USARE GLI “OCCHIALINI”

Gli occhialini rappresentano certamente un argomento quanto meno controverso per cui credo sia necessario un preambolo.

Quando ho cominciato a parlare del colombaccio come richiamo ho spiegato che la motivazione principe è certamente quella della sua maggiore attrattività, ma forse  non mi sono dilungato a sufficienza sul “personaggio” colombaccio.

Vedete, stabilendo un contatto quasi quotidiano con questo uccello mi sono reso conto che noi tutti, io per primo, abbiamo sempre sottovalutato questo animale. Non solo è molto più intelligente di qualsiasi piccione abbiate mai posseduto, e su questo non temo smentite, ma ha della capacità relazionali con l’uomo, inteso come il proprio allevatore o comunque colui che lo conduce con sé a caccia, che non avrei mai sospettato. Il colombaccio, ogni colombaccio ha il proprio carattere e lo esplicita in una maniera molto più decisa del piccione inoltre io direi che addirittura richiede una serie di attenzioni alle quali risponde con comportamenti organizzati che vanno ben oltre il semplice meccanismo di azione-reazione.

Se vi renderete conto di questo comincerete piano piano ad entrare nel “mondo” del colombaccio. E quando ci sarete arrivati sarete ormai fregati perché vi sarete ormai perdutamente innamorati di questo magnifico signore dell’aria.

Qualcuno potrebbe obiettare che questi comportamenti derivano principalmente dal fatto che vi riconosce come il proprio genitore, avendolo svezzato fino dai primi giorni, sbagliato, dico io, perché ottengo lo stesso comportamento da soggetti che non ho svezzato io ma che ho preso solo giovanissimi ma indipendenti. No, datemi retta, stabilite un contatto con lui, coccolatelo, fategli sentire che l’amate e avrete i vostri risultati. Certo, attenzione, non dobbiamo dimenticare che nei suoi geni il nostro amico ha sempre la sua natura selvatica e quindi la nostra concessione di fiducia dovrà sempre essere di carattere limitato anche se questo dipende dai soggetti. Potrei dirvi che pochi giorni fa mi è fuggita dalla voliera, me presente, una colombaccia che io ritenevo non potesse mai mettere in atto la fuga che le ha donato la libertà, ovvero ritenevo che preferisse me ai suoi cieli liberi, ma devo anche ricordare che il mitico Potter un giorno che mi si è rotta la calzetta (che non era di quelle abitualmente usate) è volato sul prato davanti alla voliera e si è fatto riprendere mantenendo la più assoluta immobilità.  Quindi fate un po’ voi ma io consiglierei di non provarci mai ad abbassare la guardia e per quanto riguarda la Bionda bè mi auguro solo che viva felice la sua nuova libertà.

Ma andiamo avanti, perché dunque tutto questo sproloquio sul colombaccio? Per poter dire ciò che dirò certo che non vi siano dubbi sul fatto che amo i miei colombacci alla follia e che se ritenessi di causare loro nocumento non potrei usare mai gli occhialini, che invece adopero anche se solo  in casi di necessità.

Il nostro percorso di allevatori tende ad avere soggetti docili, con i quali cacciare proficuamente e sicuramente in questo progetto il colombaccio sta “nature” ovvero senza occhialini. Ma, c’è  un ma. Può capitare che qualche soggetto consegua il suo diploma di “cacciatore” senza arrivare ai pieni voti. Per esempio, per motivi a noi sconosciuti potrebbe succedere che si spaventa all’approssimarsi di un branco di colombi che “punta” la cima della pianta dove lui è posizionato, a me non è capitato ma potrebbe, oppure non regge il rumore dello sparo, o ancora assume comportamenti di nervosismo in talune situazioni etc etc. Cerchiamo di esser chiari sono tutti comportamenti al limite e che non rappresentano la norma, ma questi problemi o anche altri si possono presentare e allora cosa dovremmo fare? Se si trattasse di un piccione forse potremmo destinarlo altri impieghi oppure alla riproduzione ma il nostro bel colombaccio che ci è costato immane fatica, che amiamo perdutamente lo dobbiamo scartare per sempre rinunciando alla sua collaborazione a caccia? Ed ecco che entrano in gioco gli occhialini.

Adesso vi propinerò una massima che per me ha un valore assoluto “GLI OCCHIALINI CONFERISCONO SICUREZZA AL COLOMBACCIO”.  Io so di alcuni o forse più di alcuni che usano gli occhialini anche se i soggetti adoperati a caccia non hanno particolari problemi, io non lo faccio anche perché preferisco i miei colombacci “nature” ma posso qui garantire che, almeno nel mio metodo, il mio amico pennuto non soffre in alcun modo.

Allora gli occhiali io li ho reperiti in tre tipi diversi, ce ne saranno certamente tanti altri ma io ne conosco tre.

Di alluminio, pesanti e che comunque scaldano troppo al sole;

Di camoscio, “caperuzas” spagnoli, morbidi, del tipo cappuccio del falco. Li ho presi in Spagna, ma il colombaccio non li gradisce molto;

Francesi, in plastica, bombati, leggerissimi, si chiudono sulla nuca per mezzo di una linguetta scanalata che entra in un occhiello, e sono questi che uso con successo.

Stabiliamo subito un principio: l’occhiale si mette subito prima di iniziare la caccia, quando il colombaccio è sul piattino e si toglie un secondo dopo aver tirato giù l’attrezzo. Dico questo perché non vi è ragione di fare diversamente, e alcuni  lo fanno, e se lo fanno è solo per la comodità del cacciatore mentre noi abbiamo al primo posto la “comodità” se così la vogliamo chiamare, del colombaccio.

Dunque questo occhialino francese è tollerato benissimo tanto è vero che il “nostro” con l’accessorio indossato effettua tranquillamente la sua “toilette pennuta”.

Io ho però modificato, e credo con successo, l’accessorio in questione.

Intanto è necessario “passare” sulla superficie uno smeriglio finissimo, diciamo un 400, per togliere quel minimo di lucentezza al sole, poi prendete un comune chiodo del 5, scaldate la punta sul fuoco e praticate un foro al centro dell’occhiale dove è riprodotto l’occhio del colombaccio. Ripulite poi il foro all’interno dalle sbavature della plastica.

Quindi il colombaccio adesso vede, non tutto, non a 360 gradi ma vede e questa visione anche se parziale fa la differenza. Provate e vedrete il colombaccio seguire il volo di uccelli che transitano nelle vicinanze oppure guardare dalla vostra parte quando vi muovete etc ect

Questo limita il disagio, aumenta la tollerabilità, tanto è vero che non reagisce più di tanto quando gli fate indossare l’occhiale anche se è ben contento quando lo togliete. Questi occhialini costano pochissimo e durano moltissimo, rompendosi, nell’unico punto debole e cioè la congiunzione tra i due semi oculari, solo dopo un uso prolungato. Ma io ne ho una buona scorta. (li vende sempre il mitico Renzo a Poggibonsi).

Credetemi io sono passato dal rifiuto totale alla necessità attraverso un percorso ragionato e di ragionevole durata e solo dopo aver osservato come io non procuri nessun disagio ai miei amici.

CI siamo? Alla prossima.