Anlc: Toscana, la chiarezza e la cagnara
La chiarezza e la cagnara
Il comunicato sugli sviluppi della questione “appostamenti fissi” in Toscana ha suscitato una cagnara tanto esagerata quanto palesemente vuota e pretestuosa.
Cercando di fare il punto sulla situazione dei capanni, la Libera Caccia lucchese ha solo fornito un riepilogo breve e semplificato (peraltro assai simile a quello pubblicato dalla Nazione il 26 febbraio) e soprattutto corretto, dei rischio reale corso dai cacciatori toscani titolari di appostamenti fissi.
In questo riassunto si è accennato (crediamo con assoluto garbo e senza alcun eccesso) alla diverso approccio da parte di Cct, Fidc, Anuu e Arcicaccia alla complessa problematica.
Purtroppo, al garbo di una normalissima dialettica di politica venatoria, si è risposto con accenti di un’asprezza inaudita, al limite delle offese personali, e con una arroganza che ricorda molto da vicino quella di un certo schieramento politico i cui capi non solo non accettano critiche e confronti ma espellono “democraticamente” chi si permette di ragionare con la propria testa.
Al di là delle tanto sbandierate “certezze” sulla assoluta legittimità della legge 65 e, soprattutto, di là dei toni sopra le righe, la verità è una sola: se non si fossero ottenuti tre mesi di proroga, il primo marzo avrebbe potuto rappresentare l’inizio della fine per 25.000 capanni! Tutto il resto, come al solito, sono solo chiacchiere e giochetti politici.
D’altra parte, per chiarire definitivamente la questione, evitando il protrarsi di una sterile e dannosa polemica, basterebbe chiedere i pareri degli Uffici Legislativi di Giunta e Consiglio e, intanto, lavorare di buona lena per risolvere il problema alla radice sollecitando una modifica della legge nazionale che definisca gli appostamenti da caccia non più strutture soggette ad autorizzazioni amministrative ma manufatti rientranti nell’edilizia libera.
Detto questo, è però doveroso ribadire un concetto fondamentale:
La Libera Caccia non ha alcuna intenzione di “rubare il mestiere” alle varie organizzazioni anticaccia. Il solo pensarlo non solo è insulsamente offensivo, ma dimostra una profonda ignoranza sul ruolo avuto da questa associazione in oltre mezzo secolo di grandi lotte sindacali.
No, la Libera Caccia ha sempre e solo avuto a cuore i legittimi interessi dei cacciatori, per i quali ha lottato e continuerà a lottare, senza appiattirsi e senza rinnegare i suoi principi statutari. Principi sacrosanti e irrinunciabili sui quali, purtroppo, qualcuno ancora cerca di fare della ridicola ironia, giocando su quell’aggettivo “LIBERA” che non significa anarchia bensì indipendenza intellettuale prima ancora che politica.
L’UFFICIO STAMPA
Associazione Nazionale Libera Caccia – Via Cavour, 183/b – 00184 Roma
Telef. verde 800270148 e-mail: anlc@libero.it
http://www.ilcacciatore.com/2014/03/03/anlc-toscana-la-chiarezza-e-la-cagnara/