LA CACCIA GALANTI


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La Caccia Galanti, dal nome degli attuali proprietari, è sicuramente uno dei più antichi appostamenti di caccia ai colombacci della provincia di Rimini. Collocata sul versante nord-ovest della collina su cui sorge il borgo medioevale di Mondaino, comune che confina con le vicine Marche, dai suoi 350 mt di altezza gode di un invidiabile panorama sulla vallata che scende fino al mare.
Il mare naturalmente è l’Adriatico e dai capanni di caccia è possibile spaziare su una bella fetta di riviera, quella che va da Pesaro a Riccione.


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Il bosco che parte dal fondo del canale e ricopre tutta la collina, fatta eccezione per piccoli appezzamenti di terra coltivati, è composto da querce, carpini, acacie selvatiche, olmi, allori. Ma è il nucleo centrale dell’appostamento a dominare tutta la vegetazione con le sue enormi querce secolari preservate nei secoli per la caccia alle palombe. Che il luogo sia stato dedicato a questo scopo da molti decenni, lo si deduce anche da alcuni imponenti lecci che vanno ad oscurare la macchia proprio subito dietro le querce di buttata.
Infatti di queste piante, non ne esistono in maniera spontanea sul territorio collinare limitrofo e questo dimostra che i lecci sono stati messi a dimora esclusivamente per rafforzare l’attrattiva del luogo verso quei branchi di colombacci che, soprattutto nella migrazione di ritorno, a marzo, sceglievano la macchia Galanti per una sosta prima di affrontare il mare.


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Al centro dell’appostamento si trova ancora una vecchia piccola casetta: al primo piano c’è una stanza da dove un tempo si sparava alle palombe posate attraverso apposite feritoie, mentre il piano terra è utilizzato ancora oggi come dispensa e cucina dotata di un camino che, in diverse occasioni, ha “consolato” e non poco i cacciatori dell’appostamento nelle piovose e umide giornate di ottobre.

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La Caccia di un tempo
L’unico richiamo utilizzato nella storica Caccia, nel secolo scorso, erano le piccioncelle, piccioni lasciati da un punto esterno al bosco addestrati a rientrare al centro del gioco. Questo richiamo era più che sufficiente per attrarre in grande quantità i branchi di colombacci intransito. Gioco forza certamente il bosco veramente notevole ma soprattutto il fatto che la caccia Galanti fino agli anni 60/70 era l’unico impianto per colombacci di tutto il territorio, dal mare, fino alle colline dell’entroterra. 

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Si cacciava secondo la tradizione Marchigiana: avvistatore, uomini addetti alle piccioncielle, sparo a fermo alla conta da capanni a terra sulle querce di buttata che avevano tutte, ed hanno ancora tutte, un nome. Negli ultimi trent’anni la caccia si effettua da capanni aerei.

Il Dr. Pagnini. farmacista del paese che da sempre frequenta come ospite l’appostamento, racconta di quegli anni mitici che hanno segnato anche la sua età giovanile. Erano anni in cui le gesta dello storica Caccia riecheggiavano per paesi e vallate. “Era una festa  nelle giornate di ottobre – racconta il dott. Giorgio – quando nel tardo pomeriggio, verso sera, appesi a una pertica in spalla a un cacciatore, si portavano in mostra per le vie del paese i colombacci abbattuti”. Stupore e ammirazione per quelle catture copiose e ambite oltre che impossibili, in quei tempi, per i “comuni” cacciatori.
Da qui il mito di un luogo di caccia che fa parte della storia del nostro territorio.

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La Caccia Galanti oggi

Nonostante in questi ultimi 40 anni fra il mare e la Caccia Galanti siano spuntati come funghi un bel numero di appostamenti per colombacci, la fama del luogo è rimasta inalterata. Dieci anni fa la gestione dell’appostamento è stata affidata ad un gruppo di cacciatori della zona legati fra loro da amicizia e parentele. All’utilizzo di piccioncelle come richiamo, sono stati aggiunti alcuni volantini e qualche zimbello. Il gruppo, composto da una dozzina di persone, è coordinato sapientemente da Gianfranco che di passione per questa caccia ne ha da vendere. Al valore delle azioni di caccia, che grazie all’unicità del luogo riservano come nei tempi passati grandi emozioni ai partecipanti, si è aggiunto, con questa nuova gestione, il valore della convivialità e dell’amicizia. Il pranzo infatti nelle giornate d’ottobre è uno dei momenti irrinunciabili e spesso la tavolata si allunga con ospiti e amici di altri appostamenti. Ma Gianfranco sa tenere alto il livello di attenzione e l’unità del gruppo creando frequenti momenti di incontro anche al di fuori del periodo di caccia dove oltre i cacciatori del gruppo vengono coinvolti anche i famigliari… dalle mamme, alle mogli, ai figli.

 

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Così, a casa del papà Livio, che 65 anni fa era lanciatore di piccioncelle nello storico appostamento, Gianfranco ha sistemato una stanza appositamente per le cene durante tutto l’arco dell’anno con il suo variegato gruppo. Eh si, la forza della Caccia Galanti oggi, è nelle tante personalità e personaggi che a vario titolo ne fanno parte.
Ed è così che la storia e la tradizione sono ben rappresentate da quattro fortissimi ottantenni: il dottor Pagnini, anello di congiunzione fra la vecchia e la nuova gestione dell’appostamento, Livio, papa di Gianfranco e lo zio Luciano, due figure sempre presenti in ogni iniziativa oltre che addestratori di piccioni. Piero, classe 1927, che con i suoi racconti riesce sempre a creare simpatia e buon umore anche nelle giornate vuote di colombacci. E poi ci sono i più giovani e i diversamente giovani: Gianfranco responsabile della Caccia, Roberto detto il Frate che fa previsione del tempo a cui nessuno apparentemente crede ma che tutti interpellano per un parere da esperto… e poi c’è Marco, punto di riferimento per tutta la legislazione venatoria, Roberto detto Robi, figlio di Luciano che quando gli impegni di lavoro glielo permettono, sa preparare anche gustosissimi sughi, e poi Lorenzo il top dei lanciatori di piccioncelle, Vincenzo che a novembre cambia completamente caccia e passa alla canna rigata, Patrizio, l’uomo dalle mani d’oro e dal cuore grande, Gianluca la new entry… grande energia e competenza e infine, ma solo perché è il più giovane, Michele che sia nella caccia che nella professione ha seguito le orme di nonno Pagnini…infatti è un giovane universitario di Farmacia con un solo difetto: si è preso una cotta per il calibro 410…forse un’azione coordinata di gruppo potrebbe averlo convinto per il prossimo ottobre ad utilizzare esclusivamente il calibro 12….vedremo.

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Per concludere, a dimostrazione di quanto per questo gruppo la priorità sia stare insieme e starci bene, includendo in questo anche l’aspetto sicurezza, tutti i capanni aerei sono stati dotati di lunghe passerelle per consentire in tutta facilità l’accesso alle postazioni anche ai più anziani eliminando di fatto l’uso delle scale. La caccia Galanti aderisce da un decennio a Progetto Colombaccio Italia fornendo al nostro Club i dati relativi al passo autunnale di colombacci.

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Non possiamo dimenticare Luna e Lilly, le due eccezionali springel di Gianfranco e appassionate “collaboratrici” nel gioco di squadra, sempre in fibrillazione e sempre pronte per tutti i recuperi dei numerosi colombacci abbattuti……e si, perché anche se i risultati non sono il fine ultimo per i nostri amici, comunque arrivano: vuoi per il grande impegno nella gestione del luogo, vuoi per l’organizzazione, per la presenza di buoni colpitori e perché l’attrattiva del bosco, oggi come nei secoli passati, è sempre forte per le palombe in transito in questa zona di Romagna, ai confini con le Marche. Una bella realtà quella della caccia Galanti di Mondaino a cui facciamo i nostri complimenti e i migliori auguri per ogni prossimo ottobre che verrà.Inseriamo di seguito alcune foto con l’intenzione di mettere insieme un album nello spazio Foto e Filmati, dedicato a questi amici. Testo e foto di G. Giovanetti

 

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