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« il: 31/01/2023 - 14:36 »
Cacciatori si Diventa
Ogni essere umano o animale nasce dalla stessa porta della vita!
Venire al mondo ed essere concepiti non sempre è una scelta, ma è un modo per
proteggere la specie, per migliorarla, per adeguarla al passo dei tempi.
L'essere umano come quello animale si fortifica con le difficoltà, si emancipa, si sviluppa, si inserisce nella società e nell'ambiente in cui sceglie o subisce di vivere la sua vita e quella dei suoi simili.
Lo studio, la ricerca, l'intuito, le convinzioni, l'esperienza soggettiva e di gruppo, concorrono ai cambiamenti e alla nascita di situazioni migliorative di vita, non sempre condivise ma mai rifiutate a priori. Le comodità di spostamento, di alimentazione, di inserimento in ambiti più sicuri e più "democratici", stimolano la specie umana e animale a percorrere strade meno ripide o faticose.
Il cacciatore è un estratto di tutto quello che è vita, ambiente, ricerca scientifica, gestione della fauna e del territorio.
In passato si diventava cacciatori per necessità, soprattutto, perchè la selvaggina cacciata era una pregiata e gradita opportunità di integrazione alimentare.
Dopo si diventava passionisti, perchè cacciare selvaggina comportava coltivare tecniche e strumenti di caccia utili, più o meno etici ma sempre inerenti la cattura a fini alimentari. La conoscenza del territorio, dei selvatici che lo abitavano o lo frequentavano in certe stagioni dell'anno, stimolava il cacciatore attento alla ricerca e allo studio per migliorarsi nelle catture delle prede ambite e "necessarie". L'ascolto verso i cacciatori più scaltri, più capaci, più disponibili all'insegnamento della materia venatoria, era consigliato e ambito da giovani cacciatori, curiosi e vogliosi di esercitare la loro passione.
Il cacciatore moderno dovrebbe diventare ed essere identificato, come appartenente alla categoria di una minoranza di passionisti, per necessità e senso civico.
Una minoranza di persone umane che gode del privilegio di essere concessionaria del porto d'armi uso caccia, per tempi e per specie , in periodi consentiti al prelievo di selvaggina non a rischio estinzione, a selvaggina non vocata per certi ambienti, a selvaggina problematica per certi settori, a selvaggina (tutta) pregiata, magra e proteica a scopo alimentare.
Il cacciatore moderno non spara per il gusto di sparare, per questo scopo ci sono i poligoni o campi di tiro, il cacciatore moderno dovrà essere autorizzato alla gestione di specie in esubero, in ambiti riconosciuti, confinati e controllati.
Il cacciatore moderno dovrà essere riconosciuto, accettato e integrato nella società, per le sue integrità morali ed etiche, per la sua preparazione rurale e scientifica dell'ambiente in cui è chiamato ad intervenire.
Il cacciatore moderno non sfida, non mostra, non ostenta, non provoca i detrattori, cerca di dialogare, cerca integrazioni culturali, cerca metodi razionali di gestione e di risoluzione di problematiche venatorie e ambientali.
Il cacciatore moderno dovrà "pretendere" di poter gestire, offrendosi agli organi competenti di controllo e organizzazione del territorio, situazioni di emergenza ma soprattutto di programmazione del futuro della caccia e del prelievo venatorio.
Lunga vita ai cacciatori responsabili, ai cacciatori di emozioni, ai cacciatori fieri e orgogliosi, ai cacciatori che per esercitare la loro passione si portano appresso i cani e altri collaboratori o ausiliari, ai cacciatori che non si sentono osteggiati o combattuti, offesi o denigrati.
Lunga vita ai cacciatori