FORUM Club Italiano del Colombaccio

giamp50

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Risposta #9 il: 15/02/2018 - 23:05
In linea di massima un parco che voglia ripristinare in una area determinata e delimitata la fauna autoctona credo sia da sostenere.

Che le popolazioni selvatiche non autoctone da eliminare che vengano recuperate attraverso cattura e trasferimento in altre sedi è  altrettanto doveroso.

Che questo recupero venga effettuato a carico delle associazioni i cui soci ne usufruiranno è  altrettanto ovvio.

Che, dopo ripetute campagne di cattura, vi rimangano dei soggetti non catturabili che debbano essere abbattuti per raggiungere l'obiettivo prefissato dal parco è altrettanto possibile e necessario.

Per cui se la questione fosse in questi termini ci sarebbe solo da congratularsi con l'ente Parco.
Cercare di ripristinare quanto la Natura ha costruito nei millenni eliminando quanto la specie umana ha artificialmente aggiunto e variato, all'interno di un Parco mi sembrerebbe meritorio.

BADGER

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Risposta #8 il: 15/02/2018 - 18:32
C'è qualcosa che mi sfugge. Ma con tutti i problemi che abbiamo, per la caccia e non, era proprio necessario disperdere questo piccolo tesoro di animali??   L'Ente Parco vuole...... a favore dei ceppi autoctoni.... Diceva il grande, irripetibile Totò "ma ci faccia il piacere".

massimiliano

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Risposta #7 il: 15/02/2018 - 17:30
Quindi si tratta esclusivamente di cattura e non di abbattimenti scopo eradicazione. Se la notizia ha pestato i piedi di qualcuno non lo so, ma so che gli accertamenti che il caso richiede saranno fatti, se ci sono stati abbattimenti  non passeranno certamente nel dimenticatoio.

Non proprio così Vasco ":...Gli abbattimenti sono solo il complemento necessario per completare gli interventi e raggiungere l’obbiettivo, quando la densità si abbassa.,,"  fonte Giampiero Sammuri PRESIDENTE PARCO ARCIPELAGO TOSCANO (vedasi Bighunter)

Vasco

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Risposta #6 il: 15/02/2018 - 17:02
Quindi si tratta esclusivamente di cattura e non di abbattimenti scopo eradicazione. Se la notizia ha pestato i piedi di qualcuno non lo so, ma so che gli accertamenti che il caso richiede saranno fatti, se ci sono stati abbattimenti  non passeranno certamente nel dimenticatoio.

massimiliano

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Risposta #5 il: 15/02/2018 - 14:31

I FAGIANI DI PIANOSA, UNA STORIA DA RACCONTARE
 
Una storia da raccontare: a Pianosa c'è una colonia di fagiani (ma anche  pernici e lepri) che nel corso degli anni, per vari motivi, sono cresciuti indisturbati, forti e geneticamente resistenti. Un piccolo tesoro che però adesso il Parco ha deciso, a seguito delle strategie che intendono privilegiare i ceppi autoctoni (e i fagiani non lo sono) di eradicarli (che vuol poi dire abbatterli sul posto). Una manna per chi pensa a caccia uguale sparare sempre e comunque, si dirà dalle parti dei soliti ambientalisti. E invece...

Un vero peccato, hanno pensato alla Federcaccia di Firenze, disperdere un tesoretto di veri selvatici. "Abbiamo pensato ad un progetto - racconta Simone Tofani presidente dalla FIDC fiorentina -  che prevedeva l'invio di volontari e tecnici per effettuare catture e utilizzare questi ottimi riproduttori per ridistribuirli inizialmente in Zone di Ripopolamento e Cattura, dove come è noto la caccia è vietata e poi, successivamente, sul territorio libero a caccia programmata".

Da sempre la Federcaccia di Firenze ha individuato nelle ZRC e di rispetto venatorio, una superficie che copre una vasta area dell'ex provincia di Firenze, lo strumento principe per superare la crisi della piccola selvaggina stanziale e la tutela di presenze insidiate da molteplici fattori, ungulati ma anche scarsa selvaticità dei soggetti immessi. Il progetto delle catture a Pianosa, a totale carico della Federcaccia di Firenze, è così diventato realtà ed è stato effettuato in collaborazione con Università di Firenze Scuola di Biologia, Ispra, ATC Firenze Nord ed ha impiegato sul campo un cospicuo numero di studenti e volontari.

Ben 111 i soggetti catturati, 32 femmine e 79 maschi che sono già sono stati immessi ai primi di febbraio nella ZRC Elzana. a Carmignano.

I tutor del progetto, che prosegue con un'attività di monitoraggio e studio sono, oltre al presidente della FIDC Fiorentina, il professore Marco Zaccaroni dell'Università di Firenze e il dott. Leonardo Gori tecnico faunistico e membro dell'ATC Firenze Nord.

"Un caso importante e significativo in cui i cacciatori della Federcaccia di Firenze, hanno testimoniato quale debba l'approccio corretto quando si parla di biodiversità e gestione: i cacciatori - sottolinea Tofani - hanno imboccato la strada di un progetto, scientificamente fondato, per la tutela dell'ambiente e della fauna, con l'obiettivo recuperare un patrimonio di selvatici altrimenti destinati all'immediato abbattimento".

E già si parla di bissare il progetto questa volta finalizzato anche alla lepre.

http://www.federcaccia.org/regione_news_show.php?idn=4645   
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Qualche piede importante evidentemente è stato pestato....

Vasco

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Risposta #4 il: 15/02/2018 - 11:54
Se il provvedimento è attuato per motivi sanitari tutto va...., ma se trattasi del solito contentino per pochi privilegiati non può passare inosservato. Arci Caccia ha fatto bene a dissociarsi, la notizia fa scalpore, e quanto prima chiarezza va fatta.

Rimescolo

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Risposta #3 il: 14/02/2018 - 22:06
Grazie Massi, hai pubblicato una posizione dell'arci-caccia, in alcuni punti faziosa,(secondo me) quando si riferisce al portafoglio.
Qui non si tratta solo di portafoglio o di selezione, qui si tratta di gestire una popolazione di selvatici di sicuro pregio riproduttivo da utilizzare per ripopolamenti in ambienti "tollerati". Tutti sappiamo quanto sia utile l'immissione di selvatici catturati allo stato libero per fini venatori di riproduzione, e quando si presentano queste situazioni di risorsa, assurdamente si tenta l'eradicazione, inconcepibile.
Il paradosso è che alcuni cacciatori sembra abbiano acquistato cani con requisiti venatori, di sicurezza sanitaria, ecc..ecc..per lo scopo specifico. Altra normativa mirata alla risoluzione del problema, al di fuori della normale gestione venatoria. Forse le associazioni venatorie dovevano opporsi severamente e presentare un piano di prelievo a scopo di ripopolamento, a proprie spese, rinunciando all'immissione di soggetti allevati in batterie e buttando al vento soldi pubblici. Siamo ancora in tempo, speriamo di sì, facciamoci sentire
con rispetto saluto,
Rimescolo
La passera è sempre la passera! Solo la fetta di cocomero fresca ci va vicino.........

massimiliano

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Risposta #2 il: 14/02/2018 - 20:03
Livorno: L’Arci Caccia non ci sta
12 febbraio 2018

Questa potrebbe essere la sintesi del nostro pensiero su quanto sta accadendo sull’isola di Pianosa in questi giorni.

L’isola, posta nel Parco dell’Arcipelago Toscano si sta predisponendo a ricevere a breve, gruppi di “esperti cacciatori”, formati a pagamento dall’ente parco, e abilitati all’abbattimento, per la loro eradicazione, dei fagiani e delle pernici presenti in buon numero da più di cento anni.

Come mai una associazione venatoria ha da ridire su questa operazione, organizzata nei minimi particolari dall’ Ente Parco? Non siamo forse cacciatori, interessati a sparare sempre e comunque?

Noi no… Forse altri… Per l’Arci Caccia così non può andare e cerco di sintetizzare il perché per punti:

Questa operazione necessitava almeno di un confronto per verificare altre soluzioni tecniche percorribili per raggiungere lo scopo prefissato dall’ Ente Parco
Sul territorio provinciale, le ATC e i cacciatori stanno cercando, sempre con più difficoltà, di immettere animali di cattura, che risultano sempre più difficili da reperire, costringendoli a reperire i capi necessari ormai da anni presso allevamenti specializzati, che forniscono con costi alti, animali che poco hanno a che fare con l’ambiente naturale, con una alimentazione autonoma e con la capacità di difendersi dai predatori.
La cattura, per il ripopolamento, per noi è la prima soluzione da previlegiare
Se il “Progetto” futuro, per la reimmissione di soggetti in purezza, non prevede nessun sbocco per la ricollocazione dei nuovi nati tra qualche anno ci troveremo nuovamente ad abbattere gli animali
5.Questa operazione sta passando inosservata all’opinione pubblica e anche gli ambientalisti più integralisti stanno zitti come topi, salvo urlare allo scandalo, quando si continuano a fare abbattimenti agli ungulati per tutto l’arco dell’anno per salvaguardare, giustamente, le produzioni agricole.

Basta con corsi a pagamento per gli “abbattimenti selettivi”. Tutti i cacciatori hanno sostenuto un esame per l’abilitazione all’esercizio venatorio, un esame con prova scritta, riconoscimento delle specie, e orali per legislazione ed altro…dovrebbe bastare!
Non basta?  Allora inseriamo quelle materie nei programmi degli esami. I corsi sono solo uno stillicidio di denaro a cui tutti non riescono a rispondere e allora subdolamente si apre il fronte “di una privatizzazione” legata al reddito. Chi più ha, più può permettersi di girare tutta la Toscana, pagando tutte le ATC, e poi, con i “corsi” cacciare tutto l’anno, il cinghiale, il daino, il cervo, e se vuole anche la volpe, i corvidi, i piccioni e ora, finalmente, anche fagiani e pernici. Chi non può si contenti del normale calendario venatorio e stia buono a casa!

 

Queste, sinteticamente, sono le motivazioni con cui la Federazione Provinciale di Livorno dell’ARCI CACCIA ha ritenuto opportuno chiedere ai suoi soci, anche se hanno partecipato ai corsi a pagamento organizzati dall’Ente Parco, di soprassedere e non partecipare agli abbattimenti, convinti da sempre che la gestione del territorio passa anche da momenti di confronto, collaborazione e approfondimento con tutti i soggetti che il territorio lo vivono, lo lavorano e lo godono. L’Ente Parco dell’Arcipelago Toscano ha dimenticato questi passaggi!

Se poi ci sono stati, e qualche soggetto ha omesso di farne comunicazione, diventa un problema ancora più grave, da redimere in altri contesti.

https://www.arcicaccianazionale.it/livorno-larci-caccia-non-ci-sta/

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...Arcinoto la mia posizione quando trattasi di ERADICAZIONE...di qualsiasi specie animale.mi chiedo..vi chiedo
dove stavano le nostre associazioni venatorie quando trattavano e mettevano in cantiere la famigerata "LEGGE OBIETTIVO" ovvero sia ERADICAZIONE CINGHIALE IN TUTTA LE REGIONE TOSCANA ? Approfittavano per far cassa con i corsi di formazione (?ridicoli) x poi elevare dopo due anni dalla messa in atto della stessa,elevare qualche leggero sibilo di protesta.. pretestuosa e poco credibile.Ora che gli vengono pestati i piedi sulla nobile stanziale,anticipano i tempi e se ne escono con due righe di protesta su di un portale venatorio nazionale ?
POVERA NOSTRA REGIONE TOSCANA COME STA'CADENDO IN BASSO ....O MEGLIO COME E' GIA' CADUTA IN BASSO.

PS: complimenti Renato per l'argomento da te evidenziato degno di attenzione collettiva.

Rimescolo

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Risposta #1 il: 14/02/2018 - 18:43
Credo, se non subentrano precisazioni di natura scientifica o sanitaria, che si stiano sperperando delle specie di selvaggina nobile stanziale nel territorio dell'isola di Pianosa (Elba). In attesa di notizie più approfondite, mi dissocio da coloro che hanno intrapreso questo tipo di intervento, anzichè mettere in atto un piano di catture a fini di ripopolamento nel territorio Elbano. Mi risulta che alcune associazioni venatorie avessero previsto anche finanziamenti a tale scopo.
L'ente parco al contrario ha proposto l'eradicazione a costo zero, un po come fosse considerato turismo venatorio....a spese cioè di chi vi partecipa. E il cacciatore??? sembra che ci siano liste d'attesa....
La passera è sempre la passera! Solo la fetta di cocomero fresca ci va vicino.........