FORUM Club Italiano del Colombaccio

giamp50

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Risposta #3 il: 16/11/2010 - 11:49
Giuste argomentazioni, ma proprio perchè in altre realtà? è fonte di reddito dei proprietari terrieri, è giocoforza che saranno loro stessi a calmierare numeri e tempi proprio per mantenere nel futuro quel reddito. Salvo nei Paesi in via di sviluppo, che comunque non possono fare testo, proprio per le loro enormi difficoltà? economiche ed una particolare situazione sociale, si sono verificate e si possono verificare abnormità?.

Comunque personalmente non scambierei il sistema italiano con nessun altro, una volta riconosciuta la proprietà? della selvaggina al proprietario del fondo ed eliminato il diritto di accesso, praticamente trasformato l'attuale territorio ATC in tante aziende faunistiche o turistiche venatorie, a pagamento, e magari un tanto al pezzo, sinceramente attaccherei il fucile al chiodo.

Proprio per questo, per mantenere la "libertà?" di oggi, ritengo sia contro gli interessi del cacciatore stesso affermare semplicemente che tutto va bene, necessario eliminare gli eccessi, anche comportamentali, analizzare situazioni ed andamenti, ed intervenire adeguatamente.

Palombaro

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Risposta #2 il: 16/11/2010 - 10:45
Tutto giusto...ma stiamo parlando di altri paesi d'Europa dove la caccia viene difesa strenuamente e dove è una fonte di guadagno ed un capitolo importante del turismo (basta pensare all'inghilterra, scozia, irlanda) li vai a caccia solo se ti danno il permesso, ma non troverai nessun ministro del turismo che ti mette i bastoni tra le ruote perchè la caccia hanno capito che porta anche i soldi.

Da noi la cosa è più complicata proprio per come siamo fatti (purtroppo e perfortuna) noi italiani.

Sinceramente a naso, una strutturazione come quella francese sarebbe interessante ma se realizzata da Italiani la vedo molto poco realizzabile.

E' vero anche che la selvaggina è di tutti e tutti hanno diritto di godersela anche solamente guardandola, ma allo stesso tempo un cacciatore che fino a prova contraria compie un'atto legittimo con tanto di tasse pagate e documenti in regola nel rispetto della legge non DEVE ASSOLUTAMENTE essere additato come un criminale o visto come un MANIACO da gente che non sa nemmeno per dove si guarda un somaro...(o meglio qualcuno lo sa...).

Quindi calare la cosa nel nostro paese è moooolto rischioso.

PEr esempio, guarda lo storno....specie in aumento (anche se ci sono i famosi contingenti balcanici bla bla bla) dannosa, in esubero e potenzialmente "divertente" per molti cacciatori....che attualmente non è cacciabile e dove lo è lo si puo fare con mille limitazioni inutili e stupide.

giamp50

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Risposta #1 il: 16/11/2010 - 10:31
Due sono gli aspetti dai quali dovrebbe essere verificata la sostenibilità? della caccia:

-   La effettiva capacità? della specie di mantenersi, là? dove è già? presente numericamente al massimo livello, e di aumentare laddove invece la sua consistenza è inferiore alle potenzialità? del territorio;

-   Che lo svolgersi della caccia non vada a toccare le coscienze e le sensibilità? della grande maggioranza dei cittadini, né che arrechi ad essi disturbo;
Per questa verifica sono da prendere in esame una molteplicità? di parametri, i principali sono:

-   Chi può accedere ai territori per esercitare la caccia;

-   Frequenze di accesso permesse;

-   Il livello specialistico, tecnico e tecnologico raggiunto dalla caccia;

-   Trend presenze della specie nel medio periodo sul territorio.
Al di là? di questa impostazione scientifica e sociale del fenomeno caccia non vi sono alternative per il futuro per la sua sopravvivenza.

Assurdo sostenere che i cacciatori hanno dei diritti, che in altri Paesi le modalità? di esercizio sono più estese.

Qui gli unici che hanno dei diritti sono gli animali stessi ed i cittadini che hanno il diritto non solo di non essere infastiditi o peggio ancora danneggiati nelle loro proprietà?, ma anche il diritto di poter vedere volare,  camminare, cantare, pasturare e riprodursi delle specie animali selvatiche.
La situazione italiana è pressoché unica. Il diritto di accesso al fondo altrui, conquista della rivoluzione francese, è praticamente conservato solo da noi.

In quasi tutti gli altri Paesi la proprietà? della selvaggina si identifica con la proprietà? del fondo.

Anche nella grande Francia i cacciatori associati «ACCA Associations Communales de Chasse Agréées»? pagano un affitto ai proprietari e per estensioni di poche migliaia di ettari, mediamente dai 1.000 ai 3.000 ettari.
Situazioni di base diverse comportano regole diverse.