ECCO COSA PENSA L'ANUU DELLA VOSTRA INIZIATIVA
La mamma dei cretini è sempre incinta! Leggiamo sul web che il Club della Palomba di Todi e il Club del Colombaccio di Poggibonsi, hanno inviato una lettera nientemeno che al Presidente del Consiglio per bloccare l'apertura al colombaccio al 1° di settembre, come prevista in alcune regioni, quali la Toscana, l'Umbria, il Molise, la Basilicata, la Calabria e la Sicilia. L'iniziativa sarebbe motivata dal fatto che, secondo gli estensori della richiesta, il colombaccio in tale periodo sarebbe ancora in corso di riproduzione e quindi, ai sensi dell'art. 7 della Direttiva 79/409/CEE, non potrebbe essere cacciato. Il ragionamento presenta molteplici «debolezze»?: l'interpretazione del dettato della Direttiva «Uccelli»? » soprattutto dell'art. 7 » era talmente semplice e immediata che la Commissione UE, dopo 15 anni di contenziosi tra la Corte di Giustizia europea e quasi tutti i paesi membri, ha dovuto pubblicare la nota Guida redatta insieme alla FACE e a BirdLife International, proprio allo scopo di fare un po' di luce; il colombaccio è una delle specie che, a livello di regione paleartica, godono del più favorevole stato di conservazione, al punto che in alcuni paesi è classificato come «nocivo»? (si veda la Gran Bretagna, ma non solo) e dunque viene abbattuto tutto l'anno; se il presupposto dei Club fosse corretto, allora questa specie dovrebbe essere cacciata non prima della terza decade di ottobre, visto il suo periodo riproduttivo per l'Italia come indicato nel (peraltro opinabile) documento Ornis e considerando che in zone limitrofe alle aree urbane è possibile trovare giovani appena involati da covate tardive ancora in tale mese dell'anno; da ciò discende che non bastano certo sparute e sparpagliate coppie «ritardatarie»? su di una popolazione magari di migliaia di individui, per sostenere l'intoccabilità? venatoria di tale popolazione (si tratta di semplici calcoli statistici); infine, proprio il colombaccio e il germano reale, data la loro abbondanza in tutti i paesi UE, sono stati sempre considerati dalla Commissione UE come specie «non problematiche»? dal punto di vista venatorio. Ma non basta: se pensiamo che la cosiddetta «preapertura»? » definizione che non ci è mai piaciuta, poiché quella corretta sarebbe «apertura per specie»? » si riduce a sole poche giornate (o mezze) prefissate e solo da appostamento e con un carniere programmato, ci domandiamo seriamente che impatto possa comportare una caccia esercitata in tal modo. Tuttavia, la parodia tocca il suo culmine allorché i due Club sollecitano la riproposizione di un emendamento (già? respinto nel maggio scorso dalla Camera) a quella che era la legge di recepimento degli obblighi comunitari, il quale trasponeva integralmente nell'art. 18 della legge 157/92 » quello delle specie cacciabili e dei periodi di caccia » il testo del famoso art. 7 della Direttiva, cioè quello che ha scatenato tutti i contenziosi cui si accennava. Il che vorrebbe dire, in soldoni, offrire agli avversari della caccia una formidabile opportunità? per scatenare strumentali putiferi a destra e a manca: tanto più che la legge 157, all'art. 1, comma 4, già? recepisce integralmente la Direttiva e i suoi allegati, attuati «nei modi e nei termini previsti dalla presente legge»?. Riassumiamo: questa lettera è stata intempestiva, immotivata, insensata e ingenua. Essa è inoltre la riprova che erigere una specie a totem della propria passione, dà? buoni frutti ma pure conduce sovente a smarrire il lume della ragione. Il problema è che poi le conseguenze negative di tale approccio le devono subire anche tutti gli altri cacciatori. A quando la prossima «sparata»??
Agosto, 2008 ANUUMigratoristi Stampa