LA CASSETTA PER IL TRASPORTO: UN ACCESSORIO FONDAMENTALE

Cominciamo con il dire che il Regolamento attuativo della L.R. 3/94 prevede che per il trasporto di colombacci e pavoncelle???? bisogna usare “ceste” alte almeno 40 cm. con il tetto di tela e spazio “adeguato” al numero dei soggetti trasportati. Come al solito l’incompetenza dei nostri legislatori si è palesata ancora una volta in tutta la sua drammatica valenza. Ma come dico io, se quello che vogliamo garantire è il benessere dell’animale durante il trasporto mi fai allestire “una cesta” dove ci sta un tacchino? Ovvero si pensa che maggior spazio sia garanzia di maggior benessere?  Il Principe Antonio de Curtis, in arte Totò avrebbe da dire la sua.

Se chi è preposto a varare questo tipo di norme fosse qualcuno che “mastica” della materia di riferimento o almeno avesse l’umiltà di corroborare il suo pensiero attingendo all’esperienza quotidiana dei cacciatori e degli allevatori, saprebbe invece che lo spazio deve essere limitato proprio per evitare che gli uccelli si possano ferire durante il trasporto in macchina o nella macchia, e passi per il tetto di tela, ma che invece sono determinanti la forma dello spazio, il “pavimento” della cassetta, etc etc. In questi giorni sto tentando, con l’ausilio del Club, di attivare un contatto a livello Regionale per capire se si può portare all’attenzione di chi legifera la questione che non è da poco, infatti se ad un controllo rileva che il “contenitore” che stai usando non è a norma, viene applicata una sanzione di circa 100 euro, ma quello che è più grave è che è previsto il sequestro dei richiami!!

Dunque i nostri targets sono i seguenti:

-benessere del colombaccio;

-drastica riduzione della necessità di “maneggiarli”.

Per poter realizzare i nostri obiettivi e non incorrere nelle ristrettezze della norma io ho fatto nel modo seguente, ma ovviamente ognuno può trovare soluzioni alternative altrettanto valide, se condivide gli obiettivi, del mio metodo dirò solo che funziona benissimo.

Dunque ho costruito una “valigetta” la cui struttura è realizzata in angolari di alluminio assemblati tramite rivetti. Le misure sono altezza e lunghezza 40 cm, larghezza 25cm.

Alla base ho inserito una tavoletta di legno rivestita all’esterno di un foglio di plastica per assicurare impermeabilità , mentre all’interno l’ho ricoperta di uno strato di moquette “prato artificiale, per permettere al colombaccio di “aggrapparsi” bene con le unghie e  mantenersi stabile.

I lati corti sono di plastica robusta, mentre quelli larghi altro non sono che due fogli di compensato di pioppo di 2mm che fungono da sportelli, tipo sali-scendi, scorrendo su due guide realizzate sovrapponendo due angolari, in basso un altro angolare fa da  base impedendo che lo “sportello” possa andare oltre il bordo inferiore. Naturalmente tutti i lati recano fori di areazione.

In alto ho incollato al perimetro della “valigetta” una striscia di velcro “femmina”, poi tela robusta con cucita una striscia di velcro “maschio”. Ecco ottemperato alla norma sul tetto di  tela, che, va detto, è completamente inutile salvo permettermi di sbirciare dentro alla cassetta.

Poi, e qui ci potrebbe stare la contestazione , ho diviso l’interno con un traverso in compensato in modo da avere due triangoli contrapposti e quindi poter portare due colombacci, l’uno in senso opposto all’altro. La norma recita “spazio adeguato” bene per me lo è e lo dimostra il fatto che il colombaccio entra da solo in cassetta, non perde mai una piuma e sta accucciato tranquillissimo con la lunga coda che trova lo spazio “appunto adeguato”. Poichè la norma non specifica altro che la misura dell’altezza e l’obbligo del tetto di tela io direi che ci siamo anche se sarebbe bene poter fare delle cose condivise.

Torniamo a noi, il colombaccio è in cassetta, ovviamente con il petto verso il lato largo del triangolo, una volta accomodato oppure anche prima di dirigerlo verso la cassetta, io applico un cordino di 1 mm lungo circa 15 cm, assicurato alla zampa da una fascetta di pelle morbida chiusa da un automatico, mentre all’altra estremità vi è una girella a due vie. Una volta giunti sul posto di caccia basta alzare di poco lo sportello, “vedere” la girella e a questa assicurare il  moschettone di un cordino lungo circa 50 cm e assicurato al mio polso da un nodo scorsoio, poi aprire lo sportello in tutta sicurezza ( a questo proposito ci sono varie soluzioni per mantenerlo aperto, io ho scelto di ridurre leggermente la dimensione in larghezza del compensato e quindi facendolo soqquadrare si blocca da se facilmente all’altezza voluta), poi si invita il colombaccio a salire sulla mano e lo si dirige verso l’attrezzo sul quale volerà da solo, alla fine procedimento inverso.

Poi in voliera apro la cassetta  tolgo la fascetta e il colombaccio vola dentro la sua “casetta” da solo.

La cassetta ha necessità di essere trasportata il più possibile in piano e per fare questo ho applicato ai quattro vertici superiori degli occhielli di metallo che sostengono due cinghie regolabili.

Ultimo accorgimento: fissare in precedenza l’attrezzo al primo ramo utile tramite un elastico o quello che volete voi per facilitare le operazioni di ingaggio e disingaggio del colombaccio.

Garantisco che il sistema funziona alla perfezione, mai avuto il benché minimo problema o avere notato disagio nei miei colombacci, un poco di segatura sul fondo ma poca perché il colombaccio al contrario del piccione sporca poco o addirittura niente.

Poi, se condividete l’obiettivo trovate da soli il sistema che vi aggrada  di più io vi posso solo assicurare che a fine stagione, e li porto tutti a caccia, i miei colombacci sembrano “dipinti”.

Bene siamo quasi pronti ad issare lassù il nostro sodale con il petto rosa, alla prossima.