Editoriale : chi non fa, non sbaglia
La proposta congiunta del
Club della Beccaccia e di
Beccacciai d’Italia per la regolamentazione della caccia specialistica alla beccaccia (Beccacce che Passione n° 6/2013) ha fatto discutere. Abbiamo raccolto e dato visibilità nelle pagine della rivista alle “voci contro”, che – sintetizzando – criticano la necessità di frequentare corsi specifici per praticare la caccia alla beccaccia, le misure restrittive circa tempi e orari di caccia, l’ulteriore impegno sul campo (lettura ali, monitoraggi eccetera) richiesto ai cacciatori, l’inasprimento delle sanzioni per chi non rispetta le regole e il fatto che tutto ciò sia proposto in Italia mentre all’estero la caccia alla beccaccia è regolamentata meno severamente.
A onor del vero, almeno da parte dei lettori di questa rivista, sono stati molti di più i commenti e le osservazioni che ci sono pervenuti via e-mail, via telefono, via posta in cui si esplicitava il consenso per “la sostanza” della proposta fatta e, seppur con qualche dubbio e qualche perplessità circa le modalità pratiche di realizzazione del progetto, i lettori – a cui diamo la parola in questo spazio riassumendo le loro considerazioni sul tema – hanno voluto sottolineare il loro appoggio all’intento di dare una maggiore dignità all’attività venatoria attraverso una specializzazione che si acquisisce senza dubbio attraverso la pratica (ovviamente!), ma, necessariamente, anche attraverso la tutela e la conoscenza delle specie selvatiche, la formazione costante e dimostrando un assoluto rispetto di regole e leggi che sostengano chi “fa tutto per bene” e che penalizzino senza sconti i comportamenti scorretti.
Alcuni di voi, inoltre, hanno voluto sottolineare il fatto che sia giusto impegnarsi per garantire un buono status di conservazione della specie beccaccia, tale da permettere anche in futuro la possibilità di esercitare la caccia con il cane da ferma alla Scolopax rusticola. E in tanti hanno manifestato la loro soddisfazione per aver partecipato ai corsi di caccia specialistica alla beccaccia, che hanno vissuto come un’opportunità di arricchimento culturale e di condivisione della loro passione con altri cacciatori: tante le cose nuove apprese, sulla specie, sull’attività venatoria, sulla cinofilia, che li hanno ancora più coinvolti nel meraviglioso mondo della caccia.
I più, infine, hanno sottoscritto senza remore l’introduzione di forti e realistiche misure di contrasto alla caccia all’aspetto alla beccaccia. Illegalità, questa, che in Italia pare essere divenuta una consuetudine di ampissima diffusione, praticamente impossibile da contrastare attraverso gli ordinari controlli di vigilanza e le cui conseguenze pesano in modo insostenibile nel novero delle criticità per la conservazione della specie.
Il fatto, poi, che l’abilitazione alla caccia specialistica consenta alcuni vantaggi ai cacciatori (prolungamento del periodo di caccia riservato ai soli cacciatori specialisti) è stato salutato con il plauso di tanti, entusiasti di partecipare alle attività di monitoraggio con il cane da ferma.
Caccia alla beccaccia 365 all’anno, col fucile, con il cane, con la macchina fotografica, attraverso lo studio e la lettura delle ali, con la partecipazione ai corsi, questo è il senso che, ci pare, abbiano colto coloro che, senza aprioristici no, hanno valutato la proposta come un’opportunità.
Certo, tutto può essere ottimizzato e va poi messo in pratica (e tra il dire e il fare…), ma il senso di questa scelta sembra proprio non spaventare chi caccia principalmente la beccaccia. Riportiamo, ad esempio, quanto ci ha scritto Paolo S. (Toscana): “La caccia di selezione ci insegna un iter vincente da seguire e il principio della caccia specialistica non è diverso; certo, non si controllano le popolazioni dato che si parla di migratori e non di selvatici stanziali, ma si controllano i cacciatori e ben venga! Io e tanti, tantissimi altri cacciatori beccacciai siamo solo contenti se tolgono il tesserino a chi ammazza la beccaccia alla posta e siamo ancora più contenti se, oltre a togliere il tesserino, le multe saranno ancora più salate, a patto che gli incassi siano rinvestiti nella caccia alla beccaccia”.
Gli stessi cacciatori che hanno partecipato ai primi corsi per la caccia specialistica alla beccaccia hanno molto apprezzato che, durante le ore di lezione, si sia discusso del codice etico da seguire in Italia e all’estero, che sia di ispirazione per una politica venatoria internazionale (e nel 2013 è stato il tema principale dell’annuale assemblea della Fanpbo) che segua gli stessi principi di tutela e conservazione della specie. A questo proposito, segnaliamo che è notizia recente che l’Albania ha deciso di vietare la caccia sul proprio territorio per almeno due anni, dopo un vero massacro della fauna compiuto dai bracconieri (fonte AFP – Agence France-Presse). “Siamo obbligati ad adottare delle misure severe al fine di proteggere le specie selvatiche minacciate di scomparire a causa della caccia di frodo”, ha spiegato il ministro albanese dell’Ambiente Lefter Koka. “L’incapacità delle autorità di mettere sotto controllo la caccia e il commercio illegale di animali selvatici sono all’origine dell’intollerabile massacro”, ha denunciato Astrit Beko, responsabile di un’associazione di cacciatori albanesi.? E la moratoria sulla caccia riguarda anche i cacciatori stranieri.
Quando si mette in cantiere un progetto, e in questo caso molto ambizioso, l’errore è spesso in agguato. Ma un eventuale errore si può correggere. Errare è umano, perseverare invece è diabolico. E’ “diabolico” che alcuni cacciatori perseverino nell’indignarsi sul perché sia ancora proibita “quella pratica venatoria che abbiamo fatto da ragazzi”, magari a marzo… oppure si collocano aprioristicamente sul fronte del no rispetto a qualsiasi proposta che non soddisfi la “pancia”, pensando di essere in possesso di tutte le conoscenze necessarie per ragionare sulle questioni solo perché “vado a caccia da trent’anni” e “dove caccio trovo sempre una decina di beccacce, quindi non è vero che ce ne sono di meno”; in questo modo di strada la caccia ne avrà ancora ben poca da percorrere. Albania docet.
Certo è, invece, che il mondo beccacciaio ancora una volta, pur con alcuni contrasti, si sta dimostrando attento e al passo con i tempi, pronto a difendere la caccia, quella “buona”, quella che potrà garantire un futuro alla nostra passione. Orgoglioso di rimettersi in gioco e di essere una voce autorevole, esempio di serietà, correttezza e passione infinita. Se poi questa passione sarà anche “specializzata” e se questa sarà la strada giusta, sarà il corso degli eventi che ce lo racconterà. E’ un fatto, invece, che i cacciatori beccacciai non vogliono essere in balia degli eventi, ma essere l’evento…
La redazione, Beccacce che Passione 2/2014
http://www.caffeditrice.comhttp://www.ilcacciatore.com/2014/03/18/editoriale-chi-non-fa-non-sbaglia/