Vedi Colombino, ogni giorno di più mi rendo conto di quanto sia difficile motivare la nostra passione di fronte ad una opinione pubblica sempre più sensibile ai temi della protezione ambientale ed animale. L'unico modo che abbiamo per far sopravvivere la Caccia è quella di dimostrare che la nostra è una attività? di gestione del patrimonio faunistico cacciabile. E gestione, in questo caso, significa prelevare parte della produzione annuale senza intaccare il patrimonio, anzi se è possibile ed opportuno incrementandolo. Ora, con la tecnologia che avanza, con il tempo sempre più a disposizione (vedi pensionati), con le tecniche sempre più affinate e specialistiche, con un numero di appostamenti sempre maggiore,si rischia nell'arco di alcuni anni una diminuzione della specie Colombaccio migratoria ed un annientamento delle popolazioni stanzializzate.
So perfettamente che oggi come oggi la specie Colombaccio gode ottima salute (non dimentichiamoci però che fine ha fatto la Colombella, praticamente scomparsa), ma proprio per questo dovremmo a mio avviso operare per mantenerne in ottimo stato la consistenza.
Per cui ritengo che per calmierare un pochino i prelievi uno dei modi meno dolorosi, anzi a mio modesto avviso per niente doloroso, per il Cacciatore sarebbe quello di limitare uleriormente il numero dei colpi, portandoli da tre a due e porre un limite alla grammatura delle cartucce. Quando presi la licenza di caccia nel lontano 1966, a sedici anni, si cacciava con fucili collaudati a 900 Atm., oggi siamo arrivati a 1.630 con conseguente possibilità? di sparare cartuccioni da spingarda. Non bisogna inoltre sottovalutare il credito che acquisteremmo, se la proposta partisse da noi Cacciatori, di fronte alle Istituzioni, all'opinione pubblica ed ai mass-media.
Ritengo in conclusione che, invece di ridurre ulteriormente i tempi di caccia, sia più opportuno e conveniente rendere meno facile l'abbattimento del selvatico, e questo vale per tutte le tipologie di caccia.