COLOMBACCI E PALOMBE

paci piccolissima7Proponiamo questo articolo, a cura del nostro  Presidente,  pubblicato recentemente sulla rivista  Diana. Ci fa piacere ricordare, in particolare ai piu’ giovani  che si avvicinano a questa forma di caccia, che   Francesco Paci collaborò agli inizi degli anni 70 come referente per le Marche,   con il giornalista/scrittore libro piccolo7Giuseppe Mazzotti fornendo al compianto Avvocato importantissime informazioni sulla caccia alle palombe nel territorio Marchigiano…informazioni che hanno contribuito, per loro parte,  a fare del suo   “Fra querce e palombe” un libro cult nell’ambiente venatorio italiano, un’opera definita dalla critica:  “la bibbia” dei cacciatori di palombe.

Colombacci e palombe

PACI47Sono due termini che indicano lo stesso selvatico, ma hanno valenza emozionale molto diversa. Mi spiego meglio. Colombaccio è il nome italiano del selvatico “columba palumbus palumbus” ma nelle regioni Umbria e Marche è più abitualmente chiamato “palomba”.

Ciò, probabilmente perché la antica tradizione della caccia a questo selvatico, che si è sviluppata in queste regioni e risale a quando ancora era vivo l’eco del latino, ha tratto dal nome scientifico latino della specie, la denominazione usata per indicarlo, e così è nata la “palomba”.

Digital StillCameraStesso discorso si può verosimilmente fare per la Francia dove il nome in lingua francese di questo selvatico è “pigeon ramier” ma nelle zone di antica tradizione di questa caccia (Sud-Ovest e Pirenei) è chiamato “palombe”, orecchiando anche qui il termine scientifico latino.

Dunque il nome stesso “palomba” ( o “palombe” per la Francia ) è la testimonianza di una tradizione molto antica di questa caccia.

galanti paci8Tradizione che ha interiorizzato negli appassionati , fin da piccoli, tutto il fascino delle situazioni legate a questo selvatico, così diffidente, così facile a spaventarsi, ma così emozionante nella sua discesa sulla caccia, talora da altezze incredibili, così elegante nei suoi colori, mirabilmente accostati dalla natura; un selvatico non facile da cacciare, e per questo tanto entusiasmante.

PACI37Il nome “palomba” , suscita già una sottile, intima emozione, che richiama tutto il fascino della “caccia delle palombe”, le sue finezze, le emozioni forti, le storie di personaggi indimenticabili, la gioiosa convivialità che sempre si gode a tavola nel bosco.

Quando poi si sta avvicinando l’ottobre, quel nome, specialmente se ascoltato per caso in un contesto completamente estraneo, mette addosso una interiore vibrazione del tutto particolare, perché ottobre era, ed è, il mese più atteso , il mese del passo delle palombe .

colombacci mesola paciOggi molto è cambiato nella caccia a questo selvatico, anzitutto la migrazione si è molto modificata e tocca zone dove prima era solo occasionale, inoltre  oggi lo si caccia anche d’inverno, ci sono infatti cospicue popolazioni svernanti in varie parti del territorio, ci sono poi non pochi colombacci ormai stanziali, che si cacciano prima di ottobre, per cui quella esclusività dell’ottobre è venuta meno, anche se ottobre rimane sempre il mese principe dei colombacci, il fascino della migrazione infatti  è insostituibile anche per coloro che non sono cresciuti nell’ambiente, respirando l’aria e la cultura della tradizione .

La “caccia delle palombe“ viene per lo più praticata secondo le regole della   tradizione  , quella tradizione che l’Avv. Mazzotti nel suo libro “Tra querce e palombe “ ha definito come la scuola più alta di questa caccia .

piccioni paci (2)Tradizione che pone particolare attenzione ai richiami , alla loro collocazione, allo scrupolo nel loro perfetto addestramento, ma soprattutto al modo con il quale azionarli , l’estrema attenzione riservata a questo aspetto deriva dalla esperienza plurisecolare, che ha consentito di riscontrare quanto sia determinante il modo, già,  il modo in cui si usano !  In Umbria , un tempo, i giovani, per essere ammessi a manovrare le racchette con gli “azzichi”, dovevano fare due anni di praticantato !

piccione paciLo sforzo di imparare a capire come dosare l’uso dei richiami in relazione al comportamento del branco delle palombe è un motivo di fondamentale interesse per i cultori di questa caccia .

Queste sono le cose che caratterizzano la” caccia delle palombe”, cose certamente non facili, per nessuno, neanche per i più esperti, ma sono le cose che entusiasmano , sono le cose che stimolano a perfezionarsi sempre di più e consentono alla caccia di arrivare ad essere “arte”, quell’arte della caccia di cui si parlava un tempo e che oggi, per tanti, troppi cacciatori , è un concetto sconosciuto, se non addirittura superato, quando non patetico .

DSC_0121Il “colombaccio” , fatte le debite eccezioni, relative ad appassionati desiderosi di approfondire sempre più la comprensione del selvatico ( che ci si augura siano sempre più numerosi ), viene cacciato generalmente in modo più sbrigativo, soprattutto da coloro che privilegiano il colpo di fucile rispetto al non facile ( e per questo non sempre efficace), uso dei richiami, non accettando l’eventualità che l’intento non riuscito di attirare più vicino i selvatici, determini l’impossibilità di sparare , e così si punta soprattutto su fucili e  cartucce .

Va detto però che troppo spesso questi sono comportamenti obbligati dalle condizioni in cui si trovano tanti appostamenti, con spari vicini, troppo vicini, per cui non resta altro da fare che usare il fucile . Tutto questo purtroppo, oltre che vanificare la parte più bella ed emozionante di questa caccia, contribuisce solo al suo progressivo degrado . Ciò dipende dalla normativa,  che talora sembra considerare caccia lo sparare, mentre lo sparo deve arrivare quando l’azione di caccia è terminata ; a questo serve la cultura venatoria.

Dunque, le “palombe” sono in genere “cacciate”, i “colombacci” sono soprattutto “sparati”, sempre salvo le debite eccezioni, in entrambi i casi .

Si cacciano “colombacci” in vari modi e situazioni, le “palombe” invece, sono quelle che passano a ottobre, per lo più cacciate secondo tradizione;   dire che uccidere “colombacci” è la stessa cosa che “fare la caccia delle palombe”  è come dire a un senese che il Palio di Siena è una corsa di cavalli !

masia paciE’ una questione di anima , un’anima che non è affatto esclusività dei cacciatori umbri o marchigiani, perché può essere acquisita da chiunque “senta” nel profondo il fascino di questo selvatico straordinario, con lo spettacolo e le emozioni che la sua caccia più articolata sa dare, con quelle giornate irripetibili dove si intersecano spettacolo, emozione, convivialità secondo una ricetta quasi magica che puntualmente si gusta d’ottobre. Una ricetta da conservare gelosamente per tramandarla alle generazioni future, allo stesso modo di un’opera d’arte ….ma anche questa è arte !

In Francia la “chasse a la palombe” è qualificata “patrimonio immateriale”.

Vive la France !

Francesco Paci

 

Foto G.Giovanetti

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