FORUM Club Italiano del Colombaccio

deliberoCICCIO

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Risposta #25 il: 19/04/2011 - 12:38
Perchè,a turno,ognuno di NOI ed a puntate (come ha fatto il GRANDISSIMO NARRATORE di nome LEVANTE)non racconta la nascita della propria PASSIONE?????

Per aitarvi ad entrare,in punta di piedi,nel ...mistero della mente....leggete...

PASSIONE MIA

Nella Tua parola comincia il mio "cielo"

le foglie parlano la tua lingua "verde".

Per Te ho cosciuto la statyra dei "miei monti"

le ore affannose nelle "valli"...

franare Ti ho sentito nella "gabbia di un palco"

fremere a tendere "la tesa".

Ti difenda la "palomba" che guizza

o il "falco" che "saetta senza musica".

Sarà? il Tuo futuro una rivolta di zolle

ma sempre e comunque sarai nei miei pensieri.

Non sei che una parola "sussurrata...

al momento prima di sparire

libera nel fragore della mente...

sul "colle azzurro di brina".un abbraccio.

Palombaro

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Risposta #24 il: 19/04/2011 - 07:04
Io quei periodi non li ho vissuti se non nei ricordi dei miei parenti....ma visto che qui di Perugia c'è qualcuno meno giovane di me chiedo a Vasco se si ricorda il contadino che viveva vicino alla ferrovia di Piscille, Maiarello mi pare si chiamasse, come secondo lavoro faceva l'uccellagione e teneva sotterrato uno ziro di terracotta pieno di uccelli che catturava con le panie e vendeva normalmente a chiunque volesse fare uno spiedo.

Sempre per i Perugini, mio nonno e mio padre avevano una nocetta sopra il ristorante BIGI, beh ora è quasi piena città?...

Vasco

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Risposta #23 il: 18/04/2011 - 21:46
Ciao rimescolo è un bel libro a puntate, complimenti è un piacere leggerti. Ora c'è

anche il grande "CICCIO" che ci tiene compagnia, ottobre con voi sembra più vicino.

Un grande abbraccio. Vasco

deliberoCICCIO

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Risposta #22 il: 18/04/2011 - 21:27
Rimescolo...grazie,mi ritrovo per un attimo bambino nel leggerti.Ricordo quando il mio maestro delle elementari prendeva a leggere racconti del libro CUORE,il calore e la passione,la giusta pausa,la giusta commozione...ecco prendo a commuovermi!!Grazie al mio insegnante ho imparato a leggere e guardare oltre...meglio "trasferirsi nel racconto" per renderlo facile all'attenzione.E' tutto li...nell'emozionare...e Tu ci sei riuscito alla grande.

Poi quando hai iniziato a parlare di TUO PADRE...beh!!!!Ti ho capito ancora di più.

Mi hai fatto viggiare.Un abbraccio.

deliberoCICCIO

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Risposta #21 il: 18/04/2011 - 21:23
Rimescolo...grazie,mi ritrovo per un attimo bambino nel leggerti.Ricordo quando il mio maestro delle elementari prendeva a leggere racconti del libro CUORE,il calore e la passione,la giusta pausa,la giusta commozione...ecco prendo a commuovermi!!Grazie al mio insegnante ho imparato a leggere e guardare oltre...meglio "trasferirsi nel racconto" per renderlo facile all'attenzione.E' tutto li...nell'emozionare...e Tu ci sei riuscito alla grande.

Poi quando hai iniziato a parlare di TUO PADRE...beh!!!!Ti ho capito ancora di più.

Mi hai fatto viggiare.Un abbraccio.

aldorin

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Risposta #20 il: 18/04/2011 - 18:26
vai Rimescolo.... vai
che tutti ci divertiamo a leggerti! Proprio tutti!!!!!!!!!!!!!!!!

toscamerepapillon

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Risposta #19 il: 18/04/2011 - 12:46
continua....

si arrivò così con una candela e un focolare sempre acceso, alla disastrosa nevicata del 1956. Il nostro "podere" contava 8 ettari, di cui 2 misti castagni e bosco,un ettaro di oliveto, 4 ettari di campi e circa un ettaro fra vigneto e frutti vari( fichi, mandorli,ciliegi, peri, susini).L'oliveto andò perduto per il ghiaccio e la neve che si protrasse per 40 gioni, fino a marzo!!!in compenso per una ventina di giorni riuscimmo a mettere sott'olio (dell'anno precedente), una gran quantità? di tordi, merli e uccelletti vari.La mia dotazione erano 5 tagliole che a intervalli regolari (giusto il tempo di andare in casa a scaldarmi le mani) cambiavo di posizione ottenendo sempre il massimo risultato.Dopo venti giorni da predatore diventai partecipe delle loro difficoltà?, aiutandoli per quanto potessi alla sopravvivenza, con spargimento di mangimi,(pochi) e soprattutto liberando dalla neve spiazzi di terreno dove potevano trovare sostentamento. Fu una strage, si trovavano uccelli morti dal freddo e dalla fame dappertutto, colombi non se ne videro... si erano spostati in tempo.La prossima volta vi parlerò sempre di miseria e di freddo, ma con trappole per cattura d'uccelli che si chiamavano "PETRACCOLE" e Lacci.

Fermatemi prima della noia.....

Saluti,

Rimescolo

koala

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Risposta #18 il: 15/04/2011 - 10:19
grande rimescolo, io ricordo gli anni 74-75 avevo 11 anni e con mio padre si andava alla Raticosa e non alla Futa dove al muro vi erano attendati; allora andavamo ai tralicci della raticosa e li dopo una piccola scarpinata si prendeva un posto qualsiasi.colombacci pochissimi qualche tordo ma molti fringuelli ed era bello, con mio padre più dedito alla pesca ed in quei momenti rpestato alla caccia per me e per la mia passione .

toscamerepapillon

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Risposta #17 il: 15/04/2011 - 09:19
continua....

come dicevo ho vissuto un infanzia in campagna (fino a 11 anni)e ho avuto modo di conoscere la natura e tanti animali che essa ospitava. Non avendo coetanei per i giochi, trascorrevo il tempo giocando a fare l'adulto in estate e il "cane" nel senso della raccolta delle prede che venivano uccise dai vari cacciatori occasionali, in inverno.

Ho tantissimi ricordi di Fiorentini che venivano il sabato e la domenica a sparare a tordi e fringuelli al "Termine Rosso", e io come sentivo una fucilata abbandonavo tutto e correvo in loro soccorso si fa per dire.Il Bianchini, divenuto in seguito amico di famiglia,(aveva un negozio di alimentari al Galluzzo) e il sabato notte quando arrivava con il figlio era stracarico di provvigioni, un uomo, un tiratore, un generoso con i valori della vita, un vero esempio di umanità?.

Il Cavallini insuperabile nel tiro, sparava cartucce di 3k e G.P piombo 10, automatico franchi cal 12 spesso svuotava il serbatoio,(5 colpi) e a terra cadevano 5 fringuelli, che io naturalmente raccoglievo tutti.Raramente mi facevano sparare ma era il tempo della gavetta, una mattina d'ottobre io ero al seguito del Bongini, e si vede arrivare imbarazzato a passo svelto, il Bianchini...mi dice: Renatino mi dispiace l'ho ucciso un piccione del babbo! io domando e dove l'hai? eccolo in tacana e tira fuori un bel favaccione! al che sorrido, anche il Bongini riconosce la preda e dopo una risata di conforto e compiacimento ognuno riprende il suo posto.

alla prossima,

Rimescolo

aldorin

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Risposta #16 il: 13/04/2011 - 18:05
Siete dei poeti della caccia e della natura!!!!!!!!!

levante

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Risposta #15 il: 12/04/2011 - 21:37
Ma che patetico, la nostra passione vive e si alimenta di queste cose.
Pensa che nella vallata in cui ho vissuto la mia giovinezza, non vi è mai stata fino a 30 anni fa una caccetta per i colombacci. Per me i colombacci che vedevo altissimi attraversare la vallata, erano un sogno ma nel mio cuore di bambino ho sempre voluto fortemente avvicinarmi a loro o loro a me...e così poi è stato.
Devo tanto a mio padre che, pur non avendo  tempo per andare a caccia, attraverso i suoi racconti fantastici e le sue favole, portandomi nei luoghi che lui amava, mi ha trasmesso la passione per la caccia, l'amore per le piante che a centinaia ha lasciato nei luoghi dove abbiamo abitato e che adesso, che non c'è più, gli rendono onore.
Lo ricordo in pieno agosto con una tanica d'acqua, sudato, risalire un pendio per andare ad innafiare qualche ramo messo giù in primavera. "questo è il momento più difficile per le giovani piante, se le aiuti adesso, ce la possono fare" era solito dire.
Devo a lui, oltre la somiglianza fisica, molto di quello che sono ma soprattutto di quello che sento. Per me la natura, e quindi la caccia, fanno parte di un grande mistero dove tutto è possibile ma nulla scontato, dove tanto c'è di visibile, ma anche  tanto di nascosto. Vivere con questa consapevolezza mi impone il rispetto per l'ambiente che "mi ospita" e il privilegio di essere immerso nella  natura e di vedere anche i suoi aspetti più nascosti, con gli occhi di un cacciatore.
Un caro saluto Levante

toscamerepapillon

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Risposta #14 il: 12/04/2011 - 20:28
Grazie, i racconti sono datati 1960 circa, avevo nove anni e abitavo in campagna, figlio di contadini e cacciatori.Le prime schioppettate le avevo già? tirate ma andavano di lusso altre armi "bianche", reti, laccioli...

La passione per il capanno me la trasmise lo zio di mio padre,"l'ANTICO", cacciava con tre piccioni, un volantino e due fermi su bacchiole d'ornello come ho descritto, proverò a farci una foto, mi sono procurato il materiale per un prototipo che vi mostrerò a Poggibonsi se lo vorrete.Alle nove si levava i piccioni che erano trasportati in custodi artigianali di carta pesta e via al lavoro, LUI, io solo di domenica insistevo tanto che riuscivo a farlo resistere fino alle 10, dopo mi faceve sparare ai fringuelli (pochi).

Ovviamente il primo colombo me lo fece sparare l'ANTICO" e ricordo ancora l'emozione che provai a vederlo cadere come un paracadute.Gli avevo bucato il ghebbio con un pallino e avendogli sparato a pancetta, come preferiva insegnare, mi cadde sopra la testa ad ali aperte.Ricordo perfettamente ogni primo abbattimento da me effettuato, il primo fringuelo, davanti l'uscio di casa con il fucile del babbo, una vecchia doppietta a cani asterni cal.12, avevo 6 anni e mi reggeva il babbo, il primo tordo con un monocolpo cal 20 di un amico di mio padre, a 8/9 anni.Successivamente ci sono stati altre piccole prede, ma il primo fagiano e la prima lepre furono da me catturate con la prima licenza di caccia, esattamente all'apertura del 1967 avvenuta l'ultima domenica d'agosto. Alla prossima, ma se non partecipate mi fate sembrare patetico...

un caro saluto a tutti ,

Rimescolo

levante

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Risposta #13 il: 11/04/2011 - 23:35
xRimescolo......il racconto che fai in che anni è ambientato?

aldorin

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Risposta #12 il: 11/04/2011 - 19:20
Rimescolo... è un piacere leggerti!!
Ciao.

toscamerepapillon

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Risposta #11 il: 11/04/2011 - 12:34
Allora, salve a tutti.

Riprendiamo con i primi approcci con richiami per cacciare i colombacci.Nella campagne chi più chi meno aveva disponibilità? di piccioni cosiddetti "colombati" che utilizzava a scopo alimentare.All'epoca non si guardava ai cul bianchi, alle specchiature, alle bande nere ecc..ecc..,si prendevano due o tre piccioni, gli si legava le zampe con del filo morbido che non gli procurasse ferite e dolori e si mettevano sulle racchette ricavate da fusi di ornelli giovani.A volte si trovavano dei piccioni che non ne volevano sapere di stare in piedi, rotolavano come palle in discesa ed era tempo perso continuare nell'addestramento, un giro collo e si passava ad altro.

Forse l'attrezzo rudimentale che gli avevamo preparato non era di loro gusto, a noi sembrava ospitale tanto che si fissava (la racchetta d'ornello)o con un chiodo di lato ad un montante di legno, oppure si intagliava in verticale un'altra bacchiola più grande, si inseriva un distaziatore sempre di legno e sopra, vicino al terminale si posizionava la racchetta a bilancere.Un'altra opzione era quella di fissare la racchetta direttamente all'interno di una forcella con un chiodo passante che univa la racchetta ai due rami, lasciando lo spazio giusto per il movimento sempre a bilancere...In questo modo si faceva il gioco e il volantino o i volantini (massimo due)avevano la stessa ospitalità? su queste ingegnose leve.

Successivamente siamo passati a impieghi metallici, con perni in acciaio e aste in barrette dove veniva saldata una ciambella rotonda od ovale (a goccia).

Per oggi basta, ma sarebbe interessante collegare questi dettagli tecnici con risultati ed emozioni vissute in passato remoto....lo volete voi??????????

un caro saluto,

Rimescolo