Renato Bianchi, detto "Rimescolo" nasce a Campiglia il 4/09/1951, uomo di altri tempi..... Ha vissuto fino all'età di 11 anni in campagna, con i genitori Caterina e Bruno (cacciatore generico), e lo zio paterno Giovanni(specialista lepraiolo). Dell'infanzia ricorda le prime catture di piccola selvaggina, ottenute con mezzi non consentiti (lacci, tagliole e reti), che la mamma utilizzava come gradita e opportuna alimentazione di quei periodi, dignitosamente molto poveri. Tutt'oggi conserva amorevolmente un ricordo bellissimo di quel tempo, e non disdegna di citarlo con rispetto, nei suoi racconti di vita e di caccia. Ha osservato con sufficiente approfondimento, il "passaggio del tempo", cogliendone i risvolti (negativi e positivi) della mutazione della sua grande passione, la caccia di "terra".

Prima licenza di caccia
Prima licenza di caccia
Era l'ultima domenica di agosto del 1967,
non avevo ancora compiuto 16 anni, ma il maresciallo dei carabinieri di allora con la firma del babbo(che si assumeva la responsabilità?) mi permisero di partecipare al rituale magico che rappresenta per noi l'apertura di caccia.
A quel tempo la caccia apriva alla stanziale l'ultima domenica d'agosto per chiudere il 31 di marzo, gli acquatici si potevano cacciare fino al 30 aprile!!!!!
La tradizione ormai consolidata negli anni, prevedeva che lo "squadrone", cosi veniva chiamato, facesse tappa verso mezzogiorno, a casa nostra per consumare la zuppa di pane e verdure che la mamma preparava orgogliosamente per i partecipanti cacciatori.
Erano un gruppo di amici di Rimescolo, fagianai e lepraioli, cinghiali non ce n'erano ma la nobile stanziale era un bel cacciare, e noi con i fedeli e capaci "pippo" e la "titta" (successivamente si unì la "morina") si cacciavano lepri.
Affermo per onor del vero che stare alla posta ad aspettare la lepre non mi entusiasmava troppo, ma la determinazione dello zio Giovanni mi obbligava a stare all'erta e a seguire le fasi della cerca dei cani.
Il Palancone di Poggio alle Lavagne.
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