Sono d'accordo finiamola qui anche perchè da un punto siamo partiti ma stiamo arrivando da tutt'altra parte. Come finale non posso però esimermi dal fare alcune considerazioni diciamo così riassuntive le quali peraltro, investendo problematiche di carattere generale che ovviamente sfuggono al singolo intervento necessiterebbe di discussioni approfondite, le quali purtroppo non riverberando in alcun modo interventi pratici sarebbero fini a se stesse. ( mamma mia come sono verboso sembra che mi voglia presentare alle elezioni). Allora diciamo subito che l'Italia, in materia di evoluzione della cultura venatoria, è rimasta alquanto al palo. La dice lunga che iniziative come quelle che intraprende il club sono pari al vox clamantis in deserto ovvero interessano purtroppo a pochissimi. Molti altri paesi dell'areale mediterraneo e non solo beneficiano di studi e osservazioni che da noi sono pura fantasia. Insomma il cacciatore italiano è un consumatore disinformato al quale non interessa il prima o il dopo ma spesso solo il durante, anzi meglio il proprio durante, ed è perciò refrattario a qualsiasi forma di gestione che possa limitare la propria attività e non ama interrogarsi troppo quasi che l'epoca della scapigliatura boccalona, tipo fucile e cartucce, non fosse tramontata da tempo, mentre intorno a noi tutto è cambiato. In questo atteggiamento gioca un ruolo importante l'età degli attori in campo, siamo un popolo di anta e ci manca tanto una spinta giovane. In ultimo io vedo un atteggiamento, largamente diffuso, tendente a dare il minor risalto pubblico possibile alla nostra attività. Zitti che il nemico ci ascolta, basso profilo, testa bassa e pedalare mi sembra nell'illusione che se non ci vedono o ci sentono ci ignorano, vi sembra che sia così? Bene augh ho detto. Non serve a niente ma almeno in questo forum potremo o non potremo dire tutto quello che ci pare, almeno fino a quando il tutto sarà all'insegna della buona educazione? Io dico di si. Adios