FORUM Club Italiano del Colombaccio

Seagate

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Risposta #16 il: 04/11/2021 - 19:54
Sì Peppone per il gregge è come dici tu ma i cani pastore sono furbi...stai tranquillo...che l'han trovato il modo di fare carriera poi si butteranno in politica...

walt46

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Risposta #15 il: 04/11/2021 - 19:29
...magari aboliranno la 157....e poi ne faranno un altra....e il gioco é fatto.
Fanatici ??? Si...ma forse più utili idioti....la storia ne é piena.Bye

peppone

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Risposta #14 il: 04/11/2021 - 14:30
Seagate,quello che scrivi sarebbe logico per tutti gli umani non fanatici e faziosi,ma per la stragrande maggioranza degli animalai  che andranno a votare non è così.
Per loro,e credo siano milioni, è più importante il gregge di lupi di quello delle Pecore, è più importante la vipera che il cercatore di funghi , è più importante l'orso che il bimbo che si addentra nel bosco.
Sono fanatici, sono milioni e si riverseranno a votare contro la Caccia.Se ne strafregano dell'impatto economico.. perché,come ho detto,sono fanatici...

Seagate

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Risposta #13 il: 04/11/2021 - 08:28
Forse non conviene neanche a loro abolire la caccia... perderebbero il bersaglio più visibile e facile per continuare a vivere a sbafo...gli toccherebbe andare a lavorare...

walt46

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Risposta #12 il: 04/11/2021 - 08:19
Veramente il referendum si propone l'abolizione dell'attivita' venatoria in tutte le sue forme su tutto il territorio nazionale..

 ....sicuro !!! Come se 1,6 %  del Pil generato dalla Caccia- attenzione AI PREZZI CORRRENTI- fossero noccioline in un paese industrializzato come l Italia ....poi ognuno la vede a modo suo...per me tenteranno magari nn stavolta  la presa del malloppo....e nn saranno i nemici a volerlo quello sará il pretesto.....Saluti


massimiliano

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Risposta #11 il: 04/11/2021 - 08:10
La Lipu sui Referendum per l’abrogazione totale e di una parte della legge 157/1992 sull’attività venatoria

Come è noto, è stata avviata una raccolta firme per l’indizione di due referendum con oggetto l’abrogazione totale e l’abolizione parziale della legge 157/1992 e, in sostanza, l’abolizione dell’attività venatoria.

Tale iniziativa, alla quale la Lipu non aderisce, è stata assunta da un’associazione chiamata ORA - Rispetto per tutti gli animali (per l’abolizione totale) e da un comitato composto da 12 associazioni.

Nessuna delle principali organizzazioni ambientaliste e animaliste è stata coinvolta nella valutazione dell’iniziativa, se non quando la decisione era ormai assunta e i quesiti depositati. La richiesta avanzata ex post alle associazioni è stata semplicemente di aderire e contribuire alla campagna di raccolta delle firme.

Anche la Lipu, che non conosceva queste organizzazioni e dunque non ha mai avuto modo di relazionarsi con esse, ha ricevuto tale richiesta, alla quale, al pari di tutte le organizzazioni interpellate ex post, ha fatto presente almeno una parte delle molteplici criticità che un’azione del genere presenta.

Negli ultimi 25 anni nessun referendum ha raggiunto il quorum necessario a validarlo. L’unica eccezione è rappresentata dal referendum sul nucleare del 12-13 giugno 2011, che ottenne il quorum per poco più di 4 punti percentuali (54,79%) unicamente grazie alla drammatica combinazione con lo scalpore per la tragedia di Fukushima, occorsa solo poche settimane prima (11 marzo), in piena campagna referendaria.

Gli altri referendum sono falliti tutti, non raggiungendo il quorum nonostante le tematiche di interesse generale (dalla magistratura ai sistemi elettorali, dal mercato del lavoro alla procreazione assistita) e l'impegno diretto di forze politiche e sociali con vaste organizzazioni territoriali e disposizione di risorse. Un fallimento testimoniato dalle percentuali di votanti, lontanissime da quelle necessarie, come si evince dagli esempi riportati qui di seguito.

Abolizione della progressione delle carriere dei magistrati (1997) 30,2%
Abolizione del Ministero dell’Agricoltura (1997) 30,1%
Divieto di accesso per i cacciatori nei fondi privati (1997) 30,2%
Abolizione dell’Ordine dei giornalisti (1997) 30,0%
Rimborsi elettorali (2000) 32.2%
Sistema elettorale proporzionale (2000) 32,4%
Consiglio superiore della Magistratura (2000) 31,9%
Trattenute sindacali (2000) 32,2%
Reintegro dei lavoratori ex Articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori (2003) 25,5%
Servitù coattiva per gli elettrodotti (2003) 25,4%
Procreazione assistita (2003) 25,5%
Sistema elettorali (2009) 23,31%
Proroga per le trivellazioni marine per idrocarburi (2016) 31,18%

Portare alle urne 24 milioni di cittadini (il numero all’incirca necessario al raggiungimento del quorum del 50% più uno dei votanti) è un’impresa che riesce, e a fatica, ormai solo nelle elezioni politiche. Tale impresa è pressoché impossibile in un referendum (quantomeno fino a che vigerà il principio del quorum) persino se - come dimostrano le materie dei referendum falliti - a sostenere il referendum siano soggetti di grandi dimensioni come i partiti politici, le organizzazioni sindacali, le grandi organizzazioni di categoria. Vasti spiegamenti di forze e disponibilità di risorse, per operazioni che, tra progettazione, raccolta delle firme, verifiche di legittimità, attività di propaganda elettorale e voto, richiedono lunghi tempi di preparazione, nei quali i soggetti impegnati si dedicheranno quasi esclusivamente a quell’impegno.

Il tutto, con il rischio/certezza che il quorum non venga raggiunto e con gli effetti che ne conseguono, tutt’altro che indolori, tra cui, nel caso in oggetto, l’impropria percezione che le cittadine e i cittadini del nostro Paese siano disinteressati al tema venatorio e alla tutela degli animali selvatici.

Non solo. Se anche, per assurdo, un referendum dovesse raggiungere il risultato atteso, resta in capo al Parlamento la possibilità di rimescolare le carte e tornare in breve tempo a legiferare sulla stessa materia oggetto dei quesiti referendari, facendo rientrare dalla finestra ciò che è uscito dalla porta. Si pensi, ad esempio, a quanto accaduto con il referendum sull’acqua pubblica (accorpato al referendum sul nucleare del 2011) rispetto al quale le decisioni politiche successive al voto hanno nella sostanza e nella forma smentito l’esito del medesimo e la volontà in esso espressa.

Peraltro, nel caso in oggetto, tale rischio risulterebbe particolarmente alto perché - per fare un altro esempio - qualora si dovesse abrogare l’articolo 19bis della legge 157/1992 che recepisce l’articolo 9 della Direttiva Uccelli in materia di deroghe al divieto di caccia (danni all’agricoltura o sicurezza pubblica), l’Italia verrebbe a trovarsi scoperta in tema di normativa comunitaria (nelle parti su cui sono già occorse una procedura di infrazione comunitaria e una condanna da parte della Corte di Giustizia) e dovrebbe quindi tornare a legiferare, con tutti i rischi comportati dal riaprire una questione positivamente chiusa negli anni scorsi.

Ciò, per non parlare dell’eventuale abrogazione dell’articolo 30, che punisce penalmente non solo i cacciatori che compiono i reati ma anche gli uccellatori che usualmente sono sprovvisti di porto di fucile e verrebbero dunque a trovarsi in una paradossale situazione di impunità.

I promotori dei referendum, come detto, hanno lanciato l'iniziativa senza confrontarsi preventivamente con i molti soggetti che si occupano costantemente di questi temi. Non hanno creato un momento di valutazione comune, non hanno discusso se fosse davvero sensato lanciare un'iniziativa del genere. La hanno decisa (peraltro in piena emergenza pandemica) e solo in seguito hanno informato le associazioni, chiedendone l’adesione. Fossimo stati interpellati per tempo, avremmo avuto modo di argomentare le tante, forti perplessità implicate dalla questione e invitato a diverse valutazioni.

La caccia non ci piace. Tra le ragioni della nascita della Lipu c’è proprio la battaglia per contrastare questa pratica, criticabile per ragioni ecologiche, ambientali, etiche, culturali, sociali. Noi pensiamo che appartenga ad un mondo passato e la contrastiamo in modo costante, progressivo e forte.

Abbiamo cominciato questa battaglia nel 1965. Abbiamo ottenuto il primo grande successo nel 1967, con l’abolizione delle caccie primaverili e il contenimento dell’uccellagione. Abbiamo continuato negli anni Settanta, con la definizione della fauna quale patrimonio dello Stato. Abbiamo proseguito con i referendum degli anni Settanta, Ottanta e primi Novanta fino alla legge 157. Siamo andati avanti, a livello nazionale ed europeo, contribuendo a ridurre a meno di quattro mesi la stagione venatoria che un tempo durava da agosto a marzo, con “finestre” di deroghe ad aprile e maggio. Abbiamo contribuito a dimezzare le specie cacciabili e ridurre di due terzi il numero dei cacciatori. Abbiamo fatto tutto questo e ancora abbiamo una lunga strada davanti, la quale porterà, ne siamo certi, alla vittoria della natura e del rispetto per le sue bellezze, esigenze, varietà.

La nostra azione, condivisa con moltissime persone e tante associazioni con cui lavoriamo assieme, ogni giorno, fianco a fianco, è un’azione complessa, impegnativa, che necessita di lavoro scientifico, dati, informazioni, azioni politiche, campagne mediatiche, coinvolgimento della gente ma che mai deve fare a meno della razionalità, della visione, della ragionevolezza, senza le quali anche i più grandi obiettivi e le migliori intenzioni rischiano di fallire, trasformandosi nel proprio contrario e infine ritorcendosi contro.

E’ un rischio che dobbiamo evitare, per il bene della natura.

http://www.lipu.it/news-natura/notizie/16-comunicati-stampa/1620-sul-referendum

peppone

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Risposta #10 il: 04/11/2021 - 07:41
Veramente il referendum si propone l'abolizione dell'attivita' venatoria in tutte le sue forme su tutto il territorio nazionale.

walt46

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Risposta #9 il: 04/11/2021 - 06:06
.Buongiorno ..questo referendum....che si faccia o meno punta o puntava  ad altro,piemontesi nuovamente i promotori ,....usciti dalla porta con un referendum sventato.....ecco proporne un altro.....ci sará un motivo no ??? 2+2.... fa ancora 4 e i "dané ( soldi)dei cacciatori da quelle parti e altrove   fanno gola a molti".....ma quale vietare la caccia ??? Ve lo spiega ENPA e le altre ass animalambientaliste  cosa nn quadra in questo referendum é solo una forzatura per poi privatizzare ulteriormente  l attivitá venatoria, ....Saluti

massimiliano

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Risposta #8 il: 02/11/2021 - 16:32
Referendum per l’abolizione della caccia: raccolte 520mila firme

GROSSETO – “Sono state consegnate in Cassazione – ha dichiarato Alessandro Torlai, presidente dell’associazione Irriducibili liberazione animale e referente per la Toscana del comitato per il referendum Sì aboliamo la caccia – le firme raccolte in tutta Italia per arrivare al referendum sull’abolizione della caccia.”

“Un grande lavoro portato avanti per oltre tre mesi dai volontari di tutta Italia ed appoggiato dalle piccole associazioni, mentre realtà
come Enpa, Lav, Oipa, Lac, Wwf e non solo hanno deciso di non aderire.”

È una delusione – ha proseguito Torlai – vedere chi poteva darci un grande supporto essere assente, ma tante persone impegnandosi in un obiettivo comune sono riuscite nell’intento di raccogliere le firme.”

“La consegna di 520.000 firme tra cartacee ed online è avvenuta sabato 30 ottobre, anche se all’appello mancano molti comuni che non hanno ancora spedito i certificati elettorali: in alcuni casi per problemi meteorologici, mentre in altri, come nel caso del comune di Roma, non si conosce per quali ragioni sono stati mandati per ora 4.000 certificati su 20.000.”

“Confidiamo che la Corte di Cassazione accetti una consegna in un secondo momento, anche perché il ritardo non è dovuto a noi.”

“Entro fine anno – ha concluso il presidente – sapremo se nel 2022 avremo la possibilità di portare gli italiani al voto, tramite referendum, per decidere se abolire la caccia.”

giamp50

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Risposta #7 il: 31/10/2021 - 11:06
Nei referendum del 3 giugno del '90, caccia/accesso fondi/pesticidi agricoltura, dove i SI toccarono il 93% e l'affluenza il 43%, non si raggiunse il quorum solo per la stoltezza dei promotori, presentando dei referendum ad interessi contrapposti fecero saldare le rispettive forze, da quelle venatorie, vicino ai due milioni, a quelle economiche del settore, a quelle agricole e chimico industriali, multinazionali.
Se avessero presentato i referendum separatamente il quorum sarebbe stato abbondantemente superato.

alessandro54

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Risposta #6 il: 29/10/2021 - 21:27
E cosa cambia se certe associazioni animaliste non sono d'accordo ?
Se il referendum si farà ho il timore che,questa volta,si raggiungerà il quorum e gli anticaccia ce la faranno.
Gli anni 90 sono passati e la deriva fanatico animalista, conta milioni di seguaci,noi,invece,siamo rimasti quattro Gatti                                                                             

OCCORRE RICORDARE CHE NEL REFERENDUN 90 SI ERANO SCCHIERATI CONTRO ALCUNI DEI PIù GRANDI PARTITI POLITICI DI ALLORA ,ANDATE A RIVEDERVI LA STORIA DI QUEL REFERENDUM, CON I VERDI AI MASSSIMI STORICI ,I RADICALI DI PANNELLA ,PCI, E PARTE DEL PSI E TUTTE LE SIGLE AMBIENTALISTE DI ALLORA,ARRIVANDO AL 43% .QUESTA VOLTA SONO ALCUNE SIGLE ANIMALAMBIENTALISTE CHE ADDIRITTURA HANNO LITIGATO TRA LORO E HANNO L'APPOGGIO DI DUE O TRE PARTITIMOLTO PICCOLI PER QUESTO PUR NON DANDO PER SCONTATO NULLA PERSONALMENTE SONO OTTIMISTA .MI E' STATO RIFERITO CHE ALLO STUIDIO VI SONO ALCUNE CONTROMISURE CHE POTREBBERO RENDERE INUTILE LA CONSULTAZIONE.NON SCORAGGIAMOCI NON SIAMO 4 GATTI DIAMO DA MANGIARE A TANTE PERSONE CON LA NOSTRA PASSIONE E CONTRIBUIAMO ALL'ECONOMIA DEL PAESE.QUINDI INCROCIAMO LE DITA E ASPETTIAMO .IN BOCCA AL LUPO

massimiliano

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Risposta #5 il: 29/10/2021 - 17:27
In merito alla notizia secondo cui il comitato organizzatore del referendum Sì aboliamo la caccia, in data 26 ottobre 2021, avrebbe ottenuto una proroga per la consegna dei moduli in cui sono state raccolte le firme dei sottoscrittori e ne avrebbe richiesta un’altra al Ministero della Giustizia per il deposito delle firme, la Cabina di Regia del Mondo Venatorio intende fare alcune precisazioni importanti.

Le associazioni venatorie riconosciute e il CNCN, riuniti nella Cabina di regia venatoria, hanno seguito da vicino l’attività dei promotori sin dall’inizio della presentazione dell’iniziativa e attestano che il Comitato Si Aboliamo la caccia ha già ottenuto un mese di proroga a causa dello stato d’emergenza (come da art.11, comma 1-bis, del d.l. 22 aprile 2021, n. 52); considerato inoltre l’assenza di disposizioni di leggi che consentano di poter rimandare ulteriormente, i termini prescritti per il deposito della richiesta devono adesso considerarsi perentori.

Di conseguenza, le singole Associazioni riunite nella Cabina di regia venatoria hanno presentato diversi esposti ufficiali all’ufficio centrale per il referendum presso la Suprema Corte di Cassazione affinché disattenda ogni richiesta di proroga per la presentazione delle firme e/o la ricezione dei relativi certificati elettorali dei sottoscrittori e ogni istanza di sanatoria, come da disposizioni di legge*.

*ex art. 32, comma 3, della legge n. 352 del 1970 in relazione alla violazione degli artt. 8 e 38 della medesima legge.

Cabina di regia del mondo venatorio

Federazione Italiana della Caccia, Associazione Nazionale Libera Caccia, Enalcaccia, Arcicaccia, AnuuMigratoristi, Italcaccia, Ente Produttori Selvaggina, CNCN (Comitato Nazionale Caccia Natura).

peppone

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Risposta #4 il: 28/10/2021 - 17:57
E cosa cambia se certe associazioni animaliste non sono d'accordo ?
Se il referendum si farà ho il timore che,questa volta,si raggiungerà il quorum e gli anticaccia ce la faranno.
Gli anni 90 sono passati e la deriva fanatico animalista, conta milioni di seguaci,noi,invece,siamo rimasti quattro Gatti 

Seagate

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Risposta #3 il: 28/10/2021 - 16:38
Aggiungo:"I cacciatori sono pochi e duri...voi di duro avete solo le corna"

massimiliano

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Risposta #2 il: 28/10/2021 - 14:41
27/10/2021
ENPA in merito all’inopportunità di indire un referendum per l’abolizione dell’attività venatoria:

Care, cari,
in molti ci stanno chiedendo delucidazioni in merito alla contrarietà di ENPA, così come di tutte le maggiori associazioni ambientaliste ed animaliste italiane, all’indire in tempi odierni i referendum contro la caccia, a cui siamo assolutamente contrari e che per questo ci vede impegnati nel suo contrasto, con razionalità, con interventi legali, istituzionali e con capacità di analisi, e con tanta passione.
Siamo consapevoli che si tratta di un messaggio lungo, prometto che ne farò una sintesi, ma vorremmo che tutti foste in grado di comprendere la nostra grande preoccupazione. Grazie.
Modalità.
L’ ENPA, al pari delle maggiori associazioni nazionali con cui quotidianamente lavora proprio sul contrasto all’attività venatoria, NON è stata contattata se non a giochi fatti, ovvero a seguito del deposito dei quesiti. Nessuna discussione preventiva, nessuna valutazione dei rischi, nessun confronto e quindi nessuna strategia condivisa, nessuna analisi sociopolitica né relativa alla sostenibilità, in tempi odierni, per un referendum così importante. Solo dopo molto tempo e a giochi già fatti e decisi, i promotori hanno preteso che ci accodassimo, visto l’enorme impegno che tale iniziativa richiede, sotto ogni punto di vista, e che evidentemente piccole associazioni non riescono a sostenere.
Un referendum non si improvvisa.
Questa vicenda danneggia lo strumento  prezioso di democrazia diretta, che è difficile e complesso: richiede un grande schieramento di forze, organizzazione centrale e periferica, molto denaro, competenze sicure. Un referendum va ben valutato, soprattutto sulle conseguenze   che può  avere il suo fallimento o anche la sua vittoria.
Sostenibilità dell’iniziativa referendaria
I capitali umani ed economici per finanziare questa avventura sono veramente ingenti. Nel referendum del 1990 i Verdi  investirono più di un miliardo di lire, gran parte del finanziamento pubblico dei partiti. Dove sono oggi i  soldi per stampare i moduli, pagare i  cancellieri, pagare spazi pubblicitari, dove sono le migliaia di volontari necessari   per raccogliere  le firme; almeno settecentomila per averne sicure cinquecentomila? Tutto questo in Agosto, in tempi di pandemia? E le altre fasi, come l'acquisizione dei certificati elettorali? Il referendum non è  un gioco.
LEGGI TUTTE LE MOTIVAZIONI NELLA LETTERA DELLA PRESIDENTE NAZIONALE ENPA, CARLA ROCCHI

ENPA in merito all’inopportunità di indire un referendum per l’abolizione dell’attività venatoria

http://www.enpa.it/it/89323/cnt/i-temi/enpa-in-merito-all-inopportunita-di-indire-un-refe.aspx