Club Italiano del Colombaccio - Forum

Club Italiano del Colombaccio => Discussioni Generali => Discussione aperto da: Vasco - 19/10/2023 - 16:08

Titolo: RIFLESSIONI SULLA CACCIA DELLE PALOMBE NELLE MARCHE (MA NON SOLO)
Inserito da: Vasco - 19/10/2023 - 16:08
  RIFLESSIONI SULLA CACCIA DELLE PALOMBE NELLE MARCHE(MA NON SOLO)

La caccia delle palombe è caccia storica delle regioni Marche e Umbria. Nel suo libro “Tra querce e palombe”, una “Bibbia” sull’argomento, l’Avv. Giuseppe Mazzotti nella parte terza dal titolo:” Le palombe nelle Marche e nell’Umbria”, così scriveva : “ Entriamo nell’ambiente e nell’atmosfera in punta di piedi, con estrema umiltà, in quanto ci avviciniamo davvero all’altare incontrastato, alla scuola più alta della caccia alle “palombe”. Ma oggi la caccia classica, quantomeno nelle Marche, la mia regione, sta pressoché scomparendo, sostituita da una forma semplificata che con quella ben poco ha a che vedere : quella era arte, questa è piuttosto sparatoria, ma soprattutto sono l’atmosfera, il pathos, assolutamente diversi, molto più poveri, manca .... continua

https://www.ilcolombaccio.it/CMS/riflessioni-della-caccia-alle-palombe-nelle-marche-ma-non-solo/
Titolo: Re:RIFLESSIONI SULLA CACCIA DELLE PALOMBE NELLE MARCHE (MA NON SOLO)
Inserito da: Cucciolo - 19/10/2023 - 19:20
Lo sparare,in questa caccia fantastica, deve essere solo l'atto finale (che gioco forza deve esserci... senza essere ipocriti)di un film preparato e vissuto negli attimi,nei minuti,nei giorni,nei mesi precedenti...con tanta passione e rispetto per questo fantastico selvatico!
Titolo: Re:RIFLESSIONI SULLA CACCIA DELLE PALOMBE NELLE MARCHE (MA NON SOLO)
Inserito da: cicciodelibero - 27/10/2023 - 12:48
LA RELAZIONE DELL' AVV. PACI È  DA ME CONDIVISA PIENAMENTE.AGGIUNGO- È  INDUBBIO CHE L'ATTO FINALE : LO SPARO,È LA CONCLUSIONE DI UNA "EMOZIONE".MA RAGIONIAMO SUI TEMPI DI QUEST'EMOZIONE ,QUALE COINVOLGIMENTO TRAN-FREUDIANO.SOFFERMIAMOCI SUI TEMPI. 1.TEMPO -L'AVVISTAMENTO. 2 TEMPO - LA PRESENTAZIONE DEL BRANCO (il lato di provenienza...ed altro). 3 TEMPO - IL VENTO (fondamentale per chi spara a fermo). 4 TEMPO - L'INVOLO DEL VOLANTINO O DEI VOLANTINI ( non caccio con tanti volantini uno (1) massimo due (2).5 TEMPO L' ALTEZZA DEL BRANCO ( portarli sulle piante che Tu vuoi - non è  facile).6 TEMPO - IL GIUSTO INVIO DEL VOLANTINO ( allorquando il BRANCO,rimanendo in volo circolare necessita di un altro invio del volantino).7 TEMPO - IL COMANDO DEGLI "AZZICCHI" (quando come è perché prediligere l'uno anziché l'altro) di conseguenza ha importanza la posizione degli " azzicchi",così il vento del momento).8 TEMPO- SU QUALE PIANTA SI POSERA' IL BRANCO IN RAGIONE DI TUTTO CIÒ ELENCATO NEL TEMPO 8. 9 TEMPO - LA SCELTA DEL SELVATICO SULLA PIANTA DI POSA (quale si pone maggiormente in " posa di ritratto".10 TEMPO - LA COORDINAZIONE NELLO SPARO (se si è  in due o tre persone). 11.TEMPO ( PERSONALE) l'abbraccio finale dopo la conclusione dell'azione. LA CACCIA CON IL TIRO A VOLO È, A MIO PARERE,È DI SOLI 4 TEMPI ( dei tempi elencati e così  breve l'emozione vissuta).LA MIA EMOZIONE È  LUNGA QUANTO LA TREPIDANTE ATTESA. RIFLESSIONE - avete mai sentito parlare del ritorno del branco,dopo lo sparo,di nuovo sulle piante - lo stesso branco - da NON CREDERE...invece è  accaduto, non è  una costante, MA È POSSIBILE IN QUANTO AVVENUTO.ORMAI LA CACCIA AL COLOMBACCIO VIVE UN ACCANIMENTO " SELVAGGIO" SENZA POESIA...MA NON TUTTI SONO : " CACCIATORI DI PALOMBE".VI VOGLIO BENE COMUNQUE...UN ABBRACCIO Ciccio de Libero.
Titolo: Re:RIFLESSIONI SULLA CACCIA DELLE PALOMBE NELLE MARCHE (MA NON SOLO)
Inserito da: Vasco - 24/11/2023 - 00:39
 Purtroppo la caccia alle Palombe con sparo a fermo, come si praticava fino a 30 anni fa è quasi dimenticata. Rimangono pochi appostamenti che praticano in qualche modo la caccia sparando a fermo.

 Però bisogna fare "mea culpa" se questa pratica di caccia non esiste quasi più. Noi, i più anziani, che hanno cacciato le Palombe in modo tradizionale, a fermo, non siamo riusciti ad insegnare ai giovani il mestiere e la passione del capanno, del cerro con la ghianda, tramandata dai nostri vecchi.
 
 Sarà colpa della fretta, dei tempi frenetici che l'attività umana impone, sarà la società che cambia troppo in fretta, il modo di essere e di interpretare la vita, fatto sta che siamo rimasti troppo pochi per ricordare e insegnare come si fa questa caccia a chi vorrebbe praticarla convinto di vivere la caccia e il bosco nel modo più semplice e rispettoso possibile. Allora cosa bisogna fare se vogliamo salvare il salvabile, il modo tradizionale a fermo, bisogna guardare al futuro, si guarda al futuro se prima di mettere nelle mani di un giovane il fucile si insegna come comportarsi, rispettando gli animali, l'ambiente e soprattutto gli altri.  Ecco, lo stesso tirocinio che abbiamo fatto "noi giovanotti" prima di prendere il fucile, correndo dietro ai segugi, al setter e, prima di prendere in mano la bacchetta per involare i piccioni, tanti giorni di scuola di caccia al capanno delle Palombe solo con la voglia di imparare, di vedere quando far involare i piccioni o muovere una racchetta.

 Però per difendere la caccia in generale bisogna trovare il modo di convivere, di stare insieme, noi che spariamo alle Palombe dal capanno solo a fermo, chi preferisce sparare al volo nel valico, chi caccia con le aste in mezzo al bosco, insomma tutti chi corre dietro alle Palombe senza pregiudizio, altrimenti, se ci facciamo la guerra continuamente l’uno contro l’altro ci spariamo addosso.

 Vogliamo andare avanti con la locuzione "dividi e impera"? no per carità, si farebbero gli interessi di chi vuol far chiudere la caccia. Ora con il modo che c’è si sta gestendo la fine non il futuro, uno con l’altro e con quale fine?
Titolo: Re:RIFLESSIONI SULLA CACCIA DELLE PALOMBE NELLE MARCHE (MA NON SOLO)
Inserito da: giamp50 - 24/11/2023 - 11:21
Bè, è vero, i momenti della posa sono indubbiamente e fortemente emozionanti, non confrontabili neanche con una tripletta al volo!
Però altrettanto indubbiamente, una volta avvenuta la posa che cosa si fa? Si spara a fermo? E che gusto c'è? Forse sarebbe più pagante attendere che ripartano da soli e cercare di richiamarli ancora, senza sparare, solo filmare.
Inoltre le migliaia di palombare attuali non si prestano alla posa ed ancor meno i cacciatori di oggi non sono in sintonia con la posa.
Molto più semplice, meno rischioso, più divertente e redditizio il tiro a volo!
Tutto si evolve verso migliori risultati, palombare con esclusiva posa oramai possono esistere solo come un museo dell'antico.
Titolo: Re:RIFLESSIONI SULLA CACCIA DELLE PALOMBE NELLE MARCHE (MA NON SOLO)
Inserito da: Rimescolo - 24/11/2023 - 13:55
Lo sparo a fermo è certamente più facile per colpire il selvatico, qualunque esso sia.
Però non si può paragonare lo sparo a fermo delle "nocette", o capanni con richiami vivi alla piccola selvaggina. In questi, credo, (non l'ho praticata) occorre una buona batteria canora delle specie cacciabili, in un territorio ricco di transiti di selvatici, con un buon allestimento o situazione ambientale. Il carniere ottenuto sarà di gran lunga più ricco rispetto allo sparo al volo di una postazione occasionale. Diverso è lo sparo a fermo del colombaccio, no su una pianta dove va a procurarsi il cibo, quercia o lellero che sia, ma su un'altra pianta di buttata, curata e predisposta nei minimi dettagli alla posa, che sono pur sempre soggettivi, per "stoppare" il selvatico nel periodo della migrazione, cosa non facile. Il risultato fra lo sparo a fermo e lo sparo al volo fra i diversi capanni, a mio parere, offre un risultato opposto al primo, cioè chi è capace di richiamare a giusta distanza il colombaccio, si avvantaggia con lo sparo al volo e ottiene carnieri più congrui. Le emozioni che derivano da situazioni diverse sono ovviamente soggettive e lo sparo, sia a fermo che a volo non è altro che la conclusione dell'azione di caccia. Lunga vita ai cultori delle diverse discipline di caccia con etica e passione.
Titolo: Re:RIFLESSIONI SULLA CACCIA DELLE PALOMBE NELLE MARCHE (MA NON SOLO)
Inserito da: Vasco - 24/11/2023 - 17:48
Giamp, lo sparo a fermo, lo conferma la storia, è molto più redditizio che al volo, il problema è far posare le Palombe e organizzare in maniera perfetta la caccia. Non è facile insegnare agli altri che stanno in altri capanni quando è il momento di sparare contemporaneamente.
 Ma se tutto ciò è fatto in maniera perfetta il carniere è molto, ma molto più sostanzioso e i feriti che cascano in terra non si perdono mai. Sembra facile, ma vi assicuro che far sparare a fermo simultaneamente quattro o cinque persone che stanno in altrettanti capanni è tanto ma tanto più difficile che comandare lo sparo al volo.
 Quattro o cinque secondi prima del (GUU) sono momenti interminabili, poi nella caccia sono i dettagli che fanno la differenza, nella caccia che si spara a fermo che in quella dove si spara al volo. Capanni ben coperti le frasche “giuste” messe nel modo “giusto”, i capanni non legati alle piante, gli altri che stanno immobili quando le Palombe curano, sempre i stessi compagni, ecco sono i piccoli dettagli che però hanno grande importanza a fare la differenza. Invece dall’altra parte, dove si para al volo, tutto ciò, ma non per tutti, è quasi superfluo, quasi sempre c’è l’ospite, e le palombe appena a 100 metri si accorgono dell’inganno e se ne vanno e allora le canne del fucile diventano sempre più lunghe.  Lo sparo al volo evita tutti i problemi che si creano  nella caccia a fermo, ogni occasione viene sfruttata comunque vada, quando la Palomba entra si spara, ma la storia narra che quasi 100 anni fa negli appostamenti in Umbria, alcuni, hanno superato le 200 Palombe in un giorno, e più di 2000 in una stagione e  ne passavano molto meno di oggi.  Allora c'era solo un capanno in aria, gli altri sparavano da sotto le piante di buttata.
Rimescolo, è impossibile dimenticarti: è vero che sparare a fermo è più facile, se sei solo, ma se la palomba non si posa non spari mai, ecco, sta tutto qui il motivo della scelta di sparare al volo nella caccia alle Palombe. Però ottobre passa una volta all’anno e io come te, che di “ottobre” ne abbiamo vissuti tanti, comincio a far fatica e credere che ancora c’è qualcuno che tiene più alla forma che al risultato. Ed è per questo motivo che  il prossimo anno farò un capanno, vecchia maniera come mi hanno insegnato i vecchi,  per far conoscere ai giovani come e cosa si deve fare per cacciare le Palombe a fermo. La capanna è li, sotto al capanno, Giamp la ricorda, non manca nulla, ecco ….   con la vostra presenza si passa una bella giornata …
Titolo: Re:RIFLESSIONI SULLA CACCIA DELLE PALOMBE NELLE MARCHE (MA NON SOLO)
Inserito da: Vasco - 26/11/2023 - 19:18
Caro Vasco, non so e non credo che altri Lettori partecipanti al Forum , nell’Ottobre del 1951 millenovecentocinquantuno  fossero presenti sui capanni delle “ Cacce alle Palombe “;nelle Marche : io c’ero !

Avevo 15 anni ed avevo partecipato alla riattivazione della “Caccia di Vallarga” subito sotto il Monte Maggio   vicino a Cancelli di Fabriano .Il proprietario Comm.Giuseppe Miliani  aveva voluto riattivarla dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale ed insieme a lui ai primi di Settembre ero stato a prelevare - insieme a “ volantini” e batterie di piccioni - lo storico “ Cacciatore” Ettore ,di Amelia che prima della Guerra aveva “ costruito il bosco “ ed i capanni : si sparava rigorosamente ‘a fermo”  alla conta in prima battuta e poi al volo. Di “Ettore” Amedeo Castellani ha ritrovato il ricordo e le tracce ad Amelia .

La “ Caccia di Vallarga” si articolava su tre capanni aerei - incluso quello del Capocaccia- e 3-4 Poste a terra con relative “secche” ed aree di tiro . Scandendo la conta con un fischietto gracchiante ….uno….due…e sul ritmo di conta c’era lo sparo che sostituiva il tre . Oltre alle poste a terra sparavano a fermo alla conta anche i tre capanni aerei ( tutti in legno,non c’erano tubolari ) che poi seguitavano al volo . Non ricordo grandi errori di esecuzione .

Ettore aveva autorità assoluta : gestiva i volantini ,i fili delle “palpe” in racchetta, ed i fili dei due gabbioni ( ognuno con una decina di piccioni ( le “ lascie” ) che all’apertura volavano a mangiare più in basso ad una trentina di metri dove poi due operai salivano a recuperarli : le “lascie” attraversavano una specie di corridoio sulle cime del bosco tracciato e preparato con opportuna rasatura già’ in Settembre . Ettore li allenava tutti i giorni prima della migrazione . Questa tecnica era davvero formidabilmente attrattiva anche sui branchi più lontani , ma era necessaria una super esperta regia di gestione della tempistica di apertura dei gabbioni . Alla posa - rigorosamente completa- seguiva la conta ,lo sparo , la raccolta , il recupero delle “lascie” poi riposte per ulteriore azione .

La “Caccia” era indubbiamente di lusso , una caccia signorile collegata a valle alla Villa Miliani con una strada apposita che saliva con tornanti sino al bosco di caccia , bosco di faggi e querce con nel mezzo occultata una casetta in muratura ( fu usata saltuariamente da partigiani in guerra) ottima struttura di servizio e comfort e cucina di ottimi pranzi e merende : Ospiti selezionati e di alto prestigio venatorio . Vivevo da ragazzino le emozioni dei “grandi” . In fondo alla valle su un piccolo colle c’era l’avviso tore a voce . All’avviso seguiva l’emozione dell’ entratura ecc.ecc. Certamente forti emozioni allo “sparo a fermo” e tutto a seguire .Certamente per me un “imprinting” d’altri tempi .

Un anno ancora 1952 e poi la Caccia fu di nuovo chiusa di fronte all’evidenza che la principale Direttrice migratoria non era più quella dell’ anteguerra e si era spostata 200 km a nord.

Onore al “tiro a fermo “ anche per altre cacce.

Indelebile il ricordo del primo tiro con il “28”  - a 12 anni- alla “ Nocetta” .Onore a tutti i “Capannisti” i pochi di oggi .

Beccacce  :  un grande cacciatore di Beccacce. disse a me novizio “ se ti capita a fermo ( evento eccezionale) spara : quel tiro non lo dimenticherai mai “ Tutto  vero per quei rarissimi casi capitati in 70 anni .

Alle Anatre “ in chiaro “ è banale a fermo  ,ma c’è per loro un altro tiro “ a fermo e volo” quando “ tirano giù il carrello” e sono lì ferme in aria sopra gli stampi …allora ci sta anche la tripletta se prendi bene il tempo .

Alle Oche è diverso ,rarissimo in gattonata , ma se ti riesce è mattanza .

Poi c’è l’esaltazione massima del tiro a fermo : la caccia al canto in primavera al Gallo Cedrone ( un po’ meno per il Forcello che soffia ) e se l’hai provata saprai che non c’è emozione più grande per la Caccia in bosco .

Così mi son ritrovato a scrivere di questi “coriandoli” di ricordi e riflessioni di “caccia vissuta” per oltre 70 anni  .Oggi …..peccato !……ho preso coscienza  che a metà di questa stagione favolosa -  sia per via dell’età ( problemi di vista)  sia oerchè mi hanno buttato fuori dalla “mia” posta alle palombe in monte - ho venduto la mia macchinina da caccia ( Niva 4x4 ) ed ho regalato ad un amico i miei 4 fucili . Tutto con struggente ed allo stesso tempo serena consapevolezza .

Porgo a tutti il mio più cordiale “in bocca al lupo”.

Enrico Cavina
Titolo: Re:RIFLESSIONI SULLA CACCIA DELLE PALOMBE NELLE MARCHE (MA NON SOLO)
Inserito da: Francesco Paci - 30/11/2023 - 13:50
Forse nel mio post di giorni fa non sono riuscito a spiegare bene il perché della mia preferenza per la caccia classica con la posa delle palombe. La ragione è la maggiore bellezza - la forte emozione, del tutto
particolare, che è prerogativa di questa caccia. E questo lo può dire soltanto chi la abbia praticata, perché a immaginarla, non si ha neanche lontanamente idea della emotività che fa vivere.
Per gli appassionati veri della caccia delle palombe e non dello sparare alle palombe, i tanti perfezionismi necessari per praticarla con successo, sono solo uno stimolo, e non un freno, perché sono il mezzo per arrivare a vivere quelle magnifiche emozioni che appartengono a quella che può ben meritare la
definizione di “arte della caccia”. E l’arte è bellezza, la bellezza emozionante di un branco altissimo che scende ad ali chiuse sull’appostamento, meritata ricompensa delle fatiche, dei disagi, degli insuccessi.
Giamp50 esordisce nel suo post con questa frase: ”la posa di un branco di palombe è molto più emozionante di una tripletta“. Mi sembra perciò che abbia
già chiarito tutto, ma poi, inaspettatamente, conclude che: ”è molto più semplice, meno rischioso, più divertente e redditizio il tiro a volo“.
Accontentarsi del meno non può trovare d’accordo un appassionato; la caccia oggi, che non serve più per vivere, non può che privilegiare l’emozione, e quanto più questa è forte, tanto più è da preferire, o no? E’ vero che per la caccia a fermo è necessaria soprattutto una certa tranquillità, più ancora del tipo di bosco, ed è vero che nella regione Marche la assurda distanza di 300 metri tra appostamenti è sicuramente un problema, però, salvo casi di assoluta impossibilità, dico che vale la pena di provarci, lo dico soprattutto
per coloro che non l’hanno mai provata, perché quelli che ancora la praticano, lo sanno bene se vale la pena ! L’idea di relegare le “palombare” a museo, che purtroppo penso sia abbastanza diffusa, la trovo triste, frutto solo di ingiustificata rassegnazione, perché, ripeto, salvo casi estremi, la scelta dipende solo da noi. Buttare alle ortiche tutta la raffinata cultura che appartiene alla caccia classica, per sostituirla con una sempre più grossolana approssimazione perché finalizzata al più semplice tiro al volo, non è
evoluzione in progresso, bensì in regresso. In campo alimentare è in atto una forte riscoperta dei prodotti tipici, delle nostre eccellenze; ma la caccia delle palombe era, ed è, una nostra eccellenza venatoria.
Bisogna rendersene conto. L’entusiasmo nel lavorare alla sistemazione dell’impianto, dei capanni, all’addestramento e alla scelta dei volantini, al posizionamento delle “palpe”, pensando a quando e come dovranno essere azionate, e poi - parte integrante di questa caccia - la convivialità, resa particolarmente brillante da un’atmosfera speciale con bellissime emozioni; questo è la caccia delle palombe, un fatto, anche culturale, meritevole di essere tramandato alle nuove generazioni, questa è la nostra eccellenza!
Vasco dice che la caccia a fermo è più redditizia di quella a volo, e non ha torto, a condizione, naturalmente, che tutto sia fatto nel modo giusto, perché l’approssimazione non è tollerata dalle palombe.
Parla anche di un problema legato alla simultaneità dello sparo da parte dei cacciatori nei vari capanni. Questo non è mai stato un problema, infatti non è difficile sparare al comando di un segnale. Certo, è capitato che qualcuno, per l’emozione, abbia sparato al 2 della conta, come pure è capitato che qualcuno
abbia sparato a una palpa, ma sono episodi davvero eccezionali; non così per i volantini che vengono ogni tanto uccisi dove si spara a volo. No, lo sparo simultaneo non rappresenta un problema ricorrente, si impara presto a sparare correttamente. Mi permetto di esprimere un parere personale, che per qualcuno
sarà forse un po' stralunato: tra molte palombe uccise a volo e la posa, anche di un solo grosso branco, preferisco largamente quest’ultima, perché, a mio parere, la redditività della caccia, oggi - anno 2023 -, è data dall’emozione che è in grado di procurare. Un grosso branco alto o altissimo che si riesce a far posare, per un appassionato rappresenta uno spettacolo ed un’emozione fortissima, bellissima, oltre che una grande soddisfazione. Che altro ci deve essere? Osservo che al cinema, a teatro, a un concerto, si vivono emozioni, non si riportano trofei, o , peggio, pezzi di carne .
O mi sbaglio ?
Titolo: Re:RIFLESSIONI SULLA CACCIA DELLE PALOMBE NELLE MARCHE (MA NON SOLO)
Inserito da: Vasco - 30/11/2023 - 14:12
Caro Francesco, beh diciamo che prima di arrivare alla perfetta coordinazione del tempo per sparare "all'unisono" da 3 o 4 capanni ci passa qualche arrabbiatura,  qualche secondo dove l'emozione gioca brutti scherzi e non tutti riescono a rimanere "lucidi" e sparare sotto comando del capo caccia... Ci vogliono molte "ore di volo" per imparare a cacciare nel capanno chiuso e, per tanti, è quasi impossibile. Poi ognuno è padrone delle proprie scelte ed io non critico chi non approva la caccia a fermo, disapprovo però chi vuol farsi grande sopra la pelle di un animale. Era comprensibile tanti anni fa quando la caccia era per qualcuno anche un sostentamento, ora certe "imprese"  rischiano di farci passare come un "popolo" anacronistico.
Titolo: Re:RIFLESSIONI SULLA CACCIA DELLE PALOMBE NELLE MARCHE (MA NON SOLO)
Inserito da: CAROGNACCIO - 30/11/2023 - 21:31
C'è chi considera lo sparo a fermo al colombaccio antisportivo.
Parte da questa "considerazione", poco veritiera, il mio sforzo di spiegare quanto è affascinante questa antica forma di caccia tradizionale che pratico ininterrottamente dal 1977.
Ora parlare di caccia sportiva o antisportiva mi pare affermazione fuori dal tempo perché non vi è niente di sportivo o antisportivo nel togliere la vita a un animale.
A caccia si va per passione e non per sport e, potendo, farei volentieri il catch and release come fanno i pescatori perché l'atto finale è prendere la preda in mano.
Per rilasciarla come fanno i pescatori.
Impossibile per noi cacciatori perché la schioppettata ti fa si prendere la preda in mano ma non ti consente di rilasciarla per riprenderla magari dopo qualche tempo.
Una cosa è certa e difficilmente smentibile.
Chi spara a fermo non "fa prigionieri né dispersi".
Tradotto, se sparando a fermo raccolgo 10 sparando a volo raccolgo 10 ma ne ferisco e perdo altri 10.
Tornando allo sparo a fermo posso tranquillamente scrivere che, non solo per me, la caccia cacciata si chiude con la posa.
Posso (anche) aggiungere, facendo storcere il naso a più di uno, che sparo per soddisfare il mio compagno di caccia classe 1933 e le mie due spinger madre e figlia di 14 e 7 anni che se non raccolgono mi mordono.
Quando sono solo faccio come quando andavo con i miei "soci" a caccia in un lago artificiale; non sparavamo ai mestoloni perché ritenuti "non proprio commestibili" quindi nel conto degli abbattuti mettevamo i mestoloni non "sparati" per statistica.
Oggi, qualche volta, sono orgoglioso di poterlo fare.
Ho letto con attenzione tutti gli interventi.
Mi astengo dal commentare i post che hanno preceduto il mio perché reputo giusto pensare "diverso" e scriverlo.
Qualche osservazione pertinente riguarda invece l'affermazione che "la caccia a fermo è più redditizia".
Non so ne conosco su quale ipotesi si basa questa affermazione considerato che, almeno a me, capita spesso sparando a fermo che su dieci branchi che credono al gioco cinque si posano mentre cinque "vengono a vedere" ma non si posano.
Tradotto sparando a volo avrei sparato a tutti i branchi raccogliendo uguale ma uccidendone il doppio considerato i feriti non raccolti.
QUESTO NON VUOLE ASSOLUTAMENTE DIRE che sono contrario allo sparo a volo.
ASSOLUTAMENTE NO perché tutto quello che riguarda la caccia al colombaccio da appostamento fisso con I richiami vivi fa parte della cultura venatoria di caccia al colombaccio che c'è chi dice nata nelle Marche/Umbria piuttosto che nel livornese. Toskana tanto per essere chiari.
Nelle Marche niente volantini ma "lasce".
In Umbria i volantini.
In Toskana, nel livornese il "pulpito" o capanno aereo sui pini marittimi e conseguente sparo a volo sapientemente illustrato in quella che io chiamo la "bibbia del colombaccio" e cioè "fra querce e palombe" del compianto Avv. Mazzotti.
Sparare a fermo è arte perché il colombaccio deve posarsi dove vuoi tu e non dove vuole lui.
Così come sparare a volo è arte perché si deve sparare a tiro giusto e non "tanto per sparare".
Questo è l'impegno che deve prendersi la nuova federazione nata lo scorso 4 febbraio.
Educare al rispetto del selvatico specialmente ora che, almeno nell'aretino, è diventata l'unica specie cacciabile.
In un altro intervento cercherò di parlare della mia esperienza ultraquarantacinquennale di caccia al colombaccio da ottobre a gennaio rigorosamente a fermo.
Per scelta e non per imposizione.
Titolo: Re:RIFLESSIONI SULLA CACCIA DELLE PALOMBE NELLE MARCHE (MA NON SOLO)
Inserito da: giamp50 - 01/12/2023 - 08:06
"Giamp50 esordisce nel suo post con questa frase: ”la posa di un branco di palombe è molto più emozionante di una tripletta“. Mi sembra perciò che abbia già chiarito tutto, ma poi, inaspettatamente, conclude che: ”è molto più semplice, meno rischioso, più divertente e redditizio il tiro a volo“ "

No Paci, non "inaspettatamente", ma bensì "pragmaticamente".
È la realtà, la posa sul bosco di grandi branchi in migrazione presi a grandi distanze e scesi da notevoli altezze e dopo un susseguirsi di giri di controllo con progressivo abbassamento ed il fremere degli alberi sotto le zampe dona una emozione inconfrontabile ed irraggiungibile in altre forme.
Poi però tutto finisce lì, sparare a fermo è solo la rottura dell' incantesimo senza avere nulla in cambio se non un corpo esanime ancora caldo.

Il tiro a volo non dà emozioni forti ma compiacimento personale e con i relativi sempre più voluminosi carnieri la certezza di salire quella scala di povera umanità dalla quale ci si mostra per primeggiare in armerie e bar! 😭

Provate a chiedere a dieci impianti come sia andata la caccia, undici risponderanno con il numero degli abbattimenti e nessuno con il numero e la qualità delle azioni!
Titolo: Re:RIFLESSIONI SULLA CACCIA DELLE PALOMBE NELLE MARCHE (MA NON SOLO)
Inserito da: palombeforever - 01/12/2023 - 13:06
Ho letto i post di questa discussione e devo dire che sono entrato un pò in crisi. Io caccio nel basso Fermano ( Marche) e sparo a volo, come credo tutti da queste parti. Il primo post di Paci dice cose sicuramente reali, ma per me sparare a fermo alle palombe è una cosa che non sa di niente, il tiro a volo alle palombe che scattano via è troppo bello, io ho sempre cacciato così e aspetto ogni anno la stagione del passo per questo. Si parla di pathos diverso nella caccia a fermo, non so cosa dire perchè non lo conosco e non riesco a immaginarlo. Mi ha messo in crisi il discorso dei feriti, ma anche gli esempi che fanno capire come sparare a volo sia nocivo. Penso anche a tutti i capanni per i tordi, che anche loro sparano a fermo, anche questa caccia non la conosco, ma se ce ne sono tanti, vuol dire che da soddisfazione. Davvero se in un circondario tutti sparassero a fermo le palombe sarebbero molto meno spaventate?  Chi lo può dire ?  Ma io sono un pò in crisi .
Titolo: Re:RIFLESSIONI SULLA CACCIA DELLE PALOMBE NELLE MARCHE (MA NON SOLO)
Inserito da: CAROGNACCIO - 01/12/2023 - 14:38
No no non devi spaventarti.
Cacciare a fermo è diverso che sparare a volo.
I feriti li fanno solo quelli che non hanno rispetto per il selvatico e sparano a tutte le distanze questo è il senso dei...feriti
Titolo: Re:RIFLESSIONI SULLA CACCIA DELLE PALOMBE NELLE MARCHE (MA NON SOLO)
Inserito da: CAROGNACCIO - 02/12/2023 - 18:58
...Un anno ancora 1952 e poi la Caccia fu di nuovo chiusa di fronte all’evidenza che la principale Direttrice migratoria non era più quella dell’ anteguerra e si era spostata 200 km a nord.
Onore al “tiro a fermo “....
Da sempre leggo con interesse gli "scritti" del professore.
L'ho "conosciuto" e presentato alla vecchia federazione (odio chiamarlo club che sa troppo di spocchia ed elitarismo) qualche anno fa avendo letto ed apprezzato la sua "beccaccia scientifica" dove si parlava anche di migrazione del colombaccio.
Parlo spesso di caccia alla beccaccia con il mio compagno di caccia classe 1933, il Gigione gran "tiratore di piccione" quando in Italia era consentito.
Cacciatore sfegatato di starne e beccacce in gioventù con cani non super come gli attuali ma perfetti per starne e beccacce.
Detto questo torno a parlare di quella caccia che mi ha appassionato al punto da lasciare tutte le altre.
Il colombaccio, naturalmente a fermo dal 1977 senza nemmeno replica di sparo a volo, dopo la conta, ormai da cinque anni.
Premesso che quello che scrivo lo scrivo per INVOGLIARE chi legge a cimentarsi in questa bellissima forma di caccia che ti fa godere appieno la curata dall'avvistamento alla buttata.
Caccia di qualità e non di quantità insomma.
Ma non ho "puzza sotto il naso" per chi la pratica a volo da appostamento fisso con I richiami vivi.
Anzi, forse più difficile di quella a fermo per il "capo caccia" che oltre tenere a bada scalmanati compagni che "scapano", deve trovare il momento giusto per il via dello sparo.
Caccia non difficile quella a fermo assolutamente da provare.
Caccia non difficile almeno nella mia provincia,  Arezzo, dove la distanze fra gli appostamenti fissi  è ancora di 700 mt.
Caccia non difficile ma di tanto tanto sacrificio e lavoro tutto l'anno.
Caccia non difficile e chi ha intenzione di provarci non deve cedere alla tentazione di pensare di allestire una "caccia" ibrida intendendo per ibrido pensare di sparare a fermo o a volo se non si posano.
Impossibile "indovinare" se il branco in curata ha intenzione di fermarsi o girare a pochi metri sopra la testa per poi riprendere la via della migrazione.
L'unica variante per una "schioppettata al volo" è data dalla possibilità di avere sportelli da buttare giù dopo lo sparo a fermo.
Gli umbri sono maestri in questo.
Negli anni ho provato diverse soluzioni e la più redditizia fu l'invenzione del tettuccio girevole sopra la testa che girava, spinto da una corda elastica robusta piuttosto che da uno spingiporta a molla, su un perno del capanno.
Questo perché cacciando a fermo devi essere completamente chiuso sopra la testa.
Naturalmente non tutti i posti sono adatti allo sparo a fermo; quelli da scartare a priori sono, a mio avviso, quelli in prossimità delle bocchette di valico occupate da chi spara a volo ai migranti in transito.
Uno sparo al momento della curata del branco vanifica la buttata.
Posti da prendere in considerazione sono quelli dotati di piante di buttata perché il colombaccio in transito associa il frullare dei richiami a colombacci intenti a "staccare la ghianda".
È questo il motivo attirante e non già i richiami.
Titolo: Re:RIFLESSIONI SULLA CACCIA DELLE PALOMBE NELLE MARCHE (MA NON SOLO)
Inserito da: Francesco Paci - 04/12/2023 - 13:47
Ok Giamp50 ho capito. Sei pienamente d'accordo sulla superiore bellezza della caccia a fermo. Solo ti sembra di nessun sapore sparare a fermo, ma io credo che sparare a volo abbia qualche sapore solo perchè si tratta di palombe e non di piattelli. Ma sono palombe anche quelle che si posano davanti ai cacciatori nei capanni e mantengono la tensione sempre alta, che cala solo dopo la conta, seguita sempre da una grande soddisfazione da parte di tutti. Io ho sempre visto questo.
Mi è piaciuta molto la notazione :" salire quella scala di povera umanità dalla quale ci si mostra per primeggiare in armerie e bar !". Complimenti, un'analisi psico-sociologica eccellente ! La volgarità del numero e delle sparatorie esagerate quanto durerà ? Io ne sono nauseato e ho maturato la decisione di tornare dopo tanti anni nel mio appostamento per fare la caccia classica, nonostante i non pochi disturbi , proprio per riaffermare la supremazia della bellezza, disposto ad essere soddisfatto anche di risultati modesti nei numeri.
La bellezza e l'emozione del resto non si possono inflazionare, perderebbero valore. Un quadro di Raffaello è ben altro rispetto a centinaia di quadri mediocri ! 
A palombe forever vorrei dire che evitare di sparare ad animali fuori tiro, come osservato da Carognaccio, è certamente già molto, ma il tiro a volo non sarà mai preciso come quello a fermo, per cui i feriti saranno inevitabili, e se il tiro a fermo può non gratificare in autostima "tiratoria", oltre a sostanzialmente azzerare i feriti, fa molto guadagnare in emozione e inoltre non è di danno per gli appostamenti vicini.
Titolo: Re:RIFLESSIONI SULLA CACCIA DELLE PALOMBE NELLE MARCHE (MA NON SOLO)
Inserito da: CAROGNACCIO - 04/12/2023 - 18:00
Bravo Francesco.
Senza assolutamente voler privilegiare lo sparo a fermo per quello a volo, entrambi se praticati da appostamento fisso con richiami vivi rientrano fra gli scopi statutari di Federazione, un altro aspetto positivo è che due appostamenti che sparano a fermo non danneggiano altri vicino.
Sto aspettando con ansia altri interventi di quanti praticano questa forma di caccia perché è giusto farla conoscere e perché no, apprezzare.
Titolo: Re:RIFLESSIONI SULLA CACCIA DELLE PALOMBE NELLE MARCHE (MA NON SOLO)
Inserito da: CAROGNACCIO - 05/12/2023 - 07:24
Fa bene Vasco a non mettere nel forum "la tesi fi laurea della caccia a fermo" praticata da Rinaldo anche grazie a qualche "illuminazione" che gli ho dato io quando ci siamo conosciuti poco prima della fine dei "novanta".
Conoscenza approfondita nel tempo fino a diventare amicizia vera.
Sono un solitario in caccia e non solo.
Forse asociale è l'amicizia quella vera la do a poche persone.
Nemmeno le scazzottate sul forum e non solo sono riuscite a...dividerci.
Coltivare la solita passione, scambiarci esperienze,  ascoltare e mettere in pratica consigli fa parte della nostra quotidianità fatta di tante cose fra le quali la restituzione della visita che lui fece alla mia storica "caccia di Capriola" tanti anni fa.
Io sono stato da lui e Silvano lo scorso 4 agosto e non ho parole per descrivere la bellezza dei luoghi ma anche la difficoltà nel cacciarli.
Troppo più facile da noi.
Rinaldo, tanto di cappello(odio usare francesismi che tanta spocchia e puzza sotto il naso ha) a chi anni fa quando mi chiedeva come andava il passo di ottobre rispondevo..ci vuole chi va a caccia, io, e chi scrive, te.
Gran penna (di colombone) venatoria Rinaldo.
Spero che questa mirabile trattazione di caccia non venga messa nel forum perché farebbe male leggere che qualcuno scrive.....sparare a fermo è peccato mortale.
Grande Rinaldo

Titolo: Re:RIFLESSIONI SULLA CACCIA DELLE PALOMBE NELLE MARCHE (MA NON SOLO)
Inserito da: cicciodelibero - 05/12/2023 - 18:59
Sono felicissimo di apprendere che ancora c'è chi caccia a FERMO ...come dico sempre : "IN POSA DI RITRATTO". Spesso si dice : "caccia a fermo ? Facile non ci vuole abilità. Provateci allora e potrete godere "il nettare della pura passione".
A presto...e fatemi sapere. LUNGA VITA AI CACCIATORI DI COLOMBACCI A FERMO. :D
Ciccio.
Titolo: Re:RIFLESSIONI SULLA CACCIA DELLE PALOMBE NELLE MARCHE (MA NON SOLO)
Inserito da: remier - 05/12/2023 - 20:21
Vedo che si continua a girare il coltello nella piaga elogiando il tiro a fermo, con una leggera vena di disfattismo  per il tiro a volo,  per fortuna ci sono varie correnti di pensiero, dove ognuno di noi è  libero di cacciare il migratore blu (ma anche tutti gli altri migratori) come meglio crede, la caccia è liberta, stile di vita, quindi massimo rispetto per TUTTE  le cacce, con le  sue sfaccettature, il colombaccio si caccia dalla posta senza richiami, al capanno con volantini, itinerante con le aste, al campo e a fermo nella tradizioni, mai sminuire alcune tipi caccia o di tiro elogiandone altre/i
Titolo: Re:RIFLESSIONI SULLA CACCIA DELLE PALOMBE NELLE MARCHE (MA NON SOLO)
Inserito da: CAROGNACCIO - 05/12/2023 - 21:02
Veramente la caccia tradizionale al colombaccio, caro Remier, è quella da appostamento "aereo" con richiami vivi.
Vedi "il colombaccio, arte e passione labronica" dall'esperienza venatoria (si legge in copertina) di Gino Saltarelli (carissimo  amico) scritto da Francesco Parducci.
Per passare a Rinaldo Bucchi e finire a quella che io chiamo da anni la bibbia del colombaccio che è "fra querce e palombe" del compianto Avv. Francesco Mazzotti.
Non leggo in queste bellissime esperienze venatorie le cacce itineranti con aste giostre lunapark(rammentare anche da Rinaldo a proposito di poli delle batterie).
Quindi non tradizione ma un nuovo che avanza e che prima non esisteva e per questo "necessitante" di nuova normativa regionale che intervenga prima che sia troppo tardi.
Tradotto, per i toskani occorre rivedere in fretta  distanze dagli appostamenti fissi perché 200 metri son validi per chi usa richiami canori e non per chi adopera quelli visivi.
Ritradotto occorre rivedere qualcosa in materia di normativa venatoria per salvaguardare un selvatico   il colombaccio che caccio da appostamento fisso dal 1977.
Tradotto caro Remier, forse di caccia al colombaccio da appostamento, come Rinaldo  qualcosa ne so
Titolo: Re:RIFLESSIONI SULLA CACCIA DELLE PALOMBE NELLE MARCHE (MA NON SOLO)
Inserito da: remier - 05/12/2023 - 22:40
Il mio libero e democratico commento non fa il nome di nessuno quindi vuol dire che è rivolto a tutti, capisco di aver toccato un nervo scoperto caro sig. carognaccio, ma non mi prendi impreparato essendo un colombacciaio incallito labronico dal 1965, forse ne so qualcosina pure io? ma chi sà?  ps a proposito del  libro no parla di caccia a fermo....
Titolo: Re:RIFLESSIONI SULLA CACCIA DELLE PALOMBE NELLE MARCHE (MA NON SOLO)
Inserito da: CAROGNACCIO - 06/12/2023 - 06:54
Nessun nervo scoperto Remier, ci mancherebbe.
Vero che nel libro di Gino non si parla di caccia a fermo ma nemmeno si parla di caccia vagante con le aste.
Se leggi attentamente quello che ho scritto in precedenza vedrai che non ho mai parlato di sola caccia a fermo anche perché la Federazione alla quale mi onoro di appartenere avendola fondata nel 1998 anche con  labronici incalliti quali Gino, Giancarlo, Paolo e altri di cui non sto ad elencare il nome,  prevede e prevedeva l'appostamento fisso e l'uso di richiami vivi come caccia tradizionale al colombaccio.
Non certamente le aste perché con tale sistema si vanificano gli sforzi fatti per la gestione dell'appostamento fisso di caccia.
D'altra parte i legislatori non potevano prevedere in anticipo questa nuova forma di caccia che se ieri era praticata da pochi, oggi tutti hanno uno o più piccioni "in cima a un paolo".
Ecco perché ho parlato di distanze non più idonee a garantire una forma di caccia che nel 1992 con la 157 fu normata in modo diverso dalle altre forme di caccia da appostamento fisso.
Tradotto nel 1992 chi avesse avuto l'intenzione di praticare la caccia da appostamento doveva optare per tale forma in via esclusiva. Cioè solo appostamento e niente vagante.
Esclusa la caccia al colombaccio perché all'epoca pochissimi erano gli appostamenti fissi ad esso dedicato.
Ecco perché si rende necessario prendere in considerazione la revisione della distanza nel caso in cui vengano adoperati piccioni negli appostamenti temporanei.
Tutto qui e, credimi, senza alcuna vena polemica o imposizione
Titolo: Re:RIFLESSIONI SULLA CACCIA DELLE PALOMBE NELLE MARCHE (MA NON SOLO)
Inserito da: Francesco Paci - 07/12/2023 - 13:37
Scusa, Renier, ma la difesa d'ufficio di tutte le cacce è una affermazione di principio del tutto gratuita e anche ingiustificatamente "ecumenica" . Ognuno è libero di praticare la caccia come crede, ma non si può dire che tutti i modi meritino la stessa considerazione: la dura e difficile caccia al gallo cedrone faccio fatica ad equipararla alla sparata alle palombe ai girasoli in preapertura, magari con i figli ancora al nido !  Assisto troppo spesso a fucilerie su branchi di palombe molto alti, e magari una va a cadere lontano, irrecuperabile, ma le altre del branco, quante avranno ricevuto pallini ? Ognuno caccia come gli pare, ci mancherebbe, ma posso dire che chi si comporta nel modo che ho appena detto non merita molta considerazione ? O è una pretesa ingiusta ?  Mi viene in mente la caccia con il vischio che si praticava un tempo ormai lontano; da ragazzino mi è capitato di andare con uno che andava col vischio, e devo dire di non aver visto niente di sconvolgente: qualche piuma perduta, a volte di più, e l'uccello, ripulito, era perfettamente integro . Ma è una caccia evocata tra gli esempi del maltrattamento degli animali. Venendo alle palombe, pensiamo forse che i soggetti in volo colpiti da pallini non immediatamente mortali perché scarseggiati o troppo lontani, continuino allegramente il loro volo ? La sofferenza che viene loro inflitta altroché le piume perse con il vischio ! Tanto per mettere subito le cose in chiaro, nella caccia delle palombe
(è giusto chiamare così solo quella con sparo a fermo ), si spara su animali fermi e perfettamente a tiro, per cui i feriti normalmente sono zero, assolutamente un'eccezione. Può essere questa una ragione, anche lungimirante in relazione alla crescente sensibilità dell'opinione pubblica verso gli animali, per riconsiderare questo tipo di caccia . Senza considerarne la superiore bellezza e modernità, che, come scrive Rinaldo Bucchi nel suo bell'intervento  sulla home page del sito del nostro Club ( che invito a leggere),bellezza che ha folgorato il suo amico Silvano, che sparava al volo, (ed ora è nell'appostamento con lui ), dopo aver passato una giornata nella caccia a fermo con Rinaldo.  C'è una sorta di diffidenza e poca simpatia pregiudiziale verso coloro che sostengono la caccia a fermo, perché costoro vengono visti come spocchiosi individui che si sentono "maestri" e guardano gli altri dall'alto al basso ; inoltre sparare a fermo è visto come squalificante per un cacciatore, senza rendersi conto che chi spara a fermo ha compiuto un'azione di caccia molto più completa e apprezzabile di chi spara a volo, perché la "caccia" è altra cosa rispetto al tiro. Ma quella è solo una convinzione malevola e del tutto sbagliata, perché i sostenitori della caccia classica, intanto la praticano perché è molto più emozionante, e se ne parlano in termini entusiastici è solo per il piacere di far vivere anche ad altri emozioni indimenticabili, un atto solo di altruismo .   
Titolo: Re:RIFLESSIONI SULLA CACCIA DELLE PALOMBE NELLE MARCHE (MA NON SOLO)
Inserito da: giamp50 - 08/12/2023 - 11:16
Il discrimine non può certamente ricercarsi nel tipo di sparo ma bensì nella qualità di azione e nell'etica dello sparo.
Sparare al volo a distanze eccessive è ugualmente condannabile allo sparare a fermo a distanze ugualmente eccessive e o con bersaglio parzialmente coperto.
Che poi lo sparo a fermo sia del tutto insoddisfacente per il cacciatore è cosa così ritenuta da tutti i cacciatori se escludiamo qualche rara eccezione! Basta contare le mosche bianche.
Cosa poi ci possa essere di emozionante nello sparare a fermo ad un pennuto di sette Kili ubriacato e rintontolito dalla sua sete d'amore mentre si appresta a contribuire alla riproduzione è difficile da capire.
Affermare poi che "la caccia alle palombe" sia esclusivamente quella a fermo significa semplicemente ignorare lo stato dei fatti ed offendere i cacciatori stessi!
Titolo: Re:RIFLESSIONI SULLA CACCIA DELLE PALOMBE NELLE MARCHE (MA NON SOLO)
Inserito da: CAROGNACCIO - 08/12/2023 - 16:04
....Cosa poi ci possa essere di emozionante nello sparare a fermo ad un pennuto di sette Kili ubriacato e rintontolito dalla sua sete d'amore mentre si appresta a contribuire alla riproduzione è difficile da capire....
C'è sempre da imparare qualcosa di nuovo leggendo il forum della "federazione del colombaccio".
Infatti lo scorso anno lessi che a metà ottobre i colombacci mangiano ghianda di leccio a Mesola.
Che è peccato mortale sparare a fermo a una beccaccia puntata dal cane e che questo tipo di sparo è considerato dai più grandi cacciatori di beccaccia evento raro ma magistrale.
Ma che quando sparo a fermo a un colombaccio, cosa che faccio ormai dal 1977, sparo ...ad un pennuto di sette Kili ubriacato e rintontolito dalla sua sete d'amore mentre si appresta a contribuire alla riproduzione.....
GIURO questo non lo sapevo proprio.
Ora, vero è che che l'appennino divide la Toskana dalle Marche quindi ci sta che la ghianda da leccio nel versante adriatico maturi molto prima che sul versante tirrenico.
Così come ci sta che nel versante adriatico sia peccato mortale sparare a fermo a una beccaccia ma,
Caro Francesco  mi rivolgo a te marchigiano verace e cacciatore di palombe DOCG per sapere se è vero che nel versante adriatico sparate a fermo a palombe di sette Kili ubriacate e rintontolite dalla loro sete d'amore mentre si apprestano a contribuire alla riproduzione.
Te lo chiedo perché leggere l'astrologo di brozzi è sempre una scoperta per me sin dai tempi delle sue gufate sulla normativa toskana venatoria.
Titolo: Re:RIFLESSIONI SULLA CACCIA DELLE PALOMBE NELLE MARCHE (MA NON SOLO)
Inserito da: CAROGNACCIO - 08/12/2023 - 16:55
Tradotto sparare a fermo è caccia tradizionale sia esso un tordo, una cesena, un colombaccio, un gallo cedrone
Titolo: Re:RIFLESSIONI SULLA CACCIA DELLE PALOMBE NELLE MARCHE (MA NON SOLO)
Inserito da: giamp50 - 08/12/2023 - 16:59
😂😂😂 che toppata!
Sarà demenza senile?
🤧🤧🤧
Titolo: Re:RIFLESSIONI SULLA CACCIA DELLE PALOMBE NELLE MARCHE (MA NON SOLO)
Inserito da: Denis - 08/12/2023 - 20:26
Il discrimine non può certamente ricercarsi nel tipo di sparo ma bensì nella qualità di azione e nell'etica dello sparo.
Sparare al volo a distanze eccessive è ugualmente condannabile allo sparare a fermo a distanze ugualmente eccessive e o con bersaglio parzialmente coperto.
Che poi lo sparo a fermo sia del tutto insoddisfacente per il cacciatore è cosa così ritenuta da tutti i cacciatori se escludiamo qualche rara eccezione! Basta contare le mosche bianche.
Cosa poi ci possa essere di emozionante nello sparare a fermo ad un pennuto di sette Kili ubriacato e rintontolito dalla sua sete d'amore mentre si appresta a contribuire alla riproduzione è difficile da capire.
Affermare poi che "la caccia alle palombe" sia esclusivamente quella a fermo significa semplicemente ignorare lo stato dei fatti ed offendere i cacciatori stessi!


Buona sera .... Mi sembra più che esatta la considerazione finale che qui leggo . Ben detto OFFESA DEI CACCIATORI che cacciano in altra modalità ma bensì tu stesso hai confermato un'altra cosa anno scorso criticando chi adopera il cosi detto" Luna park" per cacciare al campo il colombaccio  confermando con un "concordo"  chi aveva fatto quella infelice critica alle giostre ...  Perché altra modalità di caccia è anche non adoperare il vivo nella caccia al colombaccio per una scelta obbligata oppure anche per normale volere. Dovete sapere che molti non ne hanno proprio voglia di tenere richiami vivi anche perché non vogliono magari trovare noie con il vicinato oppure perché non hanno il tempo necessario per detenere  COME SI DEVE animali in voliera oppure non hanno neanche lo spazio necessario oppure neanche il tempo per farlo in settimana oppure non sanno nemmeno come fare ad allevare ed ammaestrare piccioni o colombacci proprio perché non è da tutti e magari nel Web-end  vogliono comunque cacciare il colombaccio oppure ancora  una persona nella sua vita può fare fa una scelta e cambia modalità di cacciare il selvatico ....insomma le varianti possono essere tante . VEDETE di rispettare le modalità altrui di cacciare questo selvatico perché in tasca non avete nessuna verità tanto è che il colombaccio è un selvatico che si presta ad essere cacciato in tantissime modalità e non sembra affatto che la specie ne risenta. Non è nemmeno necessario di inventarsi una scaletta delle modalità più soddisfacenti o consone alla specie COLUMBA PALUMBUS  ... o più o meno redditizia in quanto a facilita di caccia tout court o di carniere o altro ancora . Penso che ognuno possa avere la possibilità di cacciare questo selvatico come egli predilige fare finche in regola con le normative vigenti senza che nessuno possa criticare. Questo è valido anche per chi fa la scelta di cacciarlo su di un colle o vagante tra i faggi a fine settembre e ottobre tra lume scuro al mattino per quella bellissima mezzora in cui si cercano con il canto ed altre tipologie ancora come la caccia vagante in luoghi di stop over laddove non vietata. Non siete voi i detentori di qualsiasi giudizio possibile sulle altre tipologie di caccia al colombaccio. Sto qui con questo commento a difendere tutti i cacciatori con tutte le varie tipologia di caccia a questo selvatico nessuna e meglio e nessuna è peggio. Peggio caso mai è  solo la preapertura al selvatico che se non vado errato questo Club stesso non rinnegava nel suo statuto almeno era cosi fino a poco tempo fa. bene se mi stessi  sbagliando adesso. non ho voglia ne tempo di cercare lo statuto ... forse sarà stato cambiato in meglio nel merito della preapertura e lo spero.   
Titolo: Re:RIFLESSIONI SULLA CACCIA DELLE PALOMBE NELLE MARCHE (MA NON SOLO)
Inserito da: Francesco Paci - 08/12/2023 - 20:29
Si Giamp50 ( mi riferisco al tuo penultimo post,  l'ultimo deve essere stato uno scherzo dell'informatica ), dicevo si, o meglio ni, o piuttosto no . Concordo sul fatto che un discrimine sia anche nell'etica dello sparo, per cui sparare a fermo a distanza eccessiva o con bersaglio parzialmente coperto è ugualmente condannabile che sparare a volo a distanze eccessive. Ma questo non è affatto il discrimine vero tra le due situazioni, che è nell'atmosfera, nell'emozione, assolutamente diverse. Solo chi ha vissuto la caccia classica con sparo a fermo, può essere testimone attendibile al riguardo, perchè immaginare non funziona; un noto proverbio dice: "un conto è morire e un conto è parlare di morte". Proprio così.  Dici che un discrimine è anche nella qualità dell'azione : sono d'accordissimo, però ammetterai che l'azione dove si spara a volo è molto più semplificata rispetto a quella dove le palombe vengono fatte posare .  Legittimo, per carità sparare al volo da appostamento con i richiami, come è legittimo sparare al passo ecc.ecc., ma qui non stiamo parlando del fatto se sia legittimo o no, stiamo parlando di che cosa possa dare maggiore soddisfazione, soprattutto per chi usa i richiami per esercitare un'azione di "caccia" e non di semplice tiro.  La grande diversità è nell'atmosfera, nel pathos che caratterizza l'appostamento dove si spara a fermo: i momenti che precedono la posa del branco, magari con le palombe basse basse proprio sopra la testa, che in genere, prima di fermarsi vogliono verificare che tutto sia tranquillo, senza sospetto ( con il rischio che se ne vadano ), ebbene quei momenti rendono completamente diversa l'emozione dei cacciatori rispetto a dove si spara a volo, perchè qui l'emozione finisce quando le palombe sono arrivate a tiro e manca la parte più intensa che culmina con lo spettacolo della posa " molto più emozionante di una tripletta " come hai scritto tu. Chi impazzisce perchè non ha potuto sparare a palombe venute vicinissime e non posate, credo debba preferire il tiro al piattello, perchè sono convinto che chi è un appassionato vero di questa caccia non può che ricercare la sua forma più ricca , più difficile, ma anche più soddisfacente . L'Avv. Mazzotti nel suo ben noto libro, parla delle cacce umbre e marchigiane, dove si sparava a fermo, come della più alta scuola della caccia delle palombe. Ecco perchè credo che questa possa essere "la caccia delle palombe" ; le forme semplificate, posono essere chiamate come si vuole, ma credo che l'originale sia cosa diversa da una copia, per giunta tutt'altro che fedele. Senza offesa per nessuno, perchè chi comprende il senso di questo discorso, non ha davvero motivo di offendersi . Un'ultima considerazione riguardo al tiro : volo e fermo . Certo, il tiro a volo è più appagante in astratto, ma in concreto la tensione emotiva che caratterizza lo sparo a fermo è talmente coinvolgente che bisogna solo viverla per capirla fino in fondo. E comunque, sparare a volo comporta la perdita di quella atmosfera speciale, di quel pathos unico . Per contro con lo sparo a volo viene dato un contributo al sempre maggior timore e diffidenza delle palombe, con gli esiti in parte già verificati e con il timore che quelli temuti si presentino prossimamente .
Titolo: Re:RIFLESSIONI SULLA CACCIA DELLE PALOMBE NELLE MARCHE (MA NON SOLO)
Inserito da: giamp50 - 08/12/2023 - 21:31
Nessun scherzo dell'informatica, sono dati di fatto.
Ribadisco, emozionanti tutti gli istanti e le manovre per arrivare alla posa ma poi non interessante lo sparo a fermo. Oggi anacronistico in quanto non più determinato da necessità alimentari e da risparmi di munizionamento.
I tempi e la realtà odierna sono fortunatamente mutati dall'ultimo anteguerra quando questa caccia era esclusiva di nobili e latifondisti dove i contadini erano obbligati a fornire gratuitamente tutta la manodopera necessaria al funzionamento delle grandi cacce.
I tempi sono cambiati, forse qualcuno non se ne è ancora reso conto.
Titolo: Re:RIFLESSIONI SULLA CACCIA DELLE PALOMBE NELLE MARCHE (MA NON SOLO)
Inserito da: Francesco Paci - 09/12/2023 - 12:33
Oh Giamp50, scusa, mi sono sbagliato . io, come Carognaccio, pensavo alle palombe e tu invece ti riferivi al gallo cedrone, ma sono stato fuorviato dal tuo post successivo sul quale non ho riflettuto e non ho pensato che poteva essere ironico. Chiusa questa parentesi, devo dire che, secondo me, sei sempre troppo condizionato dal tiro, di sicuro sei in buona compagnia, ma il tiro, a mio parere, e non solo mio, è un fatto del tutto marginale rispetto all'azione di caccia, che è quella fondamentale, quella che determina l'emozione che ci fa andare a "caccia".
Sinceramente poi, non capisco cosa c'entri il pistolotto politico finale con l'accusa nei confronti di qualcuno di non essersi reso conto che i tempi sono cambiati. Certo, i tempi sono cambiati, ma la bellezza, l'emozione che si possono trovare nel mestiere di "palombari" penso di averle analizzate e spiegate e sarebbe giusto vedere, anzichè affermazioni senza giustificazione,  altre spiegazioni che facciano capire che quelle conclusioni non sono condivisibili. Insistere su una tesi senza spiegarne le ragioni, uccide il dibattito che è bello e molto utile, finchè non si chiude in un vicolo cieco.
Titolo: Re:RIFLESSIONI SULLA CACCIA DELLE PALOMBE NELLE MARCHE (MA NON SOLO)
Inserito da: CAROGNACCIO - 09/12/2023 - 18:31
...ribadisco, emozionanti tutti gli istanti e le manovre per arrivare alla posa ma poi non interessante lo sparo a fermo. Oggi anacronistico in quanto non più determinato da necessità alimentari e da risparmi di munizionamento.
I tempi e la realtà odierna sono fortunatamente mutati dall'ultimo anteguerra quando questa caccia era esclusiva di nobili e latifondisti dove i contadini erano obbligati a fornire gratuitamente tutta la manodopera necessaria al funzionamento delle grandi cacce.
I tempi sono cambiati, forse qualcuno non se ne è ancora reso conto.....

E come no.
Eccome se non ce ne siamo accorti sorgiamp.
Rinaldo da come scrivi....e da risparmi di munizionamento....sicuramente ti mette fra gli "spaRRatori".
Sia io che Francesco sono certo pensiamo se sia meglio essere affetti da demenza senile piuttosto che da demenza di onnipotenza.
Che è appannaggio di pochi eletti.
Caro Francesco rimane difficile se non stucchevole leggere presunte "lezioni di vita" venatoria e presunti insegnamenti di caccia pratica alle palombe da chi le palombe ha imparato a conoscerle da meno di un decennio.
Naturalmente mi riferisco al tuo corregionale che per quanto ho modo di ricordare, mi torna alla mente di lui una silente presenza a una riunione di consiglio di federazione di qualche anno fa (sia io che lui immeritatamente invitati).
Riunione che fini abbastanza bene se non che prima di cena il tuo corregionale posto' un commento sul forum al vetriolo nei vostri confronti.
Ora io che "ho la fortuna" di abitare dalla nascita nell'aretino e che "ho avuto la fortuna" sin da subito "di fare pratica di caccia alle palombe con sparo a fermo dal voltabotte grazie ad amici maestri di Cerqueto, posso assicurarti che le palombe da che mondo è mondo son sempre passate da noi.
Discorso diverso per voi marchigiani, peccato sia stata eliminata la bellissima lezione di vita vebatoria di Cavina dove raccontava le sue esperienze di caccia alle palombe, perché sono solo una decina di anni che "avete rivisto passare" solo da una decina di anni.
Marchigiani che come gli umbri, causa "la scomparsa" delle palombe di passo subito dopo la guerra, migrarono come le palombe in toskana.
E io devo prendere lezioni di caccia alle palombe dell'astrologo di brozzi piuttosto che da rondennisse che voleva venire nella mia caccia per imparare e mettere in pratica la tecnica della lascia?
Meno male che ron è tornato alle origini abbandonando un "mestiere" che non fa per lui.
In proposito qualcuno ha scritto della sua caccia che

 ....l'unico errore che si può commettere in questo caso è quello di invertire le polarità delle batterie utili a far funzionare ciò che alcuni frequentatori del forum del Club italiano del Colombaccio definiscono in modo colorito quali “luna park”..... impiantare un “gioco” composto di dieci o più ”giostre” richiede un notevole lavorio, ma in quanto ad abilità (?)...
Non me ne vogliano i cosiddetti “giostrai” ma di abilità, oltre a quella di saper ben sparare, a mio parere ne esistono ben poche. Su questo tema aggiungo che nella vicina Francia tutti i tipi di meccanismi elettrici sono stati vietati.......

Vedi Francesco,  meglio essere affetti da demenza senile piuttosto che da demenza di onnipotenza che si configura con un'indebita occupazione di un forum che dovrebbe essere interamente dedicato a chi pratica la caccia alla palomba in linea con lo statuto.
Titolo: Re:RIFLESSIONI SULLA CACCIA DELLE PALOMBE NELLE MARCHE (MA NON SOLO)
Inserito da: Denis - 09/12/2023 - 21:58
Chi sa perché voi dello sparo a fermo vi dovete sempre confrontare con chi caccia il colombaccio diversamente da voi. Peccate di superbia ed invidiate chi riesce a cacciarlo bene e molto meglio con astuzie migliori delle vostre in luoghi sicuramente migliori dell'Appenino ? domanda  ... Notizie false sono quelle che in Francia sarebbero vietato le apparecchiature elettriche .... In Francia è vietato utilizzare telecomandi su apparecchiature elettriche...sono esistenti eccome le apparecchiature elettriche tanto per cassette d'involo rulli e quant'altro... Per quanto riguarda l'inversione casuale dei collegamenti elettrici sappia lei  e l'altro tizio  che non esiste proprio quel problema basta avere certi accorgimenti ( inversione all'interno delle prese e...  ma che ve lo insegno a fare tanto non capireste con due parole ... é normale  sarebbe )  ...... Vi turba il mio Luna Park e vi turba vedere come i colombacci così diffidenti sull'Appenino calino sulle stoppie di pianura dove si trova il sottoscritto ed altri certo perché probabilmente  non sapete fare  ostinandovi a fare una caccia sorpassata dall'evoluzione della specie e se per caso si posano gli sparate pure da fermo ( che tristezza  .... fategli un video a quel punto ) Nooo gli sparate ! ! Il confronto quando si posano è già vinto da parte vostra ! che sparate a fare ... ......paragonandovi  magari pure a quelli della "Maladie bleue" (la vostra modalità di caccia non Voi) .. Non paragonate il vostro tiro su posa  a l'Arte venatoria dei Francesi . Sappiate dei Francesi che Arte è solo quella di fare posare un volo sui rami senza sparargli ma sollecitandoli con varie metodologie affinché calino a terra dove ci sono le reti per intrappolarli ( cosa che conosce bene il Presidente Francesco Paci)  ben pochi altri credo o sbaglio ?. Oppure sui Pirenei  è Arte anche quella della caccia con le  "Pantières"  Rimaste solo 9 perché una ha fallito......lì si che è Arte riuscire a far si che i voli si incanalino impauriti dalla simulazione dell'attacco del falco e che abbassandosi sempre di più nelle loro risalita verso il colle vanno ad infilarsi nelle Pantiéres ( reti verticali). Ecco tutto il resto del racconto nella Home  page è solo poesia .Chi sa perché poi redigere una scaletta di merito delle varie tipologie di caccia al colombaccio se non per invidia o per superbia secondo me ( Tra l'altro non ci sono nemmeno tutte le tipologie) ... ripeto a quel punto fategli un video .... Io ho sparato una volta da fermo e al rinvolo un secondo colpo su di un volo fermatosi in un pioppeto nel ferrarese nel 1978 mi sembra ... ero giovane era il primo anno che cacciavo attorno a Mesola appostato con tanto di richiamo vivo su asta e volantini a terra nella stoppia di mais a fianco al pioppeto.... Non erano giunti ancora a terra i colombacci che mi senti come un verme per quel atto cosi vile nel confronto di quei colombacci  già perdenti con l'atto di posa.....E DI SICURO NON POTEVO GIUSTIFICARMI DEL VERGOGNOSO  SPARO A FERMO  NEANCHE SE AVEVO DEI  PICCIONI DA RICHIAMO E CHE LI AVESSI FATTO APPUNTO POSARE SOPRA LA TESTA CON IL CAPANNO NEL FOSSO STIVALI NELLA MELMA  DAL FOSSO CON TERRENO MOLLE  ).   Punti di vista direbbe qualcuno ..... Mai più in vita mia ho sparato e sparerò da fermo a colombacci posati .....A proposito di Tourniquet non avete idea in quanti anche tradizionalisti di caccia al colombaccio in appostamento fisso mi chiamino per conoscere dove acquistare o come costruire delle giostre, quale motore quali materiali quali velocità di rotazione che tipo di stecche come costruirle e di quale lunghezza , come fissarli sulla pianta ecc ecc... Giostre si giostre per mettere dove ? ma mon  Dieu  mon  Dieu per metterle non nel bosco ma sopra gli alberi per attirare i colombacci in appostamento tradizionale con il richiamo vivo ... Tradizionalisti chi sarebbero ? quelli che cacciano con il vivo no ......... Ecco quindi forse scendere un attimo da quel piedistallo di superbia dicendo poi che lo sparo a volo con il vivo danneggia la caccia al colombaccio tradizionale sarebbe forse il caso di scendere veramente .... o stare zitti o adeguarsi all'evoluzione  della caccia al colombaccio ... tutti hanno diritto di cacciare il colombaccio in qualsiasi modo ANCHE AL COLLE... Caccia è anche quella che io personalmente faccio ogni anno per qualche giornata e va rispettata non criticata oppure caccia anche vagante tra i faggi a fine settembre ... certo devi stoccare non mirare a fermo ...    a proposito dello sparo a fermo dove sarebbero i raccolti puliti ? nello sparo a fermo ??? Tornando allo sparo a fermo adesso si racconta  pure che il selvatico in posa non soffra e non si spaventa sentendo una fucilata che gli fischia tra orecchie e rami vari ….. Vorrei vedere la reazione di un umano tra i rami se gli si spara a sorpresa una scarica di almeno 6 fucili in vicinanza ( 3 capanni e 2 x capanni minimo) mentre fosse su un albero se non cadde giù dall’albero dalla paura come minimo mentre invece il rinvolo dei colombacci andrebbe (secondo il racconto della Home page) dopo lo sparo via via tranquillo tranquillo indenne perché non ha visto le canne dei fucili……Ma daiiii…   Ma poi se si posa il volo di un centinaio di colombacci (così dicono da tradizionalista)  sarebbero colpiti i soli visibili in posa ….. Ma i posati tra i 50 o 100  oppure anche solo 20 o 10 quelli che erano inviisibili ossia quelli nascosti tra il fogliame ma sotto campo d’azione della rosata andrebbero via tranquillli tranquilli illesi tutti ….prelievo pulito vero in quei casi dite …..meglio sarebbe dire ( non credete ?) :  non si spara in quel caso per non avere dei feriti che vanno soffrire dove atterrrano prima di morire non raccolti perchè appunto non visti ! ?? domanda e domanda ancora ...che abbiano il giubotto antiproiettile tutti i fuggitivi ? fate meglio  a tacere invece di pavoneggiare che  il tiro da fermo è raccolta sempre pulita  ………..  Perché poi infilare il bastone tra le raggia di altri cacciatori che cacciano nella normalità e regolarità ( di legge intendo) perché criticare il tiro di chi spara al volo con richiamo  !!! Sappiate che se si spara al volo bisogna stoccare e se stocchi colpisci quello altrimenti fai solo bucchi e se ne vanno pulitissimi perché al volo son ben larghi tra di loro sia in larghezza che in altezza altro che anche se può non sembrare ed in ogni caso vedi quel che succede per aria mentre tra i rami dopo lo sparo da fermo sei cieco e vedi solo quel che  cadde lì appunto se cadde .. altro che e poi con la posa uno sopra l’altro o uno a fianco all’altro come fanno i voli oltre i 50 individui sempre pulita la raccolta   ….. poi quella del no sparo all’involo dopo lo sparo di posa… Ma daiiiii e te credo te saltano via dalla parte opposta dell’albero ….. Quanta poesia e quanto vangelo ehhh …  E stata alzata l’asticella della difficoltà è scritto nelle home page ovvio ma forse forse per la sola posa ma certamente no per lo sparo che è da fermo …. forse forse però tutta poesia anche questa della difficolta della posa visto che già decenni e decenni di anni fa, festa si faceva nei paesini di un tempo quando con sparo su posa si raggiungevano a giornata minimo i 100 prelievi ( perché 50 non era da fare i salti di gioia)  che poi i prelievi erano anche molto più massicci ( vedi risposta di Vasco sui carnieri di una volta). Se lo dicono loro a questo punto si può anche scrivere il contrario: Quindi caso mai é il caso di dire anche che l’asticella della difficoltà di prelevare il selvatico si abbassa notevolmente nel modo di sparo su posa o no ??  A proposito di posa pure con i miei tourniquet si posano e non poco ma ovvio che mai sparo .... che assurdità sarebbe mai lo sparo da fermo quando il confronto è già vinto con la posa nella stoppia.                                                          Ma una cosa mi gironzola anche nella testa ... Ho letto sulla Home page che " in Francia hanno vietato lo sparo per coloro che con il richiamo vivo sparano al volo" ..... Non che non lo sapessi perché non é da ieri che esiste sta cosa ma vederlo scritto li dentro quel racconto cosi poetico mi fa fibrillare non poco i (raguiemi) . Che significa?  Significa dire o volere convincere mettere la pulce nell'orecchio in Italia ( insomma come volete voi) che il colombaccio sarebbe sempre più diffidente e non cura più quindi non si posa per colpa di chi spara al volo avendo il richiamo vivo e che  sparando al volo i colombacci collegano piccioni fucile che vendono  e fucilata .........    C'é da meditare qui ...  si apre una guerra così .........Ma non sarà invece che sti colombacci cosi evoluti non credono più al richiamo piccione punto e basta che li spari al volo o che li si spari da fermo ma veramente non vi siete accorti che usare i piccioni è oramai deleterio ... ma vi siete contati sull'Appenino in quanti siete in fila indiana ed in fila sui lati più sotto più sopra sul monte sulla collina su quel pendio nel fiume ( Marcello un amico mio ....lo è anche di Francesco fecce perfino un appostamento fisso con tanto di impalcatura nel letto di un fiume nel Pesarese )... ad iniziare dall'Adriatico fino al Tirreno .... oooh ma vi siete contatti ? c'è gente che ha 100 richiami vivi e si vorrebbe dare colpa solo allo sparo al volo gettate i vostri appostamenti ed i vostri piccioni  che sono solo spaventa colombacci.. La Francia nelle Landes ha 3000 palombières le une attaccate alle altre ecco dove sta l'inghippo e comunque i piccioni sono diventati e lo diventeranno sempre di più sia sparo volo o sparo da fermo un allerta per i colombacci ...non lo avete ancora capito    io invece l'ho capito  ecco che viaggio con giostre quelle che non digeriscono in tanti...     A proposito dove finisce un epoca ne inizia un’altra e sto vedendo che non sbagliavo nei miei pensieri ….. Il vivo è controproducente perchè oramai usato da tutti 600.000 cacciatori italiani fate voi..... Tra l’altro dovreste sapere che il richiamo vivo è vietato in diversi paesi europei come anche America e Regno unito e se lo hanno fatto pure gli Inglesi in Regno unito sulla caccia al colombaccio ci sarà un motivo malgrado che per loro il colombaccio è considerato “la peste degli agricoltori” ( questa e la terminologia adoperata da loro parlando del Woodpigeon) …. Da loro il vivo non ce lo metti per cacciare . Ecco la Francia ha vietato il tourniquet mentre il Regno unito ed il continente Americano ed altri paesi hanno vietato da sempre il richiamo vivo …. Ci sarà un motivo ?? La facilita del richiamare il selvatico ovvio secondo loro....  ma non sanno che é diventato deleterio usarlo qui in Italia.    Buona serata...   aah   aspettate dimenticavo la lascia  CAROGNACCIO ahahahah buona visione [url]https://youtu.be/dPNMdR5utDw?si=dxpZ4TLcSLtHz6zu/url]   
Titolo: Re:RIFLESSIONI SULLA CACCIA DELLE PALOMBE NELLE MARCHE (MA NON SOLO)
Inserito da: Denis - 09/12/2023 - 22:21
Come solitamente il sistema non ha agganciato il link
Certo che l'inserimento dei link qui non é del tutto agevolato
Buona visione    ci riproviamo
Questo il link diretto del video con la lascia:
https://youtu.be/n9WYKxAxkkU?si=jRopbzGi8f3voT9T

oppure da qui il ventesimo video in fila dall'alto questo è  il link della Playlist
https://www.youtube.com/playlist?list=PLgCfwwaTFh3UDbfahtil_Ab-xcU6WKkIG
Titolo: Re:RIFLESSIONI SULLA CACCIA DELLE PALOMBE NELLE MARCHE (MA NON SOLO)
Inserito da: Denis - 09/12/2023 - 22:26
Oppure qui    Buona visione        :https://youtu.be/dPNMdR5utDw?si=jiQ0xgJd75JSUHyS
Titolo: Re:RIFLESSIONI SULLA CACCIA DELLE PALOMBE NELLE MARCHE (MA NON SOLO)
Inserito da: CAROGNACCIO - 10/12/2023 - 07:35
È be non c'è che dire.
Il delirio di appariscenza non frena, per ora, la piccola vedetta di Mesola.
Quel tal rondennisse, pare di origini francesi, che pubblicizza in un sito che dovrebbe essere riservato alla caccia tradizionale alle palombe, marchingegni e attrezzature ritenute dannose e quindi vietate addirittura in Francia.
Sapevo e so, avendolo letto sulla home page, cosa ne pensa Rinaldo.
Che è lo stesso pensiero di Mario e cioè io.
Non so come la pensa Francesco al quale chiedo perché debba essere sfruttata una discussione da lui aperta per meri interessi privati.
Sarei curioso di andare a vedere quanto ci "ricava" il ron da questa "operazione commerciale" che parrebbe essere assimilabile a quella degli influenzatori (odio sia i francesismi che gli inglesismi).
Non ho parole anzi le ho in quantità tale che è meglio le tenga per me.
Nella vita c'è di peggio.
Titolo: Re:RIFLESSIONI SULLA CACCIA DELLE PALOMBE NELLE MARCHE (MA NON SOLO)
Inserito da: Denis - 10/12/2023 - 20:32
È be non c'è che dire.
Il delirio di appariscenza non frena, per ora, la piccola vedetta di Mesola.
Quel tal rondennisse, pare di origini francesi, che pubblicizza in un sito che dovrebbe essere riservato alla caccia tradizionale alle palombe, marchingegni e attrezzature ritenute dannose e quindi vietate addirittura in Francia.
Sapevo e so, avendolo letto sulla home page, cosa ne pensa Rinaldo.
Che è lo stesso pensiero di Mario e cioè io.
Non so come la pensa Francesco al quale chiedo perché debba essere sfruttata una discussione da lui aperta per meri interessi privati.
Sarei curioso di andare a vedere quanto ci "ricava" il ron da questa "operazione commerciale" che parrebbe essere assimilabile a quella degli influenzatori (odio sia i francesismi che gli inglesismi).
Non ho parole anzi le ho in quantità tale che è meglio le tenga per me.
Nella vita c'è di peggio.

Evidenzio per ora solo questa frase: Che è lo stesso pensiero di Mario e cioè io

Rispondo solo a questa frase che mi mancava Sig. CAROGNACCIO
Lei ammette qui di essere il Sig Mario.
e ha adoperato ancora qui la denominazione "rondenisse" nuovamente
Non ha fatto un errore per caso ?
Domanda che mi faccio a questo punto :
Citazione questa da analizzare bene con l'aiuto di chi ha studiato legge, codice civile e quant'altro o no ? 
Non ho altre parole da aggiungere
Titolo: Re:RIFLESSIONI SULLA CACCIA DELLE PALOMBE NELLE MARCHE (MA NON SOLO)
Inserito da: CAROGNACCIO - 10/12/2023 - 20:46
Certo che si.
Sono Mario orgoglioso di essere Mario fiero di essere quel Mario che dovevi venire a trovare per vedere la lascia dei marchigiani.
Quel Mario che si chiede e ti chiede quali sono i tuoi interessi a pubblicare sul forum della federazione video in contrasto con lo statuto di federazione.
Si denis, sono il Mario che goliardicamente ha battezzato Vasco, geco (da Cannas) duxvaschigno (mio).
Si denis, sono Mario.
Dimmi quali interessi si nascondono dietro la tua ostinazione a pubblicare video che con la caccia tradizionale alla palomba proprio non c'azzeccano.
Fai uno sforzo visto che non solo io sono curioso.
Carognaccio (datomi da vasco), ex pelo 52, ma sempre Mario cioè io.
Titolo: Re:RIFLESSIONI SULLA CACCIA DELLE PALOMBE NELLE MARCHE (MA NON SOLO)
Inserito da: Denis - 10/12/2023 - 20:56
Certo che si.
Sono Mario orgoglioso di essere Mario fiero di essere quel Mario che dovevi venire a trovare per vedere la lascia dei marchigiani.
Quel Mario che si chiede e ti chiede quali sono i tuoi interessi a pubblicare sul forum della federazione video in contrasto con lo statuto di federazione.
Si denis, sono il Mario che goliardicamente ha battezzato Vasco, geco (da Cannas) duxvaschigno (mio).
Si denis, sono Mario.
Dimmi quali interessi si nascondono dietro la tua ostinazione a pubblicare video che con la caccia tradizionale alla palomba proprio non c'azzeccano.
Fai uno sforzo visto che non solo io sono curioso.
Carognaccio (datomi da vasco), ex pelo 52, ma sempre Mario cioè io.


Non sa più cosa scrivere se non ripetersi nei suoi errori ... ben vengano
Titolo: Re:RIFLESSIONI SULLA CACCIA DELLE PALOMBE NELLE MARCHstareE (MA NON SOLO)
Inserito da: Francesco Paci - 10/12/2023 - 21:48
Questa discussione è nata per parlare delle modalità di caccia e deve restare
su questo tema evitando polemiche personali che facilmente degenerano e soprattutto non interessano chi ha desiderio di approfondire il tema.
Titolo: Re:RIFLESSIONI SULLA CACCIA DELLE PALOMBE NELLE MARCHE (MA NON SOLO)
Inserito da: CAROGNACCIO - 10/12/2023 - 21:58
Evviva Francesco.
Domandare è lecito,  rispondere è cortesia.
Nessuna polemica personale ma solo sana curiosità non solo mia.
Diversamente non si spiega tanto accanimento a voler continuare a pubblicare video che niente hanno a che vedere con il tuo post sulla caccia tradizionale.
Visto che i video ostinatamente pubblicati niente hanno a che fare con la caccia tradizionale.
La/le domande poste non solo da me sono pertinenti.
Tradotto sono fuori tema e, forse, era meglio aprire una discussione ad hoc e non sfruttare un post dove si parla di caccia tradizionale alle palombe
Titolo: Re:RIFLESSIONI SULLA CACCIA DELLE PALOMBE NELLE MARCHE (MA NON SOLO)
Inserito da: Denis - 10/12/2023 - 22:21
Grazie  Francesco e in quel tra parentesi ( ma non solo ) io ho messo quello che è la mia modalità di caccia attuale senza nulla di più senza nulla togliere a nessun’altra caccia rispettando la modalità di caccia di altri da quello che va al colle fino a quel che spara a fermo.io le ho fatte tutte all’infuori del tiro a fermo ( e una scelta che fa chi se la sente). Per me dopo l’evoluzione del colombaccio e dopo anche l’evoluzione della caccia stessa della mia stessa esistenza delle mie stessa evoluzione come cacciatore delle mie esperienze ho deciso che dove finisce un epoca ne inizia un’altra quindi è una mia scelta averla fatta e parlarne a nome anche di altri e sono centinaia di migliaia come me i cacciatori che possono essersi sentiti diciamo con il dito puntato da una certa scaletta ed è spiacevole.  Poi per la diatriba con il Carognaccio valuti appunto lei ..  intendo solo da cacciatore ( mi ha capito) ma senza paraocchi per dirla con parole più sbrigative. Grazie nuovamente Francesco per il suo intervento.
Titolo: Re:RIFLESSIONI SULLA CACCIA DELLE PALOMBE NELLE MARCHE (MA NON SOLO)
Inserito da: CAROGNACCIO - 11/12/2023 - 07:15
Poi chiudo qui questa discussione stucchevole con Denis che per forza cerca di sdoganare il suo modo di intendere la caccia alle palombe in una casa costruita apposta per portare avanti le istanze di chi le palombe le caccia da appostamento fisso con richiami vivi a fermo e a volo.
Cacciare le palombe a fermo fa parte di una tradizione umbromarchigiana tramandata nel tempo e fatta propria da un  Toskanaccio DOC come me alla fine degli anni 70 frequentando amici perugini che avevano l'appostamento a un tiro di schioppo da casa mia.
Come il Silvano di Rinaldo rimasi da subito affascinato da un tipo di caccia che in provincia di Arezzo veniva praticato da appostamento fisso con volantini e palpe da pochissimi.
Per quello che posso ricordare bastavano le dita di una mano per contarli.
Nessuna diatriba con Denis se per diatriba Denis intende uno....scritto o discorso di tono aspramente polemico....
Che continua con la pubblicazione di video non opportuni in questa sede; da qui le mie domande e cioè a quale fine e per quale interesse.
Forse perché nel sito di federazione si hanno più visualizzazioni?
O vi sono altre motivazioni?
Domandare è lecito, rispondere è cortesia.
Questa anomala stucchevole situazione va avanti ormai dallo scorso 5 giugno quando Denis pubblicò...il lunapark da campo si aggiorna...
Immediatamente dopo la replica di Vasco che potete leggere nel forum.
Scriveva Vasco.....Denis nessuno ti vieta di esercitare la caccia come intendi tu, ognuno vive la caccia e le emozioni che preferisce vivere, le tue giostre saranno certamente efficaci ma per cortesia lascia stare la "caccia tradizionale", specialmente quella a fermo, è un'altro mestiere....
Grande Vasco al quale detti una mano immediatamente per contrastare già allora il denispensiero sicuramente giusto per lui ma propagandato in una "sede inopportuna".
5 giugno, 9 dicembre.
Ariecchelo il Denis che attacca sarcasticamente Rinaldo per quello che ha scritto a proposito del luna park e dei richiami vietati in Francia e Mario per la lascia.
Rinaldo da gran signore non ha risposto io si e ribadisco la mia contrarietà come socio costitutore della nuova Federazione ad ospitare discussioni non in linea con lo statuto ed offensive per chi pratica la caccia con sparo a fermo.
Oltre che indignato mi sento offeso come sparatore a fermo nel leggere .....E DI SICURO NON POTEVO GIUSTIFICARMI DEL VERGOGNOSO  SPARO A FERMO  NEANCHE SE AVEVO DEI  PICCIONI DA RICHIAMO E CHE LI AVESSI FATTO APPUNTO POSARE SOPRA LA TESTA CON IL CAPANNO NEL FOSSO STIVALI NELLA MELMA  DAL FOSSO CON TERRENO MOLLE  )....
Come mi sento offeso e indignato nel leggere....Peccate di superbia ed invidiate chi riesce a cacciarlo bene e molto meglio con astuzie migliori delle vostre in luoghi sicuramente migliori dell'Appenino ?.....
Invito tutti a leggere quello che ha scritto denis lo scorso 9 dicembre e chi ne ha potere tragga le conclusioni.
Io ne ho piene le palle a stare a discutere con chi in casa mia non dovrebbe stare perché per essere soci di questa associazione si deve rispettare senza se senza ma quello che dice l'atto costitutivo e lo statuto.
Non è obbligatorio stare in una casa che ci pare stretta.
Per quello che ha scritto e continua a scrivere, da cacciatore,  mi sento INDIGNATO e OFFESO non avendo io detto alcunché contro la sua caccia con le giostre o altre diavolerie simili.
Titolo: Re:RIFLESSIONI SULLA CACCIA DELLE PALOMBE NELLE MARCHE (MA NON SOLO)
Inserito da: palombeforever - 12/12/2023 - 11:39
Ho sbagliato a postare , dovevo inserire in questa discussione il post, invece mi è andato a finire in una nuova discussione con oggetto palombeforever. Mi scuso.