Tradizione caccia al colombaccio in Umbria

a cura di Amedeo Castellani

Contatti e info clubilcolombaccio@libero.it



INTRODUZIONE

Quando si parla di culla della civiltà, ci si riferisce a un luogo o a una regione della terra dove, in tempi lontani, si è generato qualcosa di nuovo che ha poi determinato lo sviluppo di una società capace di influenzare il corso della storia. Se ci viene concessa la libertà di accostare questo concetto alla caccia alle palombe, possiamo dire serenamente che l’UMBRIA è stata la regione italiana culla di questa caccia: è qui infatti che si sono concentrate e affinate conoscenze e tecniche venatorie che hanno poi influenzato, in maniera determinante, la storia della caccia al colombaccio fino ai giorni nostri.

Come testimoniano molti documenti storici, la caccia con le reti a terra (paielle) in Umbria, in particolare nell’Amerino, fu un aspetto della caccia ai colombacci di grande rilevanza storico-economica, tanto che lo Stato Pontificio, attraverso diversi editti, legiferò in più occasioni dal 1600 in avanti per regolamentare e tutelare questa forma di caccia. All’Umbria si deve anche l’invenzione della caccia ai colombacci da capanno aereo con l’utilizzo di piccioni volantini (inizi 1800 ca.). L’arte di cacciare il colombaccio con l’utilizzo di piccioni volantini era così innovativa che, dall’inizio del 1900 fino agli anni ‘30/40 ca., nobili e signorotti della Toscana e soprattutto delle Marche, assumevano i maestri Umbri esperti in quest’arte, per gestire i loro appostamenti di caccia durante il periodo di passo. All’Umbria si deve anche la selezione di piccioni utilizzati come richiami per la caccia alle palombe. Non vi sono razze certificate ma nella tradizione orale e fra i cacciatori di ieri e di oggi, i piccioni volantini, con le caratteristiche mostrine bianche sulle ali e con particolari doti di volo e docilità, sono chiamati “Amelia”; questo probabilmente vale pure per i piccioni chiamati Ternani-Codoni anche se meno conosciuti degli Amelia, un ceppo selezionato forse in epoca più recente nella Val Nerina, in particolare pare nelle località di Arrone e Collestatte.

Fra le eccellenze dell’Umbria non possiamo dimenticare l’aspetto culinario legato alla caccia al colombaccio. Sempre da Amelia una prelibatezza su tutte che nasce da lontano: il piccionaccio alla leccarda, (ad Amelia il colombaccio viene chiamato Piccionaccio). Una ricetta piuttosto elaborata e impegnativa nella preparazione in cui l’utilizzo delle interiora del selvatico conferisce alle sue carni un sapore unico. Di tutte le particolarità che riguardano la caccia tradizionale al colombaccio in Umbria, parleremo in questa rubrica.