintorni o boschi adiacenti.
Il rispetto verso il Colombacccio non viene a mancare nel momento del carniere ma viene a mancare nel momento in cui si insiste troppo con pressione venatoria massiccia e con tempi di caccia troppo lunghi e magari chiedendo di cacciarlo dal 1° settembre  fino  febbraio compreso come auspica quualcuno  cioè 6 mesi= questo  si che è mancanza di rispetto dell'animale.

Mancanza di rispetto dell'animale è non lasciarli zone dove possa tranquillamente andare in pastura,lasciando che l'agricoltura intensiva faccia il suo scempio.

Mancanza di rispetto del Colombaccio è la mancata gestione delle popolazioni di svernanti. Mancanza di rispetto è pensare che basti solo  fare rilievi sulla migrazione e pensare che si è capito tutto del Colombaccio.

Ben vengano i rilievi di quelli nidificanti ed i rilievi delle migrazione ,ma mancano i rilievi dello svernamento e ricordiamoci bene che quelli svernanti sono quelli della migrazione dell'anno successivo.

Ricordiamoci bene inoltre che quelli che vengono cacciati d'estate in Romania da accompagnatori "toscani" ( i Monti Carpazi iniziano in Ungheria per terminare sul la foce  del Danubio )sono quelli che mancano alla migrazione Veneta,Emiliano-Romagnola dell'Abruzzo e delle Marche e qualcosa anche in ingresso da Tarvisio sul fianco delle Alpi.

Li si vien fatto il massacro delle popolazioni nidificanti di sicuro non dannoso per quei luoghi visto che trattasi dei luoghi canonici di nidificazione.

Li si che l'indifferenza è mancanza di rispetto verso il Colombaccio come lo è la caccia alle Beccacce in Crimea.

Penso che se esiste una caccia da non contestare è proprio quella fata sui valichi,poi se siamo sui Pirenei figurati un carniere di quell'epoca.

Ciao

Rimescolo

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Risposta #149 il: 06/11/2012 - 20:11
Credo che il racconto sia degno del rispetto di chi lo ha scritto e pubblicato, purtroppo non mi ha generato emozione nè ammirazione per uno "scempio" così eclatante...

ma chissa quanti "eletti" hanno fatto questi massacri.

con rispetto saluto,

Rimescolo

Denis

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Risposta #148 il: 06/11/2012 - 18:06
Bellissimo,grandioso racconto a testimonianza delle  vecchie tradizioni ma anche  a testimonianza di una delle piu antiche caccie al Colombaccio: quella fatta sul valico dove la passione,la tenacia,l'attesa,la poesia,la voglia,l'amore per questo grande selvatico ,e la speranza di essere trasportati dal passaggio di uno o mille branchi e si legano e si fondono insieme  per formare una delle piu belle malatie : la malatia blu sul colle.
Grazie per questo racconto meraviglioso che mi ha trasportato indietro negi anni fino alla mia nasita di cacciatore di Colombacci.

 Li sui colli in attesa del passo  sono nato come cacciatore e li vorrei potere desoderare di morire sia come uomo  che come cacciatore  aspettando un ennesimo branco ancora prima della fine.

Commosso ringrazio nuovamente.

Grazie,grazie,grazie,Denis.

aldorin

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Risposta #147 il: 06/11/2012 - 16:27
bel racconto. Grazie Enrico!

ILFAINA

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Risposta #146 il: 01/11/2012 - 21:35


ILFAINA

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Risposta #145 il: 01/11/2012 - 21:35
Uno strano posto.
sono quasi 7 anni che non ci vado piu ,il motivo e stato la morte della mia fedelissima Lady 6 anni fà?. Non l'ho mai dimenticato spesso mi viene in mente come un vecchio amore lasciato in sospeso, ora posso tornarci grazie alla mia nuova compagna di caccia.Certo sara dura per entrambi far successi come hai vecchi tempi, Lady era una vecchia cacciatrice di beccacce ..Dea ancora non sa cosa gli aspetta.. ma promette bene grazie anche all'addestramento pesante fatto da Maggio a Settembre con insegnamenti comportamentali in bese alle mie "fisse" per un buon cane da cerca.. ma parliamo di questo strano posto e dei ricordi passati.
Da sempre fissato alla ricerca di nuovi posti per colmare l'animo del beccacciaio, non sai mai dove cercarla ti dai delle risposte in base alle esperienze fatte ma ogni volta "lei" ti smentisce..pensi di avere imparato un posto buono perche ne hai trovate diverse in pochi giorni ma l'anno dopo li non e uguale e ti accorgi che in un altro posto non lontano ci sono e dove le trovavi l'anno prima niente.... Gira e rigira una volta circa 15 anni fa dopo aver fatto non so quante prove in vecchi posti e altrettante in posti nuovi decido di andare in un posto che ogni volta che ci passavo con la macchina mi piaceva per come si presentava. E cosi feci ..parto da Livorno diritto come un treno per andar li..basta avevo deciso..e dissi per convincere l'anima faccio l'ultima prova poi tornerò hai soliti posti.... Arrivo sul posto di primo mattino e mi accolsi subito che un conto era aver dato un occhiata veloce mentre andavo in macchina e un altro era li a guardare quel ripido sceprone che scendeva giu a valle largo un centinaio di metri e lungo circa un kilometro prima di ricongiungersi al bosco sopra il poggio. La cosa che mi attirava di piu e che mi faceva fantasticare erano le circa 200 mucche maremmane allo stato brado lasciate nella zona, incomincia l'avventura Lady entra dentro la macchia sul lato sx dello sceprone io rimango parallelo a lei a bordo campo per i primi 200 metri porovai piu volte a entrare ma non cera versi ..era tutto marruche (per chi non conosce questo tipo di pianta dico... la marruca prima ti agguanta e poi ti buca)quindi decido di continuare cosi stando fuori.. Lady circa ogni 50 metri si affacciava per vedere dove ero e continuammo ad andare in su direzione bosco con la speranza che lassù la macchia fosse piu alta,improvvisamente non sento piu la campanella di Lady e dopo pochi secondi parte il bibip del collare aucustico..incredulo per dove era rimasta ferma cerco di avvistarla affacciandomi il piu vicino possibile verso il suono ma inutilmente la marruca non lo permetteva,Lady era ferma davanti a me circa30 metri , non potendo fare altro che sperare che al mio via il frullo fosse verzo di me, mi allargo un po in una visuale "migliore" ma risento un leggero tintinnio della campanella ..dico vai non agguanta la ferma ora parte .. niente di nuovo bibbip poi tintinnio e ancora bibibp ma sempre piu vicino fino al punto di intravedere Lady 3 o 4 metri in pelle alla macchia ferma...quella vecchia volpe si era accorta che non ero li come sempre dietro a lei allora lei porto il selvatico verzo di me servendomelo su un piatto d'argento.Basto una volta per far capire al cane come cacciare in quel posto, Lady in circa 700 metri fece altre tre ferme tutte con il solito stile....A differenza di altri posti ogni volta che andavo li trovavo sempre minimo una beccaccia ..da il primo di Novembre fino all'ultimo giorno di caccia sembrava che qualcuno ce le mettesse come si fa su i fagiani.. L'anno successivo non mi smenti e cosi fu sempre ogni anno fin oa l'ultimo che risale a sette anni fa.... In questo arco di tempo sono passato tante volte davanti a quel posto versandoci alcune lacrime per i suoi ricordi di sudore e gioie.
Sono sicuro che Dea riuscira a farmi sudare ancora.
Un saluto a Lady
Flavio

ILFAINA

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Risposta #144 il: 26/10/2012 - 15:57
Grande Renato, arrivi sempre allo scopo...... per lo meno per me e facile capire cosa vuoi trasmettere.
Un saluto al tuo "vecchio" Baffo.
Oggi ero alla ricerca di qualche colombo già? fermo in una zona che conosco,appoggiato comodamente alla macchina a guardare con il binocolo insieme al mio solito compagno di avventure, avevo tolto il guinsaglio a Dea per fargli fare i suoi bisogni ad un tratto dopo aver tolto l'occhi dal binocolo vedo Dea ferma e una trentina di merti da me...sembrava facesse un bisogno ..e invece la vedo gattonare per una ventina di metri e poi di nuovo ferma ,io e il mio amico increduli ci avviciniamo e  al mio "via" rompe e fa frullare prima una bella femmina e subito dopo il maschio tutto in un posto dove fagiani neanche mi immaginavo esistessero. Vedi e come dici te, il cane puo riempirti una giornata priva fino a quel momento di emozioni.
Un abbraccio.

Rimescolo

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Risposta #143 il: 26/10/2012 - 14:13
Credo di poter continuare i racconti con il medesimo intento di trasmettere conoscenze, azioni ed emozioni di caccia.

Non vogliono escludere nessuno, ma non devono essere intesi come testimonianza fra veterani, bensì come strumento di ricerca di condizioni necessarie per il mantenimento, lo sviluppo e la tradizione dell'arte della caccia.

Una caccia vissuta con strumenti occasionali e per certi versi poveri, ma arricchita da maestri e da ausiliari eccellenti e ricchi di valori, in un ambiente naturale di grande interesse.

E' difficile essere compresi da una generazione di cacciatori che ha l'opportunità? legittima di avere potere di acquisto e di movimento(seppure in ambiti territoriali), il mio desiderio è quello di poter riuscire a convincere il giovane che la vera (e non l'unica) passione ed arte della caccia la si può trovare anche oggi che ci consideriamo bistrattati e bastonati dai media in generale.

Esistono spazi ancora sufficenti, selvaggina ancora valida, compagni e amici disponibili, fedeli ausiliari che possono riempire giornate vuote o di scarsi carnieri.
Era una giornata di caccia programmata a selvaggina mista, (dalla cencina all'elefante), partiamo per boschi con il mitico "baffo".

La zona distante da casa è raggiunta con un fuori strada, "baffo", ancora a guinzaglio, avventa un selvatico.

Ispeziono lo stradello e scorgo una impronta di un cinghiale di media taglia, singolo.

Conosco la zona a menadito e indico agli amici tre o quattro possibilità? di sparo, giudico il selvatico accovato in una certa zona e dispongo le poste.

Libero il mitico e di lì a breve scova e inizia l'abbaio a fermo con melodie e metodo da brivido. Accosto e il cinghiale parte in direzione di un amico, sento lo sparo e il cane che prosegue in lontananza, mi avvicino e in una nuvola di fumo scorgo un amico che impreca per una cartuccia che aveva preso l'umido e non gli aveva permesso un tiro efficace.Si prosegue e dopo un po di tempo, baffo ritorna a cercarmi per scovare un'altra preda, che avviene puntualmente prima di pranzo.

Si ripete la disposizione della braccata e questa volta tocca a me fallire il bersaglio in maniera abbastanza clamorosa, il selvatico va molto lontano e baffo rientra verso la fine della giornata, affaticato e deluso ma con occhi umani comprensibili di un impegno oltre ogni limite.

Gli offro un pezzo di pane e due carezze, e si rientra verso la macchina distante alcuni km, baffo è libero di seguirci senza guinzaglio, ormai era stanco e pensavo io non più disponibile alla cerca.

Nell'attraversare un incolto, scova una lepre che viene puntualmente mancata da un'altro amico partecipante alla penosa giornata vissuta.

Morale: non è un racconto che trasmette emozioni, ma vuole avvicinare i giovani alla caccia, sì con strumenti moderni ma essenzialmente con l'ausilio di un cane fedele e capace di riempire una giornata vuota di carniere ma ricchissima di significato per la grande e infaticabile disponibilità? dell'amico "baffo", insostituibile nel suo modo di proporsi, con quegli occhioni umani che ti facevano sentire sempre e comunque "amico"suo, anche in quelle penose giornate che non gli facevi mordere la preda.

Aida, la breton che tengo in giardino, è intelligente e dal muso e gli occhi brillanti e felici, oltre che brava, ma gli occhi di BAFFO resteranno insostituibili.

Non rimpiango assolutamente, dobbiamo accettare la diversità? come ricchezza altrui, non vogliamo clonazioni dei nostri ausiliari, piuttosto più tolleranza e pazienza da dedicargli

un abbraccio con rispetto,

Rimescolo

Rimescolo

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Risposta #142 il: 23/10/2012 - 21:16
Fra poco credo di poter scrivere l'ennesimo racconto, naturalmente con la tranquillità? e la speranza di non annoiarvi.

Rimescolo

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Risposta #141 il: 23/10/2012 - 21:13
Flavio, ricordo di averti consigliato di non avere fretta nell'addestramento di Dea, di farla giocare, di fartela affezionare, di farti eleggere a suo capo e compagno... ebbene è giunto il momento di fargli capire che deve lavorare in serenità? e con soddisfazione per lei e per te!

il tempo del gioco (non dell'affetto) è finito, ora devi fare sul serio sulla cerca e sulle ferme, e non essere tentato dall'insistere a beccacce "fuori orario", il cacciatore deve saper rinunciare al carniere per amore del suo cane, nel senso che prima che in bocca il cane desidera cacciare con il suo naso il selvatico di turno.

con affetto,

Rimescolo

ILFAINA

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Risposta #140 il: 23/10/2012 - 20:14
Brutta bestia la passione!!! :evil: :twisted:

ILFAINA

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Risposta #139 il: 23/10/2012 - 13:15
Renato, questo e quello che scrissi 5 mesi fa!! e tu mi dicesti di non fare paragoni e posso solo ringraziarti.... Dea mi stà? dando delle grandi soddisfazioni con i suoi primi colombacci. Per la apertura mi ha fatto penare le pene dell'inferno ma ora nelle ultime tre cacciate mi ha fatto emozinare non poco, a gia raccattato un ottantina di colombi con tanto di riporto direttamente nella posta, a gia imparato ad andare in direzione della fucilata e via. Sono tornato oggi per fare rifornimenti di provviste e riparto stanotte per rientrare direttamente domenica...E uno spettacolo sono su un filo di passo da brividi ,,,,siamo in caccia dalle 8 di mattina alle 6 del pomerigio.
Un abbraccio
Flavio :evil: :twisted:
l'ultima beccaccia.

 Lady setter bianconera di 15 anni malata di diabete da un anno, dovevo farli due punture al giorno .Fine stagione del gennaio 2006.Come tutti i fine settimana andavamo nella nostra casetta in campagna ( Chianni, Prov..di Pisa ). Il giorno succesivo mi svegliai alla solita ora (06:00)per recarmi in uno dei miei soliti posti. Uscito da casa fù travolto da un leggero ma "freddo" vento di tramontana, era una bellissima giornata, arrivato nel posto come sempre la vecchiona si sedette accanto a me alzando lo sguardo nella direzione da dove da anni vedevamo arrivare veloci ombre scure , ne vedemmo una soltanto ma passo cosi vicino che la vecchiona fece un mezzo salto e mi guardò, come per dirmi andiamo cerchiamola. Aspettai che facesse giorno e mi incaminai dove di solito la trovavo ( la rimessa ), chiaramente sapevo di non avere più il cane di una volta, però la sua esperienza e la sua passione erano superiori alla sua età? . Arrivammo alla prima rimessa e la vecchiona gattonando come se evesse paura di svegliarla si girò e mi guardò,come per dire qui non cè.Prima di arrivare alla seconda rimessa la vecchiona incomincio a cacciare strusciando il petto in terra e ad agitare la coda, gattonò per una quarantina di metri e poi entro in ferma.Al mio "Sù" dette la fogata e la Regina si alzò incolonnandosi verso le cime delle piante sfoglie, ma non gli detti tempo . La vecchiona colpì per l'ultima volta, morì l'estate seguente il 23/07/2006.Il vuoto lasciato da Lady fù immenso, non è stato facile separami da lei dopo 15 anni di convivenza.Edesso dopo 6 anni dalla sua morte ho avuto il coraggio di riprendere un cane, Dea Breton di 4 mesi.Non sò sè riuscirò a rifare un cane come avevo, i tempi sono cambiati e sono cambiato IO..

 Un saluto a Lady compagna di vita e di caccia.