FORUM Club Italiano del Colombaccio

Ribaltina

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Risposta #14 il: 19/12/2011 - 21:59
Ho sempre detto che non la faccio,e non la faro
mai,infatti in Toscana tolto lo storno in pre-apertura,io sto
a casa.

Pero`se non la faccio io,non posso far stare a casa anche chi la vuol fare.

Inutile negare che il primo di settembre non ci siano ancora colombacciotti nei nidi,ci sono e basta,pochi o tanti ma ci sono.

Dico anche che in fondo si tratta di due giorni,che nel bene o nel male sono due giorni,e che si potrebbe,e ripeto,potrebbe fare a meno,non penso che dietro ci siano interessi personali.

Ecco come la vedo io,e non voglio togliere niente a nessuno,io non la faccio per etica  e coscienza,ma sono sempre stato contro chi la vuole togliere.

badger

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Risposta #13 il: 19/12/2011 - 16:38
Condividere o meno è una libera scelta di ognuno. Io dico una sola cosa che ho già? affermato in più di una occasione: qualunque sia la scelta, deve essere una scelta che riguardi almeno la Regione, non si può diventare matti cercando di districarsi traProvincia e Provincia. Almeno a livello regionale tutto uguale. La Provincia di Grosseto, in particolare, mi sembra che abbia messo un po' di spocchia, facendosi paladina di atteggiamenti proibizionisti che sono sicuro nascono seguendo ben altri interessi. Quindi accetto una serena discussione sulla pre apertura (in fondo è una giornata) ma non accetto le rivendicazioni oltranziste di piccoli burocrati, i quali senza nessun fondamento, fanno il bello ed il cattivo tempo a scapito dei cittadini cacciatori. Il mio augurio più grande è che le Province vengano abolite, risparmio sicuro, casini risolti. saluti

maurobulleri

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Risposta #12 il: 18/12/2011 - 11:11
Siamo una manica di egoisti ogni uno pensa per se .....Non credo come dicono che nel mese di apertura abbino i pulcini.. lo fanno altrimenti  le cacciano anche al passo e ne rimangono pochi per LORO    NON CONDIVIDO :evil:

...

sicutumbra

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Risposta #11 il: 18/12/2011 - 00:46
Non ho parole... E' roba da matti

fischione78

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Risposta #10 il: 17/12/2011 - 20:35
Certe situazioni fanno schifo!

CACCIATORENATO

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Risposta #9 il: 02/09/2008 - 13:46
ECCO COSA PENSA L'ANUU DELLA VOSTRA INIZIATIVA
La mamma dei cretini è sempre incinta! Leggiamo sul web che il Club della Palomba di Todi e il Club del Colombaccio di Poggibonsi, hanno inviato una lettera nientemeno che al Presidente del Consiglio per bloccare l'apertura al colombaccio al 1° di settembre, come prevista in alcune regioni, quali la Toscana, l'Umbria, il Molise, la Basilicata, la Calabria e la Sicilia. L'iniziativa sarebbe motivata dal fatto che, secondo gli estensori della richiesta, il colombaccio in tale periodo sarebbe ancora in corso di riproduzione e quindi, ai sensi dell'art. 7 della Direttiva 79/409/CEE, non potrebbe essere cacciato. Il ragionamento presenta molteplici «debolezze»?: l'interpretazione del dettato della Direttiva «Uccelli»? » soprattutto dell'art. 7 » era talmente semplice e immediata che la Commissione UE, dopo 15 anni di contenziosi tra la Corte di Giustizia europea e quasi tutti i paesi membri, ha dovuto pubblicare la nota Guida redatta insieme alla FACE e a BirdLife International, proprio allo scopo di fare un po' di luce; il colombaccio è una delle specie che, a livello di regione paleartica, godono del più favorevole stato di conservazione, al punto che in alcuni paesi è classificato come «nocivo»? (si veda la Gran Bretagna, ma non solo) e dunque viene abbattuto tutto l'anno; se il presupposto dei Club fosse corretto, allora questa specie dovrebbe essere cacciata non prima della terza decade di ottobre, visto il suo periodo riproduttivo per l'Italia come indicato nel (peraltro opinabile) documento Ornis e considerando che in zone limitrofe alle aree urbane è possibile trovare giovani appena involati da covate tardive ancora in tale mese dell'anno; da ciò discende che non bastano certo sparute e sparpagliate coppie «ritardatarie»? su di una popolazione magari di migliaia di individui, per sostenere l'intoccabilità? venatoria di tale popolazione (si tratta di semplici calcoli statistici); infine, proprio il colombaccio e il germano reale, data la loro abbondanza in tutti i paesi UE, sono stati sempre considerati dalla Commissione UE come specie «non problematiche»? dal punto di vista venatorio. Ma non basta: se pensiamo che la cosiddetta «preapertura»? » definizione che non ci è mai piaciuta, poiché quella corretta sarebbe «apertura per specie»? » si riduce a sole poche giornate (o mezze) prefissate e solo da appostamento e con un carniere programmato, ci domandiamo seriamente che impatto possa comportare una caccia esercitata in tal modo. Tuttavia, la parodia tocca il suo culmine allorché i due Club sollecitano la riproposizione di un emendamento (già? respinto nel maggio scorso dalla Camera) a quella che era la legge di recepimento degli obblighi comunitari, il quale trasponeva integralmente nell'art. 18 della legge 157/92 » quello delle specie cacciabili e dei periodi di caccia » il testo del famoso art. 7 della Direttiva, cioè quello che ha scatenato tutti i contenziosi cui si accennava. Il che vorrebbe dire, in soldoni, offrire agli avversari della caccia una formidabile opportunità? per scatenare strumentali putiferi a destra e a manca: tanto più che la legge 157, all'art. 1, comma 4, già? recepisce integralmente la Direttiva e i suoi allegati, attuati «nei modi e nei termini previsti dalla presente legge»?. Riassumiamo: questa lettera è stata intempestiva, immotivata, insensata e ingenua. Essa è inoltre la riprova che erigere una specie a totem della propria passione, dà? buoni frutti ma pure conduce sovente a smarrire il lume della ragione. Il problema è che poi le conseguenze negative di tale approccio le devono subire anche tutti gli altri cacciatori. A quando la prossima «sparata»??
Agosto, 2008 ANUUMigratoristi Stampa

admin

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Risposta #8 il: 01/09/2008 - 17:18
prima di dire che siamo egoisti venatori,sarebbe meglio approfondire le conoscenze su quello che proponiamo invece di buttare le parole.

admin

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Risposta #7 il: 01/09/2008 - 17:14
forse sei uno di quelli che non riesce a capire che non è una restrizione ma un passo verso una migliore gestione della specie per continuare ad andare a caccia nel migliore dei modi.
Una curiosità?: che caccia pratichi cacciatorenato?

CACCIATORENATO

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Risposta #6 il: 21/08/2008 - 08:31
Cari "amici" (si fa per dire...) ho appena saputo che non contenti del vostro pesante intervento politico fatto sulla Provincia di Grosseto tramite esponenti di ALLEANZA NAZIONALE per togliere il Colombaccio dalle specie cacciabili in preapertura (vi è andata male per fortuna...)avete riproposto la solita RESTRIZIONE ALLA CACCIA nache a livello di Regione Toscana sempre tramite ALLEANZA NAZIONALE.
Vi volevo solo esprimere la riprovazione del 99% dei cacciatori toscani contro la vostra ridicola crociata spinta da ragioni esclusivamente egoistiche.
Il vostro egoismo venatorio vi acceca e vi spinge a chiedere RESTRIZIONI PER GLI ALTRI, non esistando a ricorrere a partiti politici (non negatelo!).

Pecosibill

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Risposta #5 il: 16/08/2008 - 16:44
Al sig Bececco, che scrive "In questo contesto rientra anche l'uccisione di colombacci i cui figli non sono ancora in grado di sopravvivere da soli".

Volevo sapere se:

E' sicuro che in pre-apertua ci sono ancora dei piccoli sfamati dai genitori?????? Quanti in % ???

mhn io non ne sono cosi sicuro, se non sbaglio i piccoli rompono il guscio dopo 17 giorni e vengono nutriti in prevalenza con il pastone, o latte di piccione, abbandonano il nido dopo circa 3 o 4 settimane.
Ora facendo un calcolo approssimativo quanti sono quei colombi che depongono le uova dopo la 3° settimana di Luglio??
Per il discorso degli sparatori o vandali bisogna ormai sperare nei ns cari Forestale e company che visto i numeri degli agenti in operativo lascia a desiderare e soprattutto lascia l'amaro tra chi cerca di salvaguardare l'attivita venatia. Per questo io sono e sarò sempre con le forze dell'ordine.
Ringraziandola per la cortese attenzione rimango in attesa di un suo commento.

Ribaltina

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Risposta #4 il: 02/07/2008 - 08:23
Sono sempre stato daccordo con il presidente,daccordo in toto anche con ragnola.Così dovrebbero parlare i cacciatori!!Il resto sono solo sparatori!!Scusate ma la penso così.

paoloblasi

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Risposta #3 il: 28/06/2008 - 10:38
Concordo totalmente con l'intervento del Presidente.

ragnola

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Risposta #2 il: 26/11/2007 - 16:06
Egr. avvocato, concordo pienamente su quello che dice, poichè oggi mi sembra che molti valori, e l'etica della vera caccia è andata a farsi benedire.

Ho letto tutti gli articoli del forum e da una prima analisi, si evince subito chi è cacciatore, chie è sparatore, chi è purtroppo ottuso e grava inconsapevolmente contro se stesso e contro la caccia in generale.

Io ho 39 anni a gennaio, e vado a caccia praticamente da 30 anni, seguendo mio padre e poi autonomaente e la caccia al colombaccio mi ha stregato da sempre.

La bellezza di questo animale così misterioso, imprevedibile, e soprattutto padrone dei cieli nell'ottobre ha reso ancor più lieta la mia vita.

Gli animali vanno rispettati per la loro esistenza e il prelievo da parte nostra deve essere misurato, giusto e rispettoso, in base ai luoghi e ai tempi.

La preapertura?

A mio avviso non giova molto alla specie, poichè, ho notato che gli esemplari abbattuti sono tutti giovani giovani "cannuccioni"!

I merito agli sparatori, io strmaledico il giorno che hanno inventato le magnium e el baby-magnim.....

Fosse per me, max pionbo alla cartuccia 36gr.

Facile sparare con una canna rigata ad un bel capriolo con ottica e piedistallo da una bella altana vero?

Caccia di selezione, vero, purtroppo è che quando avete in mano quelle armi tirate a cosa vi capita.....

saluti a tutti!

lucabececco

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Risposta #1 il: 13/11/2007 - 16:57
CACCIA  »?.COME  ?

Finito il passo dei colombcci, vorrei tornare per un attimo alla questione della pre-apertura al colombaccio , con una premessa .

Oggi la caccia non trova un grande favore presso l'opinione pubblica , hanno preso sempre più forza  i vari movimenti protezionisti, ambientalisti, animalisti ecc.

Ma, siamo proprio sicuri che a tutto ciò non abbiano dato un bell'aiuto anche certi cacciatori dominati dalla mania dello sparo ?  Fucilate a fagiani grossi poco più di una quaglia, fucilate a porte e finestre delle case coloniche non più abitate , fucilate ad animali del tutto fuori tiro nella speranza che qualcuno possa cadere, ma nella consapevolezza che tanti rimangono feriti inutilmente, scioccamente, crudelmente , l'aggettivo più adatto ognuno lo scelga a piacere !

In questo contesto rientra anche l'uccisione di colombacci i cui figli non sono ancora in grado di sopravvivere da soli  .

E' questa la ragione per cui , credo, non si può essere favorevoli alla pre-apertura : una ragione etica .

Ma sembra una ragione dimenticata, a favore o di supposizioni un po' curiose, riferite a piccoli interessi particolari, ovvero di posizioni assolutamente «talebane»? .

Riguardo al primo caso, mi pare che si voli un po' troppo basso , quanto al secondo, la contrapposizione cieca con l'avversario penso che non serva a niente, anche perché una posizione di chiusura totale, verrebbe sicuramente interpretata dagli avversari soltanto come una bieca difesa ad oltranza di ciò che è considerato soltanto  «il male»?.

Solo con argomentazioni serene e serie  si potrà? ottenere qualche risultato, perlomeno quello di meritare il rispetto .

A questo proposito ricordo che il nostro Club va proprio in questa direzione, esso  ha a cuore la «caccia»? al colombaccio, non la possibilità? di sparare il più possibile ai colombacci.

Da oltre vent'anni si sta osservando il prevalere del fucile sulla tecnica di caccia, con il risultato che, da un lato vanno perdute le cose più belle ed emozionanti ,
e dall'altro si va verso la perdita anche della cultura stessa di questa caccia .

Per questo  si è sentita la necessità? di adoperarsi affinchè questa  caccia, così tecnica, non debba essere relegata soltanto nella memoria di chi l'ha praticata un tempo, ma possa continuare ad emozionare anche i giovani di oggi e di domani.

Non mi riferivo,ovviamente, parlando del fucile che prevale sulla tecnica di caccia,  a coloro che andavano, e vanno ancora a caccia al passo, dove si spara e via, ai selvatici che passano . A costoro piace così, niente da dire .

Mi riferivo invece a quelli che,  «facendo la caccia»? ai colombacci, sono travolti dalla mania dello sparare, cosicchè le cose più belle ed emozionanti vengono tagliate fuori da sparatorie assurdamente affrettate ,che concludono subito tutto, per il timore, anzi il terrore, che si possa altrimenti perdere la possibilità? di sparare .

Il prevalere dello sparo sulla «caccia»? (purtroppo diventato spesso un vero e proprio dominio ), ha scatenato l'ingordigia del numero, distogliendo  l'attenzione dalla vera bellezza della caccia , perché lo sparo riduce tutto a : ucciso » mancato, mentre la bellezza della caccia non è nell'uccidere , ma nel come si arriva all'uccisione del selvatico , con quale bellezza di situazioni, con quali emozioni .

Si è venuta a creare  così una situazione abbastanza paradossale , come vedremo .

Ogni cacciatore che si dedichi alla caccia dei colombacci , e non sia un povero sprovveduto, dirà? senza esitazione che i momenti più emozionanti sono quando il branco dei colombcci, altissimi o lontani, «prende»?  i richiami e viene verso l'appostamento ; molto più emozionanti di quando è il momento di sparargli, perché a quel punto tutte le azioni «di caccia « sono già? concluse e resta solo il tiro.

Va detto  anche  che il tiro trova la sua più alta espressione e bellezza dopo una bella azione di caccia , che, con un bel tiro, si conclude magnificamente , al meglio ; viceversa il bel tiro, anche bellissimo, senza alcuna azione di caccia, rimane solo un tiro e basta .

Nessuno deve più vivere,oggi, con la cacciagione, perciò la quantità? di carne riportata non può che avere, oggi, un rilievo modesto ; dovrebbero contare molto di più le emozioni vissute per una bella azione di caccia ; non credo ci siano tanti cacciatori così rozzi da capire soltanto i «pezzi»? e la «carne»? ; da millenni non abitiamo più nelle caverne e siamo figli di una grande tradizione di senso del bello e dell'arte : quale cacciatore  può essere , oggi , in una così penosa condizione personale  ?

Ed è perciò davvero paradossale che sia diventato  criterio comune, per avere, o per dare , un'idea di come siano andate le cose a caccia, quello del numero dei selvatici uccisi . Il numero così, finisce per essere anche il valore di riferimento della soddisfazione del cacciatore, senza nessuna differenza tra i selvatici uccisi con un semplice tiro e quelli uccisi con una grande azione di caccia . Infatti, mentre i tiri, salvo casi del tutto eccezionali, sono anonimi e di essi non rimane alcun ricordo,  una azione di caccia , magari addirittura conclusa in modo non troppo ricco dal punto di vista del carniere, ma straordinariamente emozionante, lascia un ricordo forte per lungo tempo, forse per tutta la vita !

Questa è la «cultura della caccia»? ,  l'apprezzamento  delle situazioni più emozionanti e più belle  che la fanno diventare arte .

Invece lo sparo, che si è affermato per la tendenza del mondo moderno a semplificare le operazioni necessarie al raggiungimento del risultato, ha prodotto come effetto, da un lato questa ingordigia del numero, anzi bulimia del numero, perché non sazia mai, e dall'altro la perdita di ciò che nella caccia c'è di più bello ed emozionante ; e tutto in un'epoca in cui non c'è alcun bisogno alimentare da soddisfare con la selvaggina, che talora viene addirittura lasciata sul posto !  Una cosa davvero paradossale !

Questo perché il numero finisce per diventare soprattutto la misura del valore del cacciatore  e così, nella nostra società? della competizione, tiene un po' tutti psicologicamente soggiogati . Ma è un grosso equivoco, perché un cacciatore di qualità? , ancorchè certamente gratificato di norma da risultati più che soddisfacenti, non è interessato alla mattanza ; è interessato alla bellezza delle emozioni, mentre la mattanza è sempre un po' squallida e non serve .

Bisogna  recuperare  «l'arte della caccia»? ed è questo l'obbiettivo principale del Club :conservare la cultura , le tecniche di caccia , per consentire anche alle generazioni future, di poter gustare questa caccia così emozionante, in tutta la sua bellezza ; e questo perché ne vale davvero la pena e inoltre non è detto che tutto ciò non ci possa far guardare  con occhio più rispettoso dai «non»? , i quali, battuti proprio sul loro terreno, potrebbero  addirittura percepire il loro essere «non « come la mancanza di qualcosa  che  «non»? hanno e «non»? conoscono .

Cultura venatoria, da promuovere, ma anche  scientifica e comportamentale riguardo a questo selvatico che tanto ci entusiasma ,  affinchè  possa continuare a farlo anche in futuro .

I francesi delle regioni a più forte tradizione, grandi cultori della  «chasse a la palombe»?,  caccia che si è enormemente diffusa in tutto il territorio nazionale , anche là? subendo l'influsso dello sparo, sono arrivati a vietare di sparare a volo negli appostamenti dove si usano i richiami, perché si sono resi conto che, sempre di più, i richiami diventavano uno spauracchio anziché un motivo di attrazione. Infatti, la vista dei richiami che induce i colombacci ad avvicinarsi , subito seguita dal sorgere di uomini col fucile che gli sparano addosso, e ripetuta di continuo, è naturale che attivi dei meccanismi di difesa da parte dei selvatici stessi.

Quando invece i colombacci , dopo aver visto i richiami , si sono posati, fanno sicuramente più difficoltà? a collegare gli spari che seguono  ai richiami che hanno visto prima, c'è un lasso di tempo che spezza le due situazioni e ne rende più difficile il collegamento .

Non è detto che anche in questo caso non possano rendersi conto della cosa, ma sicuramente impiegherebbero molto più tempo ;  le antiche cacce tradizionali umbre e marchigiane, dove si sparava a fermo, sono andate avanti per secoli . La tradizione infatti, di norma  è anche segno di situazione equilibrata, perché qualcosa di non equilibrato non potrà? mai diventare tradizione, perché è destinato a finire molto presto .

La risoluzione dei francesi, ad ogni modo è illuminante ed il vero problema è di non arrivare troppo tardi, sottovalutando il fenomeno.

A questo proposito pensiamo ad un giovane piccione nato e cresciuto al chiuso di una stanza, che, appena messo all'aperto, vede un falco : mostra un grande timore; da dove gli viene quel timore  ? : dal suo DNA .

Allora, se la stessa cosa dovesse mai succedere con i richiami, addio caccia al colombaccio, non resterebbe che sparargli al passo e basta!

Non sono fobie da visionari, ma cose sulle quali riflettere e discutere in modo serio e costruttivo.                                                           Francesco Paci