PER QUALCUNO LA CACCIA E’ SOLO UNA QUESTIONE DI “CASSA”.

cassa

Se l’effetto della “privatizzazione” degli ATC è questo, il futuro della caccia non è certo roseo… E non per colpa della politica nazionale o degli Ambientalisti questa volta, ma a causa di alcuni rappresentanti dello stesso Mondo Venatorio… e fa male dire questo, ma è la sacrosanta verità.
Ciò che sta succedendo nella Regione Toscana che, insieme ad Umbria e Marche rappresentano nel quadro nazionale le “mosche bianche” per la decente qualità dei calendari venatori e la sensibilità verso Caccia e Cacciatori, è sinceramente sconcertante e preoccupante Comprendiamo benissimo come la gestione di un Ambito Territoriale di Caccia possa essere gravato da ingenti problemi economici, amministrativi e di risorse umane (cosa da noi peraltro prevista nel lontano 1992), ma non comprendiamo perché per rimediare a gestioni “allegre” come ce ne sono state in passato, i cacciatori toscani prima (che comunque sono stati gratificati dalla diminuzione della tassa regionale) e i fuori regione poi siano costretti con i propri soldi e con le nuove incredibili beghe burocratiche sono ancora costretti a intervenire come tappabuchi. Se il progetto della CCT era quello di ghettizzare ancora di più l’attività venatoria legando ancora di più, ma oseremmo dire “saldando” definitivamente il cacciatore al territorio, possiamo tranquillamente dire che ci sta pienamente riuscendo. Dopo la bocciatura da parte del Governo della legge di riforma degli ATC della Toscana qualcuno (i soliti) sono corsi subito ai ripari nel modo più facile: lasciare tutto com’ era aumentando solamente il prezzo. Si potevano trovare altre soluzioni, con la Libera Caccia della Toscana che ha più volte indicato la strada da intraprendere, ma evidentemente per la CCT non è importante la qualità della vita venatoria del cacciatore, ma bensì le risorse economiche e la gestione in” pochi ma buoni”. Un umbro, così come un laziale o un qualsiasi altro “immigrato” di fuori regione poteva richiedere l’iscrizione come Residenza Venatoria o ulteriore Ambito (fino alla scora stagione) con dei costi variabili dai 50 ai 100 euro. Da quest’anno si passerà ad un minimo di 100 euro per chi chiederà la Residenza Venatoria fino a, udite bene, 150 euro per chi richiederà un ulteriore Ambito di Caccia. Dopo aver fatto un breve sondaggio tra i nostri soci, le nostre perplessità si sono dimostrate fondate in quanto la quasi totalità dei cacciatori che normalmente usufruivano dell’ulteriore ambito, in particolare quelli senesi, aretini e grossetani, per questa stagione rinunceranno ad “acquistare” (è il termine giusto) quello che oggi è diventato uno “status symbol”. Aumentare di 100 Euro una quota significa andare a toccare pesantemente le tasche del cacciatore medio, costringendolo a scelte dolorose e, probabilmente, ad abbandonare usanze venatorie oramai consolidate. Pensiamo ai tanti iscritti nelle squadre di cinghialisti, a coloro che hanno appostamenti fissi o a coloro che effettuavano solamente qualche uscita alla migratoria o alla stanziale: da domani probabilmente si troveranno costretti a dimenticare tutto. Come se non bastasse l’ATC SI 19 (ma non è escluso che anche altri Ambiti opteranno per questa pratica) si è letteralmente inventata l’iscrizione OBBLIGATORIA on line. Vale a dire che per iscriversi o si ha un computer a portata di mano o non si potrà richiedere alcuna autorizzazione per l’espatrio (in Italia e con una licenza valida su tutto il territorio nazionale). Addio alla cara, vecchia e già costosa raccomandata (in Umbria è sufficiente un semplice fax)…ogni altro commento sarebbe superfluo e lo lasciamo agli altri. Non entriamo nel merito di tutte le altre “rivoluzioni” fortemente volute dalla CCT e accolte dalla politica toscana, in quanto riguardano scelte regionali che a noi non competono, ma ci si consenta di dire che questa riforma dal punto di vista del rapporto fra regioni fa acqua da tutte le parti. La CCT è l’espressione locale dell’accordo a livello nazionale tra FIDC-ARCICACCIA-ANUU e anche questo ha suscitato in noi profondo disturbo poiché in una ottica più ampia quanto sta avvenendo in Toscana potrebbe, ed usiamo cautamente il condizionale, avvenire in altre regioni. Mercificare la caccia come è stato fatto in passato con la 157/92, sempre figlia della “Triade” è bene ricordarlo, sarebbe lo sbaglio e l’autogol più clamoroso che potrebbe essere fatto. Il Mondo Venatorio si deve guardare già dal mondo Ambientalista, dal mondo pseudo-scientifico (leggi ISPRA) e da quello politico; azioni come queste sono altamente destabilizzanti nella caccia in quanto vanno a toccare nel più profondo il singolo cacciatore che già con estrema difficoltà è costretto ogni mese alla conta del proprio stipendio. Una delle associazioni della CCT si è sempre vantata di battersi per una cosa…UNA CACCIA SOCIALE e non privatizzata. Ci spieghi a questo punto cosa intende per “caccia sociale”, perché francamente i cacciatori italiani non residenti nella splendida Toscana (tranne gli ideatori della rivoluzione sociale) non lo hanno capito. Ufficio Stampa ANLC Umbria. fonte : il Cacciatore.com