L’EDITORIALE DEL PROF. ENRICO CAVINA

Pubblicata su  BIGHUNTER.IT una interessante analisi di Enrico Cavina che mette in evidenza le idiosincrasie di certi ornitologi “accademici”.*È indubbio che le conoscenze ornitologiche – per alcune specie cacciabili – sono cresciute enormemente in questi ultimi due decenni grazie alla crescita culturale del mondo venatorio che ha affrontato e sviluppato molti aspetti anche fenologici in termini propriamente scientifici.

Infatti solo l’attenta osservazione sul campo di fenomeni legati alla biologia, all’adattamento ambientale , all’ecologia sensitiva ed alla ecologia migratoria, ha permesso l’acquisizione di conoscenze nuove – nonché l’approfondimento con metodi d’indagine innovativi – circa i comportamenti di molti uccelli sia sedentari sia migratori.

Ciò è stato possibile principalmente grazie  all’impegno di osservazione sul campo, sviluppato  con continuità e perseveranza,da parte di Cacciatori. Questa continuità di attenzione non è certo stata sempre tale per l’impegno di studio degli Ornitologi “ufficiali” pur presenti con analisi rigorosamente scientifiche se pur sporadiche, come facilmente si può rilevare  se si effettuano ricerche sul Web (es. Google).

Da molte parti – anche Istituzionali e Accademiche – si accenna a denunciare che le nuove generazioni di Ornitologi troppo spesso si impegnano in Ricerche c.d. ” facili” che consentono pubblicazioni scientifiche brevi o ripetute su argomenti d’interesse minimale rispetto a più vaste necessità di Ricerca anche sperimentale su argomenti e problematiche di più vasto interesse scientifico e di ecologia ambientale. In termini di irriverente analisi possiamo  forse dire che è più facile fare uno studio sulla nidificazione della ” Silvia ortiensis” che non sulla migrazione di milioni di “Columba palumbus” : si trova così facile via di pubblicazione e relativo “impact factor” utile ad acquisire titoli per Curriculum e carriera istituzionale . Ripetendo il giochino su piccole ricerche, su facili osservazioni ornitologiche, su vacanze insulari sulle vie migratorie dei Passeriformi, si acquisiscono facili titoli:  sembra anche di poter dire di un Emerito Professore Europeo di Ornitologia che confidenzialmente ci definiva  questi giovani Ricercatori come ” ratti famelici” delle Scienze Biologiche. Certamente non è tutto così nel più vasto mondo della Ornitologia ufficiale, ma questa tendenza alla “faciloneria” della Ricerca è preoccupante, anche perchè troppo spesso legata ai c.d. animalisti che sfruttano queste ricerche, molto spesso approssimative  e prive di serie  verifiche, per sviluppare politiche repressive sul mondo della Caccia. Ne fa fede un recente Lavoro Italiano nel quale – sulla base delle 500 beccacce sequestrate all’Aeroporto di Rimini alcuni anni fa – si cerca di evidenziare la pericolosità di mangiare beccacce per intossicazione da piombo utilizzando arzigogolate elucubrazioni statistiche in dispregio dell’“evidence based”, visto che non sono mai stati denunciati quadri clinici pertinenti a questa ipotesi chiaramente per noi redatta per scopi anti-caccia .

Viene da domandarsi anche se è tutto vero quello che viene pubblicato su Riviste Ufficiali di Ornitologia ed Ecologia per articoli che sono dichiaratamente selezionati e che presentano sofisticate analisi statistiche. Purtroppo a monte di Lavori estremamente seri, si ritrovano Lavori che nel contesto di queste sofisticate analisi includono veri “falsi” difficilmente rilevabili nel contesto di girandole di numeri e formule statistiche . Ne fa fede quanto abbiamo potuto rilevare qui in dove nella Tabella a pag. 207 vengono riportati datati i picchi migratori di Colombacci in migrazione nello Jura  con specifiche numeriche dal 1998 al 2007. Abbiamo voluto verificare direttamente le condizioni meteo che sono analizzate nel Lavoro, risalendo ai parametri meteo di dettaglio: ebbene controllando sugli Archivi di Weather History emerge che le acquisizioni di 7 anni su 10 , sono da ritenersi “false” sia nell’analisi sia nella documentazione.
Altro esempio di inconsistente presentazioni di dati ci viene da “Ardeola 58(2),2011,315-323” dove l’oggetto del Lavoro – verosimilmente finalizzato all’acquisizione di fondi di Ricerca – è il census delle popolazioni di Colombacci nell’area Baltica: ebbene in una girandola di dati percentuali ed elaborazioni statistiche e tabelle basate sulla densità di presenze per ettaro di area boschiva , non si riesce a leggere un solo, anche uno solo, numero crudo indicativo per capire quanti sono i nidificanti nell’area.Per altro verso molte Associazioni Venatorie si sono impegnate a modulare la crescita culturale e scientifica dei Cacciatori in vari settori di Caccia specialistica, offrendo innumerevoli dati di osservazione naturalistica , quali nessuna Istituzione scientifica è oggi in grado di raccogliere, se non appunto in collaborazione con Associazioni venatorie.

Ciò è valso e vale sia per la Beccaccia sia per il Colombaccio e per specie Acquatiche.

Se ci riferiamo alla Beccaccia , una “summa” di questi contributi scientifici derivati quasi esclusivamente dal mondo venatorio può essere facilmente verificata scorrendo gli Aggiornamenti on-line redatti in 10 anni da www.labeccacciascientifica.it e tra questi fa spicco l’Aggiornamento 2014 dedicato alla bella Monografia ” Le beccacce di Vormsi” espressione di un lungo percorso di ricerca scientifica sul campo, promosso dal Club Italiano della Beccaccia ed inizialmente coordinato da Silvio Spanò, e tuttora attivo anche nella sua difficile autonomia di sovvenzione economica.

Le attività delle Associazioni beccacciaie in Italia sono ben note, continuativamente presenti nello sforzo di coniugare attività venatorie e Ricerca scientifica, quali ben risultano  anche dalla presenza di una Federazione Europea. In Europa anche nei più recenti costosi impegni di Ricerca Satellitare, tutto dipende dall’intenso coinvolgimento dei Cacciatori.

Recentemente ci siamo occupati di studiare alcuni aspetti molto particolari inerenti la migrazione di Beccaccia e Colombaccio, cercando di coinvolgere e discutere con Ornitologi “ufficiali” ed Istituzionali. Le acquisizioni ricavate da una ricerca retroattiva riguardante il rapporto tra fattori abiotici ed involi migratori di massa o comunque – per la Beccaccia – involi di grandi concentrazioni migratorie quali ben conosciuti dai cacciatori di Beccacce,  in qualche modo sono state pubblicate on-line. Sono acquisizioni di un lampante interesse di stimolo per la Ricerca tesa ad approfondire le conoscenze specifiche (Aggiornamento Agosto 2014 ” La beccaccia e la Pressione Atmosferica” di www.labeccacciascientifica.it– dettagli bibliografici).  Dovrebbe essere questo un interesse da sviluppare nel vasto campo della anatomo-fisio-ecologia dei sensi degli uccelli migratori: un richiamo ed uno stimolo per Ricerca pura e Ricerca applicata.

I dati raccolti in questa citata ricerca retroattiva sono stati analizzati statisticamente come numeri crudi ed in buona parte rifiutati da vari Ornitologi. Così rifacendoci ad un particolare Journal Internazionale on-line gestito da Editor di prestigio, i dati sono stati pubblicati (www.scienceheresy.com) ed ora risultano ormai da un anno ai primi posti di varie ricerche su Google con parole chiave tipo “birds migration research” e similari.


Questa – pur sempre strana – esperienza va a dimostrare che se l’Ornitologia ufficiale si rifiuta di pubblicare ricerche prodotte al di fuori della stantia liturgica ortodossia accademica, è pur sempre possibile affermare i risultati derivati da esperienze di Cacciatori.
Dobbiamo altresì segnalare che perseverando con immensa fatica nella ricerca di collaborazioni con l’Ornitologia Accademica è sempre possibile trovare risposte costruttive. Nel settore di studio della migrazione del Colombaccio (www.scienceheresy/ornithology.com ) i dati raccolti dalla ventennale esperienza di Progetto Colombaccio del Club Italiano del Colombaccio si sono coagulati in un più ampio progetto di Testo Monografico ”La Migrazione autunnale del Colombaccio in Italia” ( Editing in progress) redatto con la collaborazione di alcuni iscritti del Club Italiano del Colombaccio e con la raccolta di dati rilevati in 20 anni da oltre 150 Osservatori cacciatori di ogni parte d’Italia. Questo Testo può avvalersi della prefazione qualificata di insigne Ornitologo del Nord Europa, il quale ha definito l’immenso lavoro di raccolta di dati come un “ponte” tra cacciatori ed Ornitologi, ed allo stesso tempo ha affermato che così grande raccolta di dati lascia ” attoniti di fronte alla pochezza delle ricerche condotte da Ornitologi”.Questo materiale è stato poi elaborato da Ricercatori del Bird Migration Research  Foundation con la definizione di numerosi grafici di sofisticata analisi statistica su un campione di 10 anni relazionato a 9 Regioni Italiane interessate dai flussi migratori.

Questa insperata collaborazione con l‘Ornitologia ufficiale ha comunque indotto ad aggiornare un Capitolo di questa Monografia sul Colombaccio  con un commento critico e possibilmente esaustivo che possiamo qui riportare.

Comunque – a prescindere dalla validità scientifica dell’analisi ed elaborazione statistica sovraesposta – non è fuori luogo a nostro avviso esprimere anche in questa sede alcune considerazioni generaliste. Non per niente alcuni risultati delle nostre analisi retroattive sui dati raccolti in Progetto Colombaccio in oltre 20 anni, sono stati pubblicati on-line dal Journal “Science Heresy”, rivista internazionale digitale basata su alcuni principi di “policy” quali qui espressi: ”In recent times the physical sciences have become orthodox, authoritarian, sterile and dysfunctional, much like the mediaeval church. This is the outcome of the rigid institutionalization of science and incestuous peer review. Scientists guard their patch jealously …(omissis). Furthermore much that passes as “science” is, in reality, a form of mathematical idealism whereby a theory only ……”.

Esiste quindi un contrasto idealistico  tra una “forma di idealismo matematico” versus una Scienza basata su evidenze (“evidence based”) anche di numeri crudi.

Molte delle evidenze riportate documentativamente nel testo della  Monografia dedicata allo studio della Migrazione autunnale del Colombaccio in Italia sono evidenze solidamente iscritte nella tradizione venatoria di molti osservatori-rilevatori-cacciatori – essi stessi depositari di ben più antiche tradizioni e conoscenze – che ben conoscono “empiricamente” le fluttuazioni migratorie stagionali che si sviluppano stagionalmente sulla penisola Italiana e queste conoscenze collimano oggi con i risultati delle elaborazioni statistiche, pur sofisticate, che ricercano conferme “idealmente matematiche” a quanto di fatto è già presente nella conoscenza della Migrazione in innumerevoli appostamenti di caccia, diffusi sul territorio Italiano. Insomma – volendo azzardare un commento “irriverente” – potremmo dire che gli Scienziati di oggi ”hanno scoperto l’acqua fresca o calda che sia”.

Volendo comunque attenerci ad una valutazione davvero scientifica, dobbiamo riconoscere che la suesposta analisi statistica su 10 anni di Progetto Colombaccio indica la presenza di 6 (sei) gruppi di popolazioni distinte di Colombacci che migrano in Italia in autunno con varie ondate migratorie . E questo è indubbiamente un fatto “nuovo” per le nostre conoscenze, anche se solo lo sviluppo di ulteriori Ricerche  (vedi radioisotopi e monitoraggio satellitare)  potrà in futuro darne conferma.

Enrico Cavina

* Tratto da labeccacciascentifica.it

Enrico Cavina
Già Professore di Chirurgia all’Università di Pisa, ora ha ottantadue anni con sessantasei licenze di caccia. Dopo il pensionamento si è dedicato alla ricerca ornitologica legata all’attività venatoria con La Beccaccia Scientifica on-Line  e Colombaccio Scientifico del Club Italiano del Colombaccio, Editor di Italian Journal Woodpigeon Research, on-Line. Alcuni Lavori sono accessibili su http://sciencehersy/Ornithology. Ha realizzato atlanti fotografici di anatomia della beccaccia, del colombaccio e di altri uccelli, on-Line Google+. In passato ha pubblicato due libri di narrativa venatoria, uno dedicato alle cacce all’estero praticate pionieristicamente già 50 anni fa. Continua ad andare a caccia. Su YouTube ….i suoi pointer: e collegati. 

http://www.bighunter.it/Home/Editoriale/Editoriale/tabid/197/newsid707/23663/Default.aspx

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