Breve riassunto e conclusione sullo svernamento (capitolo 6)

Riassunto monitoraggio 2017/2018
In sostanza, riassumendo possiamo dire che i colombacci arrivano nel bosco in ottobre un po alla volta aumentando la loro quantità vistosamente a mano a mano che la migrazione raggiunge il suo culmine e che la loro permanenza abbreviata purtroppo dipende più dalla mancanza di colture disponibili che dalla tranquillità persa (caccia non esclusa) e che quindi non è più per loro possibile e congeniale eleggere, per tutto l’inverno, quale eccezionale ed unico dormitorio di svernamento il bosco della Mesola e ancor meno l’area confinante per l’alimentazione come invece lo era invece 20/30 anni fa.
Infatti a metà di novembre il bosco quest’anno aveva già perso moltissime delle popolazioni fermatesi a fine ottobre essendo nella realtà presente nel bosco alla fine di novembre una popolazione di appena 6000 unità che si é dimezzata nel mese di dicembre alla seconda giornata di monitoraggio per calare ulteriormente in gennaio di un’altro 30% arrivando ad un totale scarsissimo di 276 colombacci monitorati nell’ultima giornata fatta il 15 marzo.
Non si tiene comunque conto più di tanto a questa ultima giornata di monitoraggio causa il tempo grigio e nebbioso certamente non ideale per l’uscita dei colombacci.
Conclusioni monitoraggio svernanti 2017/2018
n seguito a questo primissimo monitoraggio invernale 2017/2018 possiamo dire che diversi anni fa ( anni 80/90) il bosco della Mesola aveva grazie alle immense colture di mais e soia dell’epoca una quantità di colombacci enorme (sicuramente centomila colombacci svernanti) ininterrottamente da ottobre a febbraio mentre ora esiste sì negli ultimi anni un aumento vistoso di colombacci in ottobre con le notevoli popolazioni presenti in stop.over ma poi gli rimangono quei pochi svernanti che difficilmente riesce a custodire tutto l’inverno causa una forte mancanza di alimentazione.
Infatti già a dicembre,dei 6000 colombacci monitorati in novembre, rimanevano con un calo del 50% solo tre mila svernanti che in gennaio con un nuovo erratismo invernale calavano ulteriormente del 30% in seguito alla ricerca di luogo idoneo sia al pernottamento che all’alimentazione per evitare un dispendio eccessivo di energie.
Questo nuovo sito trovato nel Veneto nelle vicinanze del fiume Po veniva eletto idoneo sia come dormitorio che zona di alimentazione per il fine inverno. Ce lo conferma Lorenzo nei suoi monitoraggi di fine febbraio rilevando una presenza di circa 1200 colombacci nelle nuove aree scelte per ultimare lo svernamento.
Possiamo quindi confermare che, in base anche al monitoraggio parallelo eseguito da Lorenzo nel Rodigino in data 26 gennaio e 09 febbraio 2018, si é riscontrato un effettivo e forte erratismo invernale dovuto appunto alla mancanza di alimentazione non più reperibile verso fine inverno attorno al bosco della Mesola.
Altra notizia che possiamo dare è la forte capacità di adattamento che ha il colombaccio durante l’inverno alimentandosi perfino con i semi della zucca spinosa ( Sicyos angulatus L.) pianta importata dal nord America circa due secoli fa come ornamentale la quale si è poi naturalizzata ed ora molto invasiva con una notevole espansione
Il portamento volubile del fusto della zucca spinosa permette all’apparato fogliare di svilupparsi al di sopra della vegetazione già presente, coprendola e riducendo la trasmissione della luce agli strati sottostanti determinando nelle culture, perdite produttive rilevanti.
Qui un link di un video fatto in occasione della prima giornata di monitoraggio:

Nelle pagine a seguire fotografie varie eseguite nelle giornate di monitoraggio.