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Club Italiano del Colombaccio => Archivio 2007-2014 => Discussione aperto da: BADGER - 26/02/2014 - 16:09

Titolo: Club Italiano del Colombaccio - Carta d'Intenti - febbraio 2014
Inserito da: BADGER - 26/02/2014 - 16:09
Il documento che segue, che si fonda sulla Carta originariamente sottoscritta nel settembre 2006, è stato integrato  con il recepimento di alcune delle proposte avanzate in occasione del Direttivo del settembre 2013, unitamente al contributo arrecato dai componenti del Gruppo di Lavoro, come individuati nel Direttivo del febbraio 2014- Rinaldo Bucchi,Vasco Feligetti, Graziano Giovannetti e Massimo Del Soldato, con l'intervento del Segretario del Club, Luca Bececco. Quanto segue rappresenta gli orientamenti che il Club intende seguire nel perseguimento dei suoi obiettivi, che sono e saranno sempre quelli di diffondere quella cultura venatoria, attinente ai valori che il Cacciatore Tradizionale di Colombaccio dovrebbe avere sempre come riferimento puntuale nel rapporto con il soggetto a cui rivolgiamo la nostra passione: Il Colombaccio.
Il presento documento sarà reso disponibile sul sito del Club a cura dell'Amministratore

CLUB ITALIANO DEL COLOMBACCIO
FEDERAZIONE CACCIATORI TRADIZIONALI DI COLOMBACCIO

Questo documento, sottoscritto in origine dai membri del Consiglio Direttivo del Club Italiano Colombaccio in Arezzo in data 09.09.2006 e successivamente integrato nel settembre 2013, rappresenta una dichiarazione di intenti, un codice comportamentale da far conoscere a terzi, siano essi cacciatori oppure no, da proporre alle Autorità che governano la caccia, ad Organizzazioni ed Enti a vario titolo coinvolti sul tema.
La Carta contiene anche elementi restrittivi rispetto alle attuali norme che regolano l'attività venatoria, in ogni modo tenta di individuare possibili migliorie applicabili gradualmente sia nel territorio nazionale, sia in quello degli Stati membri U.E.
Il Consiglio Direttivo del Club Italiano si è posto il problema di individuare e suggerire misure di difesa della specie e dell'ambiente che possano ragionevolmente, nel medio-lungo termine, garantire una gestione durevole di un bene che appartiene all'intera collettività: il colombaccio.
CARTA DEL PRELIEVO VENATORIO SOSTENIBILE DEL COLOMBACCIO AI FINI DELLA GESTIONE DUREVOLE DELLA SPECIE

Constatato
-che è di interesse generale assicurare la salvaguardia, lo sviluppo e la gestione durevole del colombaccio in Italia ed in Europa;
-che la solidarietà fra le generazioni dei cacciatori impone la trasmissione di un patrimonio indispensabile al perpetuarsi di antiche tradizioni venatorie;
-che è necessario attuare iniziative che prevedano la conservazione ed il miglioramento ambientale degli habitat prediletti dal colombaccio;
-che iniziative analoghe sono già state attuate in altri Stati Europei con la sottoscrizione di documenti mirati alla gestione durevole ed al prelievo venatorio compatibile del colombaccio e che tali dichiarazioni d'intenti sono in parte riprese e condivise con la presenta Carta;
-che la pressione venatoria sul colombaccio sta aumentando d'intensità nell'intera Europa

                        TUTTO CIO' PREMESSO
Si evidenzia  che la presente Carta si fonda sulla responsabilità collettiva che a vario titolo dovrà coinvolgere l'attenzione del mondo venatorio, ma anche dei comparti istituzionali demandati alla gestione  dell'avifauna e dell'ambiente.
A tale scopo il Consiglio Nazionale del Club del Colombaccio, in rappresentanza dei Cacciatori Tradizionali di Colombaccio,  condivide ed approva la presente Carta composta dagli articoli che fanno seguito e la cui attuazione è finalizzata a:

ART.1 - Sollecitare presso la Commissione della Comunità Europea competente in materia la creazione di una specifica struttura vocata allo studio, alla ricerca ed al monitoraggio delle popolazioni di colombaccio, in modo da identificare le quote dei prelevamenti venatori ottimali per gli Stati membri dell'Unione.
ART.2 - Proporre regolamenti che vietino all'interno della Comunità la vendita di colombacci uccisi durante le battute di caccia.
ART.3 - Vietare il prelievo venatorio nel corso della riproduzione della specie e durante il ritorno primaverile alle aie di nidificazione. Tale provvedimento dovrà tener conto della collocazione geografica degli Stati membri dell'Unione, esprimendo singoli dettami che identifichino i periodi in cui consentire la caccia. Per quanto riguarda l'Italia, questo termine è individuato dal Club Italiano del Colombaccio nell'arco di tempo compreso tra la terza domenica di settembre ed il 31 gennaio di ogni anno.(Legge 157/92). Non vi è inoltre preclusione alcuna ad un eventuale prolungamento della stagione di caccia alla prima decade di febbraio.
ART.4 - Elaborare piani d'abbattimento che prevedano il numero massimo di colombacci catturabili giornalmente e stagionalmente e ciò, previo parere della struttura di cui all' ART 1, nel modo più omogeneo  possibile fra i vari Stati U.E.
ART. 5 - Comunicare alla Struttura di cui all' ART.1, il bilancio annuale dei colombacci catturati nel corso della stagione di caccia e collaborare a ricerche che possano far luce sulla consistenza numerica della specie, sulla sua biologia e sullo stato di conservazione degli ambienti maggiormente favorevoli al selvatico.
ART. 6 - Privilegiare l'aspetto etico della caccia, favorendo un equilibrato rapporto tra cacciatore e preda, dando corso a tutti quei provvedimenti utili ad una sempre più responsabile gestione venatoria del colombaccio e dell'ambiente ad esso favorevole.

Nella fattispecie si consiglia:
- di non sparare a selvatici che non siano a portata utile del fucile;
- di rispettare l'ambiente, la proprietà privata e di raccogliere accuratamente i bossoli delle cartucce esplose;
- di identificare appropriate misure di rispetto dei singoli appostamenti fissi di caccia evitando che nuove strutture siano realizzate a distanza inferiore ai 700 metri rispetto a capanni preesistenti e debitamente autorizzati per legge;
- di mettere in atto provvedimenti tesi a far coesistere in  modo rispettoso e reciproco la caccia tradizionale al colombaccio con altre forme di attività venatoria;
- di rispettare e valorizzare le consuetudini tradizionali regionali e nazionali, favorendo gli aspetti della convivialità e dell'ospitalità ben radicati all'interno di questo particolare ambito;
- di adoperarsi a favore di una migliore educazione venatoria con particolare riferimento ai giovani che mostrano interesse per questa antica tradizione di caccia.

ART 7 - Promuovere appropriate misure di protezione del selvatico nel corso del periodo delle cove e dello svezzamento dei nidiacei che dovranno necessariamente tener conto della biologia della specie nei vari comparti geografici; al contempo dare corso ad iniziative di contenimento dei predatori specifici del selvatico. Nello specifico il Club si dichiara contrario alla cosiddetta pre-apertura al colombaccio.
ART. 8 - Favorire lo svernamento del colombaccio nei Paesi U.E. vocati per tale fenomeno naturale con adeguate misure di protezione e ciò, in particolare, nei siti scelti dal selvatico per l' appollo serale.
ART. 9 - Favorire il ripristino di ambienti particolarmente graditi dal colombaccio, contribuendo a realizzare colture a perdere all'interno delle zone in cui la caccia è interdetta, alla salvaguardia di zone boscose utilizzate dai colombi come dormitori ed alla messa a dimora di piante che producano frutti appetiti dal selvatico.
ART. 10 - Contribuire a rafforzare la cooperazione tra i vari Stati membri dell'Unione, nel rispetto delle locali consuetudini di caccia, avendo come scopo comune la salvaguardia della specie e la volontà di tramandare antiche tradizioni venatorie.
ART. 11 - Evidenziare che il Club si dichiara favorevole all'esercizio della caccia in territori riservati, purché alle seguenti condizioni:

a-limitazione dell'esercizio venatorio al periodo terza domenica di settembre - 15 novembre;
b-limitazione dell'esercizio venatorio alle forme di appostamento fisso;
c-istituzione di un registro giornaliero degli abbattimenti da trasmettere alle competenti Province al termine della stagione venatoria (15 novembre); le annotazioni dovranno essere effettuate contestualmente agli abbattimenti;
d- divieto di installazione di appostamenti fissi in prossimità di dormitori;
e-divieto di pasturazione specifica del colombaccio; laddove la pasturazione sia indirizzata verso la fauna stanziale dovrà prevedersi esplicito divieto di caccia nei confronti dei colombacci;
f-intensificazione dei controlli da eseguirsi con regolare cadenza da parte dei competenti Organi preposti.

ART. 12 - Rappresentare che in assenza di oggettivi riscontri scientifici, il Club si dichiara contrario a nuove regolamentazioni restrittive dell'attività venatoria nei confronti della specie colombaccio.
ART. 13 - Provvedere a dare pubblicità alla presente Carta sia all'interno del mondo venatorio, sia in quello d'altri fruitori dell'ambiente.

Infine, Il Club osserva realisticamente che anche i cacciatori di colombaccio da appostamento temporaneo, hanno analoghe problematiche di tutela della loro specifica forma di caccia. Pertanto, nel riconoscere valore e dignità ai cacciatori che sfruttano nuove tecniche di caccia, auspica l'attuazione di tutti gli accorgimenti utili ad una serena convivenza tra chi d'autunno vive la propria passione sulla vetta del bosco e chi invece è solito rincorrere i selvatici in lungo ed in largo per l'intera stagione venatoria.
Lo stato d'animo che caratterizza la caccia durante il passo autunnale (la "grande attesa") e quello che invece identifica il successivo periodo invernale (la cosiddetta "cerca") devono necessariamente trovare un punto di responsabile equilibrio in atteggiamenti di condivisa maturità venatoria.

26 febbraio 2014 
                                       Letta, approvata e sottoscritta

               IL CONSIGLIO DIRETTIVO DEL CLUB ITALIANO DEL COLOMBACCIO
                  FEDERAZIONE CACCIATORI TRADIZIONALI DI COLOMBACCIO
Titolo: Re:Club Italiano del Colombaccio - Carta d'Intenti - febbraio 2014
Inserito da: Lorenzo Berti - 26/02/2014 - 17:16
Mi piace al 90%
Titolo: Re:Club Italiano del Colombaccio - Carta d'Intenti - febbraio 2014
Inserito da: Rimescolo - 26/02/2014 - 22:27
Osservazioni:
- art.9
Se concordiamo che la specie è in ottima salute ed in continua espanzione, ciò è dovuto in maniera considerevole alla capacità del colombaccio di procurarsi il cibo, sia esso misto di cereali, erba o frutti di bosco, e alla capacità di scegliersi le soste notturne.
Il recupero di terre incolte, la semina di cereali ecc...è un obbiettivo nobile ed assume carattere di gestione se inserito in un contesto di programmazione faunistica in generale, no esclusiva del club e  solamente relativa alla specie colombaccio.
Art.7
- club contrario alla preapertura
Partiamo dal concetto che è più etico e moralmente sostenibile, gestire una popolazione "nata", cioè viva, e non una popolazione che deve o potrebbe nascere.
Va di per se che sarei daccordo per un eventuale posticipo alla prima decade di febbraio, quando sicuramente non ci saranno nidiacei da svezzare, e sicuramente non ci saranno femmine con uova ingenerate, sul nido.
C'è un però, e cerco di argomentare:
La specie colombaccio è diventata una specie mista, migrator/stanzializzata, con ingenti colonie che hanno popolato città e paesi.
La specie mista ha dei ritmi di riproduzione totalmente diversi dalla specie migratoria, ed ogni studio che non tenga di conto di queste diversificazioni, non è attendibile (ovvio secondo me)
Non vorrei si rischiasse di scivolare in prese di coscienza o di posizione che potrebbero danneggiare il nostro spirito di conservazione a prescindere.
Perciò, riformulerei l'art.7 con considerazioni oggettive specifiche.
Art.12 e art.7 si concedono a interpretazioni contrastanti, (si toglie ma non si vorrebbe?)
Sul taglio dei boschi (dormitori), non ne colgo un interesse particolare, la mia filosofia è: il taglio del bosco è la vita del bosco e della selvaggina che lo popola! Hai voglia di dormitori con tutte le foreste demaniali e zone inibite alla caccia.

Il mio giudizio è complessivamente positivo con i distinguo elencati.

Un caro saluto, e un plauso ai redattori,
Rimescolo
Titolo: Re:Club Italiano del Colombaccio - Carta d'Intenti - febbraio 2014
Inserito da: Rimescolo - 28/02/2014 - 15:33
Un invito a formulare asservazioni o pareri, se non altro per rispetto a coloro che si sono impegnati per illustrare le risultanze di un lavoro collegiale, rivolto al club, a beneficio del club italiano del colombaccio
Un saluto,
Rimescolo
Titolo: Re:Club Italiano del Colombaccio - Carta d'Intenti - febbraio 2014
Inserito da: giamp50 - 28/02/2014 - 16:16
Accogliendo il Tuo invito Rimescolo e rinviando osservazioni specifiche ed approfondite ad un prossimo intervento, evidenzio che purtroppo la questione di fondo della rappresentanza e tutela dei cacciatori di colombacci da appostamento temporaneo non è stata ancora inserita, permanendo pertanto un evidente contrasto con le norme statutarie, e ribadendo un semplice riconoscimento di tale forma di caccia, cosa evidentemente ben diversa dal rappresentare, come dire, si ci siete, vi sopportiamo, ma noi da appostamento fisso siamo i soli unti dal Signore.
Saluti.
Titolo: Re:Club Italiano del Colombaccio - Carta d'Intenti - febbraio 2014
Inserito da: aldorin - 28/02/2014 - 18:26
Applausi a scena aperta!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Titolo: Re:Club Italiano del Colombaccio - Carta d'Intenti - febbraio 2014
Inserito da: BADGER - 28/02/2014 - 19:02
Penso che gli  interventi che tutto vogliono essere meno che costruttivi si commentino da soli. Ma si sa a criticare son propri tutti buoni. Ciao
Titolo: Re:Club Italiano del Colombaccio - Carta d'Intenti - febbraio 2014
Inserito da: alessiotroni - 28/02/2014 - 22:13
Buonasera a tutti,
Alcune osservazioni alla carta d'intenti, ovviamente soggettive, e non volte a nessuna critica della carta stessa.
Vorrei poter iniziare dall'ultima parte ovvero dalle problematiche dell'appostamento temporaneo. Poter esercitare la medesima passione, poterla trasmettere ai neofiti ed ai più giovani le tradizione di questa nobile caccia, penso sia l'intento di tutti noi.
Però oltre la tradizione dovrebbe essere considerata anche l'evoluzione della caccia negli anni. Si può cacciare seguendo le condizioni meteo del periodo, oppure inseguendo gli svernanti ed è quindi preferibile un appostamento temporaneo, si può non essere titolari di un appostamento fisso causa numeri chiusi, oppure a causa di richieste economiche non pertinenti o per altri motivi, ma non per questo essere diversi.
Sarebbe opportuno considerarsi uniti dalla medesima passione ma accettando oltre la tradizione, l'evoluzione e cause di forza maggiore.
Per Art 1/4, con che criterio stabilire le quote dei prelevamenti venatori degli stati membri?
Di un carniere giornaliero uguale per tutti i cacciatori degli stati membri, cosa ne pensate?
Per Art 7, come ben descritto da Rimescolo, l'argomento pre apertura va affrontato nella giusta maniera. Dividendo la popolazione stanziale estatina da quella migratoria di fine settembre, conoscendo bene tutte le realtà locali delle varie zone ed affrontare il delicato argomento in altre sedi.
Per Art 9, realizzazione delle colture a perdere e messa a dimora piante con frutti appetiti del selvatico, mi sembra ad oggi non sia una priorità, il colombaccio dimostra la sua evoluzione adattandosi e saper come procurarsi il cibo in natura. Questo penso lo renda ancor più forte come razza . E con i fondi?
Per Art 11, aggiungerei un limite di superficie nell'autorizzazione dei capanni nei terreni riservati, mi sembra però che sia già in atto.
Per il resto tutto chiaro.
Saluti, Alessio
Titolo: Re:Club Italiano del Colombaccio - Carta d'Intenti - febbraio 2014
Inserito da: Lorenzo Berti - 28/02/2014 - 22:26
O Badger 90 x100 non è mica poco .
Titolo: Re:Club Italiano del Colombaccio - Carta d'Intenti - febbraio 2014
Inserito da: BADGER - 01/03/2014 - 09:06
Ciao Lorenzo il 90% di gradimento è di per sè un successo straordinario.Quello che vorrei precisare è che q
Titolo: Re:Club Italiano del Colombaccio - Carta d'Intenti - febbraio 2014
Inserito da: BADGER - 01/03/2014 - 09:20
Scusate è partito il ditone. Quello che vorrei precisare è che questo documento, a mio parere, rappresenta l'essenza del Club perchè ne dichiara le intenzioni, gli orientamenti,quello che insomma vorrebbe che fosse applicato nella realtà. E' di tutta evidenza che, almeno in parte, è una specie di libro dei sogni perchè affronta temi complessi che certamente sono di difficile svolgimento. Ma per avere bisogna essere ambiziosi e chi non sogna, anche in grande, a costo di sembrare presuntuoso, non realizzerà mai i suoi progetti. Certo vi sono argomenti che possono essere non condivisi, o condivisi in parte, ma ogni documento che tenta di raccogliere e comprendere le aspirazioni di  molti non potrà mai esser perfetto o accontentare tutti. Ma dietro a questo scritto c'è del lavoro, forse non poco, che parte da lontano, da quando i fondatori del Club hanno deciso di mettere nero su bianco le loro aspirazioni, quei valori che tutti credo vorremmo riconoscere in un'attività che non è solo un mero atto di predazione. A ciò si è aggiunto, non senza fatica il pensiero di altri, il contributo di chi ha cercato di introdurre novità, di adeguarsi a realtà nuove e complesse. Io credo che tutto sia perfettibile e che questo documento meriti tutte le osservazioni critiche quando sono costruttive ma anche un'attenta lettura perchè nell'odierno  e variegato mondo della caccia, che si muove in una società dove molti sono gli impulsi all'imbarbarimento culturale e  dove apparire sembra essere più importante di essere, è solo la cultura che ci può salvare e in questo, nel portare avanti valori tradizionali e culturali il Club è sicuramente il nostro punto di riferimento Ciao
Titolo: Re:Club Italiano del Colombaccio - Carta d'Intenti - febbraio 2014
Inserito da: Chiocco - 01/03/2014 - 16:41
Concordo con giamp 50 quando dice che la carta in fin dei conti non dice di rappresentare e neppure lo spera più di tanto tutti i cacciatori di colombacci con richiami nelle loro diverse forme di caccia, ci si limita a accettare una "sopportazione '" del resto del tutto scontata vista l'innegabile tendenza attuale all'approccio di tanti a nuove forme di caccia x altro non poi così nuove come si vuol far credere ma con alle spalle esperienze e tradizioni come e quanto altre forme definite "tradizionali" . Sinceramente credo che il club abbia perso un'altro treno... Perche' come giustamente fa' notare giamp non apre porte x allargarsi ed espandersi ma n finestrino dal quale si parla si dialoga con il collega e amico che però viaggia su un treno diverso su binari paralleli ma con destinazioni separate, uno di ferma a metà novembre alcuni scendono prendono l'altro e viaggiano fino a fine caccia tanti di fermano e sinceramente delle sorti dell'altro convoglio gliene frega il giusto.. Insomma concretamente ci sono i presupposti x ampliare il club? Sembra di no, xke con tutta la buona volontà e' stato scelto di rappresentare più che altro una parte e di limitarsi a riconoscere e rispettare un'altra ma senza volerla rappresentare. Allora la domanda quella famosa.. e': ci si può sentire autorizzati a portare proposte e pareri in giro come auspicato in diversi articoli forti di rappresentare la cetegoriavdi cacciatori di colombacci? La risposta e' no, e' no xke x farlo o almeno x farlo legittimamente servono consensi, numeri, che il club non ha e che a mio avviso non avrà neppure in seguito visto che viaggia ancora su un treno tutto suo .
 Caro Renato se un giorno saremo davanti ad una scelta obbligata x la stima che ho x te ti lascio volentieri la fetta di cocomero fresco e mi accontenterò della passera...
Un abbraccio
Titolo: Re:Club Italiano del Colombaccio - Carta d'Intenti - febbraio 2014
Inserito da: BADGER - 01/03/2014 - 18:07
Certo che l'italiano è davvero una lingua strana! Come lo scrivi lo scrivi c'è sempre chi lo legge da destra verso sinistra, come la cultura araba. Mi attiverò per una traduzione in inglese e poi magari in qualche dialetto/vernacolo per vedere se poi, come diceva un mio vecchio professore d'italiano, parliamo la stessa lingua! In fondo la speranza è l'ultima a morire. Forse hai ragione, bisognava, perchè fosse chiaro, sostituire la parola riconoscere con rappresentare. Mah io penso che non servisse lo stesso, in fondo è vero il treno lo abbiamo perso tanto tempo  fa, si ma quale treno? Quello degli eterni scontenti. Poi in fondo chi non è mai stato iscritto al Club non ci rimette niente.
Titolo: Re:Club Italiano del Colombaccio - Carta d'Intenti - febbraio 2014
Inserito da: Chiocco - 02/03/2014 - 02:47
Ma non eri te massimo che dicevi che alla fine poi contano i numeri e niente più?
1o sono troppo lontani quei giorni ?
D'altra parte viene chiesto cosa se ne pensa e se poi uno lo dice non va' bene. Si poteva fare di più ? O essere più chiari se questo ti piace di più ? Si poteva essere più chiaro del resto non solo io non ho letto bene l'italiano... Me lo sono anche riletto.. E continuo a pensare che se di voleva allargare gli orizzonti si poteva fare di più. Incontentabile? Può darsi ..
Titolo: Re:Club Italiano del Colombaccio - Carta d'Intenti - febbraio 2014
Inserito da: BADGER - 02/03/2014 - 08:43
No, io ho sempre detto che, nel rispetto dei contenuti, andava fatto ogni sforzo per attrarre. Detto questo guarda, se  mi dici che ci può essere qualche termine che non convince ad una prima lettura può darsi ma io ti assicuro che l'intenzione era ed è quella di ricomprendere tutti, anche quelli che lo cacciano da appostamento temporaneo. Se guardi bene, intelligente come sei, non puoi non notare che non si parla MAI di appostamento fisso (la vetta del bosco?) e si dà per scontato che i soggetti di cui trattasi, TUTTI, adoperino volantini e zimbelli.O perlomeno siano TUTTI cacciatori tradizionali. Ti ricordi la vecchia Carta? "coloro che adoperano volantini e zimbelli da strutture fisse autorizzate per legge" o qualcosa di simile, lo trovi ancora? E invece il periodo finale non ci chiama tutti cacciatori di colombaccio? Non riconosce, PER LA PRIMA VOLTA, la dignità, il valore di nuove tecniche di caccia, non auspica, nel riconoscere "la cerca" un maturo punto di equilibrio tra tutte le forme di esercizio venatorio? A me sembra un progresso straordinario, non mi chiamo più, ma ci chiamiamo tutti. TU pensi che sia stato così facile? Hai buona memoria? Per fortuna il Club è fatto di persone intelligenti che più di tutto amano questa caccia ma non puoi non notare che vi è stata una presa di coscienza straordinaria. Via, cerchiamo di essere costruttivi, tutto si può migliorare ma se uno vuole leggere bene.... Anzi ti dirò che io avevo scritto di meno, lasciando in piedi vecchie definizioni che  qualcuno, più lungimirante di me, ha inteso superare. Leggi ancora fammi questo favore, e poi dimmi avrei scritto diversamente ma non avrei fatto diversamente. Ancora e questo sia rivolto a tutti, invece di chiamarla Carta d'Intenti, avremmo dovuto chiamarla MANIFESTO DEL CLUB DEL COLOMBACCIO, perchè non solo contiene le aspirazioni del Club ma anche e soprattutto definisce in maniera chiara e incontrovertibile una serie di punti fermi. Dai quali  poi si potrà, domani, anche iniziare ulteriori discussioni, ma che devono servire a chi si approccia per la prima volta per conoscere chi ha davanti. La chiarezza è tutto, la nostra Carta d'Identità. Ciao e aspetto un commento.
Titolo: Re:Club Italiano del Colombaccio - Carta d'Intenti - febbraio 2014
Inserito da: BADGER - 02/03/2014 - 09:13
Aspetta, come disse una volta Rinaldo, ho il seme lento e devo aggiungere ancora qualcosa. Il nuovo documento, tra gli altri, innova degli aspetti che una volta apparivano determinanti:
La caccia nella AFV - contiene una nuova previsione di chiusura al 15 novembre che non  c'era, non solo, ma si auspicano di maggiori controlli e si introduce anche la novità di un registro abbattimenti, contestuali, da rimettere poi alla Provincia competente. Questo c'era?
La dichiarazione che  non prevede ostative ad un prolungamento a febbraio, questa c'era?
Infine la dichiarazione che il Club è contrario, in assenza di oggettivi riscontri scientifici ad ogni ulteriore restrizione ( Art. 12) questa c'era? O non ti ricordi più che è stato, allora, il mio cavallo di battaglia?
Vedi che molto è stato fatto e che quindi a mio modesto parere trovo ingeneroso fare di ogni erba un fascio e dire che abbiamo perso il treno. Tra l'altro ho fatto il pendolare per quasi sette anni e non mai perso un treno perchè sono un ansioso e arrivo almeno mezz'ora prima. Ciao
Titolo: Re:Club Italiano del Colombaccio - Carta d'Intenti - febbraio 2014
Inserito da: Polvere - 03/03/2014 - 00:17
Pur sottoscrivendo in toto il documento, pubblicato da Massimo ,vorrei dire qualcosa su due punti .
Il primo ,al quale tengo molto , riguarda il taglio dei boschi .E' vero che il "taglio" è la vita del bosco e soprattutto della fauna che lo popola ma quando si assiste allo scempio che stiamo vedendo tutti da qualche anno ,basta vedere su Google Earth, alcune zone hanno proprio cambiato morfologia per migliaia di ettari, senza che non ci sia rimasto una toppa di verde degna di questo nome . Il buon Renato che ha vissuto a lungo in Maremma e ancora ci vive, dove il bosco è stato per secoli forma di sostentamento e risorsa , non può paragonare i tagli che venivano fatti in passato ,piccole toppe di pochi ettari ,con quelle di oggi, senza contare quello che viene lasciato per terra che si scalderebbe paesi interi.

La seconda riflessione riguarda i controlli da auspicarsi all'interno delle A.F.V. e qui la vedo molto dura , un po' per connivenza e un po'per ,chiamiamola amicizia . Sappiamo tutti cosa avviene e cosa permettono i "Guardia" delle Aziende ,spesso anche quelle Agroturistico Venatorie dove, come sappiamo la caccia alla Migratoria e vietata, ai loro clienti .
Penso che tutto il mondo Venatorio dovrebbe essere controllato molto di più questo non per sacrificare economicamente i cacciatori ma per educarli. Però chi non capisce dovrebbe smettere di andare a caccia .Penso che un cacciatore ,che ama la caccia ,se sa di rischiare il porto d'armi commette pochi danni , dico danni perché spesso gli errori dei cacciatori arrecano danni o all'ambiente , alla selvaggina o ad altri simili.

Un'altra riflessione mi viene ora in mente e riguarda il primo punto dove si invita i cacciatori a sparare ai selvatici "a tiro" .Ecco chiunque vada a caccia ,soprattutto ai colombi, vede delle scene che fanno inorridire non ultimo il non recupero della selvaggina caduta a distanza notevole .
Tutto questo è deplorevole e indifendibile e qui non c'è differenza tra caccia da appostamento o alla cerca .Salutoni a tutti Franco
Titolo: Re:Club Italiano del Colombaccio - Carta d'Intenti - febbraio 2014
Inserito da: Rimescolo - 03/03/2014 - 21:45
Ciao Franco (Polvere), la tua filosofia di caccia la condivido, non sappiamo di dove sei, e sarebbe importante saperlo, così come ogni iscritto al forum.
Questa è la mia opinione.....
Per il taglio del bosco non vorrei fare una lungagnata, è vero quello che sostieni, ma il tempo ripristina, rinnova e ricrea le condizioni ottimali per l'equilibrio naturale, per mano dell'uomo.
E' vero che in alcuni casi sembrano desertificazioni, ma i tagli sono comunque autorizzati dalla forestale e dalle comunità montane.
Occorre pazientare una decina o poco più di anni, e l'"albergo" è di nuovo pronto più ospitale di prima.
Nel frattempo la ricettività dei nostri amati volatori sarà garantita altrove, per dar modo così ad altri cacciatori di colombacci di poterli "giocare". Il ciclo si ripeterà nel tempo.
Ho visto il parco di Migliarino-S.Rossore, lasciato a se stesso, con il suo degrado e la sua incuria, dettata da uno spirito ambientalista cieco e becero. Le piante che cadono malate, i selvatici ungulati che sopravvivono a stenti, non avendo cibo in abbondanza per l'incapacità del bosco di ospitarli e di fruttificare, le fronde che non esistono più a causa di una eccessiva presenza di daini e caprioli che defogliano qualsiasi pianta bassa.
Il sottobosco praticamente assente, in poche parole uno scempio.
Il promontorio di Polpulonia rischiava di fare la stessa fine, ma non per l'eccessiva presenza di selvatici ma sempre per un divieto di taglio imposto fino a una quindicina di anni fa. Per fortuna successivamente sono stati autorizzati tagli a scacchiera e la vita è ricominciata.
I territori in alta collina o montagna, dopo il taglio del bosco, hanno  bisogno di avere delle ramaglie e del fogliame lasciato a macerare  che gli permettono di trattenere le piogge, altrimenti si creerebbero dei canali spontanei di scolo molto pericolosi, e un ruolo importante per la salute del bosco, lo assumono anche i cinghiali che smovendo la terra ossigenano la pianta e permettono alle piogge maggiore infiltrazione.
Non nascondo altri ingenti danni da loro procurati, alle colture intensive, ma questo è un altro problema.
Ho vissuto in campagna fino all'età di 11 anni, ma non ho mai smesso di interessarmi alla natura e ai suoi cicli concessi, è il caso di dire, dalla mano capiente e rispettosa dell'uomo.
Il taglio del bosco è regolamentato, non è selvaggio, ed è posto in essere quando le condizioni di maturazione delle piante possono garantire un reddito sostenibile.
Sono andato lungo è non ho detto tutto....
un caro saluto,
Rimescolo
Titolo: Re:Club Italiano del Colombaccio - Carta d'Intenti - febbraio 2014
Inserito da: Polvere - 04/03/2014 - 13:33
Caro Renato , sono di Firenze, e ci siamo conosciuti 2 anni fa alla festa a Bagno a Ripoli , abbiamo pranzato insieme con Del Due e Luigino , questo per farmi riconoscere. Hai detto una cosa saggia a proposito dei tagli "a scacchiera" che non sono quelli di cui parlavo io .Tanto per intendersi basta che tu veda, per esempio , come è stato trasformata la "macchia" nei pressi di Civitella Marittima lato Bagnolo basta passare sulla superstrada per rendersene conto . Sai benissimo che prima che la "macchia" sia tornata idonea per far regnare il colombaccio 10 anni sono pochi . Salutoni Franco
Titolo: Re:Club Italiano del Colombaccio - Carta d'Intenti - febbraio 2014
Inserito da: Rimescolo - 04/03/2014 - 18:14
Ciao Franco, ricordo bene quel pranzo e la vostra ospitalità, e allora converrai con me che si sente la mancanza dell'amico Fabio (DELDUE), chissà che non legga e non ritorni fra noi, è un giovane navigato ma che sa ascoltare.
Ritornando a noi, sappiamo senza bisogno di ripetersi, dell'importanza dell'equilibrio e della razionalità, nella gestione della selvaggina e del territorio.
Sarebbe opportuno che ogni possessore di licenza di caccia, avesse a disposizione e non rifiutasse la conoscenza etica, morale e ambientale della specie cacciabile e del suo habitat, sia esso di alimentazione, di sosta o di stanzializzazione. Va dato atto ai redattori della carta d'intenti che non hanno trascurato questo aspetto.
Un caro saluto a te e a tutti gli amici di Bagno a Ripoli, compreso il Bomba che è non sento da un po, Renato.

Rimescolo